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Autore: adrienne riordan    13/01/2011    3 recensioni
Un giorno Norvegia si sveglia e scopre che Danimarca è scomparso. Nessuno sembra ricordarsi della Nazione danese, persino i libri di storia sembrano negare la sua esistenza. Toccherà a Norvegia capire cosa è successo e dimostrare a tutti - e a se stesso - di non essere pazzo...
Attenzione: questa è la traduzione di una fanfiction inglese, ed è stata pubblicata col consenso dell'autrice.
[DenNor, presente anche OC!Groenlandia]
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci al secondo capitolo, e avviso subito che non è stato betato, quindi dovrete fare affidamento esclusivamente alla mia conoscenza dell’inglese (ma siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, vi rimando al link in inglese dell’autrice della stori

Eccoci al secondo capitolo, e avviso subito che non è stato betato, quindi dovrete fare affidamento esclusivamente alla mia conoscenza dell’inglese (ma siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, vi rimando al link in inglese dell’autrice della storia, aseies: http://aseies.livejournal.com/3534.html#cutid1). Ad ogni modo, credo di essermela cavata meglio rispetto al primo capitolo! ^^’

Ecco, direi che questo è un capitolo più tranquillo rispetto al precedente, giusto per far metabolizzare a Norvegia la sgradita sorpresa. In realtà, io chiamerei questo capitolo “quiete prima della tempesta” J!

Ringrazio chi ha lasciato una recensione (perché le recensioni sono AMORE) e anche a chi ha scelto di aprire questa pagina!

Buona lettura!

 

 

Capitolo 2: Distanza

Islanda gettò uno sguardo a Norvegia addormentato. Era stato al freddo per diverse ore. Sapeva che al norvegese piaceva dormire così, ma questo era eccessivo. Il meeting era terminato il giorno prima, e Islanda stava spulciando tra le note che Finlandia era stato così gentile da prendere per loro. Improvvisamente, un fruscio e un gemito annunciarono il risveglio di Norvegia.
"Che ora è?" chiese intontito Norvegia stropicciandosi gli occhi.

Islanda distolse lo sguardo da suo fratello solo per il tempo necessario a guardare l’orologio.

"Le nove del mattino".
Norvegia aprì di colpo gli occhi e fissò Islanda. A quanto pare era sorpreso come Islanda di aver dormito così a lungo.
"Come ti senti?" chiese Islanda, mettendo le note da parte.
"Di merda". Diavolo, sembrava che Norvegia non si fosse nemmeno ricordato di andare a dormire. Islanda andò a sedersi accanto a Norvegia e gli mise una confortante mano sulla spalla, "Stai ancora pensando a quel tizio, Danimarca?"

"Non è solo un ragazzo -" sbottò Norvegia, tirando la manica a Islanda. "Lui è - " Ma Norvegia si fermò, probabilmente rendendosi conto dall’espressione preoccupata di Islanda che era inutile parlarne ancora, e sospirò. "Basta, non pensarci più".
Islanda continuò a fissare Norvegia, ma alla fine rimase seduto dove si trovava, in silenzio, maledicendo la sua incapacità di poter fare di più. Il silenzio era imbarazzante, ma Norvegia non sembrava sentire il bisogno di romperlo. Non che fosse solito farlo, ma era un silenzio piuttosto fastidioso mentre Islanda si arrovellava per comprendere la ragione della perdita di ricordi coerenti di suo fratello. Islanda aprì e chiuse la bocca, incapace in effetti di dire qualcosa. Infine, Norvegia emise un sospiro pesante e disse con un tono spento e lo sguardo rivolto verso terra "Andiamo a casa".

Islanda annuì, sebbene Norvegia non stesse nemmeno guardando il fratello, e si alzò in piedi per raccogliere le loro cose insieme. Norvegia rimase seduto dov’era e continuò a fissare lo stesso punto sul pavimento. Islanda non poteva immaginare cosa passasse nella mente del fratello in quel momento. Tenne d'occhio Norvegia mentre metteva i vestiti del giorno prima nella sua borsa. Non sembrava che Norvegia avesse intenzione di cambiare stato d’animo. Per quanto ne sapeva, niente di simile era mai successo a nessuna delle altre nazioni, e una domanda ardeva nella mente dell’islandese fin dal giorno precedente.
"Tu starai ..." ma la parola 'meglio' gli morì in gola, e rapidamente aggiunse "Vuoi un caffé?"
"Non importa", rispose Norvegia, alzandosi e raccogliendo distrattamente i propri effetti personali.
Questa era l'ultima goccia. Era sicuramente successo qualcosa. Norvegia aveva sempre preso il caffé ogni mattina da quando era entrato nell’epoca moderna. Era una necessità per lui. Dire che non gli importava di bere il caffé era come se un pesce avesse detto che non gli importava di essere fuori dall'acqua.
"Io .. vado a prenderne un po’"disse in fretta. "Aspetta qui, okay?"
Islanda si appoggiò alla porta, tenendo d'occhio Norvegia fino all'ultimo secondo possibile. Poi girò la maniglia e chiuse la porta il più silenziosamente possibile. Corse lungo il corridoio e tirò fuori il suo cellulare. Senza perdere tempo, chiamò a casa di Svezia e Finlandia. Con chi altri poteva parlare a riguardo?
"Pronto?" Era Finlandia.
"Pronto, sono Islanda", rispose Islanda, premendo con un dito sopra il suo orecchio libero, e guardando verso la stanza di Norvegia.
"Oh! Islanti, come sta Norja?" la preoccupazione era chiaramente udibile nella sua voce.
"Peggio," rispose Islanda. "E’ depresso ora ... E' davvero convinto dell’esistenza di questo ragazzo di nome Danimarca! Che cosa faccio ...? Non vuole nemmeno il caffé!"
"Questo non sembra una buona cosa ..." borbottò Finlandia. "Per ora, resta assieme a lui. Accertati che non faccia niente di drastico ... Sve e io verremo domani ad aiutarvi. Mi chiedo cosa possa essere successo ..."
"Non lo so ..." Islanda rispose cupo. "Ma il tuo piano mi sembra buono. Starò a casa sua e lo terrò  d’occhio. Ho un po' paura a lasciarlo da solo proprio ora ..." Islanda guardò di nuovo la porta.
"Norvegia è con te ora?"
"No,  sono in corridoio ..."
"Faresti meglio a tornare da lui allora. Una nazione depressa non è mai una buona cosa. Presto comincerà ad influenzare il popolo stesso".
"Sì," Islanda annuì. "Tornerò da lui appena posso".
"Buona fortuna".
"Grazie" Islanda riattaccò il telefono, e stava per tornare nella stanza quando si ricordò di aver detto a Norvegia che sarebbe andato a prendergli del caffé. Imprecando sottovoce, corse al piano di sotto a comprarne velocemente un po'. Non voleva sconvolgere Norvegia più di quanto già non fosse.
Quando Islanda tornò, tutti i bagagli erano stati ordinatamente imballati, e Norvegia era in piedi davanti alla finestra che guardava la gente fuori. Si era cambiato i vestiti, ora indossava una camicia casual a righe con colletto e dei pantaloni. L'Islanda si avvicinò con cautela, e gli porse il caffé "Ecco ..."
Norvegia guardò inespressivo la tazza, e dopo pochi istanti, la prese dalle mani di Islanda.

"Grazie".

Islanda fu leggermente sollevato. Almeno Norvegia non era ancora completamente impazzito...

==
Norvegia stette al loro gioco. Ogni giorno un nordico veniva a casa sua, trovava una scusa per passare la notte, poi si dava il cambio con un altro al mattino. Norvegia poteva sembrare pazzo ma non era stupido. Non si fidavano a lasciarlo da solo. Era comprensibile, ma in realtà saltava sui nervi a Norvegia. Aveva cercato attivamente nella sua biblioteca personale, alla ricerca di qualcosa che poteva essere accaduto a Danimarca. Cinque giorni dopo ancora non aveva trovato nulla, anche se aveva cercato in ogni libro che aveva. Compreso Amleto, che in realtà era ora sottotitolato "Principe di Prussia". Suonava come il titolo di un film che potrebbe produrre America. Norvegia aveva anche notato che Danimarca era misteriosamente scomparso da tutti i suoi album di foto ed era stato sostituito con Prussia. Era una sostituzione orribile.
E ancora, c’erano quei momenti in cui Finlandia o Islanda notavano una foto che Norvegia stava guardando e raccontavano un aneddoto su di essa, lasciando fuori dalla storia qualsiasi riferimento a Danimarca. Norvegia avrebbe voluto solo che lo lasciassero in pace. Non riusciva a pensare con loro intorno tutto il tempo.
"Norvegia, stai -"
"Sto bene".
"Sei -"
"Sì, ne sono sicuro, Finlandia."
In cerchio. Questa era l'unica direzione in cui si stava procedendo in casa di Norvegia in quel momento, e Norvegia sapeva che doveva interromperla ... Da qualche parte nella sua mente, egli giunse a una decisione.

 

 

 

  
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