Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |       
Autore: aquariusff    13/01/2011    5 recensioni
Non era possibile.......non poteva essere lui!
Stupita e frastornata, non credeva ai propri occhi!
Le gambe le tremavano così come le mani e il respiro divenne corto e affannoso.
Le sembrava che tutto le girasse intorno: le pareti, i tavolini le sedie; le tempie le pulsavano seguendo il ritmo accelerato del suo cuore.
Gocce di sudore le imperlarono la fronte e un brivido le corse lungo la schiena.
I suoi occhi erano sempre così profondi e penetranti e, il suo sorriso dolce e disarmante le causarono una fitta dolorosissima di struggente nostalgia e di rabbia allo stesso tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
by aquarius
CAPITOLO I
Lisa entrò al ristorante a passo spedito e si diresse direttamente al tavolo dove la aspettavano già da un po’.

Aveva l’aria dispiaciuta e seccata.

“Scusatemi, sono imperdonabile…”;

“non preoccuparti” disse Sabine;

“già, ormai siamo abituati ai tuoi ritardi! ” aggiunse Klaus mentre, con aria ironica guardava l’orologio.

“Su dai, non essere così severo con lei; questa volta è in ritardo solo di 35 minuti” continuò Ursula ridacchiando.

“Lo so, lo so avete ragione” si affrettò a dire mentre si toglieva l’elegante cappotto nero e lo sistemava sull’appendiabiti dietro al tavolo.

La figura alta e slanciata era fasciata da un paio di jeans scuri e aderentissimi e da un dolcevita di cashmire rosa.

I lunghi capelli neri erano legati in una ordinatissima coda e il bel viso ovale era imporporato: un po’ a causa del freddo e un po’ per l’imbarazzo; i grandi occhi marroni erano leggermente truccati e le labbra piene e ben disegnate ora si allargavano in un sorriso un po’ imbronciato.

“Lasciali dire....lo sai che si divertono a stuzzicarti!"disse Hagen mentre le porgeva la sedia per farla accomodare, poi avvicinandosi al suo orecchio le sussurrò:"Sei bellissima! Ogni volta che ti guardo, mi rendo conto di essere fortunato ad averti tutta per me!";

“E tu sei sempre troppo gentile”; gli rispose baciandolo sulle labbra.

Poi rivolgendosi agli altri disse: “Comunque, questa volta non è dipeso da me!”;

“Davvero? Sarebbe la prima volta!" la punzecchiò Ingrid.

"Perchè, che è successo?" chiese Klaus;

“C’è stato un incidente e l’autostrada era bloccata; poi come al solito la mia auto si è fermata e non voleva più saperne di ripartire”.

“Ancora? Ma non credi che sia arrivata l’ora di cambiarla quella carretta?”;
“Mark, non offendere la mia auto, prego!” rispose in tono scherzoso; “è ancora troppo giovane, ha appena 11 anni!” e tutti scoppiarono a ridere.

Già.....avrebbe dovuto decidersi a comprare una nuova auto ma, non riusciva a separarsi dalla sua vecchia Punto blu.

Con quell'auto era partita dall'Italia per raggiungere Amburgo e grazie ad essa aveva incontrato, qualche anno prima, il grande amore della sua vita….

Hagen le prese la mano e la strinse nella sua: “ va tutto bene?”;

“Sì, perché?”;
“ho avuto l’impressione che fossi altrove”;
“No, no. Sono solo un po’ stanca tutto qui. Tu invece? Il tuo progetto come prosegue?”;
“Ci sto lavorando. Ormai siamo vicini alla conclusione e questo è il momento più delicato; a proposito domani devo lavorare, mi dispiace tanto”;
“non fa niente; andremo al cinema la prossima settimana”.

Tutti erano di buon umore e si preannunciava una serata allegra e divertente.

Ursula e Mark erano seduti dall’altro lato del tavolo e ridevano al racconto delle disavventure della povera Sabine. Ingrid e Klaus sorseggiavano il loro aperitivo; Hagen invece non diceva una parola ma con lo sguardo seguiva ogni suo movimento. Da sempre era innamorato di lei: era dolce, gentile, premuroso si dimostrava sempre attento e disponibile nei suoi confronti. Lei gli voleva bene ma, le ferite che si portava dentro non si erano ancora rimarginate.

Quando si ama tanto intensamente una persona, così come era successo a lei, poi si diventa diffidenti si ha paura di soffrire e difficilmente si riesce di nuovo ad aprire il proprio cuore all’amore.

Ingrid era seduta accanto a lei.

“Com’è andata in ufficio?”;

“Come al solito: monotona, noiosa e soprattutto senza entusiasmo. In quell’ufficio non succede mai nulla di interessante! Tu, invece? Che mi racconti? Hai finito i preparativi per la mostra?”;
“Sì, finalmente. E’ stata durissima credimi; manca ancora qualche dettaglio ma, tutto sommato, posso dire di essere soddisfatta. Per il giorno dell’inaugurazione sarà tutto perfetto e sono sicura che Stolz sarà molto contento. Ho organizzato tutto seguendo le sue idee, un po’ stravaganti a dire la verità ma, sicuramente all’avanguardia in fatto di fotografia e di esposizioni!”.

Nel frattempo si avvicinò il cameriere: “Volete ordinare?”

Ognuno fece la propria ordinazione; Lisa chiese una bistecca, delle patate speziate e il suo dessert preferito: una fetta di torta al cioccolato e mandorle che in quel ristorante facevano particolarmente bene.

Si versò dell’acqua e ne bevve un po’. Ascoltava le storielle di Mark e rideva alle barzellette di Ingrid. Ogni tanto si voltava verso Hagen e gli accarezzava delicatamente il volto.

Sabine era la solita svampita: gliene capitavano sempre di tutti i colori!

Era capace di perdersi anche dentro il suo appartamento ma, era una cara amica ed una buona ascoltatrice: poteva sempre contare su di lei.

Dopo poco arrivarono le pietanze e, tra una risata e una chiacchiera, mangiarono con gusto.

L’atmosfera serena e rilassata del venerdì sera era proprio quello di cui aveva bisogno dopo un’intensa settimana di lavoro.

La presenza dei suoi amici più cari e l'affetto di Hagen cercavano di colmare, in qualche modo, quel vuoto che ormai provava da troppo tempo.

Affondò golosamente i denti nella torta al cioccolato ma all’improvviso sentì un brivido lungo la schiena che la raggelò.

Che strano…..aveva la sensazione di essere osservata: sentiva su di sé il peso di uno sguardo che cominciò a metterla in agitazione.

Adagiò piano la forchetta sul piatto e lentamente si voltò verso l’ingresso della sala.

Come ogni venerdì sera, il ristorante era affollatissimo e alcune persone erano in attesa che un tavolo si liberasse ma, non riconobbe nessuno.

“Che sciocca!” pensò tra sé; "eppure mi è sembrato..."poi scosse la testa e sorridendo riprese a gustare quella delizia.

Pian piano la serata volse al termine.

Ursula e Mark furono i primi ad andarsene e con loro anche Sabine che approfittò del passaggio che le era stato offerto.

Poi fu il turno di Ingrid e Klaus, così alla fine restarono solo lei e Hagen.

Si scambiarono qualche tenerezza, qualche bacio innocente e giocavano con le mani incrociando le loro dita ma poi Lisa cambiò improvvisamente atteggiamento.

Guardò l’orologio:”E’ tardi. Domattina devi alzarti presto”;
“Sì lo so ma possiamo restare ancora un po’…stiamo così bene”;
“E’ vero! Ma, io ho da fare un bel tratto di strada e sono piuttosto stanca”.

“D’accordo..... non insisto”.

Hagen non oltrepassava mai i limiti che lei imponeva.

Era a conoscenza della sua lunga storia passata e sapeva bene quanto avesse sofferto a causa di quella separazione, così, si accontentava di quel poco che lei poteva offrirgli.

Si alzò e andò a prendere i cappotti.

La aiutò ad indossarlo e poi insieme, si recarono all’uscita del ristorante.

Poco prima di uscire però, il cellulare di Lisa iniziò a vibrare.

Guardò il display:

“E’ un messaggio di Stolz”.

“Problemi?” chiese Hagen; “Spero di no ma, devo assolutamente richiamare, scusami”.
“ Certo, figurati. Io nel frattempo mi siedo al bar e ti aspetto”;
“non è il caso; potrebbe volerci un po’ e non voglio trattenerti ”.
“....E va bene. Allora, ti chiamo domani?";
“D’accordo a domani”. Il tono della voce era privo di calore, sembrava quasi infastidita; lo abbracciò e lo baciò in maniera piuttosto frettolosa e si allontanò.

Dopo qualche passo però, si fermò.

Si voltò lentamente e guardò Hagen: aveva lo sguardo deluso e rassegnato ma, le sorrideva amorevolmente.

Lisa abbassò lo sguardo.

Accidenti ma perchè si comportava in quel modo? Sospirando tornò indietro.

“Grazie, Hagen”;

“e di cosa?”;

“Di sopportarmi e di continuare ad avere tutta questa pazienza con me”.

Hagen afferrò i lembi della sciarpa che indossava e la attirò a sè.

Quando fu abbastanza vicina, la strinse forte tra le sue braccia e guardandola negli occhi le disse:

”sono io che dovrei ringraziarti; tu non immagini quanto ti amo e quello che sarei disposto a fare per te. Se solo tu volessi io ti renderei la donna più felice del mondo”.

“Questo lo so ma, tu conosci già la risposta. Ho ancora bisogno di tempo.”

“ Tutto il tempo che vuoi, io so aspettare" poi, baciandole teneramente la punta del naso aggiunse:"Buonanotte cara”.

“Buonanotte”.

Si guardò intorno alla ricerca di un angolino tranquillo dove poter chiamare.

Entrò in una specie di saletta per fumatori e compose il numero.
“Pronto Sig. Stolz? Tutto bene ad Amsterdam? Ci sono problemi?”;
“No, no qui è andato tutto splendidamente; ho raggiunto un accordo con il museo nazionale così fra 3 mesi potremo organizzare la mostra su Van Gogh”.

“ E’ magnifico! Congratulazioni”.
“Grazie. Ho chiamato per avere dei ragguagli sugli ultimi preparativi”;
“stia tranquillo; è tutto sotto controllo. Questa sera, prima di venire via ho anche parlato col servizio di catering per l’allestimento del buffet per l’apertura della mostra”;
“Ne ero sicurissimo. Lei non lascia niente al caso. Allora le auguro un buon fine settimana, Signorina Donelli”;
“Anche a lei Sig. Stolz e si diverta ad Amsterdam”.

Chiuse il cellulare e lo ripose nella borsa poi, cominciò ad infilarsi i guanti ma uno le scivolò dalle mani e cadde a terra.

Si chinò a raccoglierlo ma qualcuno l’aveva anticipata.

Sorridendo, sollevò lo sguardo per ringraziare la persona che era stata così gentile ma, ad un tratto il sorriso sparì dalle sue labbra.

Il voltò diventò improvvisamente pallido e sbarrò gli occhi quasi avesse visto un fantasma.

Il cuore iniziò a battere impazzito e una morsa le attanagliava la gola.

“Ciao, Lisa”.

Non era possibile.......non poteva essere lui!

Stupita e frastornata, non credeva ai propri occhi!

Le gambe le tremavano così come le mani e il respiro divenne corto e affannoso.

Le sembrava che tutto le girasse intorno: le pareti, i tavolini le sedie; le tempie le pulsavano seguendo il ritmo accelerato del suo cuore.

Gocce di sudore le imperlarono la fronte e un brivido le corse lungo la schiena.

I suoi occhi erano sempre così profondi e penetranti e, il suo sorriso dolce e disarmante le causarono una fitta dolorosissima di struggente nostalgia e di rabbia allo stesso tempo.

Non riusciva a smettere di guardarlo; cercò di riprendersi dalla sorpresa e si sforzò di essere calma e il più naturale possibile, ma parlare le risultò troppo difficile e la voce era flebile, solo un soffio.

………………..continua

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: aquariusff