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Autore: Maharet    20/12/2005    14 recensioni
"Tutti la conoscevano, al villaggio, ma nessuno sapeva quando e da dove fosse arrivata. Semplicemente da un giorno all'altro si era sparsa la voce che la capanna sulla scogliera era abitata, e aveva fatto la sua comparsa lungo le strade del villaggio una ragazza dai profondi occhi azzurri". E' una storia d'amore, ma non la storia di un amore. Spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti la conoscevano, al villaggio, ma nessuno sapeva quando e da dove fosse arrivata. Semplicemente da un giorno all'altro si era sparsa la voce che la capanna sulla scogliera era abitata, e aveva fatto la sua comparsa lungo le strade del villaggio una ragazza dai profondi occhi azzurri. Tutti avevano tentato di scoprire qualcosa sul suo conto, ma la misteriosa sconosciuta rispondeva a tutte le domande con un sorriso ed un cenno del capo, senza pronunciare una parola. Alla fine si erano convinti che fosse muta e a poco a poco, anche se l'interesse non di era placato, l'avevano lasciata in pace. Era stata soprannominata Marea, per via del suo apparente attaccamento alle onde, e pochi ormai, dopo quasi tre anni dal suo arrivo, sembravano ricordare che quello non era il suo vero nome. Un giorno un giovane pescatore, chiamato Enin, decise di gettare le sue reti dalle rocce sottostanti la scogliera. Arrivato presso la capanna di Marea, udì una melodia provenire dall'interno. Era un canto dolcissimo,che ricordava il fluire delle onde. Sbirciando dalla finestra socchiusa, rimase a bocca aperta nel vedere che quel suono usciva dalla gola della ragazza che tutti credevano condannata al silenzio. Quel canto, del resto, non aveva nulla di umano. Ad Erin tornarono in mente le antiche leggende in cui le creature del mare stregavano i marinai con il loro canto. Si girò per fuggire, ma così facendo calpestò un ramo che cedette con un secco crepitio. Marea interruppe il suo canto e si volse alla finestra. Gli occhi dei due giovani si incontrarono per un istante, poi la ragazza scoppiò in una risata cristallina e fece cenno ad Erin di entrare. Il ragazzo, combattuto tra un irrazionale timore ed il magnetismo dello sguardo di lei, lentamente si diresse verso la porta e mise piede per la prima volta nella capanna. Il suo primo pensiero fu che all'interno l'odore di salsedine era più intenso che fuori, ma scacciò quest'idea cercando di convincersi che era solo frutto della sua immaginazione. Marea lo fissava immobile dal fondo dell'unica stanza, come soppesandolo. Erin volse lo sguardo intorno, a disagio. La stanza era semplice ma accogliente. L'unica cosa strana, in quella fredda giornata d'inverno, erano il focolare sgombro da cenere ed il portalegna vuoto. Ora che ci pensava, anche Marea indossava solo un abito leggero, e non sembrava risentire minimamente del freddo. Si sedette, aspettandosi che la ragazza cominciasse a parlare, ma lei si limitò a fissarlo in silenzio a lungo. Poi, improvvisamente, ricominciò il canto. Dapprima impercettibile come un alito di vento, crebbe d'intensità finché non fu possibile capire le parole. La canzone narrava di una principessa costretta a vivere per tre anni lontano dal suo regno e della gioia per l'approssimarsi del termine del suo esilio. Terminato il canto la ragazza gli sorrise e gli fece cenno di lasciarla sola. Erin tornò al villaggio con la rete vuota e gli occhi sognanti, ma non volle raccontare a nessuno cosa gli era capitato. Il giorno dopo, mentre si avviava nuovamente verso la scogliera, un pensiero lo illuminò all'improvviso. Quello stesso giorno, proprio tre anni prima, Marea era comparsa nella capanna. Nonostante la sua parte razionale trovasse assurda la cosa, un pensiero improvviso lo colse e lo costrinse a correre fino alla casa di Marea. Appena messo piede sulla porta però capì che era inutile illudersi: l'odore di salsedine non c'era più, e con questo se n'era andata per sempre anche la ragazza. Erin non fece mai più ritorno a casa. Si trasferì nella capanna e passò tutta la vita ad aspettare, cercando di udire un canto al disotto del fragore del mare. Ogni tanto qualcuno lo vede ancora, ormai vecchio, seduto sugli scogli. E lui sorride dolorosamente quando sussurrano alle sue spalle che sembra stregato da una sirena.

   
 
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