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Autore: Hedley    14/01/2011    13 recensioni
“Va tutto bene cucciolo.” La voce di Joseph la raggiunse dalla cucina tremula, ma satura di amore e tenerezza.
Quell’affetto che il papà serbava solo per lei, la sua piccola Chiara.
“Papà si è fatto un po’ di male e ora il dottore è venuto a prenderlo.”
Sentiva i sospiri della sua mamma.
Le braccia dello zio Nicholas ancora la stringevano forte. Il petto tanto forte dello zio a stretto contatto con la sua piccola fronte.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Daddy's little children.'
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8.

Please don't let him go, I'm beggin' You so
Let him open his eyes, I need a little more time

“Siamo pronti?”

Il sorriso colmo di orgoglio del padre splendeva più del sole che rischiarava limpido le quattro figure in cortile.

Chiara si sistemò il casco sulla testolina bionda e sollevò un pollice in segno di assenso.

“Roger!” cinguettò raggiante mentre il fratello maggiore la raggiungeva con aria allegra.

“Aspetta, te lo lego io.” Ridacchiò agganciando i cinturini di protezione sotto il mento della bimba.

“Chiara va sulla bici dei grandi, Chiara va sulla bici dei grandi!” esclamò un’entusiasta Xander pedalando a raffica con il suo triciclo di plastica.

Joseph lo inseguì per un tratto del cortile lasciando scorrere rapido i palmi delle mani sulle ruote della sedia.

Il piccolo incominciò a ridere pedalando ad una velocità sempre più sostenuta.

“Non mi prendi papino!No no!”

Era una di quelle giornate che rende di buon umore al solo avvertire il tiepido bagliore del sole a contatto con la pelle.

Il sole irradiava i loro sguardi di luce, disturbando appena gli occhi troppo sensibili di Chiara che se li schermì con una manina.

Con un balzo, si sistemò sulla bicicletta senza rotelle che avevano tirato fuori dal garage per l’occasione.

Era verde e blu, una bici da bambino: in passato era appartenuta ad Angel, ma a Chiara piaceva talmente tanto che giunto il momento di comprare una bicicletta nuova, aveva deciso di chiedere in prestito quella.  

Con sguardo sicuro, gli occhioni socchiusi per sfuggire al folgore della luce solare, la bimba assicurò entrambe le manine sul manubrio e sospirò.

“Ce la farai.” Angel si inginocchiò accanto a lei si assicurò che le ginocchiere della sorellina fossero ben agganciate.

“Vedrai, in un battibaleno correrai più veloce di me.”

“E se invece non ci riesco e cado?” la bambina immerse il proprio sguardo preoccupato in quello gentile e fiducioso del fratello.

“Non succederà.”

Angel sorrise e Chiara sorrise con lui: il sorriso di suo fratello aveva il potere di donarle fiducia in qualsiasi situazione.

“E anche se dovesse succedere…” una mano si adagiò sulla sua spalla con delicatezza.

Chiara si voltò e gli occhi le si illuminarono incontrando lo stesso sorriso di Angel, solo più grande.

“Allora ci sarò io a prenderti. Va bene amore mio?” Joseph le depositò con affetto un bacio sulla fronte ed afferrò il manubrio della bicicletta.

La bimba annuì rincuorata: Joe aveva ragione.

Che sciocca era stata a pensare di  poter cadere: il suo papà una cosa del genere non l’avrebbe mai permessa!

“Andiamo!” Chiara annuì con aria determinata e si strinse al manubrio.

Angel e Joseph si diedero un cenno d’intesa ed entrambi afferrarono la bicicletta.

“Pronta… “ Lo sguardo di padre e figlio era riposto con fiducia in quella piccolina che osservava il cortile con aria di sfida.

“Vai Chiara!” Alexander sbatteva i piedini a terra e sorrideva candidamente: era il suo modo di incoraggiare la sorella maggiore.

“Vai!”

Una piccola spinta.

E i due maschi lasciarono andare la bicicletta: ora stava a Chiara compiere il grande passo.

“Vai piccola mia, vai!” Joseph mormorò, le mani sibilanti sulle ruote, mentre la sedia a rotelle seguiva la bici senza mai dilungare di troppo la distanza.

“Vai Chiara continua così!” Angel si muoveva agile al passo della sorellina, mantenendo le braccia distese, pronto ad un eventuale caduta della bimba.

Ma quella caduta non venne.

Certo, ci furono un paio di pedalate goffe e ad un certo punto, il manubrio incominciò a virare in maniera pericolosamente traballante.

Ma quando finalmente la bambina guadagnò velocità e le ruote scivolarono libere sull’asfalto, la piccola Chiara si accorse di non avere paura.

Cel’aveva fatta, ne era certa: sapeva andare in bicicletta.

“Papà!Papà cel’ho fatta papà! Cel’ho fatta da sola!” La piccola esultò facendo il giro del cortile e pedalando agile,sempre più agile, mentre un divertito Xander la inseguiva con il triciclo ridendo entusiasta.

“Sei stata bravissima!”

Il padre scosse il capo, gli occhi luccicanti di orgoglio.

“Cel’ha fatta!” Angel dedicò un sorriso smagliante al padre che gli scompigliò i capelli entusiasta.

“Papà!Angel! Venite!” La bambina sventolò il braccio nella loro direzione rischiando di perdere l’equilibro.

Lo riacquistò quasi subito ridendo del suo spavento.

Rideva di cuore, la piccola Chiara.

Una risata pura e spensierata.

E la sua famiglia rideva con lei.

“Salta su campione!” Con uno scatto, Joseph sganciò dallo schienale della carrozzina un telecomando e fece segno ad Angel di arrampicarsi sulle sue ginocchia.

Il bambino acconsentì, un po’ titubante.

“Tutti in carrozza signori!” Joseph esclamò sghignazzando premendo un bottone e mettendo in funzione la carrozzina grazie al telecomando.

“Si parte!”

“Papà frenaaaaaa!”

Le risate dei bambini echeggiarono a gran volume fino alla Villa che costeggiava il cortile, suscitando la curiosità di una donna bionda intenta a smistare la biancheria pulita.

Si avvicinò alla veranda, lo sguardo assorto.

Poco distante, individuò la fonte di tutte quelle risate: un triciclo, una bicicletta e una sedia a rotelle saettavano per il cortile disegnando ampi cerchi sul suolo in cemento.


E vittime delle loro ruote, tre ragazzini e un uomo sfrecciavano a gran velocità illuminati dalla luce radiosa del sole.

Le risate parevano quasi inesauribili, ritagliate con grazia sul loro volto.

Risate di gioia e spensieratezza.

La donna scosse il capo sorridente, colta da un improvviso fiotto di amore e tenerezza.

Mentre una lacrima solcava esile, leggera il suo viso, continuò ad ammirare la sua famiglia intenta a rincorrersi in quel cortile, una scena che si era ripetuta di sovente nel corso degli anni.

Ma quella volta era diverso.

Era speciale.

Era il ritorno di ieri.

La fine di un domani privo di luce.

Era la dimostrazione di come l’amore talvolta trionfi sugli scherzi del destino.

“E andrà sempre meglio.”

Mormorò la donna mentre sorridente abbracciava con lo sguardo le quattro figure all’interno del cortile.

 “Passo dopo passo,noi ce la faremo.”

Ed il sole brillò testimone delle sue parole.

L’angolo dell’autrice.

Nuovo capitolo (e pen’ultimo). Siamo ormai sempre più vicini alla fine e la nostalgia mi attanaglia, ma siamo ancora qui, quindi niente discorsi strappalacrime ù_ù

Questa volta non ho nulla da aggiungere, se non grazie.

Grazie per i vostri meravigliosi commenti che mi fanno tornare il sorriso nelle giornatacce e quando rincaso dal lavoro tesa come una corda di violino.

Grazie per le meravigliose persone che hanno recensito il primo capitolo del missing moment su Angel, You Found me.

 

Grazie, davvero.

 

Vi voglio tanto bene!

 

Un abbraccio ancora più grosso del solito.

 

 

Laura

 

 

   
 
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