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Autore: PetitLondoner    14/01/2011    7 recensioni
Il Titanic era chiamato... la nave dei sogni. E lo era... lo era davvero.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Titanic era chiamato... la nave dei sogni. E lo era... lo era davvero.

Rose era seduta sul letto nella sua vecchia abitazione inglese, e  sfogliava distrattamente il giornale, in attesa del ritorno della figlia da lavoro.

Era una giornata di primavera: il clima era mite, un timido sole faceva capolino dopo essere tornato dal letargo, ed illuminava il viso di lei.

Rose era ferma ad una precisa pagina del giornale da ore. Era un articolo scritto per la memoria dell’affondamento del Titanic, la nave indistruttibile, avvenuta cinquant’anni prima.

Lei chiuse gli occhi: erano passati cinquant’anni.

Non dire addio... Non ancora, mi hai capito?

Non le sembrava possibile che fosse  trascorso tutto quel tempo da quel viaggio, da quella notte, da lui.

Forse stentava a credere fosse passato tutto quel tempo per il semplice motivo che da quella notte, non era passato un minuto senza che i pensieri di Rose non si fossero rivolti a lui.

Jack era andato via cinquant’anni prima, in quel tragico incidente, ma lei lo sentiva sempre vicino.

Non sapeva spiegarsi il motivo di quella certezza, era semplicemente felice di averla.

Ho tanto freddo…

Le prima notti dopo l'affondamento si svegliava sempre di soprassalto, gridando il suo nome, credendo di essere ancora lì, su quella nave, su quel ponte, in quella macchina.

Ma poi l’orrore la pervadeva: era stato solo un sogno.

Pian piano non si svegliava più, di soprassalto, la notte, ma i sogni non cessarono mai.

Non è passata una notte senza che la sua immagine non apparisse nell’oscurità di Rose.

Rose, tu te la caverai, andrai avanti con la tua vita: 

avrai molti bambini e li vedrai crescere…

Aveva conosciuto un uomo, in quegli anni, a volte lei si chiede se ne èra davvero innamorata, a volte credeva di esserlo, ma ciò solo durante la giornata, quando il dolore, non ancora cessato in tutti quegli anni, la pervadeva e la voglia dimenticare tutto, fare finta di dimenticare, la faceva cascare in quei pensieri. Ma solo durante il giorno.

Perché la notte lei era la sua donna.

Morirai quando sarai vecchia, al calduccio, nel tuo letto:

non qui, non stanotte, non così...

Jack non si sbagliava mai.

Rose chiuse gli occhi per l’ultima volta, quella mattina, e non potè vedere la figlia tornare a casa e neanche il viso addolorato di lei, quando la trovò sul letto, al calduccio, col sorriso sulle sottili labbra.

Non aveva potuto vedere la figlia chiuderle gli occhi, darle un ultimo bacio e poi, stranamente, sorridere, perchè sua mamma era la persona più importante della sua vita e saperla felice le riempiva il cuore di gioia : finalmente ora lei si sarebbe ricogiunta con lui, il suo unico amore.

 

Lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una donna può essere salvata

 

E’ questo il paradiso?

Non sento niente…

E’ così? Non c’è niente dopo la vita?

Aiuto…

Jack…

Vedo solo....

Una nave....

 

“Rose...”

“Jack...."

I cinquant'anni sparirono di colpo.

Ora erano solo Rose e Jack, ventenni, su un ponte di una nave.

La loro Nave.

 

 

  
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