- Lisbon Io vado.
- Buona serata Jane !
- Mi raccomando, non rimanere in ufficio fino a tardi e non ingurgitare mille caffè. Ah Lisbon un' ultima cosa abbi cura di te !
- Senti chi parla, non farla aspettare Jane corri, a domani!
Dopo avermi salutato con la sua manina sparì in un lampo dal mio ufficio per correre da lei, dalla sensitiva, amica ,compagna, non sapevo davvero come definirla. La donna che Red John aveva tenuto in ostaggio per due mesi e che finalmente Jane aveva risvegliato dall' ipnosi in cui era prigioniera. Come immaginavo non ricordava nulla di ciò che le era accaduto e niente e nessuno avrebbe mai potuto farle ritornare alla memoria qull' incubo terribile , ma Jane testardo come un mulo non la pensava così. Da una settimana a questa parte passava tutto il suo tempo libero con lei, la portava al mare, organizzava picnic, uscivano fuori per cena,e due giorni fa mi aveva confidato di averla baciata. La cosa che più mi stupì fu la mia reazione, senza dire una parola lo abbracciai per poi andar via , a casa per trascorrere una lunga notte insonne . Proprio quella notte mi accorsi di amare Patrick Jane alla follia! Ma cosa potevo fare adesso? Ormai era troppo tardi, l'avevo perso. Si era innamorato di nuovo, ed io... chi ero io per poter rovinare quel magico momento? Per lui ero soltanto una amica, una "buona amica" , una donna dedita al lavoro e alla giustizia, un peso per lui. Circondata da quel pesante velo di malinconia, decisi che forse è meglio tornare a casa, affogare in una tazza di cioccolato caldo ed alleviare i mille problemi cantando e ballando a perdifiato l'intera playlist del mio ipod . Il fato quella sera però volle che io passassi accanto a quel vecchio divano di pelle dove Patrick trascorreva le sue giornate, e fu proprio li che lo vidi appoggiato allo schienale il suo bellissimo ed immancabile gilet. Come mai quella sera non l'aveva indossato? L'aveva forse dimenticato? Guardai l'orologio, segnava le 23.30 e per quella notte decisi di non seguire le regole del mio consulente. Presi il suo gilet tra le mani, per poi odorarlo... sapeva di buono, di tè, di miele , sapeva di Patrick Jane. Quello che accadde l'istante dopo fu quasi magico! Lentamente mi distesi sul divano stringendo quel prezioso indumento tra le braccia e dopo pochi minuti mi addormentai cullata da quel dolce aroma che riuscì a calmare e a far tacere finalmente quella maledetta malinconia...