Dopo quello che sta succedendo nella storia, avete bisogno
di un inniezione di Darien e quale altro modo se non una sbirciata nel suo
passto senza intaccare la trama?
Non c'è molto da dire su questo
ricordo...Spero vi piaccia...
Ora andiamo a sbirciare ancora un pò nel loro
passato. Questa volta sarà un incontro un pò più ravvicinato rispetto ai
precedenti!
Bacioni
L'odore di salsedine era forte.
Entrava prepotentemente
nelle narici laciando una strana sensazione dentro
Darien.
«Gli invitati inizieranno ad
arrivare verso le tre.»m'informa Simon sdraiandosi sul muretto che divideva le
abitazioni dalla spiaggia. Eravamo a qualche casa di distanza dalla residenza
estiva di Zara e Simon era appena tornato da una lunga chiaccherata con i
genitori.
Simon ormai era abituato a
fare il lavoro di baby-sitter al posto di Layla ed ancora di più a trattare con
i genitori di Zara che nonostante tutti gli anni passati in cui nessuno di loro
aveva rotto il patto, ancora non volevano che Darien partecipasse anche solo da
spettatore alla vita della loro figliola.
«Manca
ancora molto. Posso fare un tuffo?» chiese Darien.
Era
cresciuto parecchio. Ormai aveva ventidue anni e poteva benissimo comprendere le
ragioni per le quali doveva lasciarla vivere ancora da sola, la sua vita nel
mondo comune degli esseri umani, ma doveva dargli un pò di fiducia. Poteva
lasciarlo andare in giro senza supervisionarlo ogni minuto della sua
vita.
«Sono rimasto qui due ore ad
aspettarti, sono già abbastanza abbronzato mentre tu sembri ancora un lenzuolo
bianco.» esagerò Darien.
«A Layla piaccio così.» lo
provocò incrociando le braccia dietro la testa.
Con una
smorfia Darien lo lasciò da solo su quel muretto dirigendosi verso il mare.
L'acqua salata lambiva i suoi piedi cercando di farlo sprofondare lentamente al
di sotto. Voleva scaricare la tensione, altri due anni di queste visite e poi
nessuno si sarebbe messo in mezzo.
Non
l'avrebbe mai più lasciata andare.
Mai.
Nemmeno se lei non fosse
stata d'accordo. Nemmeno se i suoi sentimenti non erano intensi quanto i suoi,
non gli importava niente. Voleva semplicemente
averla.
Un bisogno spasmodico di lei
che non riusciva a reprimere. Lo divorava da
dentro.
Si tolse velocemente i jeans
e la camicia restando solo con il costume da bagno. Il mare era fin troppo
piatto per i suoi gusti e non c'era nessuno, poteva anche movimentare un pò la
situazione senza che nessuno si facesse del male.
L'acqua, sopratutto in quantità enormi come quelle, era difficile
da controllare.
Iniziò con qualche onda
dolce, piccola; proprio per evitare di lasciarsi trascinare dalla potenza di
quello che l'elemento gli prometteva. Era così frustrato che molto probabilmente
avrebbe provocato un'onda anomala spazzando via le case sulla costa e molte
nell'entroterra.
Lentamente le onde
iniziarono ad essere sempre più alte, sempre più potenti, ma la sensazione di
essere in balia di tutto questo, essere trasportato dalle onde sul fondale, lo
faceva sentire vivo.
Nonostante fosse sott'acqua
riuscì a percepire un grido. Riemerse velocemente guardandosi intorno fino a
quando un altro grido non ruppe nuovamente la
quiete.
Ci mise veramente poco a
reagire. Nuotò velocemente, il più possibile che potè fino a quando non vide una
mano scomparire sotto l'ennesima onda che lui stesso aveva
creato.
Smise immediatamente di
lasciare che le sue emozioni controllassero
l'elemento.
La ragazza era sott'acqua,
gli occhi appena socchiusi, si era lasciata andare. Non stava nemmeno lottando
per salvarsi o forse aveva lottato troppo ed ora era
esausta.
Riuscì a prenderla per un
polso trascinandola in superficie. «Respira!» continuò a ripeterle fino a quando
non approdarono sulla riva.
Grazie alle sue doti
eccellenti di nuotare e i numerosi allenamenti riuscì ad arrivarci
velocemente.
Solo quando l'adagiò sul
bagnoschiuma si rese conto di chi aveva tra le braccia. Rimase così spiazzato
che non potè fare a meno di rimanere imbambolato per alcuni
secondi.
Zara.
«Stai bene?» chiese agitato.
Sentiva la sua pelle sotto i suoi polpastrelli, gli faceva uno strano effetto.
Zara si limitò a sputare fuori ancora un pò d'acqua prima di annuire velocemente
per rassicurarlo.
Era tutta colpa sua, se non si fosse messo a giocare con
l'acqua, non sarebbe successo niente di tutto quello. Simon l'avrebbe ammazzato
dopo, ne era sicuro.
«Meno male che c'eri
tu.»
Quelle parole ebbero la stessa esplosione dentro di lui di un vulcano
rimasto inattivo per troppo tempo. Le sorrise come non gli capitava di fare da
tanto, troppo tempo.
Aveva Zara tra le sue
braccia e nessuno se ne era accorto.
Il mondo non era finito e lei non si
era dissolta.
La guardò riprendere fiato.
I capelli si erano riempiti di sabbia e il suo petto si abbassava ed alzava
ritmicamente in cerca dell'aria che le era stata sottratta poco prima.
Non riusciva a distogliere
lo sguardo da lei.
«È successo tutto così
velocemente...» la sentì sussurrare mentre si metteva seduta. Darien si corpì
istintivamente il collo dove la Z era marchiata sulla sua
pelle.
«La prossima volta fai più
attenzione.»
Non voleva essere così duro con lei, ma solo il fatto che lei
gli era così vicino poteva compromettere i due anni a seguire. Se solo i suoi
genitori o Simon l'avessero scoperto, gli sarebbe stata negata la possibilità di
rivederla.
«Scusami, ora devo andare.»
si scusò alzandosi in piedi. Separarsi da lei in questo modo era veramente
straziante e li fece riaffiorare alla mente un altro ricordo.
Non era la
prima volta che le era così vicino, che l'aveva toccata. Quando erano molto
piccoli, troppo per avere chiari ricordi di quel giorno, si erano incontrati, ma
lei ovviamente non poteva avere quei suoi stessi
ricordi.
Lui è sempre stato un'ombra
nella sua vita.
«Ah, grazie ancora!» disse
Zara un pò colpita da quel suo cambio repentino d'umore.
Darien fece solo qualche
passo prima di venir bloccato da lei, «Senti...» iniziò a dire trattenendolo per
un braccio.
«Sei di queste parti?»
chiese arrossendo leggermente, ma senza aspettare la risposta proseguì
immediatamente probabilmente per non farsi prendere dall'imbarazzo, «Tra poche
ore farò una festa per il mio compleanno, mi piacerebbe se tu venissi. Dopotutto
ti devo la vita.»
Nella sua voce poteva
sentire tutta l'agitazione per la richiesta.
«Mi
spiace. Non credo di poter venire, io e la mia famiglia partiremo tra
poco.»
Zara lasciò la presa sul suo
braccio e Darien dovette lottare con tutto sè stesso per non stringerla tra le
braccia affondando il viso in quella massa di capelli. Nonostante il sale
ricoprisse ormai ogni centimetro della sua pelle, Darien credette di poter
sentire il profumo naturale della sua pelle.
La voce
era strozzata, era come se avesse un groppo in
gola.
Erano migliaia le cose che
voleva dirle, si sarebbe perso nel sentire la sua voce.
Voleva sapere tutto
di lei, come aveva vissuto la sua vita senza di lui per tutti questi
anni.
Per lei dev'essere stato
facile non sapere di lui.
Non essere così ossessionata tanto da perdere
notti intere ad ascoltare ogni singolo cambiamento del suo
umore.
Ora dentro di lei c'era solo
l'impellente bisogno di dimenticare. Amore non corrisposto.
Se solo avessero potuto
parlare di più, avrebbe scoperto che non era la sola a provare questi
sentimenti. Lui ci stava convivendo da anni ormai.
La
delusione che vide nei suoi occhi lo fece leggermente vacillare, l'ultima cosa
che voleva era ferirla, ma non poteva restare. Non ora,
almeno.
«Tanti auguri.» disse
velocemente prima di ripercorrere il tratto di spiaggia che lo divideva da
Simon. Doveva andarsene da lì prima che lui potesse
scoprirlo.
Sarebbe passato un anno
prima di rivederla nuovamente e a quel punto lui sarebbe solo un vago ricordo.
Il volto visto in un sogno, nulla di più. Presto sarebbe svanito nella sua
memoria.
Simon era nella stessa
posizione di quando l'aveva lasciato sdraiato sul muretto, con la sola
differenza che ora si era tolto la camicia per prendere il sole dalla cintola in
sù.
«Nuotata lunga, eh?» domandò
Simon appena Darien si presentò oscurandogli il
sole.
«Possiamo
andare?»
A quella richiesta Simon non
potè fare a meno di spalancare gli occhi. Questa era la prima volta che udiva
una simile richiesta da lui, non era mai successo.
«Perchè?»
«Semplicemente non mi va di
stare qui. È innamorata e non vorrei perdere il controllo di me stesso proprio
quando sono così vicino a lei.» spiegò. Era una mezza verità, sentiva che Zara
era veramente innamorata di qualcuno e lui era stato solo un fulmine a ciel
sereno.
Se l'avesse vista baciare un
altro, non era sicuro di poter controllarsi. L'avrebbe
ucciso.
Poteva farlo, era stato
addestrato per riuscirci ed un comune essere umano non poteva batterlo nè per
forza nè per esperienza.
«Lo sai che non puoi
fargliene una colpa.» replicò Simon cercando di
tranquillizzarmi.
«Voglio andare
via.»
A quest'ennesima richiesta,
Simon non potè fare a meno di riportarlo da Layla.
Non
poteva di certo obbligarlo se non voleva e forse Layla avrebbe visto che di lui
ci si poteva fidare, gli avrebbe concesso magari più di quelle visite. Doveva
parlargliene assolutamente.
Questa era stata una
dimostrazione di grande consapevolezza.
Mentre
Simon guardava fuori dal finestrino non poteva non pensare a come, per la prima
volta, aveva avuto un vero contatto con Zara. Era riuscito addirittura a farle
gli auguri.
Ancora due
anni.
Ancora due miseri
anni...
Piaciuto?
Spero di sentirvi
tramite i commenti! Non siate vergognosi, mi piace interagire con voi e sapere
cosa ne pensate!
Ringrazio immensamente chi legge, chi l'ha messa tra le
preferite, le seguite e le ricordate...vuol dire molto per me! E ovviamente un
ringraziamento a chi dedica un pò di tempo per recensire e ad escogitare su
facebook tramite i teaser vari modi per farmi cedere a spoilerare di
più!
Ahahah ragazze siete fantastiche! ^^
Qui i link per le altre mie
storie (se vi va di leggere qualcosa di diverso...) e i modi per
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Un bacione ancora a
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