Teddy
Si infilò sotto le coperte, rabbrividendo in quella
nicchia gelida creata dalle lenzuola chiare.
Si guardò intorno, avvistando Teddy dall’altra parte del letto. Rotolò fino a
raggiungerlo, sperando che con il movimento il letto si sarebbe riscaldato un
minimo, e lo tirò sotto al piumone con lui, stringendoselo al petto.
Profumava ancora di lui e di quei
dieci giorni passati tra le sue sciarpe.
Era stato l’ultimo regalo di Jude prima che partisse per tornare in America,
per le vacanze di Natale.
Avevano fatto un salto in un negozio di giocattoli per gli ultimi acquisti e
Jude l’aveva sguinzagliato nel reparto peluche intimandogli di trovarne uno che
gli piacesse particolarmente, per poi dileguarsi tra le bambole.
Aveva girato a lungo, adocchiando ogni genere di animale o essere non meglio
identificato, ma alla fine aveva optato per un banalissimo orsacchiotto color
miele, certo che il suo anonimato si sarebbe volatilizzato non appena lo
sguardo di Jude l’avrebbe accarezzato, rendendolo speciale.
Era stato il suo regalo di Natale.
“Ti devo un regalo.” Gli aveva detto, ottenendo in risposta un’occhiata
interrogativa ed un sopracciglio alzato.
Jude era scoppiato a ridere davanti alla sua espressione accigliata, ritornando
con la mente ad uno dei primi photoshoot che avevano fatto insieme e sorridendo.
“La tua sciarpa. Quella grigia che ti ho rubato su quel set fotografico tempo
fa. La ricordi?”
E come poteva scordarsene, quelle foto erano tra le sue preferite di tutti i
tempi, si vedeva chiaramente quella complicità che li aveva sempre
accompagnati.
Annuì semplicemente, sorridendo tra le pieghe della sciarpa.
“Ora siamo pari.”
Gli aveva poi preso la mano, nonostante fossero in pubblico, e se l’era
trascinato dietro all’interno del negozio.
Quel giorno, rientrati a casa, aveva convinto Jude a
seppellire l’orsacchiotto tra le sue sciarpe, sperando si impregnasse così
tanto del suo profumo da farlo rimanere in eterno attaccato alle fibre del suo
essere.
Affondò il viso tra i ciuffi di pelo.
Il profumo si sentiva ancora, quel poco che bastava per andare avanti ed
avvertire l’essenza di Jude farsi strada in punta di piedi in fondo alla sua
anima durante le notti più oscure.
Si addormentò in fretta, cullato dal pensiero forzato di star stringendo carne
e non pelliccia, di avere le dita affondate nei suoi fianchi e le gambe attorcigliate alle sue; il suo alito caldo
sul collo.
E quella notte, come innumerevoli altre passate e future, lo sognò.
Non sono tanto normale, ma un angolino
devo pur averlo anche io:
Nata
qualche sera fa, ho dovuto assolutamente scriverla o non sarei più riuscita ad
andare avanti xDD
Bè, solo questo: orsacchiotto
- J