Serie TV > Terapia d'urgenza
Ricorda la storia  |      
Autore: Dea Elisa    16/01/2011    1 recensioni
Dovresti chiedermi cosa significa amare.
Perché continuo ad inseguirti, a parlare con te nonostante la tua evidente indisposizione alle mie inutili chiacchiere. Sì, esatto. Inutili parole lasciate volare in mezzo ad un vento che non tornerà mai più indietro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristiana Gandini, Riccardo Malosti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Disinnamorarmi di te

27 giugno 2010

 

Dovresti chiedermi cosa significa amare.

Perché continuo ad inseguirti, a parlare con te nonostante la tua evidente indisposizione alle mie inutili chiacchiere. Sì, esatto. Inutili parole lasciate volare in mezzo ad un vento che non tornerà mai più indietro.

Tu guardi gli altri e ridi.

Poi guardi me, e fingi disponibilità, allegria. Vorresti che io non esistessi.

Anzi, è come se fosse così.

Mentre io… io vorrei che tu non fossi mai nato.

Così adesso, invece di rimanere inchiodata in questo ospedale ad assistere alle tue filippiche sulla tua esperienza in campo medico, al tuo strafottente atteggiamento egoistico di chi si sente il capo supremo dell’universo, non avrei i brividi che si rincorrono uno dopo l'altro per farmi fremere il corpo chiuso sotto il camice, ma magari… magari sorriderei con qualche collega sulle nuove conquiste delle infermiere del reparto.

 

Fuggo anche questa volta, senza apparentemente essere adocchiata da nessuno dei presenti. Così riesco a sgattaiolare in sala medici, deserta per via della riunione che si teneva in hall per i piani di quella serata.

 

“Guarda che lo so che sei scappata per colpa mia.”

Afferri la porta che io avevo lasciato chiudersi dietro di me.

Mi volto, curiosa di sapere quello che ti accingevi a dirmi.

“La tua gelosia è inequivocabile” affermi.

 

“Gelosia? E di chi sarei gelosa, sentiamo…?”

 

“Di me. Di me che parlo con gli altri. Di me che parlo con le altre. Di me che non ti mostro tutte le attenzioni che vorresti.”

Sembrava mi avessi letto nel pensiero.

No, peggio. Sembravi un mio pensiero personificato.

 

Mi porto una mano alla fronte.

“Visto che ti sei risposto da solo, non ha senso che tu rimanga qua. Vai a festeggiare con gli altri.”

 

“Festeggiare con gli altri? E cosa? Che ti sei innamorata del più stronzo degli uomini del Morandini?”

 

Scuoto la testa.

“Magari… che avrai molti altri argomenti con cui sminuirmi e denigrarmi” faccio il tuo gioco. Tanto non ho null’altro da perdere.

 

Ondeggi sulle gambe, come irrequieto.

“Che stupida che sei.”

 

“Già. Me lo dico spesso. Ma, a quanto pare, non conta.”

Mi appoggio al tavolo al centro della sala.

“Ti sto facendo perdere tempo, perché non te ne vai?”

Mentre l’unica cosa che vorrei è che tu rimanga lì, su quella porta, anche muto. Per tutto il tempo possibile.

Di solito si dice maledetta ipocrisia…

 

“Perché invece non mi dici cosa provi per me?” azzardi, senza sorridere.

 

Magari avessi io tutto il coraggio che hai tu.

“L’hai detto tu stesso prima, no?”

 

“Cosa significa per te amare?”

 

Mi scappa un sorriso.

Perché era esattamente quello che mi stavo aspettando.

“Pensare tutto il giorno ad una persona non è abbastanza? Sperare in un qualsiasi contatto fisico ogni volta che la si vede, desiderare un abbraccio, immaginare con lei la realizzazione di una famiglia… Non sono sciocchi viaggi mentali di un’adolescente con un’idea contorta dell'amore. Sono…”

 

“Innamorata di me. Almeno in base ai tuoi parametri.”

Aspetto con pazienza la prossima tappa della mia umiliazione.

“Vuoi anche tu sempre abbracciarmi? No, perché, è abbastanza perversa, come cosa.”

 

Scatto in piedi e raggiungo la porta, senza degnarlo di uno sguardo.

La apro e sguscio fuori, il più velocemente possibile.

Ma non abbastanza.

Perché mi afferri da dietro, stingendomi le braccia in vita.

“Spero che così i tuoi sensi siano appagati, almeno per stasera.”

 

“’Fanculo.”

E mi libero dalla stretta più facilmente di quanto previsto.

Pensando svelta ad un metodo plausibile per disinnamorarmi da te.

Che si dimostrerà vano, come tutte le cose fatte controvoglia.








   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Terapia d'urgenza / Vai alla pagina dell'autore: Dea Elisa