Non
so se è ancora considerato spoiler, ma nel dubbio vi avviso che questa fic è ambientata durante il finale dell’ultima puntata
della seconda stagione dell’anime. Buona lettura!!
Eat me softly
Una pietra scivolosa aveva firmato la condanna a
morte di Claude. La spada verde smeraldo lo aveva trafitto da parte a parte
senza attrito, lacerandolo da dentro senza pietà.
Il demone era morto. Alois
era libero dal contratto faustiano stipulato con lui, ma bruciava ancora dentro
di sé il dolore per non essere stato reputato degno di essere mangiato. Cosa
aveva l’anima di Ciel più della sua? In cosa gli era inferiore?
Accecato dall’invidia, Alois
decise di stipulare un nuovo, demoniaco patto con colei che era stata la sua
cameriera per tanto tempo: Hannah, il demone che
aveva divorato l’anima del suo amato Luka.
Oh come sarebbe stato dolce il momento in cui si
sarebbe ricongiunto con il suo piccolo fratellino defunto.
Sfortunatamente, Hannah
non aveva intenzione di adempiere all’accordo stipulato.
“Hannah, che cosa stai
aspettando?” Alois la vide sorridere amaramente,
mentre gli accarezzava la guancia cesellata con fare amorevole.
Aveva preso a suo tempo l’anima del dolce Luka, un atto che l’aveva profondamente segnata: non voleva
ricommettere lo stesso fatale errore. Luka avrebbe
voluto così.
“Ho adempiuto al mio dovere: ora nessuno potrà avere
l’anima di Ciel Phanthomive, come avete desiderato.”
“Allora prendi la mia di anima come da contratto.”
Un sorriso enigmatico si distese sul volto di Hannah. “Sii felice, fratellone.”
Il riflesso smerladino della spada, da sempre
custodita da lei nel suo corpo come fodero, accecò Alois
per un istante, costretto a portarsi la mano dinanzi gli occhi per difenderli
da quell’abbacinante bagliore verde.
Lo schizzo di un liquido indefinito macchiò la pelle
candida delle gote. Quando portò le dita sottili al viso e le vide macchiate di
rosso rubino, comprese cosa fosse successo.
Solo in quel momento si avvide del corpo di Hannah accasciato in terra, con la spada demoniaca
conficcata nel ventre, come a suo tempo la mitica Excalibur rimase incastonata
in una roccia.
“Hannah… ma perché?”
domandò Alois, ormai privo del titolo di conte Trancy… ormai privo di alcun servitore: padrone di nulla,
come un principe che regni su di un castello di carte francesi.
Ma ormai la cameriera non poteva più rispondergli.
Il colpo era stato fatale. Hannah non poteva vivere con
le labbra sporche delle anime di due creature così belle e pure come Luka e Alois. Aveva protetto il
secondo per riscattarsi dal delitto che aveva commesso e ora che lo aveva
servito fino alla fine, esaudendo il suo ultimo desiderio, lasciava quel mondo
senza rimpianti e con un velato sorriso ancora dipinto sul viso pietrificato
dalla morte.
Il giovane, ormai rimasto solo, si accasciò sui
resti di lei, piangendo per la sua dipartita: un atto che solo pochi giorni
prima mai avrebbe creduto di compiere.
Bizzarro come giri la ruota del destino!
“Alois.” Una voce infantile,
eppure imperiosa come quella di un adulto, lo richiamò dal suo abisso di dolore
e disperazione. Si voltò per guardare colui che era stato la causa di tutto
quello, mostrandogli il viso umido di lacrime che sgorgavano copiose dagli
occhi acquamarina, come frammenti di anima liquida.
Dietro di lui, Sebastian, con sguardo afflitto per
la trasformazione del suo signorino, restò impalato ad osservare quel macabro
spettacolo di demoni.
“Hai visto Ciel?” domandò retoricamente Alois, sforzandosi di mostrare un sorriso umido di pianto.
“Ho avuto tutto quello che volevo. Ora sono libero da ogni contratto. Dovrei
essere felice, non è vero?”
Parole senza senso per Ciel, che lo guardava serio
con i suoi occhi ora cremisi come inferno. Il blu oltremare del suo sguardo si
era tinto di sanguigno e Alois, dinanzi la
consapevolezza di ciò che aveva fatto, si sentì smarrito e impaurito.
“Ciel, io non ho più nulla per cui vivere. Luka, Claude, Hannah… sono tutti
andati ormai.” Si alzò, avvicinandosi a quel giovane ormai non più umano. Gli afferrò
il viso tra le mani, carezzandogli le gote con i pollici. Stranamente Ciel non
si ritrasse a quel contatto: si limitò a fissarlo.
Ormai Alois era caduto
preda di una follia insensata; non costituiva più un pericolo alcuno per lui.
Lo abbracciò, amorevolmente, come se Ciel fosse in
realtà il suo perduto fratellino. “Ricordi cosa ti dissi la prima volta che ci
incontrammo?”
Ciel lo rammentava molto bene. Per lunghe notti il
ricordo di quella cameriera e della sua lingua lasciva e calda lo aveva tenuto
sveglio come un dolce tormento. Tuttavia non rispose, attendendo che fosse l’altro
a continuare quell’assurdo monologo.
“Se fossi diventato un tutt’uno con te, sarei
diventato dello stesso colore blu della tua anima.” Ma ora l’anima di Ciel non
era più blu ed era stato lui, Alois, a mutare quel
colore. Tuttavia, ora potevano davvero diventare una cosa sola, come aveva sempre
desiderato.
“Mangiami” gli sussurrò con tono supplice vicino all’orecchio,
sfiorando con le labbra la delicata e sensibile cartilagine del padiglione.
Ciel non rabbrividì come aveva fatto durante il loro primo incontro: era un
demone perfetto.
Sarebbe stata
una gioia immensa per Alois essere il suo primo
pasto: un onore che nessun altro avrebbe avuto. Aveva persino una sfumatura erotica
tutto quello, come se Alois si apprestasse a prendere
la verginità di Ciel (un’idea che più di una volta aveva carezzato la sua
mente).
Immerse le dita sottili e candide nella chioma bruna
di Ciel, solleticandogli la nuca in un gioco di seduzione assolutamente fuori luogo.
“Non ti faccio venire l’acquolina in bocca, Ciel?”
Questi inspirò il profumo di Alois
dalla piega del suo collo troppo esposto. Ora i suoi sensi demoniaci erano in
grado di percepire le anime di coloro che lo circondavano, penetrando nell’intimo
quell’involucro di carne e ossa altresì detto corpo.
Aveva un buon profumo Alois:
molto invitante.
Che sciocco era stato Claude a lasciarsi scappare
una così succulenta preda per inseguire lui: se fosse stato più furbo avrebbe
potuto saziarsi a volontà con entrambi, pensò Ciel.
Un desiderio famelico emerse come una bolla che
torni a galla dagli abissi del suo essere. Alois si
stava offrendo come suo primo banchetto e lui, Ciel Phantomhive,
aveva fame e voglia di assaporare qualcosa di nuovo.
“Sebastian” richiamò colui che sarebbe stato in
eterno il suo maggiordomo.
“Sì, signorino?” rispose questi. La sua voce aveva
assunto il tono sconsolato di un condannato alla sofferenza eterna.
“Torna alla barca sulla riva. Ti raggiungerò presto.”
“Yes, my Lord” obbedì
Sebastian con il solito inchino, per poi andare via con tristezza e
rassegnazione.
La sfumatura vermiglia che assunsero gli occhi di
Ciel incussero un’infantile paura in Alois,
sentendosi un bambino dinanzi un mostro.
“Per favore” pregò Alois,
avvicinando il proprio volto a quello del suo imminente carnefice, lambendo con
l’alito fresco le labbra di questi. “Non farmi troppo male. Almeno tu, sii
gentile con me.”
Lo baciò delicatamente, senza malizia: ora era lui a
sentirsi come una fanciulla al suo primo uomo. Tentò di immaginare che fosse così,
per alleviare il più possibile la sofferenza che presto sarebbe giunta. Fare l’amore
con Ciel: poteva esistere una morte più sublime di quella?
Una nuova lacrima solcò la gota destra di Alois, tremante come una foglia d’autunno sul ramo di un
albero sferzata dal vento.
Faceva davvero pena così, e Ciel decise di esaudire
quel suo ultimo desiderio, nonostante tutto ciò che gli aveva fatto passare.
Non si era scostato quando Alois
lo aveva baciato. Le labbra carnose di questi avevano un buon sapore, o meglio,
la sua anima aveva un buon sapore. Per istinto Ciel si leccò le labbra per
catturare con la lingua quel gusto così umano, così mortale, leggermente
piccante.
Alois
si sedette sulla panchina di pietra dietro di lui. Chiuse gli occhi perché voleva
che anche nella morte il suo ultimo ricordo di Ciel fosse bello come quel
piccolo bacio che si erano appena scambiati.
Sentì la mano di questi sfiorargli la guancia, poi
il respiro rovente di lui riscaldargli la bocca, come se si stesse apprestando
a baciarlo ancora una volta.
Se Alois avesse potuto raccontare
quella esperienza in futuro, avrebbe senz’altro detto che la morte era stato il
momento più felice ed eccitante della sua vita.
Note dell’autrice
Oh
eccomi con una nuova AloisxCiel sebbene sia
particolarmente oneside rispetto alle altre che ho
scritto.
Purtroppo
questa coppia non riesce mai ad ispirarmi cose liete, gioiose e felici, forse perché
devo ancora metabolizzare la morte di Alois ç_ç
Ad
ogni modo vorrei far notare solo una piccola cosa. Alois
chiede a Ciel di divorarlo con delicatezza, senza fargli troppo male, che è
esattamente la richiesta contraria che fa Ciel a Sebastian alla fine della
prima stagione. Questi ragazzi hanno dei caratteri che sono quasi
diametralmente opposti e visto che Alois non è tipo
che si fa tanti problemi a supplicare (vedere quando Ciel sta per ucciderlo e
lui che piange come una fontana per essere risparmiato) ho pensato che sarebbe
stata da lui una simile richiesta. I riferimenti erotici sono dovuti più ad una
mia mania per questa coppia XD
Ringrazio
tutti coloro che hanno commentato le mie precedenti AloisxCiel
e che grazie al loro supporto mi hanno spronata a scrivere ancora su questa
coppia. Grazie mille a tutti! Ogni commento, anche solo di un rigo, è sempre
molto gradito, in quanto il mio impegno a scrivere è massimo e spero che
possiate apprezzare il mio lavoro!!