Questa
flash-fic fa parte della serie "Sale
oscurate", il cui filo conduttore è il buio
preso in considerazione da diversi punti di vista e diversi personaggi.
Sono quattro flash-fic, ognuna delle quali è stata inserita
nella sezione relativa ai personaggi che coinvolge.
Queste sono le altre:
Sala visite [Dr. House - House/Cuddy]Sala professori [Grandi Domani - Dante/Lucia]
Sala medici [Terapia D'Urgenza - Malosti/Gandini]
Sala
delle feste
A
rendere meno buio il buio era la candela che tenevo in mano.
“Posso
chiederti perché mi hai portato qui?”
Ti
prendo per mano e ti conduco al centro della sala, dove poggio a terra
la fonte
d’illuminazione.
“Perché
riesco a sopportare questa stanza solo di notte, quando nessuno ne
calpesta il
pavimento. Anzi, riesco anche ad amarlo, questo ambiente, quando non ci
sono
voci che coprono il silenzio, quando ne sento il freddo penetrarmi
nelle ossa,
quando le pareti non assistono a tutti quei sorrisi falsi che si
scambiano i
nobili. Avverti la magia del buio?”
Mi
abbracci. “Credo di sì. Ma non sarebbe meglio
tornare in camera?”
“Hai
paura del buio?”
“No,
ma…”
Mi
appoggio a te e ti sento sorridere.
“È
più di mezzanotte, c’è freddo, io non
dovrei nemmeno essere qui, rischiamo di
svegliare qualcuno…”
“Perché
non fai finta di non essere un dottore?”
“Perché
sono un dottore.”
“Credevo
di non essermene accorta” rido.
“Mi
prendi in giro?”
“Senti,
Antonio, se non ti va usciamo da qui.”
Mi
avvicino a raccogliere la candela, ma tu mi afferri per un braccio,
portandomi
contro di te.
“Non
ho detto che non mi va.” Mi accarezzi una guancia con un dito
e mi stringi più
forte. “Che vogliamo fare?” mi sussurri ad un
orecchio prima di baciarmi una tempia.
“Quello
che vuoi” ti sorrido. “Io non ho sonno.”
“Nemmeno
io.”
Mi
prendi per mano e mi conduci fuori, abbandonando al centro della sala
quella
forma di cera che si proiettava danzando sulle pareti affrescate.
Per
vivere ancora per qualche ora la magia
del buio.