Questa
flash-fic fa parte della serie "Sale
oscurate", il cui filo conduttore è il buio
preso in considerazione da diversi punti di vista e diversi personaggi.
Sono quattro flash-fic, ognuna delle quali è stata inserita
nella sezione relativa ai personaggi che coinvolge.
Queste sono le altre:
Sala medici [Terapia D'Urgenza - Malosti/Gandini]Sala professori [Grandi Domani - Dante/Lucia]
Sala delle feste [Elisa di Rivombrosa - Anna/Antonio]
Sala
visite
“House,
ma sei qui?”
“Ssh,
sto contando le pecorelle che saltano il recinto, se ne perdo una devo
ricominciare daccapo!”
“Ci
sono almeno dieci pazienti in sala d’attesa!”
“Che
aspettino. La sala d’attesa è fatta
apposta.”
“E
poi perché sei al buio?”
“Ah,
ma non è saltata la corrente?”
“Senti,
non sono venuta qui per giocare.”
“Mille,
milleuno, milledue…”
Apro
la porta che avevo chiuso dietro di me per tornare nella hall, ma compi
un
balzo giù dal lettino e mi blocchi contro la porta.
“Lasciami
andare.”
“Hai
mai provato a non dare ordini alla
gente?”
“Di
solito non funziona.”
“Perché
forse non hai ancora trovato le parole o le maniere
giuste.”
“Se
vuoi che ti baci, hai sbagliato tutto.”
“Strano,
avrei giurato che fossi tu a volermi baciare.”
“Non
credo abbia importanza. Ora, se non ti dispiace-”
Sento
il tuo respiro accanto al mio, più vicino di quanto il mio
senso dello spazio
potesse rappresentare la prossemica dei nostri due corpi. Forse avevi
ragione.
Ma che discorsi! Anche se fosse vero non potrei certo trattenermi qui a
baciare
un mio dipendente quando fuori da quella porta dei pazienti aspettano
di essere
visitati.
Peccato
che sia quello che sto facendo.
“Visto?”
sibili scivolando con le labbra sulla mia scollatura.
“Inutile, Cuddy. Ho sempre
ragione io.”