Voglia di piangere
Una plumbea atmosfera regnava
In una terra riarsa e deserta ed il cielo
Cupo non accennava ad un pianto
Non una lacrima scese
Su quell’ arido suolo che inerme
Subiva la mano di un dio più grande e crudele.
Una lacrima nera solcò il pallido
Suolo e come pioggia cadde l’inchiostro
In piccole gocce sgombrandolo
Dall’immane peso soppresso dal tempo
Così nacque una poesia, desiderata ed attesa
Figlia dell’anima e della sua crescita.
Voglia di piangere per la mia terra,
Un piccolo foglio causa di mestizia, dolore e sofferenza.
L’esilio concluso è stato per l’animo uno strazio,
Voglia di piangere lacrime gaie.
Note autrice…
Per capirci do qualche spiegazione; la terra di cui parlo è un foglio bianco, le lacrime sono l’inchiostro metonimia delle stesse parole e la loro caduta genera la nascita di una poesia, la sofferenza è dovuta alla lontananza vista come un esilio metafora dell’impossibilità di scrivere, le lacrime prima di dolore non bagnano la terra perché sono fisicamente lontane, mentre nella seconda strofa bagnano il suolo per il ritorno in patria ed in fine sono gaie cioè di gioia.
In poche parole è come vedo il mio quaderno e come mi sento quando vorrei scrivere ma non posso.
*Questa poesia è stata pubblicata anche su un altro sito "Scrivere"*
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Ringrazio di cuore chi legge e chi commenta, sperando lo farete.
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