The daughter of the night

Ma tu chi sei
che avanzando nel buio della notte
inciampi nei miei più segreti pensieri?
(William Shakespeare)

 
Chi sei figlia della notte che invadi i miei sogni ancora una volta?
Io sono colei che sta vivendo un eternità pieno di sofferenze.
Ed eccoli lì, uno davanti all’altro, scrutandosi a vicenda senza fiatare, solo loro due nessun’altro, solo Yuki e Zero…
Dimmi perché la mia vita è vuota senza di te amore mio?
Chiedilo all’uomo che hai accanto……
Tutto taceva ma non la fredda pioggia che picchiava sui loro corpi, fradici.
Mi odi perché?
Perché sei la distruttrice del mio cuore e il mio peggior nemico.
Le lacrime iniziarono a scivolare calde sul suo volto mischiandosi con la fredda e vuota pioggia.
Lui la guardava assente, però, aveva bisogno almeno di sfiorarla per constatare che lei era lì, davanti a lui. Voleva vedere se non era un miraggio, il quale da un momento all’altro si dissolve.
Se tu mi odi, perché mi ami?
Perché sei il tormento della mia vita!
Si volto dall’altra parte, abbandonandola nel silenzio della notte e nella freddezza del vento.
-Non te ne andare Zero!- supplicò Yuki abbassando lo sguardo.
Silenzio.
Zero continuò per la sua strada senza fiatare.
Può una bestia assetata di sangue amare il suo nemico?
Si può desiderare dal più profondo dell’anima
di possedere o di considerare almeno l’idea di poter amare
veramente?
-Sarai il mio nemico oggi e lo sarai anche domani che differenza fa se oggi ti amo,
domani ritornerai sempre la mia nemica.- rispose l’altro fermandosi per un secondo.
Se ne andò e lei non lo poteva permettere un'altra volta.
L’aveva già abbandonato e non poteva più permettersi che lui se ne andasse.
Non per colpa di un mio errore.
Stesso abbraccio, la stessa fragranza di anni prima.
-Non importa se domani sarai mio nemico, almeno so che oggi sei il mio amato!-
Esclamò abbracciandolo didietro. Le lacrime non smettevano di cedere.
Calde e velate da mille mali.
 
Si tolse dalla sua stretta e le puntò la pistola.
-Rimani sempre il mio nemico.-
Sgranò gli occhi, se lo aspettava  un comportamento del genere da lui.
Sfiorò con le punta delle dita la Bloody Roses e sorrise.
-Oggi non sei il mio nemico.- disse dolcemente.
Si avvicinò alzandosi in punta dei piedi e li stampò un leggero bacio a fior di labbra.
La Bloody Roses, rimaneva là, immobile nella sua mano, era puntata contro il ventre della castana. Si allontanò da lei.
Rimarrai sempre il mio nemico figlia della notte, ma non stasera.
L’abbracciò improvvisamente sotto la pioggia gelata e la baciò ripetendole la frase:
-Rimarrai sempre il mio nemico.-
-Ma non stasera.- concluse lei ricambiando il bacio.