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Autore: Tanuki    19/01/2011    1 recensioni
Una fanfic introspettiva in due capitoli, che scava nel profondo dei pensieri dei gemelli Tachibana, le mie sempre adorate scimmiette di montagna^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io amo profondamente i gemelli Tachibana, sono due adorabili scimmiette di montagna, ma sono troppo uguali nel corpo per non essere diversi nell'anima, ho provato a scivere questa fanfic, illustrando i pensieri di Kazuo, ho deciso di donare ai suoi pensieri una vena agrodolce.
Buona lettura!!!! E un sentito grazie a tutti coloro che leggeranno, recensiranno o inseriranno la mia storia tra le preferite, le seguite o quelle da ricordare!



Lui ha tutto, perché io no?




Sono seduto alla mia scrivania, la penna tra le mie dita che scivola sul foglio.

Ho quasi finito i compiti.

Guardo soddisfatto il mio lavoro: pulito, ordinato, ho sempre ricevuto un sacco di complimenti per la mia bella calligrafia.

Mi giro per guardare la scrivania di Masao, proprio dietro alla mia...c'è un dito di polvere sopra, lui non studia mai...eppure riesce sempre a strappare la sufficienza, non so proprio come ci riesca.

Io mi faccio un paiolo notevole per terminare l'immensa mole di compiti che quella racchia della professoressa di inglese ci rifila, ci rimetto ore che potrei trascorrere giocando a calcio; ma sono troppo ligio al dovere, troppo diligente per lasciare questa dannata scrivania.

Così facendo ho ottenuto un sacco di bei voti, e lodi sperticate da tutto il corpo insegnanti.

Durante i colloqui con i genitori, i professori non fanno altro che parlare dei miei compiti perfetti, delle mie interrogazioni brillanti, delle mie capacità da studente universitario.

Invece, quando parlano di mio fratello, gli insegnanti abbassano la testa, dicendo: "Masao! Un ragazzo che potrebbe tranquillamente avere gli stessi voti di Kazuo, ma non si applica!"

Masao è così: poco incline allo studio.

Ma è anche poco incline alle regole: ogni cosa che fa è dettata dall'istinto.

Fa quello che si sente di fare, non ha voglia di studiare? Non studia? Vuole fare uno scherzo memorabile a un professore? Lo fa, e gli riesce anche bene! Gli piace una ragazza? Si fa avanti, senza troppi complimenti, e nove volte su dieci la ragazza ci sta eccome.

A volte mi chiedo come sia possibile: abbiamo lo stesso corpo, ma non la stessa anima.

Io non sono come lui, io sono completamente diverso.

Mi piace studiare, adoro anche leggere cose che non faccio a scuola, ho una libreria zeppa di opere di Shakespeare, Kafka, Goethe, Baudelaire...

Mentre mio fratello nella sua libreria ha solo cataloghi di motociclette, e giornalacci di donne nude.

Metto le mani avanti: le donne mi piacciono, e un sacco, è solo che...che...non sono tagliato per "rimorchiarle".

Se mi piace una ragazza ci metto settimane, se non mesi, per trovare il coraggio di dichiararmi, e nove volte su dieci questa ragazza è già fidanzata,  non ne vuole sapere di me, o ,peggio, è già stata con Masao.

Masao si è fatto talmente tante ragazze, troppe volte mi sono beccato un ceffone da una ragazza "sedotta e abbandonata" da lui, che credeva fossi mio fratello.

Lui è uno spezzacuori, vede una tipa che gli piace, la frequenta per un mese, riesce a infilarsi nel suo letto (o nello spogliatoio, come ho visto un paio di volte), e poi tanti saluti.

Ma come ci riesce? Ma non ha una coscienza? Non ha un cuore? Beh, penso che il cuore lo abbia, ma che sia incastrato nei pantaloni.

Mi atterrisce il fatto che tutte le ragazze si innamorino di lui, che nonostante la sua indole libertina si ritrova il banco ricoperto di scritte e cuoricini, e l'armadietto zeppo di bigliettini e regali; mentre io non ho mai avuto una ragazza, ma quanto mi piacerebbe averla! La tratterei come una principessa, le sarei sempre fedele e la terrei sempre legata al mio cuore con un laccio dorato.

Qualche volta esce di casa in piena notte per incontrare una delle sue innumerevoli "fidanzate" (se così si possono chiamare), scappando dalla finestra della nostra stanza, mentre io faccio finta di dormire, muto testimone della sua sfacciataggine.

Gli voglio bene, comunque, lui è sempre mio fratello, a volte provo a rimbeccarlo, per cercare di mitigare quel suo dannato istinto che a volte lo porta a fare scelte sbagliate.

Ma tutto questo finisce sempre in una furiosa litigata, in cui lui ha SEMPRE l'ultima parola, anzi, le ultime parole, sempre le stesse:

"Il fatto è che sei invidioso, Kazuo, tu vorresti avere tutte le cose che ho io, ma non hai le palle per ottenerle"

Quelle parole ogni volta mi fanno male, da morire, come una coltellata.

Forse ha ragione.

Lui anche se non studia riesce a prendere la sufficienza, e gli basta.

Lui anche se combina qualcosa, con la sua parlantina riesce sempre a districarsi, da ogni ginepraio, e al limite si becca una ramanzina.

Lui anche se spezza cuori femminili a destra e manca, ha sempre due ali di ragazze in delirio che lo seguono dappertutto.

Lui anche se segue solo l'istinto riesce a cadere sempre in piedi, come i gatti.

Mentre io rimango qui, chiuso in camera, a studiare; e a maledirmi.

A volte mi chiedo perché. Perché non sono come lui, non proprio uguale, ma con quel poco di coraggio nel cuore che potrebbe bastare ad ottenere quello che voglio.

Mi piace essere bravo a scuola, mi piace passare gli esercizi del compito di matematica a quelli che ne hanno bisogno, mi piace essere considerato "intelligente"...

Ma a volte vorrei essere anche un po'scapestrato, un po'pazzerello.

Soprattutto vorrei essere una persona speciale, per qualcuno.

Lascio cadere la penna sul foglio, mi passo una mano tra i capelli, e guardo la foto di noi due, sulla scrivania, quando eravamo piccoli.

Così uguali, così diversi.

Masao apre la porta di botto, mi vede seduto davanti ad una pila di libri:

"Fratello! E alzati da quella sedia! Tra un po'diventerai gobbo a furia di studiare, o diventerai scemo...o tutti e due!"

Annuisco:

"Ho quasi finito, dopo andiamo ad allenarci"

Lui chiude la porta sbattendola, come fa sempre, sento la sua corsa per le scale, e la voce di nostra madre:

"Non correre per le scale, Masao, un giorno cadrai e ti romperai la testa! Ma perché non ti metti a studiare come tuo fratello?"

Sbuffo, io sono il "bravo fratellino", ma sono stufo di essere buono.


  
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