Prima One-Shot! Yeah! Ho cambiato un pochino il carattere di Heine, spero vi piaccia! Un saluto LaJochan! :)
Heine stava seduto sotto
un’arcata luminosa. Da lì la luce
rivelava il momento della giornata, il tramonto.
Staccò un attimo gli occhi dalla sua
pistola, era tutta la mattina che la lucidava
con attenzione
La luce che penetrava dalla finestra era color zafferano,
brillante.
Gli sfuggì un sorriso. A Nill piace tanto questo momento
della giornata, si trovò a
pensare.
Già.
Nill.
Sospirò profondamente e ritornò con
l’attenzione alla sua
pistola. Era terribilmente sbagliato pensare a lei, come lo era
guardarla.Sapeva che era sbagliato, il suo mondo non era fatto di
gentilezza ma di
odio che puzzava di
sangue. Quasi ringhiò. Si odiava, odiava
l’abominio che era, odiava
essere un mostro.
-Non pensi sia pulita?- una voce rauca lo allontanò
ferocemente dai suoi pensieri.
Bado era fermo, appoggiato allo stipite del portone. Sul suo
volto scintillò un sorriso carico di sarcasmo.
“Oh, no.” Heine scosse la testa .
-Sempre felice di vedermi, vero? Ah, lo so.. del resto la
mia presenza è sempre gradita!-
-Bado…per favore… oggi non è giornata.-
-Mica sono venuto per te! Sto aspettando Nill, dobbiamo
andare a fare la spesa- appena sentì il nome del suo angelo
uscire da quelle
labbra alla nicotina, si sentì svenire.
Quando si girò verso il rosso, lo trucidò con lo
sguardo. –Tu
cosa…? Con Nill?- a Bado non sfuggì quella nota
avvelenata.
-Sì Nill, ti ricordi? Quella ragazzina di quasi 15 anni,
biondina, timida e dalle ali bianche-
-So chi è! La domanda è perché tu con
lei! Non ci può andare
con Naoto?-
-Ehi ehi, fratellone non iniziare ad essere iperprotettivo!
Andiamo solo a fare la spesa al mercato! Non la violento mica! - si
avvicinò e
mise una mano sulla spalla all’albino.
-Forse..-
ammiccò Bado uscendo dalla chiesa. Heine registrò
ogni singola parola nel cervello. FORSE.
Si alzò di scatto e agguantò Bado con una tale
forza da
farlo cadere a terra. –Ah Cazz! Dico sei impazzito?-
-Bastardo!-
gridò Heine puntandogli la pistola alla tempia
–Prova
a torcere un capello a Nill e ti giuro che l’ultima cosa che
vedrai sarà il tuo
pacchettò di sigarette schiacciato sotto i miei anfibi.
Claro?- la sua voce era ricca di cianuro.
-Ho capito! Alzati idiota, sei pesante!-
Bado si ricompose , fissò Heine con odio e con un sorriso
sornione
gli fece il dito medio ed uscì.
Nill entrò in
chiesa pochi minuti dopo Bado. Aveva un
sorriso dolce, come solo lei poteva fare. Scivolò
silenziosamente tra le navate
della chiesa e arrivò alla spalle di Heine.
-Nill!- la sorprese lui. La ragazza fece una faccia
indignata, i suoi occhi dicevano “come hai fatto a
scoprirmi?”
Lui sorrise, un lusso riservato solo a lei. –Non mi imbrogli
più, piccola.
Mi hai spaventato una volta. Ho imparato la lezione- Lei scosse la
testa con veemenza, valorizzando il NO. Poi
fece il giro su se stessa facendogli vedere il vestito nuovo.
-Ti sta d’incanto!- “come tutto”
pensò tra se.
Nill fece un leggero inchino, come per ringraziarlo. –Prego-
rispose lui e si alzò.
Era davvero bella, pensò. Il suo angelo caduto dal
firmamento
per aiutarlo ad uscire dal suo inferno, dal suo odio e dal suo mondo
insanguinato.
Lei lo fissava ancora e lui non capiva perché.
–Nill… c’è
qualcosa che non va? Se non vuoi andare con Bado basta dirl-
Nill gli si era fatta vicina e delicatamente aveva fatto
scivolare le sue mani dietro la testa del ragazzo, gli accarezzavano i
capelli
albini quasi avesse paura di fargli male. Ma lui avrebbe voluto provare
sempre quel tipo di dolore. Il
viso della ragazza si fece rosso, sospirò e, come mossa da
una forza nuova, gli
si avvicinò di più. Le labbra sfiorarono quelle
di Heine, timide. Lui rimase
quasi impietrito e si lasciava guidare dal suo piccolo angelo.
Il bacio si fece più deciso, ora si sentiva il bisogno nei
loro occhi, nei loro gesti. Heine la lasciò andare con
riluttanza.
-Ora devi andare.- la voce gli si era fatta roca e bassa. Nill
arrossì. Poi quando fece per andarsene sentì una
mano tenerle il polso.
Prima che potesse
capire qualcosa, le labbra di Heine accarezzavano le sue. –Ci
vediamo dopo-
sussurrò.
Forse era davvero sbagliato, quello che stava facendo
ma alla fine si
disse: anche i demoni meritano
un angolo di paradiso
ed io ho già il mio.