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Autore: billiejoe    19/01/2011    1 recensioni
billie joe non farebbe mai guidare la sua auto a mike, a meno che...
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Drive my car

Mike stava ancora dormendo quando uno stridulo suono di clacson anni settanta lo aveva tirato giù dal letto. Era sceso imprecando e infilandosi i pantaloni aderenti, col suo boccale di caffè in mano e mentre ancora lo sorseggiava si chiedeva dove potesse prenderne un altro.

Aveva alzato gli occhi e di fronte a lui aveva trovato Billie, felice come un ragazzino che completa il suo album di figurine. Aveva finalmente ritirato la macchina che aveva sognato per tutta la vita, e sebbene all'apparenza fosse solo una vecchia carretta uscita dalla fabbrica qualche anno prima che lui nascesse, sentiva che c'era qualcosa di speciale dentro di lei. 

Certo non era la classica auto sportiva e moderna col cambio automatico, i finestrini elettrici e tutte le comodità del caso, ma lui adorava la puzza di polvere di quei sedili e la ruggine del radiatore. Mike gli aveva chiesto sorridendo di lasciargliela guidare, ma sapeva che lui non gli avrebbe mai permesso di toccare quel volante. 

Gli aveva chiesto un altro caffè, e Billie di solito si sarebbe arrabbiato ma non quando avrebbe potuto portarlo in un bar con la sua vecchia auto nuova. Stavano ancora girando per la città città quando un maledetto gatto peloso aveva attraversato la strada e Billie aveva imprecato chiamandolo nimrod, e aveva frenato di colpo, per non investirlo, ma se ne era pentito subito dopo. Lui si era rovesciato il caffè bollente addosso e stava per iniziare la sua tiritera di insulti prima di esserne coperto a sua volta da Billie, che si disperava per il suo antico sedile di alcantara. 

Lui avrebbe voluto mandarlo a fanculo, ma poi si era reso conto che gli sarebbe piaciuto, e aveva desistito. Billie aveva ingranato la prima e a tutta velocità si era infilato in un lavaggio a gettoni praticamente deserto e aveva iniziato a svuotarsi le tasche per cercare qualche moneta. Lui se ne stava seduto in auto a guardarlo mentre sfondava le tasche e i pantaloni gli scendevano sempre più giù scoprendo prima quelle poche lettere tatuate sulla pancia e poi i suoi boxer. In effetti un motivo c'era per cui lui lo amava così tanto nonostante fosse un coglione.

Quando Billie era tornato dentro gli aveva sorriso e gli aveva detto di togliersi i pantaloni, per metterli sul parabrezza, e sciacquarli sotto l'acqua del lavaggio. 

Lui lo aveva guardato come se stesse dando i numeri, ma poi non era riuscito a dirgli di no, in fondo Billie aveva molti argomenti per convincerlo a fare qualcosa. Si era sfilato via i pantaloni ed era rimasto in mutande, e con l'immancabile boccale di caffè aveva visto Billie coprire il parabrezza con i suoi jeans, e spingere la macchina sotto il getto del lavaggio.

Ma poi era risalito dal lato passeggeri, e non aveva più i suoi panatloni. Aveva sorriso per un istante solo, prima che Billie buttasse fuori il suo caffè e gli si mettesse addosso a cavacioni. - nella mia auto niente caffè - aveva detto e poi lo aveva baciato. 

Le sue labbra carnose avevano lambito le sue per istanti interminabili, e i suoi denti avevano stretto delicatamente il suo labbro superiore, lo avevano tirato mentre la sua lingua spingeva sui suoi denti, per entrare. Voleva sentire il suo sapore, il suo odore, voleva confondere la sua saliva con quella di quel puffo eccitante sopra di lui.

Billie gli aveva preso il viso tra le mani e lo aveva baciato di nuovo, e poi aveva spostato le sue labbra sul collo e aveva iniziato a infilare le mani sotto la sua maglietta aderente ormai sudata. Lo aveva spogliato e aveva baciato i suoi capezzoli turgidi, e nonostante volesse negarlo gli piaceva da matti.

Si strusciava sopra di lui come una gatta in calore e a volte il suo respiro annaspava, e proprio quando lui gli aveva messo le mani sul sedere ormai nudo Billie aveva infilato una mano nelle sue mutande e aveva liberato il suo pene fremente. Aveva tirato fuori la lingua e ci aveva poggiato sopra due dita, bagnandole, e poi le aveva strofinate sul suo glande, lentamente, sfiorava quel buchino e scendeva poco sotto, per poi chiudere la mano e stringere quel glande nel calore del suo palmo. Lui amava farsi coccolare in quel modo, amava eccitarsi piano piano, fino ad arrivare al culmine, e Billie riusciva a soddisfare le sue voglie ogni volta, e in modo diverso.

Aveva riaperto la mano e stavolta aveva afferrato il suo pene, quella parte che le sue dita riuscivano a contenere, e aveva iniziato a masturbarlo. Lui aveva avuto uno scatto, e Billie era finito con la schiena contro il cruscotto, e aveva giurato di fargliela pagare prendendolo a morsi, e aveva iniziato a morderlo davvero, sul petto, sul torace, sui fianchi, e poi si era fatto tanto piccolo da riuscire a sgattaiolare sotto e a prendere il suo pene in bocca. Lo aveva mordicchiato fino a farlo diventare rosso, tirava leggermente la sua pelle e questo lo eccitava da morire, ma non quanto sentire all'improvviso la sua lingua calda e umida sopra il suo glande, e quei piccoli fottuti movimenti circolari della lingua, e delle labbra che si erano appena dischiuse, quanto bastava per fargli sentire quel calore, quell'umido senso di piacere. 

Billie aveva aperto tutta la bocca per accogliere il suo pene, lo aveva succhiato con avidità, chiudendo gli occhi, e intanto in quello spazietto angusto, nel rumore del lavaggio, aveva iniziato a toccarsi. 

Si era sfiorato il pene, e aveva sentito un piccolo brivido attraversare il suo corpo, e poi era sceso giù fino ai testicoli, e mentre stringeva forte i suoi succhiava quelli del suo uomo, e intanto immaginava di sentire quel pene grosso e duro dentro di sè e si sentiva preso da un piacere incontenibile. Non poteva aspettare che rinsavisse, quando lui glielo prendeva in bocca il cervello di Mike si disattivava del tutto. Aveva bagnato il suo dito medio e aveva lambito la sua apertura, e poi si era penetrato lentamente, a scatti, mugolando un po' per il dolore, e contraendo i muscoli delle labbra.

Aveva anche stretto il pene di Mike, che per un istante si era lamentato, ma poi era riuscito a rialzarsi e a sedersi sopra di lui, di nuovo.

- questo macinino è scomodo, è molto meglio il mio suv - aveva protestato Mike, ed in effetti non aveva tutti i torti, alzandosi aveva rischiato di farsi penetrare dalla leva del cambio. E cazzo si era voltato a guardarla con desiderio perchè era proprio dello spessore giusto, ed era così lunga e dura.

Quanto potessero eccitarlo simili sconce fantasie non lo sapeva nemmeno lui, ma si era sollevato appena per sistemarsi sul pene di Mike, e lasciarsi penetrare dolcemente guardandolo negli occhi, e scrutando le sue labbra socchiuse in un piccolo gemito di piacere.

I rulli del lavaggio avevano spostato la macchina con uno scatto violento, facendola sobbalzare, e Mike era entrato dentro di lui all'improvviso, facendolo urlare, si era morso le labbra e per un istante aveva sentito quel sapore caldo e stridulo di sangue riempirgli la bocca, ma ormai non iportava, lui era dentro il suo corpo e spingeva con tutta la sua forza, tirandolo forte a sè, e stringendolo per i fianchi. 

Quanto lo eccitava restare fermo davanti a lui e lasciarsi spingere verso il suo corpo, e sentire il suo pene strofinare sul ventre del suo uomo, sentire tra le dita quella peluria sottile e immaginare di essere lui a penetrarlo per una volta, a entrare nel suo buchino e a spingere, e a venire, e soprattutto a sentirlo urlare di piacere.

Mike aveva iniziato a gemere più intensamente e a spingere più velocemente e lui sapeva che stava per venire, si era fatto indietro, aveva spinto la sua schiena inarcata e la sua testa sul cruscotto, e aveva carezzato il suo petto avvampato e tirato con le dita i capezzoli, e aveva sentito il suo uomo godere dentro di lui urlando, e fermarsi di colpo, esausto, e lui adorava vederlo respirare affannato e sudato. Era riuscito a sollevarsi appena e i suoi occhi erano di nuovo caduti sulla fottuta leva del cambio, il suo pene duro chiedeva di essere soddisfatto e Mike lo aveva preso tra le sue dita esperte e sicure, e aveva iniziato a masturbarlo intensamente, a tratti quasi violentemente, mentre lui stringeva tra le mani quella leva. 

Si era sollevato ed era riuscito a sedersi sul suo sedile, e Mike aveva preso il suo pene tra le labbra, e aveva iniziato a leccarlo, dal basso verso l'alto, e a succhiarlo, massaggiandogli i testicoli. Lui con la testa ormai abbandonata sul finestrino si godeva quei momenti di estasi gemendo con le labbra socchiuse, urlando a tratti quando lui succhiava più forte. Sudava e riusciva appena ad asciugare il sudore che colava,
mentre con la mano cercava di toccarsi i capezzoli e le gambe. 

Aveva urlato e contratto tutti i suoi muscoli quando Mike aveva infilato le dita nel suo buco, e quando aveva iniziato a muoverle dentro allo stesso ritmo con cui succhiava il suo membro duro aveva spalancato gli occhi e si era perso tra quelle bolle di sapone colorate fuori dal finestrino, e nel riflesso dorato dei capelli dell'uomo che gli stava dando tutto quel piacere.

Mike gli aveva tirato fuori anche l'anima, ed era venuto spingendo il ginocchio forte contro il volante, mentre gli leccava ogni fottuta goccia del suo seme, e soffiava sul suo glande caldo e arrossato offrendogli altri lunghi brividi di piacere.

Quando Mike si era tirato su e si era riseduto al suo posto, gli aveva sorriso e si era rivestito in fretta, per scendere dall'auto e riprendere il suoi pantaloni. Mike lo aveva bloccato prendendolo per il braccio e lo aveva baciato sfiorandogli il naso con le labbra.

- merito un premio per questo - gli aveva detto sorridendo, e si aspettava che il suo uomo lo ripagasse con una voluminsa tazza di caffè.

Ma Billie gli aveva mostrato le chiavi della sua auto e radioso gli aveva detto - baby you can drive my car -
  
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