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Autore: Persychan    19/01/2011    5 recensioni
Era di pubblico dominio che il comportamento di Lovino con lo donne fosse ben diverso, più gentile e in molti casi addirittura amichevole, rispetto a quello con chiunque appartenesse al genere maschile, ma c'era un perché.
Frammenti di cinque donne, madri e sorelle.
La storia di Lovino Vargas e di come ha chiuso per la prima volta gli occhi.
[Sud Italia]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  Iridi cieche  ( Storia di un bambino di nome Lovino e di cinque madri )
Conteggio parole:  100 + 18 + 100 + 18 + 100 + 18 + 100 + 18 + 100 + 18
Riassunto:  Era di pubblico dominio che il comportamento di Lovino con lo donne fosse ben diverso, più gentile e in molti casi addirittura amichevole, rispetto a quello che teneva con chiunque appartenesse al genere maschile, ma c'era un perché.
Frammenti di cinque donne,  madri e sorelle.
La storia di Lovino Vargas e di come ha chiuso per la prima volta gli occhi.
Personaggi:  Lovino Vargas (Sud Italia); OC!Amalfi, OC!Palermo, OC!Benevento, OC!Napoli, OC!Roma
Note:  Non betata.
C'è un motivo per ogni dettaglio inserito dai nomi con cui vengono chiamate alle loro più piccole caratteristiche, non mi aspetto di aver reso in maniera completa luoghi con una storia antica e complessa come lo sono queste città, ma si tratta piuttosto, e come già detto, di frammenti atti a raccontare una storia. Una storia umana, quella di un ragazzo, piuttosto che di una Nazione.
 

 
Iridi cieche
(Storia di un bambino di nome Lovino e di cinque madri)

 
 
Se c'era qualcuno da colpevolizzare per il suo linguaggio scurrile era l'Antica Marittima, che di signorile o di femminile aveva sempre avuto ben poco. Eppure non rimpiangeva neanche un attimo di quei giorni passati, con le gambe a penzoloni seduto sul legno umido del molo, ad osservare l'avanti ed indietro delle navi e delle merci e le sere trascorse in una taverna  a ricevere indicazioni, lui che era ancora un bambino, su come conquistare una donna. Era stata lei infine ad insegnargli a contare, ancora prima di imparare a leggere, e a maneggiare il denaro senza farsi ingannare o truffare.
 
Le aveva viste sporcare di sangue e veleno quelle monete sonanti, ma aveva voltato lo sguardo e taciuto.
 
La Regina della Conca d'Oro lo aveva sempre ascoltato con attenzione, sorridendo appena sopra i denti bianchissimi ai suoi commenti irriverenti verso Spagna o chiunque altro, e lo aveva più volte accompagnato  tra i suoi aranceti a giocare a nascondino facendolo vincere soltanto ogni tanto, senza accondiscendere e neppure blandirlo. Gli aveva mostrato, indicandogli i dettagli di un palazzo o il riflesso chiaro del sole sul mare, il piacere delle piccole cose e di un dolce in segreto ogni tanto, ma anche la modestia dell'agire quando lei, quasi una capitale, indossava soltanto gli abiti neri di un lutto mai abbandonato.
 
Conosceva bene il motivo del  suo dolore, eppure coprendosi il viso aveva aggiunto altro peso al suo fardello.
 
La Benedetta gli aveva insegnato ad avere fede, una fede minuta e gentile che non chiedeva altro se non guardare il mondo con sincerità e cuore aperto, che non aveva bisogno di soffitti dorati e neppure delle pompose interpretazioni dei preti e dove il solo giudice era Dio.
Allo stesso tempo però, gli aveva fatto conoscere le erbe e le tradizioni segrete che si tramandavano senza che in esso vi fosse nulla di maligno e allora aveva compreso il motivo per il quale stringeva così forte le dita,  al punto da sporcarle del proprio sangue, quando era immersa nella preghiera.
 
Strega. Aveva chiuso gli occhi e aveva finto di non vedere contando le rughe sul volto della donna.
 
Non appena era cresciuto abbastanza da non rischiare di ribaltarsi per il peso, la Bella del Golfo gli aveva messo in braccio un mandolino e lo aveva costretto ad imparare ad usarlo nonostante le sue proteste ["Feliciano è più bravo, spiegale a lui, io non sarò mai capace!"]. Poi gli aveva insegnato come si cucinava , a preparare la pastiera più buona di tutto il regno, e un altro giorno, senza un motivo, a sparare; dopo però lo aveva pregato, inginocchiandosi a terra con la gonna voluttuosa color granata nella polvere, di far fruttare soltanto i primi suoi due insegnamenti.
 
Non era stato in grado di mantenere la promessa e serrando le palpebre aveva esploso il primo colpo.
 
Aveva letto la Bibbia sulle ginocchia della Immortale, seduto sulla porpora del suo manto con  il contorno di una croce tempestata di pietre contro la  schiena e il suo profumo  [l'aroma dell'incenso a coprire il labile sentore del fumo antico dei sacrifici] ad avvolgerlo, mentre di lontano le campane suonavano a festa.
Aveva ascoltato da lei i racconti di un passato talmente glorioso da rendere il resto del mondo soltanto un'imitazione  malfatta e allora si era sentito minuscolo e fragile sotto quel peso: il traguardo era così in alto da non poter essere raggiunto neppure dalla schiena di un angelo.
 
Quel giorno aveva chiuso tutti i suoi sogni in una scatola e l'aveva seppellita. Non aveva più sognato.


   
 
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