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Autore: sammyjoe Storm    20/01/2011    6 recensioni
Un colpo di fulmine. Un amore travolgente. Un'amara verità.
Emily e Lucas si amano, di quell'amore unico, quello con la A maiuscola. Ma accadrà qualcosa, un qualcosa cambierà le sorti di quest'amore.
Un qualcosa che non passa inosservato, che lascia cicatrici profonde dentro e lividi fuori. Ma che accade, perchè la realtà a volte è anche dura e cruda e malvagia.
Storia scritta per il "Queen Contest", in corsivo le citazioni della canzone:Too Much Love Will Kill You dei grandi Queen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 Avviso: Questa storia è stata scritta per il Queen Contest. In corsivo troverete le parole, tradotte, della canzone "Too Much Love Will Kill You" su cui mi sono basata per creare questa storia.


Lucas amava la sua Emily da quando l'aveva conosciuta, in un giorno di pioggia, mentre camminava sulla 5th Avenue.

L'aveva notata tra mille volti sconosciuti e tra una moltitudine di ombrelli colorati, che imbrattavano di sprazzi di colore quella grigia giornata d'autunno.

La fermò con una scusa banale e quando lei posò gli occhi sul suo viso, entrambi rimasero colpiti.
Si guardarono per parecchi secondi, il grigio piombo degli occhi di lui si scontrò con il limpido azzurro di lei e fu amore a prima vista.

Un colpo di fulmine, uno di quelli, che ti lascia stecchito. Non scosso, non colpito.

L'intensità del loro sguardo, in quell'istante, poteva essere paragonata ad un uragano, ad una bufera di neve e ad un devastante atto della natura. La forza delle emozioni, ferme a mezz'aria, era così elettrizzante, che persino le altre persone sembravano se ne fossero accorte, tanto che nessuno si azzardò a passare nel mezzo tra loro due.

Emily amava tutto di Lucas.
I suoi capelli color pece, che con il passare degli anni iniziavano a scolorirsi assumendo un tono cenerino; i suoi occhi dalla tinta piombo, espressivi e pieni di amore per lei, che la guardavano, tutti i giorni, come se fosse stato il loro primo incontro; le sue braccia forti, che la sapevano stringere con fervore ed emozione infondendole calore ed amore, le donavano sicurezza e protezione; la sua voce, soave e grave, era musica per le sue orecchie.
Emily amava anche i piccoli difetti di Lucas, come la sua gelosia, a volte ingiustificata, le sue dimenticanze, il suo disordine, che comprendeva piccoli gesti che lui non faceva mai, come per esempio raccogliere i calzini sporchi e metterli nel cesto, abbassare la tavoletta del water, riporre il latte o il succo nel frigorifero. Piccolezze insomma.
Emily amava così tanto il suo Lucas da amarne anche i difetti, amava ogni singola sfaccettatura del suo carattere e riusciva sempre a giustificare ogni suo piccolo sbaglio.

Lucas amava tutto della sua Emily.
I suoi capelli lunghi e ramati che pian piano si coloravano di sottili fili argentei; gli occhi azzurri, limpidi e sereni come una mattina d'estate, pieni di gioia e amore per lui; mai una volta Lucas aveva visto in quei bellissimi occhi tristezza o sofferenza. La sua bocca, un bocciolo di rosa sbocciato in primavera, che aveva sempre parole gentili e piene di amore; mai una volta l'aveva sentita pronunciare parole maleducate né mai aveva udito la sua voce, soave e melodiosa, parlare con toni alterati o prepotenti; il suo corpo esile e bellissimo, perfetto in ogni curva, tanto che Lucas le diceva sempre che era ancora più bella della Venere di Milo. Amava le sue piccole e delicate mani che lo sapevano accarezzare facendolo morire di passione e desiderio, le stesse mani che gli preparavano leccornie di tutti i tipi; mani di una fata come amava definirle Lucas.
Amava tutto di lei anche i suoi piccolissimi difetti, come le sue amiche, per esempio, civette e sgualdrine, la sua maniacale cura della casa, la sua ossessione per i romanzi d'amore e i grandi scrittori. Amava tutto di lei alla follia.

Nessuno scrittore, secondo Lucas, avrebbe mai potuto esprimere, a parole, il loro immenso amore.
Non perchè non ne fossero stati in grado, intendiamoci, ma semplicemente perché l'amore di Emily e Lucas era stato dettato dal destino, dalla natura, un colpo di fulmine bello e buono.
Un amore di quelli impossibili da replicare, unico nel suo genere e forte come la vita.
Una bufera di sentimenti, provati in un battito d'ali, una tempesta emozionale, provata in un palpitio del cuore, un uragano di scosse elettriche, sentito in ogni singola cellula della pelle e nato da un semplice e intenso sguardo.
Un attimo, un semplice attimo e una moltitudine di emozioni li invase completamente, inebriandone cuore, mente e corpo.

Emily e Lucas, si amavano intensamente e indiscutibilmente.
Emily e Lucas, sapevano di aver trovato il vero amore, quello con la “A” maiuscola.


Emily, durante il giorno, lavorava in uno studio legale, mentre Lucas faceva il programmatore.
Secondo Lucas, gli avvocati che lavoravano con Emily erano viscidi e schifosi perché la guardavano sempre e sembravano spogliarla con gli occhi. Emily rassicurava sempre il suo Lucas, gli diceva che lo amava così tanto che nessuno mai avrebbe potuto prendere il suo posto.

Una sera Emily rientrò tardi dal lavoro, i suoi capi l'avevano trattenuta con delle pratiche da sistemare, per la mattina successiva.
Questo fatto si ripetè più volte in un mese e Lucas iniziò ad insospettirsi.

Emily si accorse che qualcosa in Lucas era cambiato.
Non era allegro e brioso come al solito, non scherzava e non le sorrideva più come prima, sembrava preoccupato; le faceva decine e decine di domande sul suo lavoro, sui suoi capi e colleghi, le chiedeva di chiamarlo spesso e più volte era andato a prenderla al lavoro. Lucas non si confidò con Emily e pensò che fosse solamente un brutto periodo.
Purtroppo, nell'ufficio di Emily era sempre peggio; lo studio legale in cui lavorava stava affrontando una delle cause più importanti degli ultimi dieci anni, la vincita in quel processo avrebbe proiettato lo studio legale tra i migliori a livello nazionale. Tutti cercavano di aiutarsi, gestendo pratiche, testimoni, passandosi e fotocopiando appunti e dando priorità assoluta alla causa, accantonando le proprie vite in un angolo.

Emily lavorava spesso con Matt, il socio più giovane. Matt trovava l'intelligenza di Emily sopra la media e appena poteva lasciava scrivere a lei, naturalmente sotto la sua supervisione, domande e arringhe giornaliere.
Più volte Lucas aveva visto Emily uscire dall'ascensore con Matt.
Si sorridevano sempre e lui la salutava con un abbraccio o con un buffetto sulla spalla.

Un giorno, vinto il processo, Lucas vide Matt abbracciare Emily e darle un bacio sulla guancia.
Quel giorno non l'aspettò all'uscita dall'ufficio, non andò a casa. Iniziò a camminare finché non si fermò ad un bar.
Bevve Wiskey.
Dicevano che l'alcool serviva a dimenticare, ma più beveva più i pensieri di Emily e di Matt si facevano vividi nella sua mente.
Si chiese perchè non era stato attento ai segnali.
Un bicchiere, poi un altro e un altro ancora, ancora e ancora.
Dal suo cuore scemò la tristezza, scomparve la paura, dimenticò il dolore e cancellò la sofferenza, lasciando spazio ad ira, odio, rabbia e ansia.

Il suo cervello smise di ragionare, bloccò tutte le spiegazioni possibili razionali, e tramutò tutti i suoi pensieri riguardanti Emily e i suoi sentimenti in un'unica costante:
Emily lo aveva tradito.
Emily aveva tradito il suo grande amore.
Emily gli aveva mancato di rispetto.
Emily gli aveva mentito.

E pensando questo si avviò verso casa con gambe e mani tremanti. Gli occhi color piombo inespressivi, la bocca digrignata in una smorfia demoniaca e la mente offuscata dalla gelosia.

Quando Emily entrò in casa, Lucas urlò.
Emily pianse e tentò di giustificarsi. Non aveva fatto niente, di tutto ciò che Lucas urlava, lei lo amava più di se stessa.

Fu questione di attimi.

Ogni schiaffo, ogni colpo, ogni grido, riecheggiava sordo nella stanza.
Il tempo si fermò.
Poi sbattè una porta e fu silenzio.

Lucas rivide Emily, due giorni dopo, in un letto d'ospedale.
Dormiva.
Il suo bel viso era gonfio e pesto, le sue dolcissime labbra erano spaccate, i suoi splendidi occhi azzurri erano chiusi e lividi, i suoi lineamenti delicati erano sfigurati e quasi inesistenti, le braccia piene di echimosi e di segni.

Lucas pianse.

Entrò nella stanza, lasciò una lettera sul suo comodino e uscì con il cuore lacerato, squarciato dal dolore.
Sapeva di avere sbagliato, ma sapeva anche che niente lo avrebbe potuto giustificare, tanto meno consolare.
Sicuramente Emily lo avrebbe perdonato, era buona, fin troppo. Ma lui, no, non si sarebbe mai perdonato, per quello che le aveva fatto.


Qualche tempo dopo, appena fu dimessa, Emily, lesse la lettera che Lucas le aveva lasciato in ospedale.

Mia cara Emily,

amore della mia vita, non ti chiedo di perdonarmi per ciò che ti ho fatto, non perdonerò mai nemmeno me stesso.
Mi dispiace e anche questo non basterà mai.

Sono stato un egoista bastardo, uno stronzo arrogante, uno stupido coglione, non avevo il diritto di farti ciò che ti ho fatto e solo Dio sa quanto mi dispiace, scusa Emily.

Porterò dentro di me, per il resto della mia vita, la colpa e il dolore per tutta la sofferenza che ti ho provocato,
come un condannato porta sulle spalle la propria pena, il macigno fatto di errori e sbagli.
Troppe lacrime amare stanno piovendo su di me,

sono lontano da casa, non tornerò mai più.
Non avrei il coraggio di guardarti in viso, figuriamoci nei tuoi splendidi occhi.
Ti ho visto all'ospedale, ho visto come ti ho ridotto, ed è giusto che abbia, di te, quell'immagine in mente e spero, sinceramente,che non mi abbandoni mai.
Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto, la donna più bella che i miei occhi abbiano mai visto e che mai incontreranno.

Non so cosa mi sia preso, Emily, ero accecato dalla rabbia, dall'ira e dall'odio.
Ho visto tu e Matt abbracciarvi, ho visto che ti ha baciato e sono scappato.
Più cercavo di dimenticare e più le immagini di voi due insieme mi offuscavano la ragione.
Lo so che mi perdoneresti per quello che ti ho fatto,

ma non potrei mai tornare indietro.

Ti amo Emily, ma quello che ti ho fatto è la dimostrazione che sono solo l'ombra dell'uomo che ero,
non c'è niente di buono in me,

e sembra che non ci possa essere via d'uscita, da tutto questo, per me.

Emily, ho ripensato al passato per capire dove avevo sbagliato,
e ho sbagliato tutto: ho sbagliato ad essere geloso, ho sbagliato ad essere ossessivo, volevo controllare tutto, avevo troppa paura di perderti a causa di un altro. E invece... ti ho perso per causa mia.

Destino beffardo.

Com'è strano il fato. Tu, la mia vita. Tu, il mio sole. Tu, il mio universo.
Tu, Emily, la mia unica ragione di vita.
Ed io, ti ho perso e con te me stesso.

Non c'è alcun modo per farsene una ragione
in qualsiasi direzione, o luogo, io vada,
ho perso, ho fallito.

Una volta, vidi scritto su un muro “Too much love will kill you”, non l'avevo mai capita quella frase.
Troppo amore ti ucciderà e non capirai perchè, bhè, adesso l'ho capita, a mie spese, sulla tua pelle e a scapito del nostro amore.
Aveva ragione.

L'amore è anche gelosia e nell'amarti intensamente e ossessivamente, ho esagerato, uccidendo il nostro rapporto,
facendo del male a te e distruggendo, per sempre, la mia anima e il mio cuore.

Sono morto dentro, quella dannata sera, in cui la bestia e la rabbia, hanno preso il sopravvento sull'uomo.
Senza te e dopo quello che ti ho fatto sono solo un'anima dannata in pena, amore mio; sono un cadavere che cammina, spogliato dei sentimenti e delle emozioni, con il cuore deflagrato dal dolore che pulsa con sangue pieno di veleno e vergogna, ma è quello che mi merito.

Mai più proverò qualcosa di simile al nostro amore e, per punizione, non cercherò mai un'altra donna, vivrò, d'ora in poi, punendomi per quello che ho fatto, a te, alla creatura più bella e unica dell'universo.

Ogni volta che ti penserò,
ogni volta che vedrò, nella mia mente, il tuo viso o i tuoi occhi,
amore mio,
ricorderò per sempre tutto quello che, a causa mia, ho lasciato e ho perso.

Sei il mio angelo Emily,
ti amerò per sempre e il dolore di averti persa, insieme alla disperazione che provo non sono niente in confronto a quello che ti ho fatto.

Ti prego, ricordami solo per quello che ero,
un uomo che ti ha amato più della sua stessa vita e che ha compiuto un errore,
troppo grande per conviverci e guardarti ancora in viso.

Addio per sempre.
Tuo Lucas.

Emily strinse a sè la lettera e pianse.
Si rannicchiò su se stessa e pensò al suo grande amore.

Non l'avrebbe mai più rivisto.

- Fine -



Angolino Autrice:
Ci sono esperienze che segnano alcune persone.
Ci sono persone che sbagliano, per motivi diversi.
Alcuni non capiscono dove sbagliano nè si pongono domande sul motivo che li ha portati a determinati gesti, alcuni sono addirittura recidivi. Altri invece capiscono l'errore e si analizzano, ma solo alcuni accettano di convivere con il rimorso.
Alcune azioni non possono passare impunite.
Lucas analizza il suo io, lo mette a nudo e prende le sue decisioni:
sa di avere sbagliato e non si riconosce più in quello che era sempre stato,
lascia la sua Emily, l'amore della sua vita.
Un gesto estremo per un gesto estremo.
Ha riconosciuto a se stesso il suo sbaglio.
Non tutti lo fanno,
non tutti capiscono,
non tutti si comporterebbero così.

L'amore non è perfetto, è un sentimento umano e come tale può assumere sfacettature positive o negative, oppure entrabe.
In questo caso la gelosia porta all'ossessione e alla perdita della razionalità, tramutando quello che si era sempre immaginato come un qualcosa di puro e perfetto, nell'esatto opposto, sporcando e macchiando. Cambiando le persone da dentro. Accade anche questo.
Ma questo è un mio pensiero.

Grazie per aver letto ;)




   
 
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