Lucas
amava la sua Emily da quando l'aveva conosciuta, in un giorno di
pioggia, mentre camminava sulla 5th Avenue.
L'aveva notata tra mille volti sconosciuti e tra una moltitudine di
ombrelli colorati, che imbrattavano di sprazzi di colore quella grigia
giornata d'autunno.
La fermò con una scusa
banale e quando lei posò gli occhi sul suo viso, entrambi
rimasero colpiti.
Si guardarono per parecchi secondi, il grigio piombo degli occhi di
lui si scontrò con il limpido azzurro di lei e fu
amore a
prima vista.
Un colpo di fulmine, uno di quelli, che ti lascia stecchito. Non
scosso, non colpito.
L'intensità del loro sguardo, in quell'istante, poteva essere paragonata ad un uragano, ad una bufera di neve e ad un devastante atto della natura. La forza delle emozioni, ferme a mezz'aria, era così elettrizzante, che persino le altre persone sembravano se ne fossero accorte, tanto che nessuno si azzardò a passare nel mezzo tra loro due.
Emily amava tutto di
Lucas.
I suoi capelli color pece, che con il passare degli anni iniziavano a
scolorirsi assumendo un tono cenerino; i suoi occhi dalla tinta piombo,
espressivi e pieni di amore per lei, che la guardavano, tutti i giorni,
come se fosse stato il loro primo incontro; le sue braccia forti, che
la sapevano stringere con fervore ed emozione infondendole calore ed
amore, le donavano sicurezza e protezione; la sua voce, soave e grave,
era musica per le sue orecchie.
Emily amava anche i piccoli difetti di Lucas, come la sua gelosia, a
volte ingiustificata, le sue dimenticanze, il suo disordine, che
comprendeva piccoli gesti che lui non faceva mai, come per esempio
raccogliere i calzini sporchi e metterli nel cesto, abbassare la
tavoletta del water, riporre il latte o il succo nel frigorifero.
Piccolezze insomma.
Emily amava così tanto il suo Lucas da amarne anche i
difetti,
amava ogni singola sfaccettatura del suo carattere e riusciva sempre a
giustificare ogni suo piccolo sbaglio.
Lucas amava tutto della sua Emily.
I suoi capelli lunghi e ramati che pian piano si coloravano di sottili
fili argentei; gli occhi azzurri, limpidi e sereni come una mattina
d'estate, pieni di gioia e amore per lui; mai una volta Lucas aveva
visto in quei bellissimi occhi tristezza o sofferenza. La sua bocca, un
bocciolo di rosa sbocciato in primavera, che aveva sempre parole
gentili e piene di amore; mai una volta l'aveva sentita pronunciare
parole maleducate né mai aveva udito la sua voce, soave e
melodiosa, parlare con toni alterati o prepotenti; il suo corpo esile e
bellissimo, perfetto in ogni curva, tanto che Lucas le diceva sempre
che era ancora più bella della Venere di Milo.
Amava le sue piccole e delicate mani che lo sapevano accarezzare
facendolo morire di passione e desiderio, le stesse mani che gli
preparavano leccornie di tutti i tipi; mani di una fata come amava
definirle Lucas.
Amava tutto di lei anche i suoi piccolissimi difetti, come le sue
amiche, per esempio, civette e sgualdrine, la sua maniacale cura della
casa, la sua ossessione per i romanzi d'amore e i grandi scrittori.
Amava tutto di lei alla follia.
Nessuno scrittore, secondo Lucas,
avrebbe mai potuto esprimere, a parole, il loro immenso amore.
Non
perchè non ne fossero stati in grado, intendiamoci, ma
semplicemente perché l'amore di Emily e Lucas era stato
dettato
dal destino, dalla natura, un colpo di fulmine bello e buono.
Un amore di quelli impossibili da replicare, unico nel suo
genere e forte come la vita.
Una bufera di sentimenti, provati in un battito d'ali, una tempesta
emozionale, provata in un palpitio del cuore, un uragano di scosse
elettriche, sentito in ogni singola cellula della pelle e nato da un
semplice e intenso sguardo.
Un attimo, un semplice attimo e una moltitudine di emozioni li invase
completamente, inebriandone cuore, mente e corpo.
Emily e Lucas, si amavano
intensamente e indiscutibilmente.
Emily e Lucas, sapevano di aver trovato il vero amore, quello con la
“A” maiuscola.
Emily, durante il giorno, lavorava
in uno studio legale, mentre Lucas faceva il programmatore.
Secondo Lucas, gli avvocati che lavoravano con Emily erano viscidi e
schifosi perché la guardavano sempre e sembravano spogliarla
con
gli occhi. Emily rassicurava sempre il suo Lucas, gli diceva che lo
amava così tanto che nessuno mai avrebbe potuto prendere il
suo
posto.
Una
sera Emily rientrò tardi dal lavoro, i suoi capi l'avevano
trattenuta con delle pratiche da sistemare, per la mattina successiva.
Questo fatto si ripetè
più volte in un mese e Lucas iniziò ad
insospettirsi.
Emily si accorse che qualcosa in
Lucas era cambiato.
Non era allegro e brioso come al solito, non scherzava e non le
sorrideva più come prima, sembrava preoccupato; le faceva
decine
e decine di domande sul suo lavoro, sui suoi capi e colleghi, le
chiedeva di chiamarlo spesso e più volte era andato a
prenderla
al lavoro. Lucas non si confidò con Emily e pensò
che
fosse solamente un brutto periodo.
Purtroppo, nell'ufficio di Emily era sempre peggio; lo studio
legale in cui lavorava stava affrontando una delle cause
più importanti degli ultimi dieci anni, la vincita in quel
processo avrebbe proiettato lo studio legale tra i migliori a livello
nazionale. Tutti cercavano di aiutarsi, gestendo pratiche, testimoni,
passandosi e fotocopiando appunti e dando priorità assoluta
alla
causa, accantonando le proprie vite in un angolo.
Emily
lavorava spesso con Matt, il socio più giovane. Matt trovava
l'intelligenza di Emily sopra la media e appena poteva lasciava
scrivere a lei, naturalmente sotto la sua supervisione, domande e
arringhe giornaliere.
Più volte Lucas aveva visto Emily uscire dall'ascensore con
Matt.
Si sorridevano sempre e lui la salutava con un abbraccio o con un
buffetto sulla spalla.
Un giorno, vinto il processo, Lucas
vide Matt abbracciare Emily e darle un bacio sulla guancia.
Quel
giorno non l'aspettò all'uscita dall'ufficio, non
andò a
casa. Iniziò a camminare finché non si
fermò
ad un bar.
Bevve Wiskey.
Dicevano che l'alcool serviva a dimenticare, ma più beveva
più i pensieri di Emily e di Matt si facevano vividi nella
sua
mente.
Si chiese perchè non era stato attento ai segnali.
Un bicchiere, poi un altro e un altro ancora, ancora e ancora.
Dal
suo cuore scemò la tristezza, scomparve la paura,
dimenticò il dolore e cancellò la sofferenza,
lasciando
spazio ad ira, odio, rabbia e ansia.
Il
suo cervello smise di ragionare, bloccò tutte le spiegazioni
possibili razionali, e tramutò tutti i suoi pensieri
riguardanti
Emily e i suoi sentimenti in un'unica costante:
Emily lo aveva tradito.
Emily aveva tradito il suo grande amore.
Emily gli aveva mancato di rispetto.
Emily gli aveva mentito.
E pensando questo si avviò verso casa con gambe e mani tremanti. Gli occhi color piombo inespressivi, la bocca digrignata in una smorfia demoniaca e la mente offuscata dalla gelosia.
Quando Emily entrò in
casa, Lucas urlò.
Emily
pianse e tentò di giustificarsi. Non aveva fatto niente, di
tutto ciò che Lucas urlava, lei lo amava più di
se
stessa.
Fu questione di attimi.
Ogni schiaffo, ogni colpo, ogni
grido, riecheggiava sordo nella stanza.
Il tempo si fermò.
Poi sbattè una porta e fu silenzio.
Lucas rivide Emily, due giorni
dopo, in un letto d'ospedale.
Dormiva.
Il
suo bel viso era gonfio e pesto, le sue dolcissime labbra erano
spaccate, i suoi splendidi occhi azzurri erano chiusi e lividi, i suoi
lineamenti delicati erano sfigurati e quasi inesistenti, le braccia
piene di echimosi e di segni.
Lucas pianse.
Entrò
nella stanza, lasciò una lettera sul suo comodino e
uscì
con il cuore lacerato, squarciato dal dolore.
Sapeva di avere sbagliato, ma
sapeva anche che niente lo avrebbe potuto giustificare, tanto meno
consolare.
Sicuramente Emily lo avrebbe perdonato, era buona, fin troppo. Ma lui,
no, non si sarebbe mai perdonato, per quello che le aveva fatto.
Qualche tempo dopo, appena fu
dimessa, Emily, lesse la lettera che Lucas le aveva lasciato in
ospedale.
Mia cara Emily,
Mi dispiace e anche questo non basterà mai.
Sono stato un egoista bastardo, uno stronzo arrogante, uno stupido coglione, non avevo il diritto di farti ciò che ti ho fatto e solo Dio sa quanto mi dispiace, scusa Emily.
Porterò dentro di me,
per il resto della mia vita, la colpa e il dolore per tutta la
sofferenza che ti ho provocato,
come un condannato porta sulle spalle la propria pena, il macigno fatto
di errori e sbagli.
Troppe lacrime amare stanno piovendo su di me,
sono lontano da casa, non
tornerò mai più.
Non avrei il coraggio di guardarti in viso, figuriamoci nei tuoi
splendidi occhi.
Ti
ho visto all'ospedale, ho visto come ti ho ridotto, ed è
giusto
che abbia, di te, quell'immagine in mente e spero, sinceramente,che non
mi abbandoni mai.
Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto, la donna
più
bella che i miei occhi abbiano mai visto e che mai incontreranno.
Non so cosa mi sia preso, Emily,
ero accecato dalla rabbia, dall'ira e dall'odio.
Ho visto tu e Matt abbracciarvi, ho
visto che ti ha baciato e sono scappato.
Più cercavo di
dimenticare e più le immagini di voi due insieme mi
offuscavano la ragione.
Lo so che mi perdoneresti per quello che ti ho fatto,
ma non potrei mai tornare indietro.
Ti amo Emily, ma quello che ti ho
fatto è la dimostrazione che sono solo l'ombra
dell'uomo che ero,
non c'è niente di buono in me,
e sembra che non ci possa
essere via d'uscita, da tutto questo, per me.
Emily,
ho
ripensato al passato per capire dove avevo sbagliato,
e
ho sbagliato tutto: ho sbagliato ad essere geloso, ho sbagliato ad
essere ossessivo, volevo controllare tutto, avevo troppa paura di
perderti a causa di un altro. E invece... ti ho perso per causa mia.
Destino beffardo.
Com'è strano il fato.
Tu, la mia vita. Tu, il mio sole. Tu, il mio universo.
Tu, Emily, la mia unica ragione di
vita.
Ed io, ti ho perso e con te me
stesso.
Non c'è alcun
modo per farsene una ragione
in qualsiasi direzione,
o luogo, io
vada,
ho
perso, ho fallito.
Una volta, vidi scritto su un muro
“Too much love will kill you”, non l'avevo mai capita quella frase.
Troppo amore ti
ucciderà
e
non capirai perchè,
bhè, adesso l'ho capita, a mie spese, sulla tua pelle e a
scapito del nostro amore.
Aveva ragione.
L'amore è anche gelosia
e nell'amarti intensamente e ossessivamente, ho esagerato, uccidendo il
nostro rapporto,
facendo del male a te e distruggendo, per sempre, la mia anima e il mio
cuore.
Sono morto dentro, quella dannata
sera, in cui la bestia e la rabbia, hanno preso il sopravvento
sull'uomo.
Senza
te e dopo quello che ti ho fatto sono solo un'anima dannata in pena,
amore mio; sono un cadavere che cammina, spogliato dei sentimenti e
delle emozioni, con il cuore deflagrato dal dolore che pulsa con sangue
pieno di veleno e vergogna, ma è quello che mi merito.
Mai più proverò qualcosa di simile al nostro amore e, per punizione, non cercherò mai un'altra donna, vivrò, d'ora in poi, punendomi per quello che ho fatto, a te, alla creatura più bella e unica dell'universo.
Ogni volta che ti
penserò,
ogni volta che vedrò,
nella mia mente, il tuo viso o i tuoi occhi,
amore mio,
ricorderò per sempre
tutto quello che, a causa mia, ho lasciato e ho perso.
Sei il mio angelo Emily,
ti
amerò per sempre e il dolore di averti persa, insieme alla
disperazione che provo non sono niente in confronto a quello
che ti
ho fatto.
Ti prego, ricordami solo per quello
che ero,
un uomo che ti ha amato
più della sua stessa vita e che ha compiuto un errore,
troppo grande per conviverci e guardarti ancora in viso.
Addio per sempre.
Tuo Lucas.
Emily strinse a sè la
lettera e pianse.
Si rannicchiò su se
stessa e pensò al suo grande amore.
Non l'avrebbe mai più rivisto.
- Fine -
Angolino
Autrice:
Ci sono esperienze che segnano alcune persone.
Ci sono persone che sbagliano, per motivi diversi.
Alcuni non capiscono dove sbagliano nè si pongono domande
sul
motivo che li ha portati a determinati gesti, alcuni sono addirittura
recidivi. Altri invece capiscono l'errore e si analizzano, ma solo
alcuni accettano di convivere con il rimorso.
Alcune azioni non possono passare impunite.
Lucas analizza il suo io, lo mette a nudo e prende le sue decisioni:
sa di avere sbagliato e non si riconosce più in quello che
era sempre stato,
lascia la sua Emily, l'amore della sua vita.
Un gesto estremo per un gesto estremo.
Ha riconosciuto a se stesso il suo sbaglio.
Non tutti lo fanno,
non tutti capiscono,
non tutti si comporterebbero così.
L'amore non è
perfetto, è un sentimento umano e come tale può
assumere sfacettature positive o negative, oppure entrabe.
In questo caso la gelosia porta all'ossessione e alla perdita della
razionalità, tramutando quello che si era sempre immaginato
come un qualcosa di puro e perfetto, nell'esatto opposto, sporcando e
macchiando. Cambiando le persone da dentro. Accade anche questo.
Ma questo è un mio pensiero.
Grazie per aver letto ;)