Per lui certi errori erano tanto improbabili da risultare praticamente impossibili.
Eppure, ogni giorno, ogni ora, c'era sempre qualcosa che gli dimostrava il contrario.
Jimmy faceva tanti errori che ormai non se ne rendeva più conto.
Ora era in quella stanza,dove vedeva un altro sè, ma non capiva se fosse il suo riflesso oppure un'altra persona.
Aveva deciso di chiamarlo S.Jimmy, giusto per darsi qualche aria.
Lo squadrava da circa un'ora, ma non trovava niente di diverso da quello che era sempre stato lui.
Non spiccicò una parola,si sentiva davvero ridicolo.
E se si fosse messo a parlare da solo?
Sorrise tra sè e sè e si girò per andare via, ma poi si bloccò.
Si voltò di nuovo verso St.Jimmy e con aria da spavaldo si avvicinò ai suoi occhi,terribilmente uguali ai suoi.
Scoppiò in una fragorosa risata,quasi ironica,ma improvvisamente tornò serio e con un pugno distrusse il frutto dei suoi errori.
Cominciò a urlare come un pazzo e a sbattere calci in aria, come se cercasse di picchiare qualcuno.
Forse lo stava facendo davvero, forse stava picchiando l'anima di St.Jimmy che si dissolveva e si mescolava nell'aria inquinata e crudele della sua realtà.
Jimmy aveva chiaramente capito, che aveva appena ucciso una parte del suo essere.