Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: _Jena_    21/01/2011    3 recensioni
[questa fanfiction si svolge nella parte della storia antecedente il volume n.15]
"Erano passati alcuni anni dalla scomparsa della strega, molte cose erano cambiate, ma quel luogo e quel cielo sembravano sempre gli stessi"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destini Intrecciati

Come autrice di questa fanfiction mi permetto di definirla "inconcludente". Mi sono limitata ad imaginare e a scrivere i pensieri di Doumeki sul futuro e sul suo "rapporto" con Watanuki.

Non era né caldo né freddo, al tatto risultava ruvido e un attimo dopo liscio, pareva possedere sfumature perlacee ma al tempo stesso anche riflessi di tutti i colori. Più osservava quell’uovo, più se lo rigirava tra le dita e più esso sembrava cangiare e mutare sotto il suo studio attento.

Da quest’uovo non nascerà nulla. Questo è ciò che gli aveva detto la precedente padrona del negozio. Quando sarebbe stato il momento, lui avrebbe dovuto utilizzarlo; in che modo o a quale scopo però non gli era dato saperlo. Era sicuro però che sarebbe stato necessario un fattore scatenante ben preciso e a questo fattore lui poteva dare con sicurezza un nome e un cognome: Watanuki Kimihiro.

Molte cose erano dipese e dipendevano da quel ragazzo: in primo luogo l’esistenza di quel negozio era stata prolungata, dopo la scomparsa di Yuuko, proprio per la scelta compiuta da Watanuki di restare ad occuparsene fino al ritorno della Strega delle Dimensioni. La sua vita stessa era scandita dalle richieste o ordini, a seconda di come le si volevano considerare, di quel ragazzo. Molte persone trovavano in quel conforto in quel luogo grazie al fatto che ci fosse qualcuno disposto, pagando un prezzo adeguato si intende, ad esaudire i loro desideri.

Spostò lo sguardo dall’uovo all’indice della mano sinistra. Il dono che gli era stato fatto da Watanuki era rimasto lì dalla sera del suo compleanno. Lo portava sempre con sé come l’uovo. Senza sapere quando avrebbero potuto essergli utili.

Watanuki quella sera del 3 marzo gli aveva detto: “Quando sarai in pericolo, colpisci senza indugio. Di chiunque si tratti.

Di chiunque si tratti… il significato di quelle parole era cristallino e indecifrabile allo stesso tempo. Watanuki aveva evidentemente compreso anche se stesso in quel “chiunque”, ma la domanda che continuava a porsi in continuazione era “Perché?” Cosa avrebbe potuto spingerlo a dover colpire il proprietario del negozio, il suo ex compagno di scuola, la persona per cui aveva dato metà del suo occhio destro e una quantità enorme di sangue, la persona per cui faceva la spesa, con cui beveva sake fino a tarda sera… Perché?

In un sorso svuotò l’ennesimo bicchierino di sake, sentiva l’alcool che gli scorreva nelle membra riscaldargli piacevolmente il corpo. Seduto sulla veranda del negozio a guardare la luna nel cielo senza nuvole, ripensava alle mille e più serate passate in quel modo con Mokona, Yuuko e Watanuki…

Erano passati alcuni anni dalla scomparsa della strega, molte cose erano cambiate, ma quel luogo e quel cielo sembravano sempre gli stessi.

Dall’interno sentì dei passi che si avvicinavano. Non erano di Maru e Moru, né di Mokona. Le due bambine e la creaturina nera erano a dormire nel letto del padrone di casa. Infatti fu quest’ultimo ad apparire da solo sulla porta scorrevole. Quella sera indossava un semplice kimono grigio e lo vide rabbrividire un attimo quando fu investito dalla fresca aria di fine inverno. Aspirò dalla pipa accesa, soffiò fuori il fumo e si sedette a un metro di distanza da lui.

-Ancora non ti sei stancato di bere? E’ da quando abbiamo finito di cenare che sei qui e adesso sono quasi le undici.

Il tono in cui era stata posta la domanda poteva suonare di critica, ma entrambi sapevano che se Watanuki fosse stato lì con lui e non all’interno a svolgere il suo compito di sognatore sarebbe stato in grado senza problemi di tenere il suo ritmo nell’ingurgitare liquore. Decise quindi di non rispondere e di porre un’altra domanda.

-Visto qualcosa di interessante?

-Ho solo fatto due chiacchiere con Haruka-san, ma non abbiamo affrontato nessun argomento particolarmente rilevante.

-Capisco.

Stettero in silenzio per qualche minuto. Lui continuava a riempire e a svuotare bicchierini di sake mentre Watanuki fumava con quella eleganza che sembrava aver ereditato dalla strega.

-Tra poche settimane sarà il primo aprile.

-Già.

-Kunogi ha già pronto il biglietto del treno per venire qui.

Un sorriso affettuoso spuntò sulle sottili labbra del suo compagno:

-In fondo è l’unico giorno dell’anno in cui le concedi di venire a trovarti.

-Lo so, e le sono grato per non aver insistito al riguardo.

-Kunogi ha capito che lo fai per il suo bene e l’ha accettato.

-Himawari-chan è davvero una brava ragazza, proprio come la piccola Kohane…

-La bottiglia è finita.

-Come finita!?! Ubriacone che non sei altro! Anche senza l’aiuto di Mokona ti sai dare da fare eh! Beh meglio così, se è finita vuol dire che te ne andrai a letto finalmente.

-Tu cosa fai?

-La luna è molto bella stasera. Fumerò ancora un po’ e poi andrò a riprendere possesso del mio letto: quei tre sono riusciti a monopolizzare la mia camera.

-A domattina allora.

Watanuki alzò lo sguardo su di lui quando si mise in piedi.

-Sì, a domattina.

Prima di mettere piede all’interno, lo vide girare di nuovo lo sguardo verso il cielo, portarsi la pipa alla bocca, inspirare ed espirare. Il fumo saliva a spirali e si disperdeva nell’aria notturna.

Una volta dentro si diresse verso la camera degli ospiti che ormai poteva considerare tranquillamente la sua camera. Il futon era già pronto, spense la candela che era stata adagiata sul tatami e si sdraiò. L’indomani sarebbe arrivato in poche ore, il giorno sarebbe tornato, la sua vita sarebbe continuata come tutti i giorni. Quella di Watanuki invece era sospesa: per lui i giorni che sarebbero seguiti non avrebbero portato alcun mutamento visibile perché il proprietario del negozio aveva pagato la possibilità di restare in quel luogo, in attesa della strega, con il suo tempo interiore. Per questo non sarebbe invecchiato di una sola ora rimanendo intrappolato ai tempi in cui frequentavano insieme il liceo. Mentre lui ormai era un uomo adulto e sarebbe invecchiato insieme a  tutte le altre persone che conoscevano.

Ancora ricordava con esattezza quel giorno quando, nello scendere le scale, era stato raggiunto da un calcio rotante e si era ritrovato davanti questo ragazzo alto poco meno di lui, con gli occhiali e un espressione molto indispettita. Quell’“incontro” era stato solo il primo di una lunga serie. E tutte le volte, l’altro si era premurato di sbattergli in faccia l’antipatia che provava nei suoi confronti. Ma molto presto, volenti o nolenti, si erano accorti entrambi che i loro destini erano irrimediabilmente intrecciati.

Estrasse l’uovo dalle pieghe del kimono e lo rigirò tra le dita nell’oscurità della stanza. Il momento in cui avrebbe dovuto usarlo sarebbe arrivato presto o tardi… cosa sarebbe successo a Watanuki dopo che lui l’avesse fatto nessuno poteva ancora saperlo. Sentiva però che dalla sua scelta sarebbe dipeso il futuro del proprietario del negozio.

Com’era strano che due persone come loro che a primo sguardo si erano subito trovate in contrasto, fossero cosi legate dal destino… No, a pensarci se la Strega delle Dimensioni fosse stata ancora lì avrebbe sicuramente avuto la spiegazione pronta: “A questo mondo non esistono le casualità, esiste solo l’inevitabile”

   
 
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