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Autore: Frytty    22/01/2011    0 recensioni
L'ultima notte dell'anno per Cheryl e Robert.
Seguito di Christmas Eve's Wish.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! 

Questa Shot è la "continuazione" di Christmas Eve's Wish, ma non implica una sua lettura precedente, quindi, se non l'avete letta, pazienza xD anche se, ovviamente mi farebbe piacere la leggeste *.* (la trovata nella mia pagina autore)

Anche questa, come quella precedente, è dedicata a Piccola Ketty che è diventata il mio mentore sul fattore Ff, perché lo stile sarà anche il mio, ma le idee sono quasi tutte le sue *.* e non ho modo migliore per ringraziarla *.*

Vi informo che ieri sera ho creato un account su Facebook solo per le mie storie in cui inserirò le foto dei personaggi, spoiler, avvisi e quant'altro e, se volete, potete aggiungermi, specificandomi il nick che avete su EFP così vi posso riconoscere più facilmente ^^

Questo è il link: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002038959874&sk=wall


Ed ora, buona lettura! *.*

 

Vestiario: http://www.polyvore.com/new_years_eves_wish/set?id=26757457

 

 

 

 

< Vuoi infilarti questo dannato vestito, oppure devo strozzarti per riuscirci? Guarda che ne sono perfettamente in grado! > Non posso farci niente se l'idea di indossare questo vestito che mi ha regalato Charlotte per Natale non mi va a genio. Insomma, più che un vestito è un completo intimo!

Per la vigilia di Capodanno Charlotte ha pensato di organizzare qualcosa tutti insieme, non ricordandosi, ovviamente, dell'anno passato in cui, non solo lei era finita a casa di un tizio dalla capigliatura punk, scambiandolo per me, senza ricordare niente, ma mi aveva lasciata da sola in balia del suo ex ragazzo e del suo migliore amico completamente ubriachi. Esperienza da dimenticare.

Quest'anno, però, il tutti insieme comprende anche Robert e Tom, il suo migliore amico che Charlotte conosce perché frequentavano la stessa palestra e che io ricordo perché veniva a rubare sempre i biscotti al cioccolato di mia sorella quando lei si sedeva sulle scale del patio e lui passava in bicicletta.

Non ci sarebbe nessun problema, in verità, se solo la mia migliore amica non cercasse di spezzarmi un braccio pur di infilarmi il vestito da Babbo Natale sexy. 

Inutili le mie proteste sul fatto che Natale è ormai finito e che non posso uscire di casa conciata così, perché mio padre morirebbe di infarto e mia madre, come minimo, vorrebbe farmi una foto per immortalare il momento in cui la sua bambina è diventata grande. 

< Morirò di freddo, Charlotte e mi avrai sulla coscienza per tutta la vita! > La ammonisco grave.

< Sciocchezze. Lo sai come sono i locali, no? Pieni di gente, soffocanti, riscaldamento al massimo... > Elenca, allentando la cinta del vestito pur di farmelo entrare senza che io allontani le braccia.

< Ma si può sapere perché devo vestirmi così? Insomma, potevo mettere un vestito qualsiasi! > Sbuffo, rassegnandomi al fatto che quando Charlotte mette in moto un piano non c'è verso di fermarla e allontanando le braccia, che ricadono molli lungo i fianchi mentre lei sospira di sollievo e sistema la scollatura.

< Adesso che Robert è il tuo fidanzato ufficiale devi fargli capire cosa si è perso non accorgendosi di te anni fa. > Spiega, assumendo un'espressione eloquente.

< Io non sono quel genere di ragazza, Charlotte. Evidentemente a lui vado bene così come sono. > E mi si tingono le guance di imbarazzo al solo pensiero che Robert Pattinson, l'idolo delle ragazzine, è davvero innamorato di me. Non che me l'abbia mai detto, solo che... voglio dire, potrebbe avere qualsiasi donna, perché mentirmi?

< Sì, ma gli uomini vanno incoraggiati, Cher, ti pare? E' la notte di Capodanno e la passerete insieme: quale migliore occasione per sfoggiare un completino così sexy? > Mette le mani sui fianchi e mi sorride.

< Che vuoi dire con la frase passerete insieme la notte di Capodanno? > Le domando, allarmata, guardandomi nello specchio e riuscendo a malapena a riconoscermi.

< Beh, non dirmi che non ci hai pensato... > Traffica con la trousse che ha poggiato sulla mia scrivania.

< A cosa? > Ho la vaga impressione di sapere a cosa si stia riferendo. Insomma, non avrò mai avuto un ragazzo, ma non sono così ingenua! Ho smesso di credere alla storia delle cicogne quando avevo cinque anni.

< Al fatto che potreste... sì, insomma... fare sesso... > Lo dice a bassa voce come se fosse qualcosa di cui dovrei vergognarmi.

Lo specchio mi rimanda la mia immagine paonazza: ho il viso che va a fuoco e gli occhi lucidi.

< Non è nemmeno una settimana che stiamo insieme! > Protesto. Non che io non voglia... cioè, preferirei aspettare, a meno che lui non voglia andare subito al sodo... oh, ma insomma! Non credo che succederà stanotte.

< Quando due persone si amano è naturale. > Mi meraviglia il suo tono dolce e premuroso e mi volto ad osservarla, un sorriso estatico che le illumina il viso.

< Non sono nemmeno sicura che mi ami, sai? Conosco i miei sentimenti e sono sicura che non cambieranno, ma per lui potrei essere solo un passatempo, una delle tante da prendere in giro solo per sfogare i suoi bisogni fisici. > Faccio spallucce. Forse questo è pessimismo e non realismo, ma non posso fare a meno di pensarci, a volte.

< Cheryl, ma cosa dici?!? E' venuto a cercarti per passare del tempo con te, avete chiacchierato per ore come dei vecchi amici, ti ha baciata, ti ha fatto recapitare un enorme mazzo di rose rosse la mattina di Natale, ti ha fatto conoscere la sua famiglia e tu credi ancora di non piacergli? Andiamo, è assurdo! > Lascia perdere la trousse e mi si avvicina, scuotendomi per le spalle e fissandomi negli occhi.

Sbuffo e sorrido appena, giusto per farle capire che non deve preoccuparsi, che sono le mie solite paranoie.

Ho solo paura che quando lui sarà costretto a ripartire tutto questo possa finire e sfumare in una nuvola, come un bel sogno o una fiaba che non conosce lieto fine.

Mi allaccia la catenina intorno al collo, sistemandomi i capelli lasciati liberi sulla schiena e facendomi voltare per mettermi il rossetto.

< Ok, fatto. Sei bellissima sai? > Mi bacia una guancia e, mentre lei finisce di truccarsi, io infilo i guanti rossi, i miei stivali e il cappotto.

Il campanello suona proprio quando stiamo per uscire dalla mia stanza e la voce di mia madre che saluta Robert e Tom ci arriva nitida anche dalle scale.

< Robert, devi giurare di riportarmela tutta intera. > Mia madre sorride e Robert ricambia, le mani nelle tasche dei jeans grigi che indossa.

< Lo giuro! > Risponde, stando al gioco e lanciandomi uno sguardo affettuoso.

< D'accordo, allora divertitevi ragazze, va bene? > Mia madre mi abbraccia dolce, quasi stessi per andar via di casa per sempre, ma non mi sento in vena, stasera, di fare la solita figlia che non apprezza le coccole della propria madre e ricambio con entusiasmo, augurando anche a lei una buona serata.

Oltrepasso la soglia di casa e sento gli occhi di Robert non abbandonarmi nemmeno un istante, studiando le mie mosse fin quando non mi decido a salutarlo con un abbraccio appena esitante.

< Ciao, bellissima. > Mi sussurra in un orecchio prima di baciarmi una guancia.

Arrossisco ed ho l'impressione che non voglia lasciarmi andare, perché aspetta che Tom e Charlotte si siano avviati verso la macchina, prima di prendermi per mano e seguirli.

< Non avrai freddo? > Mi domanda, osservando le mie gambe nude tranne che per gli stivali.

< Dai la colpa a Charlotte quando vedrai il vestito, io non c'entro niente. > Borbotto.

Anche se fuori la temperatura è sotto lo zero, la macchina è calda, tanto che, arrivati a destinazione, la abbandono a malincuore, cercando di scrollarmi di dosso il torpore che mi ha invaso.

Camden è sempre stata la mia zona di Londra preferita. Non so se sia l'atmosfera a renderla così suggestiva, oppure le miriadi di persone diverse che puoi trovarvi, fatto sta che ci si respira musica, note da ogni vicolo e da ogni panchina.

La nostra meta è il The Mad Hatter's Tea Party. Il posto è stato prerogativa di Robert e Tom e sembra che qui siano piuttosto di casa, perché salutano chiunque gli passi accanto e che non hanno l'aria di essere fan.

< Questo posto non è inquietante? > Mi mormora Charlotte in un orecchio mentre seguiamo Robert e Tom verso il locale.

< In che senso? > Le chiedo, stringendo il bavero del cappotto intorno alla gola per evitare il vento freddo.

< Non so, non è per niente rassicurante. > Scrolla le spalle e si guarda indietro, come se ci fosse qualcuno che ci segue. < Robert non dovrebbe andare in giro con le guardie del corpo o qualcosa del genere? > Continua sulla difensiva.

< E' la sua città, Charlotte. E' circondato da quei bestioni persino quando va in bagno, permetti che qui voglia sentirsi libero? > D'altronde, chi potrebbe biasimarlo.

< Allora dovrebbe evitare di portare due giovani ed innocenti fanciulle come noi in questi postacci! > Borbotta, premurandosi di alzare la voce perché ci sentano.

< Ehi, non offendere Camden Town in mia presenza, va bene? > Tom le fa il solletico, divertito e Charlotte si dimena come può, facendomi scoppiare in risa quando urta un lampione.

< A me piace qui. > Dico a Robert che, nel frattempo, mi ha affiancata.

< Sì? Anche a me piace molto. C'è aria di musica. > Prende un respiro, come se la musica odorasse di qualcosa.

All'ingresso del locale non abbiamo neanche bisogno di far vedere i nostri inviti ai buttafuori. Uno di loro, alto il doppio di me, scosta il separè di velluto rosso e ci lascia entrare con un cenno.

Attore famoso equivale anche a entrata gratis nei locali. 

Robert mi afferra una mano e la sua presa è così salda e rassicurante, che, per un attimo, dimentico che intorno a me ci saranno centinaia di persone che si dimenano a ritmo di musica, alla consolle un dj famoso di cui però ignoro il nome.

Ci facciamo strada verso il secondo piano dove sono stati allestiti diversi tavoli riservati e occupiamo il secondo a sinistra, mentre Robert accartoccia il biglietto con il suo cognome stampato a grandi lettere.

Posso solo immaginare quanto tutto ciò non gli permetta di sentirsi a proprio agio.

Charlotte si sveste del cappotto, mostrando il suo vestito argento luccicante alle luci stroboscopiche della sala. Io, invece, sbottono il cappotto con lentezza, guardandomi intorno. A quanto pare non sono l'unica ad aver indossato una mise provocante: a due tavoli di distanza una ragazza travestita da coniglietto rosa è impegnata a pomiciare con un ragazzo della comitiva. Il suo costume non lascia spazio all'immaginazione, tutto è in mostra.

Non dovrei vergognarmi, perché a quanto pare sono la più vestita, eppure sento il viso bollente quando mi sfilo il cappotto per appenderlo allo schienale della sedia.

Ci metto più tempo del previsto a sistemarlo perché ho paura di incontrare il suo sguardo e di leggervi disapprovazione.

Magari Charlotte ha ragione, magari lui è davvero innamorato di me, oppure sta solo fingendo, anche se so che non è capace di mentire.

Quando mi volto mi rendo conto che i nostri drink sono già stati serviti e, mentre Charlotte e Tom si alzano per concedersi il primo ballo della serata, Robert sembra distratto da... me.

< C'è qualcosa che non va? > Gli domando, alzando appena la voce. So già cosa c'è che non va: il mio vestito.

< No! No... figurati. Sei... stupenda. > Si passa una mano tra i capelli ed io abbasso lo sguardo, in contropiede.

< Grazie. E' stata Charlotte a convincermi, io non l'avrei mai indossato. > Replico, bevendo un sorso dal mio bicchiere.

< In effetti non ti facevo così... sexy. Mi hai sorpreso. > Sorride malizioso ed io vorrei sprofondare dalla vergogna.

Non sento nessun imbarazzo con lui, ma le sue occhiate hanno ancora il potere di destabilizzarmi.

Rimaniamo in silenzio per un po', guardandoci intorno e scrutando le persone sotto di noi che si scatenano, le luci ad illuminarle per un secondo di notorietà.

< Vuoi ballare? > Mi domanda lui con un sorriso divertito e tentatore.

< Sono un'incapace! > Obietto, ma lo vedo fare spallucce.

< Anch'io! Almeno non dovremo preoccuparci di chiedere scusa se ci pestiamo i piedi. > Ride ed io lo seguo a ruota, accettando la mano che mi offre per alzarmi.

L'ammasso di corpi che si muovono insieme rende l'aria afosa e un miscuglio di profumi diversi permea l'ambiente, rendendolo irrespirabile: evidentemente devono essersi messi tutti in ghingheri per l'ultima serata dell'anno.

< Mi rifiuto di dimenarmi come una matta, però. > Mi avvicino al suo orecchio e lo vedo annuire.

Mi stringe la vita e mi attira a sé con dolcezza, intrecciando gli occhi ai miei, imprigionandomi in quell'azzurro cielo.

< Il bello di questa musica è che puoi seguire il tuo ritmo. > Mormora, avvicinando la testa alla mia per farsi sentire.

Più che ballare stiamo dondolandoci sul posto, ma a me va bene lo stesso perché ho il calore delle sue braccia a circondarmi.

 

Il nuovo anno è cominciato da appena venti minuti e noi abbiamo perso Tom e Charlotte nella folla di Trafalgar Square, dove tutti sono impegnati a baciarsi e a scambiarsi auguri.

Robert, tuttavia, non sembra intenzionato ad aspettarli e mi trascina verso la metropolitana.

< Perché prendiamo la metro? > Gli domando con il fiatone dopo le scale attraversate di corsa.

< Perché la macchina è troppo lontana. > Prima che possa anche solo ribattere che avremmo dovuto aspettare Charlotte, anche se molto probabilmente è con Tom, mi bacia, lasciandomi senza fiato e imprigionandomi il viso tra le mani.

Il treno arriva dopo circa mezzo minuto e noi saliamo veloci, scoprendolo completamente deserto.

< Si può sapere dove andiamo? > Mi fa sedere sulle sue gambe e mi accarezza i capelli con un sorriso.

< A casa. > Risponde solo.

Cambiano linea dopo due fermate e in meno di quindici minuti siamo alla fermata di St. James's Park.

< Casa mia è a Barnes, in verità. > Gli faccio presente.

< Non ho detto di volerti portare a casa, infatti. > Mi risponde, baciandomi di nuovo.

Sono succube delle sue attenzioni, ormai.

< E a casa di chi? > Sono troppo curiosa e non riesco a tenere a freno la lingua.

< A casa mia. > Ride divertito della mia impazienza.

Mi spiega che prima di partire per Los Angeles conviveva con Tom in un appartamento in affitto proprio lì, a St. James's Park. I suoi genitori, alla fine, per fornirgli anche un appoggio a Londra l'hanno acquistato e quando lui o Tom vogliono un po' di tranquillità si rifugiano lì.

Il palazzo è di vecchia costruzione, ma è tenuto bene, anche se l'interno è un po' angusto e l'ascensore dà l'impressione di volersi fermare da un momento all'altro.

Robert tira fuori le chiavi dalla giacca di pelle che indossa, precedendomi all'interno e accendendo qualche luce.

Ci sono pochi mobili: la cucina essenziale, una tv vecchio modello nel salottino, un piccolo bagno e due stanze da letto; qualche quadro astratto alle pareti.

< Puoi dormire qui, se vuoi. > Mi precede in quella che deduco essere la sua stanza. Un letto matrimoniale la occupa quasi interamente e le pareti sono color acquamarina, a differenza del resto della casa.

Per quanto mi senta a disagio di fronte alla sua offerta, non posso che annuire, memore anche delle parole di Charlotte.

Non voglio parlarne con lui perché temo di farci una figuraccia, ma il pensiero che possa sfiorarmi e che possa diventare sua mi ronza in testa e quando mi spoglio del cappotto mi accorgo di avere i brividi.

Robert si sfila la maglia con naturalezza, come se non avesse aspettato altro per tutta la sera ed io non posso fare a meno di osservarlo.

La stanza è al buio, ma i suoi pettorali accennati risaltano comunque.

Quando scende ai jeans, solo la visione delle sue mani che fanno scivolare il tessuto per tutta la lunghezza delle gambe, mi manda in estasi e non mi rendo neanche conto che il mio respiro è accelerato e che ho il cuore a mille.

< Vuoi una mano con il vestito? > Rialzo gli occhi sul suo viso a fatica, persa nel mio mondo e annuisco, perché non sento traccia di malizia nella sua voce.

Mi si mette di fronte, gli occhi che cercano i miei e li trovano dopo qualche istante, le mani che solleticano la cintura del vestito, slacciandola con calma.

Io, nel frattempo, mi sfilo i guanti e mi volto per permettergli di tirare giù anche la lampo sulla schiena.

I suoi polpastrelli mi sfiorano leggeri e sento i brividi percorrere la spina dorsale per raggiungere la pianta dei piedi.

La stoffa scivola dalle mie spalle senza alcun aiuto e il respiro di Robert si fa più accentuato.

Non riesco a reprimere un sospiro quando le sue labbra mi accarezzano una spalla, i capelli che trattengo ancora sul seno perché non lo infastidiscano nella sua esplorazione attenta.

< Hai un buon profumo. > Le sue parole sono come cera calda ed io, in un impeto di audacia e desiderio, faccio scendere il vestito fino ai piedi per poi sottrarmi dall'intreccio della stoffa, alzando prima un piede e poi l'altro, fronteggiandolo, paonazza.

Anche se sono nuda non provo vergogna e devo dar ragione a Charlotte che, forse, proprio perché il nostro corpo è mosso dal desiderio del nostro cuore, sembra tutto così naturale che ci si dimentica anche delle proprie paranoie.

Scalcio via gli stivali e quando noto la differenza di altezza che intercorre tra me e lui, sorrido e lui con me.

Sembra che il mio corpo non gli interessi, concentrato com'è ad osservarmi negli occhi e a scrutare il mio viso, forse in cerca di qualche nota stonata che possa rompere l'atmosfera idilliaca venutasi a creare.

Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio con dolcezza, continuando a sorridere sereno, poi la sua mano avvolge una guancia in una carezza delicata che mi fa chiudere gli occhi e le sue labbra sulle mie sono soltanto la continuazione della fiaba che stiamo scrivendo insieme.

Mi adagia sulle lenzuola, premurandosi di non interrompere il contatto delle nostre bocche, e la scia dei suoi baci prosegue lungo la mandibola, il collo, la spalla e l'incavo dei seni.

Non ho mai sentito il mio corpo così ricettivo. La mia mano vaga tra i suoi capelli morbidi, conducendolo verso la pancia, l'ombelico e il basso ventre.

I miei slip sono l'unico ostacolo al suo cammino e lui non sembra aver voglia di disfarsene subito, perché si porta nuovamente alla mia altezza e assaggia ancora le mie labbra.

< Non sentirti obbligata, voglio che lo desideri anche tu. > Sussurra sulla mia bocca ed io, gli occhi socchiusi e i suoi capelli tra le mani, sollevo il bacino a cozzare morbidamente contro il suo, provocandogli un gemito di impazienza che mi fa sorridere.

Percorro con un dito la striscia di peluria che porta al suo inguine e, impegnata  a liberarlo dei boxer, neanche mi accorgo che lui ha già provveduto a disfarsi dei miei slip.

La sua eccitazione sembra voler tentarmi, facendosi largo maliziosa tra le mie gambe e la mia intimità senza soddisfarmi.

Quando lo sento dentro di me, i muscoli mi si irrigidiscono e a malapena trattengo un gemito di dolore, arpionando le lenzuola con una mano.

Robert, preoccupato e immobile su di me, mi accarezza la fronte con le labbra, tranquillizzandomi, mentre io cerco di convincermi che il dolore presto sparirà e il piacere aiuterà a dimenticarlo.

Una mano sotto la mia schiena, mi trascina contro di lui, semi-seduto, cullandomi come una neonata, mentre io godo delle sue premure ad occhi chiusi, una guancia sul suo petto, all'altezza del cuore che batte furioso.

Quando il piacere comincia a prevalere sul dolore, mi muovo verso di lui, scatenando una serie di brividi che scuote entrambi.

L'azzurro dei suoi occhi continua a riempire il mio orizzonte ed io assecondo le sue spinte sempre più urgenti con ardore.

Anche quando l'orgasmo ci travolge in contemporanea, io non riesco a vedere nient'altro che lui e il suo bellissimo sorriso.

< Buon anno, Cheryl. > Sussurra, la voce roca, prima di distendersi al mio fianco e riordinarmi i capelli sulla fronte.

< Buon anno, Robert. > E sono sicura che sarà un anno insieme, qualunque cammino ci si presenti davanti.

 


   
 
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