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Autore: Inc    22/01/2011    3 recensioni
« Mago Merlino, fai in fretta, altrimenti la tua bacchetta non sarà l’unica ad assiderarsi per il gelo. – un’ altra risatina gioiosa si diffuse nella piccola tenda. - Non avevi detto che oggi sarebbe stata una giornata afosa? » disse chiudendo il battibecco con il sapore sarcastico sulle labbra e un sottile sopracciglio alzato scetticamente.
« Le mie palle magiche erano distratte dalle tue, e così, hanno sbagliato le previsioni meteorologiche, piccina. » concluse mordendo l’orecchio destro di Jude.

Dedicata alle carissime ThiaguellaItaly e Moon_Daughter.
Genere: Azione, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Effusioni sanguinose

 

 

 

La tenda verde militare era poggiata su uno strato di terreno smosso, e gelidamente profumato d’acqua piovana. L’odore penetrante della vegetazione inondava la piccola radura incantata nella quale due ragazzacci si scambiavano effusioni che rinfrancavano l’atmosfera fetidamente accattivante.

Il blu privo di luce del cielo era macchiato continuamente da venature nerastre. Nemmeno le sporadiche stelle riuscivano ad illuminare il luogo tenebroso.

La voce melodiosa del ragazzo era accompagnata da un soffio di spossatezza e, probabilmente, anche di eccitazione, che fioca si posava sul viso a cuore della giovinetta dalla chioma bronzea. I corpi aderivano in una trappola d’affetto corrotto dal corpo seminudo della fanciulla.

Il vento alitava prepotentemente sulla schiena spoglia di entrambi. Il freddo perforava il sangue lercio che scorreva languido pieno di adrenalina e di frenesia.

« Jude, vado a prendere una coperta dalla macchina, altrimenti mi si gela la bacchetta. » disse con voce roca, prendendo in giro la biondina che aveva sotto le cosce possenti.

Un piccolo ceffone scherzoso di posò con fare seducente sulla spalla sinistra del giovane in preda agli ormoni e una flebile risatina rinfrescò la situazione in bilico tra il piacere e il freddo invernale.

« Mago Merlino, fai in fretta, altrimenti la tua bacchetta non sarà l’unica ad assiderarsi per il gelo. – un’ altra risatina gioiosa si diffuse nella piccola tenda. - Non avevi detto che oggi sarebbe stata una giornata afosa? » disse chiudendo il battibecco con il sapore sarcastico sulle labbra e un sottile sopracciglio alzato scetticamente.

« Le mie palle magiche erano distratte dalle tue, e così, hanno sbagliato le previsioni meteorologiche, piccina. » concluse mordendo l’orecchio destro di Jude.

« Arrivo subito. » e detto ciò, si alzò svogliatamente prendendo un giubbotto per coprirsi dai soffi possenti del vento.

« Non farmi aspettare troppo, Paul. » rispose con voce stanca e apprensiva.

L’uscita di Paul lasciò il sapore d’assenza attorno alla figura smilza della ragazza. Le ombre della notte le avevano fatto sempre paura, ma quell’escursione, fino ad allora, le era sembrata davvero elettrizzante.

Passarono minuti lunghi e scoccianti. Parecchi secondi preziosi e tanti secondi di inquietudine. La ragazza infreddolita si era portata al petto le gambe esili, aspettando invano il ritorno del suo fidanzatino.

L’animo eccitato aveva dato spazio all’inquietudine. Forse perché il vento ululava perennemente, o forse era soltanto il freddo che atrofizzava i sentimenti. La volontà di uscire da quell’involucro protettivo era pari a zero, ma faceva troppo freddo. Brividi di paura le accarezzarono il ventre.

Fiaccamente uscì aprendo rumorosamente la cerniera della tenda guardandosi attorno con occhi vispi. « Tesoro, dove sei! Fa freddo, fai in fretta! » strillò irritata ed infreddolita.

Si guardò attorno, ma l’unica cosa che riuscì a scorgere chiaramente, era il verde claustrofobico della vegetazione che si aggrappava al terreno friabile su cui poggiava i piccoli piedi al riparo nelle solide scarpe da trekking.

« Cazzo Paul, non sono venuta qua per morire assiderata, ma per stare insieme a te! » e continuò ad imprecare contro la coperta.

Il silenzio le stava perforando i timpani, tanto che cominciò a girarsi intorno, senza mai allontanarsi troppo dalla tenda stesa pigramente sul suolo.

« Comincia anche a piovere, porca puttana! Paul, dove sei? »  le gocce lente e pesanti le bagnavano l’impermeabile bianco e immacolato.

Oltre al rumore monotono della pioggia non c’era nessun fragore. Ma la pioggia non bagnava altro che la parte destra del giubbotto, senza toccare né i capelli boccolati e leggermente crespi, né tutto il resto del tetro boschetto.

Allora lentamente Jude volse lo sguardo in alto, lungo le fronde di un sempreverde della mastodontica radura. Ciò che vide fu stomachevole, disgustoso e drammatico.

Il corpo esangue di Paul era delicatamente infilzato nel ramo più basso di una quercia dal diametro del tronco enorme. Per il disgusto e per la paura la giovane cadde a terra priva di forza. La forza del pensiero, la forza dell’amore.

Era un corpo che posava lo sguardo su un’altro corpo. Un corpo di carne. Di carne insanguinata.

Le gocce di sangue le trafiggeva il viso, le trapassava l’anima. Era da sola. O forse insieme a chissà cosa di mostruoso.

Il suo respiro divenne affannoso, i suo cuore rombava freneticamente nel petto, i suoi occhi erano spalancati in un’espressione di puro terrore, estrapolato dal frangente spaventosamente reale.

Lo sgomento si era avvinghiato al suo spirito da ragazzina e così cominciò ad strepitare, ed ad urlare. Si alzò goffamente dal tappeto di foglie bagnare e variopinte e cominciò a correre, ma fu investita da un uccello nero come la pece.

Ricadde nuovamente e quello che vide fu un uomo scolpito nel marmo, un Adone dallo sguardo assetato di sangue e di morte.

« Ciao biondina. - disse Damon sorridendole, attento a mostrare i canini affilati e ligi al dovere. – Non so se tu hai fame, ma il ho un certo languorino di… ».

Lasciò la frase in sospeso di proposito. « Ho voglia di un po’ di sangue. Del sangue di una signorina che cede volentieri le proprie grazie.  » e il sorriso che brillava nel buio della notte, non lo abbandonò un momento.

Il vento che fischiava tra le fronde delle querce, accompagnò le urla e il sangue che schizzava dal collo immacolato della ragazza, scandendo una melodia demonica che alle orecchie delle ombre della notte, parve una sinfonia di note dolciastramente dissetanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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