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Autore: Naco    24/12/2005    2 recensioni
Liliana è una ragazza come tante altre, con i sogni di qualunque ragazzina. E Natale sarebbe il momento più giusto dell'anno, per sperare di vederli realizzati. Ma Liliana non lo crede: il suo cuore è chiuso alla speranza che questa festa regala. E se invece, per amore...?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia ha all'incirca sette anni. Fu il primo regalo di Natale che feci ai miei migliori amici, oltre che compagni di scuola, seguita da molti altri. In quel periodo, infatti, ognuno di noi aveva deciso che, nel nostro gruppo, i regali che ci saremmo scambiati, sarebbero stati frutto delle nostre migliori capacità; e infatti, io, che amavo scrivere, creavo racconti; Soryu, che disegnava, ci regalava splendidi quadretti; Estel e Miki oggetti fatti a mano.
Qualche tempo fa, nei meandri del mio pc, ritrovai questa storia e decisi che un giorno l'avrei postata insieme con tutte le altre da me scritte. E, se non oggi, quando farlo? Un piccolo regalo a tutti voi che conosco e che leggete le mie ff, per augurarvi un sereno e felice Natale!
So che ne ho scritte di migliori, e che forse questa avrebbe dovuto trovarsi nell'archivio storico; ma converrete con me che questa è parecchio diversa da quelle lì presenti per poter anche solo pensare di insericela!

I
Benché fosse la festa più bella dell’anno, la solennità più importante di tutte, il Natale per Liliana era solo una perdita di tempo. Non credeva nella sua sacralità e aspettava il suo arrivo, solo perché non sarebbe andata a scuola e avrebbe potuto dormire fino a tardi. Ogni anno, all’arrivo del Natale, si chiudeva in casa e non si faceva più vedere in giro.
Nessuno sapeva che Liliana odiava il Natale, solo Anna, Silvia e Valeria, le sue più care amiche. Nessuno, tranne loro, sapeva come mai Liliana vivesse con i suoi nonni e quale fosse stata la causa della morte dei suoi genitori. Nessuno tranne loro poteva immaginare che Liliana, quella ragazzina di 15 anni, sempre allegra e a volte un po’ strana, avesse perso i suoi genitori a soli 5 anni, in un incidente stradale, proprio la notte di Natale.
Come ogni sera, i coniugi Rossi, stavano tornando a casa dal loro negozio, in automobile. Avevano appena comprato il regalo per la loro figlioletta e già si immaginavano la sua faccia quando avrebbe visto quella Barbie che desiderava da tempo. Non si erano neanche accorti di quell’auto che correva a folle velocità sull’asfalto ghiacciato dalla neve. L’impatto fu inevitabile. I coniugi furono ricoverati in condizioni disperate. Neanche le preghiere della piccola Liliana a Gesù Bambino riuscirono a salvarli.
La mattina dopo, giorno di Natale, la piccola Liliana si scoprì completamente sola.

II
Che a Liliana piacesse Alberto, era cosa risaputa. Solo lui non se n’era mai accorto. Del resto non le era mai importato niente di lei, neanche quando, l’anno prima, si era slogata una caviglia. Tutti le erano andati incontro preoccupati, tranne lui. Era rimasto lì, come uno sciocco a giocare con il pallone. Lui aveva occhi solo per Laura, quella ragazzina di IV B, alta, con gli occhi azzurri e i capelli dorati, bella come Claudia Schiffer.
Alberto era suo compagno di classe: allegro, simpatico, gentile, era il cuore della classe e tutti gli volevano bene. Liliana amava la sua figura alta e magra, i suoi occhi verdi, i suoi capelli scuri, il suo carattere. Avrebbbe fatto qualsiasi cosa per lui. E lui, niente, lontano, freddo, impassibile, quasi la odiasse. E Liliana che lo amava sempre di più e piangeva in segreto –Ma perché vai dietro a un tipo del genere?- le avevano più volte chiesto Silvia e le altre –lui non ti considera proprio!
-Lo so- rispondeva –ma non posso farci niente. E’ più forte di me.
Era l’unico che non sapesse che Liliana odiava il Natale. A nessuno in realtà lo aveva rivelato, ma tutti se ne erano accorti, meno che lui. Cosicché quando l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze, all’uscita, mentre Liliana aspettava che Valeria uscisse…
-Ciao Liliana!- la salutò vedendola sola –cosa fai?
-Aspetto Valeria- bisbigliò. Era molto a disagio e voleva sprofondare sotto terra. Stettero un po’ in silenzio. Poi –dopodomani è la vigilia di Natale.
-Già.
-Finalmente un po’ di pace! Peccato che ci abbiano riempiti di compiti!
-Un vero peccato, già.
-E tu cosa fai durante le vacanze?
-Niente di speciale.
-Neanch’io. Hai già comprato i regali?
-No.
-Neanch’io. Ma hai già qualche idea?
-No.
-Purtroppo neanch’io ma purtroppo il Natale si avvicina e dobbiamo fare in fretta. Per chi saranno i tuoi regali? Amici, nonni, zii….? Devi acquistare qualche regalo un po’ speciale? Per un amico particolare, insomma?
Questo era troppo e Liliana non riuscì a sopportarlo oltre –No! Io odio il Natale e odio te con tutto il mio cuore!!- urlò e scappò via.
Alberto la vide allontanarsi e si chiese cosa avesse detto di male.

III
La neve cadeva lenta e silenziosa. Non si udiva nessun rumore per le strade del paese, solo qualche auto che correva per la città.
L’orologio della stanza di Liliana segnava mezzanotte meno venti. I suoi nonni erano andati alla messa di mezzanotte, ma lei aveva deciso di restare a casa sola con i suoi pensieri.
Perché si era comportata così con Alberto? Con che faccia, quando la scuola avrebbe ripreso, sarebbe entrata in classe e urlato –Buongiorno!- come suo solito? Aveva rovinato tutto. Da tanto desiderava fare quattro chiacchiere con Alberto e aveva rovinato tutto. Del resto, cosa poteva sapere Alberto dei suoi sentimenti? Si sentiva sciocca e infantile e le lacrime iniziarono a solcarle il viso.
Il letto morbido e il pianto la stavano trasportando nel magico mondo dei sogni, quando il suono del campanello la svegliò. Ancora mezza addormentata, corse a rispondere –Chi è?- chiese.
-Sono Alberto.
Liliana sentì le sue guance colorarsi di rosso e non sapeva che fare. Si asciugò gli occhi ancora umidi, si infilò il cappotto e corse giù per le scale. Aprì il portone e davanti a sé, vide il viso di Alberto sorriderle –Ciao- salutò.
-Ciao- rispose Liliana abbassando gli occhi –Vuoi entrare?
-No, grazie, stavo andando a messa e ho deciso di passare a salutati. Sei sola in casa?
-Sì. I miei nonni sono andati a messa.
-Stavi dormendo? Ti ho svegliata?
-No- alzò la testa un attimo e Alberto vide che i suoi occhi erano lucidi.
-Senti… ero venuto… sì, insomma, ero venuto per chiederti scusa.
-E di cosa? Sono io che mi devo scusa con te- bisbigliò guardandosi le mani gelate, incapace di alzare la testa.
-No. Valeria mi ha detto tutto. Quando te ne sei andata è uscita… mi ha chiesto di te… gli ho raccontato tutto. Scusami, non lo sapevo.
-Non importa.
Sembrava che entrambi volessero dirsi di più, senza trovare il coraggio di farlo. D’un tratto –Liliana- le chiese prendendole la mano –vuoi venire con me in chiesa?
Liliana ritrasse le mani spaventata. –No! Ti faccio pena fino a questo punto?- urlò guardandolo dritto negli occhi -Ma tu non eri quello che mi odiava? Che non mi parlava neanche? Come mai sei cambiato così? Io non voglio far pena a nessuno, a nessuno!!
Alberto sorrise suo malgrado e le si avvicinò –Ma non è vero che ti odio. Non eri tu quella che mi odiava?
-Io?!
-Si, tu. Dici a me che ti odiavo e tu? Tu che quando puoi mi eviti, che quando mi parli quasi vuoi fuggire… credevo che mi odiassi. Per questo non ho mai cercato di diventare tuo amico!
-Ma non è vero che ti odio, solo…io ti… io ti… insomma, avevo paura che non volessi la mia amicizia.
Albero sorrise –Siamo stati due sciocchi, abbiamo sprecato un anno di amicizia inutilmente. Allora- aggiunse facendosi serio –Liliana, amica mia, vuoi venire con me a messa?
Liliana fissò gli occhi verdi di Alberto da cui traspariva la sincerità e si definì una sciocca. Ripensò ai suoi genitori morti e al suo astio verso il Natale. Rimase interdetta per alcuni minuti, poi -Si- rispose infine.
Le campane della chiesa suonarono mezzanotte. Era Natale.

Anna, Silvia e Valeria stavano ascoltando l’omelia, pensando a Liliana -E anche quest’anno non e venuta. Ho perso le speranze- bisbigliava tra sé Anna. D’un tratto…
–E’ libero questo posto?
-Si, certo. Ma….Alberto, Liliana, voi qui… insieme… Tu qui Liliana?
-Si. Io qui.
Si sedettero. Anna era al colmo della gioia e non faceva che guardare Liliana, seduta accanto a lei e Alberto, accanto a Liliana –Cos’è successo? Cosa ci fai qui? E con Alberto! Non è che…
-No, no, ma ti racconto dopo, ti basti sapere che oggi è il giorno più bello della mia vita.
-Ma oggi è Natale!
-Si, Ed è un magnifico Natale.


FINE

   
 
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