Ok,
questa è stata un parto di song-fic, ma credo di poterne
andare abbastanza
fiera, visto che non ne avevo mai scritta una e lette molte poche.
Questa
mia creatura è dedicata a Hikaru Villiers, che mi ha esortato
a scriverla sul
serio, e ha fatto il primo vero commento della mia vita, facendomi volare
per la
soddisfazione e la felicità, spingendomi anche a pubblicarla.
Ma
anche a _ayatan_ , che mi ha dato (anche più di) una dritta
con le tempistiche,
che l'ha vista nascere e che mi ha indirizzata sulla via dello yaoi. ;)
(Anche se ogni tanto mi fa perdere la pazienza >.>)
La
canzone è ''My Skin''
di Natalie Merchant.
Thanks sweeties, I
love you
both!
<3
MY
SKIN
Take a look at my body
Look
at my hands
There's so much here that
I don't understand
La
piccola Nuova Francia era seduta sulle ginocchia della madrepatria, la
curiosità nello sguardo che analizzava le mani sottili.
''Papa,
perché io non divento grande? Gli altri bambini diventano
grandi.''
Un
tenero sorriso.
''Oh,
Angelo mio, ma tu sei speciale! Cresci più lentamente, ma,
se ti impegnerai,
diventerai più forte del tuo papa. Non ne sei contento?''
Un
sorriso gioioso.
Un
abbraccio.
''Si!''
Well, contempt loves the silence
It thrivers
in the dark
With fine winding tendrils
That strangle the heart
''Digli
addio, Francis. Ora
è MIO''
Occhi
di selva che brillano soddisfatti.
Un
bambino che guarda l'uomo che l'ha cresciuto con occhi grandi e lucidi
di paura
e stupore.
Un
orsetto bianco stretto al petto.
Al
silenzio si aggiunse silenzio,
in
una muta risposta ad una dolorosa domanda.
I'm the
slow dying flower
In
the frost killing hour
Sweet turning sour and untouchable
Quando
gli venne proibito di parlare la dolce lingua di Francis, il
piccolo si accorse
che l'inverno era tornato.
Per
gelare i pallidi fiori autunnali con il suo mortale e diafano respiro,
per
ricoprire di bianco i colori caldi che fino a qual momento avevano
animato i
prati.
Poteva
quasi percepire sulla lingua quanto acerbo era il nuovo idioma, aspro
come
l'inverno,
inverno
che, se lo sentiva, quell'anno sarebbe stato oltremodo più
rigido del
precedente;
quello
stesso inverno, che, realizzò improvvisamente il bambino,
era stato l'unico
compagno costante della sua esistenza.
I
need a lullaby
A
kiss goodnight
Angel sweet
love of my life
Una
lacrima scendeva lenta, sulla sua guancia.
Ricordava
quando aveva un padre, quando ancora si sentiva amato;
quando,
per farlo dormire durante una tempesta, lo cullava una voce calda e
bassa,
mentre delle forti mani gli accarezzavano i capelli.
Ora,
sotto il dominio di Inghilterra, l'unico modo di addormentarsi era
piangere
finché non più lacrime scendevano, e la mente
percepiva una ninna nanna
immaginaria quanto un bacio sulla fronte.
You're face saying promised whispered like prayers.
I
don't need them
E
dai ricordi, dai sogni, dagli incubi, non se ne
andavano quei soavi
sussurri,
che
erano stati gentili quanto gelide sono ora quelle ametiste.
Promesse
sussurrate come preghiere,
ma
questa volta è il fedele a dimenticare come si venera,
ed
è colui che una volta veniva venerato che versa lacrime di
sangue per aver
perduto una parte di sé.
Well is it dark
enough
Can you see me
Do
you wont me
Can you reach me
Oh, I'm leaving
Buio,
bombe e sguardi cristallizzati.
Ricordi
come vetro sulla pelle.
Bocche
piene di colpa,
bramose
di perdono
''Oh, I need this''
L'ametista
incontra il mare.
Oh...
...se
ci fosse stato il tempo per ricominciare...
''Oh, I need this
…. ''
Note
dell'Autrice
Come
ho detto prima, questa storia è stata un parto,
però ora tocca a voi giudicare
il mio lavoro secondo le vostre opinioni.
Ditemi
se vi ha fatto schifo, se non vi ha detto nulla, se vi ha fatto
piangere, e se,
magari, vi è piaciuta!
L'unica
cosa che vi chiedo, è che se i vostri commenti sono delle
critiche negative,
abbiate tatto (quelle costruttive le accetto
volentieri.) :)
Grazie
a tutti voi per aver letto fino a qui, e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
<3