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Autore: _Pulse_    22/01/2011    3 recensioni
Pensava a lei, alla sua ragazza; a quanto tempo fosse passato dal giorno in cui l’aveva incontrata.
Avrebbe potuto scrivere un libro sulla loro storia, su quanto fosse stato complicato stare insieme e quanto lo fosse tutt’ora; su quante difficoltà avevano dovuto far fronte, su tutti i problemi che li avevano intralciati.
E pensava che uno dei problemi principali era sempre stato lui stesso.
Era sempre stato scettico, ansioso, persino timoroso, e per questo era arrivato a considerarsi come uno dei problemi, se non il problema.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! :D
Oggi ho deciso di postare questa piccola one-shot che è nata grazie ad una canzone bellissima del nuovo album “Science & Faith” dei The Script, intitolata “Walk away”
Posso tranquillamente dire che hanno fatto tutto loro :)
Bene, non voglio anticiparvi nulla, quindi vi lascio alla lettura. Spero che sia di vostro gradimento e che abbiate due minuti del vostro prezioso tempo da buttare via per una recensione X3
Grazie in anticipo e buona lettura!
Vostra,

_Pulse_

 

________________________________________

But still she stays.

 

- I don't know why she's with me,
I only brought her trouble since the day she met me.
If I was her, by now I would have left me,
I would have walked away -

 

- Non so perché lei è con me,
le ho solo portato problemi dal giorno in cui mi incontrò.
Se io fossi in lei, da adesso mi lascerei,
me ne andrei via -

 

 

La pioggia batteva insistente sul parabrezza dell’auto.

Erano passati ormai diversi minuti da quando Tom aveva parcheggiato la propria Audi di fronte alla villetta in cui abitava la sua ragazza, ma non gli era passata nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di scendere e di suonare al campanello. Se ne stava lì, in fissa, a guardare le gocce d’acqua piovana schiantarsi contro il vetro e scivolare verso il basso, avvolto dal silenzio e dal torpore derivante dall’aria condizionata accesa.

Mentre tutto all’esterno era sinonimo di pace e quiete, all’interno della sua testa si stava scatenando una guerra, una tempesta di pensieri che non dava l’impressione di voler terminare tanto presto.

Pensava a lei, alla sua ragazza; a quanto tempo fosse passato dal giorno in cui l’aveva incontrata.
Avrebbe potuto scrivere un libro sulla loro storia, su quanto fosse stato complicato stare insieme e quanto lo fosse tutt’ora; su quante difficoltà avevano dovuto far fronte, su tutti i problemi che li avevano intralciati.
E pensava che uno dei problemi principali era sempre stato lui stesso.

Era sempre stato scettico, ansioso, persino timoroso, e per questo era arrivato a considerarsi come uno dei problemi, se non il problema.

Si conosceva e conosceva abbastanza la sua vita da sapere che era tutto fuorché normale. Concerti, tour, continui spostamenti al di là e al di qua del mondo; media, paparazzi, giornali di gossip; fan, anti, stalker. Avrebbe potuto andare avanti all’infinito.
Immaginare la sua vita da oggetto pubblico in quel mondo pieno di falsità e superficialità e allo stesso tempo la sua vita privata era inconcepibile. Almeno lo era stato fino a quando non aveva visto con i propri occhi Georg e Gustav impegnarsi stabilmente con una ragazza.
Li aveva considerati pazzi e autolesionisti molte volte, ma aveva notato che da quando avevano al loro fianco quelle persone speciali le loro vite erano cambiate, in meglio nonostante lo schifo che li circondava. 
Fu in quel momento che aveva iniziato a sbirciare dietro quella porta che era sempre rimasta chiusa ai suoi occhi.
Ma nemmeno allora avrebbe mai immaginato che un giorno quella stessa porta si sarebbe spalancata anche per lui. Era capitato per caso, non era stato voluto, e si era trovato incastrato in quella relazione.

L’aveva incontrata ad una festa e la prima cosa che l’aveva catturato erano stati i suoi occhi. Poi era arrivato tutto il resto: il sesso, l’affetto, fino ad arrivare all’amore vero e proprio.
Ma non era stato facile, per niente. Forse si era subito innamorato di lei, ma per arrivare a capirlo aveva dovuto mettere a dura prova la propria e la sua sanità mentale.

«Noi non possiamo stare insieme», le aveva detto un giorno, dopo un’impegnativa riflessione durata l’intera notte precedente.
Alla domanda: «Perché?» aveva motivato la propria idea elencando i vari aspetti negativi che sarebbero caduti inevitabilmente su di lei come un masso di dieci tonnellate. Le aveva raccontato di tutto e di più, ma le aveva nascosto, come aveva nascosto a se stesso, che la ragione fondamentale era che l’amava troppo per permettere che venisse trascinata giù con lui nel baratro in cui viveva, e che aveva paura che lei lo lasciasse proprio per quel motivo.

Lei era rimasta ad ascoltarlo senza fiatare, poi, una volta che lui avesse finito, gli aveva sorriso e lo aveva abbracciato, dicendo: «Noi possiamo farcela, se vogliamo».

A Tom era caduto un po’ il mondo addosso, perché aveva fatto tutta quella fatica per cercare di allontanarla da sé per nulla. Lei non si sarebbe arresa e, nonostante la gioia che aveva sentito dentro, si era sentito morire perché questo l’aveva costretto a fare ciò che non avrebbe mai voluto fare: allontanarsi lui stesso da lei.

Così se n’era andato. Non aveva mai risposto ai suoi messaggi, né alle sue chiamate. Era sparito. E aveva provato a cancellarla dalla testa.

 

- Cause when you're in too deep you wake up when it's too late
You've fallen in love in the worst way -

 

- Perché quando sei troppo a fondo ti svegli quando è troppo tardi,
Ti sei innamorata nel modo sbagliato –

 

Inutilmente, perché per quanto potesse provarci, non ci sarebbe mai riuscito. Lei si era innamorata di lui tanto quanto lui si era innamorato di lei e l’attrazione reciproca, così forte, li aveva portati a ritrovarsi.
Tom si sarebbe aspettato di tutto: che non lo volesse più, che lo prendesse a schiaffi, ma non accadde nulla di tutto ciò. Lei, semplicemente, lo perdonò. Lo capì. Lo amò, come non aveva mai smesso di fare.

Ma questo nuovo periodo di pace si era concluso presto, perché Tom non era ancora riuscito ad abbandonare quelle paure.
Gliel’aveva spiegato di nuovo, ci si era davvero messo d’impegno per essere convincente, per colpirla nel profondo, ma nulla. Lei l’aveva costretto, ancora una volta, a fare ciò che non avrebbe voluto fare, ossia dirle chiaramente di andarsene.

 

- So walk away
[Walk away]
Walk away, oh
Save yourself from the heartache, oh
Go now before it's too late -

 

- Quindi vai via
[Vai via]
Vai via, oh
Salva te stessa dal mal di cuore, oh
Vai adesso prima che sia troppo tardi -

 

Si era sentito una merda nel dirle quelle parole, ma sentiva che era l’unico modo per proteggerla da ferite che avrebbero fatto male e che non sarebbero guarite col semplice passare del tempo.
Conoscendola si era detto che avrebbe reso tutto più difficile anche quella volta, che si sarebbe rifiutata e che sarebbe rimasta con lui, ma si era sbagliato. Lei aveva sorriso, quel sorriso che lui amava e che avrebbe faticato a cancellare ancora, e l’aveva abbracciato, poi se n’era andata sul serio, dicendogli che se questo era quello che voleva, se questo era ciò che lo avrebbe reso felice, lei lo avrebbe fatto.
Peccato che quando si era chiusa la porta alle spalle ed era uscita ancora una volta dalla vita di Tom, lui avesse preso a calci il muro.

Erano passati giorni, settimane, poi mesi, e come al solito Tom aveva ceduto e l’aveva cercata. L’aveva chiamata al cellulare e lei aveva risposto al primo squillo, come se non avesse fatto altro che stare accanto all’apparecchio per rispondergli.

Tutto era tornato come prima, compresi i complessi e le frustrazioni di Tom. Era un circolo vizioso dal quale non riusciva a uscire, un problema di matematica che non riusciva a risolvere, un test le cui domande erano sempre le stesse ma di cui, anche se se le era trovate davanti milioni di volte, non aveva ancora le risposte.

Perché lei si era innamorata di lui?
Perché stava con lui, nonostante non avesse fatto altro che causarle problemi?
Perché continuava a restare, sempre e comunque?
Perché, perché, perché?  

 

- She's standing in the heart of darkness,
saying: “I know you got a soul, even though you're heartless”.
How could any woman in their right mind be so blind?
To find something this safe, instead of walking with me, she should have walked away –

 

- Lei rimane nel cuore dell’oscurità,
dicendo: “So che hai un’anima, anche se sei senza cuore”.
Come può una donna sana di mente essere così cieca?
Per trovare qualcosa di sicuro, invece di camminare con me, lei dovrebbe andare via –

 

Sicuramente doveva esserci qualcosa sotto, perché quella sua ostinazione nel volergli stare accanto, quella quasi devozione che provava verso di lui… era qualcosa di incomprensibile per Tom. Non era mai riuscito a capire il motivo per cui lei non si arrendesse mai e preferisse centomila volte lui piuttosto che la sua vita, la sua libertà e tutte quelle cose che, stando con lui, non poteva fare e non poteva avere per una serie di motivi.

Perché lei preferiva rinchiudersi in quella gabbia, cadere nel suo baratro, quando avrebbe potuto avere molto di più, quando meritava molto di più?

Ma a volte si accorgeva di come anche lui continuasse a cercarla, a volerla al suo fianco, ad essere così egoista.
Lui ce l’aveva una motivazione, lui era egoista. E l’amava. L’amava, l’amava tantissimo, come non aveva amato nessun’altra ragazza al mondo, ma non riusciva comunque a proteggerla da se stesso.

Non avrebbe mai potuto stare troppo tempo senza di lei, perché ormai era una parte di lui, il suo carattere si era modellato al proprio; aveva imparato a guardare le cose attraverso i suoi occhi, tanto che se lei non c’era era come se non riuscisse più a vedere i colori, tutto era in bianco e nero; come se non riuscisse più a vedere la bellezza e a cogliere il senso delle piccole cose che la vita offre senza far rumore né mostrandole in modo appariscente.

 

- She finds colours in the darkest places
She finds beauty in the saddest of faces
For such a groovy and headstrong city girl
could've had the world, but she's fallen in love in the worst way

 

- Lei trova i colori nei posti più oscuri
Lei trova la bellezza nelle più tristi delle facce
Per una tale alla moda e testarda ragazza di città
che avrebbe potuto avere il mondo, ma che si è innamorata nel modo sbagliato –

 

Lei l’aveva cambiato e lui aveva cambiato lei, perché l’aveva abituata ad un mondo in cui non poteva avere una vita normale, in cui anche la loro relazione non era definibile normale a causa dei Tokio Hotel. Ma lei ci si era abituata senza fare una piega, si era abbassata, si era fatta da parte, si era fatta piccola al suo fianco. Aveva rinunciato per lui e sembrava felice, comunque.

La portiera del passeggero si aprì all’improvviso, aiutando il chitarrista a venir fuori dal flusso dei propri pensieri.
La causa di tutte le sue preoccupazioni e del ritmo frenetico del suo cuore entrò nell’auto in fretta e furia – non aveva ancora smesso di piovere – e richiuse la portiera.

Tom non si scompose più di tanto, continuò a tenere le mani sulle gambe e portò solo lo sguardo verso di lei, voltando di un poco la testa. Non accennò nulla nemmeno riguardo al sedile e alla tappezzeria che stava bagnando.

Anche lei, dopo aver ripreso un po’ di fiato, si voltò con il capo verso di lui; lo guardò intensamente negli occhi e poi lo accecò con un sorriso che gli fece trattenere il fiato, mentre il suo cuore perdeva un battito.

«Da quanto tempo se qui, posso saperlo?», gli domandò con voce soave.

«Da un po’», le rispose.

«E perché non mi hai avvisata? Se proprio non avevi voglia di scendere dall’auto sarei venuta io!».

Tom chiuse gli occhi, accennando un sorriso, e scosse il capo. «Stavo pensando», mormorò.

«A cosa?», chiese curiosa, ma senza troppa invadenza.

Il chitarrista riaprì gli occhi e la fissò ancora per qualche secondo, in silenzio. Aveva i capelli bagnati che le si appiccicavano alle guance e al collo e il trucco leggero sugli occhi si era un po’ sbavato, ma era sempre bellissima.

«Mi chiedevo quale fosse l’assurdo motivo per cui ti ostini a stare con me, per cui risolvi ogni problema che ogni giorno ti presento davanti, per cui non demordi mai con me, per cui hai rinunciato a tutto, persino alla tua vita, per starmi vicina, per cui… continui a tornare, a restare».
Abbassò lo sguardo e strinse i pugni sulle gambe, mordendosi il labbro inferiore. «Io non ce la faccio più ad andare avanti così. Più cerco di proteggerti dal mio mondo più tu ti ci immergi, più ti coinvolgo più diventa difficile… Io non voglio sottoporti a tutto questo, voglio che tu viva la tua vita nel modo migliore possibile».

La ragazza provò ad interromperlo, ma lui la mise a tacere e sollevò il capo per poterla guardare dritta negli occhi. Le prese il viso fra le mani e si avvicinò tanto da sentire il suo respiro fondersi col proprio. Abbassò le palpebre e respirò profondamente prima di riprendere con un tono di voce in meno.

«Devi andartene, devi uscire dalla mia vita prima che sia troppo tardi, prima che io e te… Rischi solo di farti del male al mio fianco, di incasinarti sempre di più».

«Tom», intervenì decisa la ragazza, portandogli le mani sulle guance, che accarezzò con delicatezza. «Tom, guardami», sussurrò.

Il chitarrista aprì gli occhi e si rispecchiò nei suoi. In un attimo rivisse tutti i momenti trascorsi con lei: le risate, i sorrisi, gli imbarazzi, i bronci, le litigate, i pianti; i ritorni, gli addii.

Lei sorrise, accendendogli un fuoco inspiegabile al centro del petto. «Vuoi sapere perché lo faccio? Vuoi saperlo davvero?». Lui deglutì ed annuì, incerto. Lei ridacchiò e si avvicinò ancora un po’ per posare la fronte contro la sua. «Perché ti amo».

Il cuore di Tom sobbalzò a quelle due semplici paroline.

«Perché non c’è niente a cui non rinuncerei per te, perché tu sei tutto ciò che voglio e nessuno può impedirmi di amarti, perché la mia vita non sarebbe definibile tale senza di te, il tuo mondo e tutti i problemi e i casini che ti porti dietro. Io voglio stare al tuo fianco, che sia all’inferno o al paradiso non mi importa: voglio stare con te».

Tom sorrise e non nascose un po’ di commozione.
Perché forse tutto ciò di cui aveva bisogno, di cui aveva sempre avuto bisogno, era sapere di essere amato, che qualcuno al di fuori di suo fratello, della sua famiglia, gli volesse bene per ciò che era e non ciò che era diventato, che qualcuno riuscisse a condividere tutto con lui, che lottasse per lui.
Perché forse tutto ciò di cui aveva bisogno per sconfiggere tutte le incertezze e le paure erano un po’ di incoraggiamenti e di punti stabili, di sicurezze, di amore. E lei gli stava dando tutto.

«Sei sicura?», le domandò ancora, ad un soffio dalle sue labbra.

«Non sono mai stata più sicura di così».

«È l’ultima possibilità che hai per andartene, poi…».

Lei scosse il capo energicamente, ridendo, e lo interruppe con un bacio appassionato.

 

- And if you don't go now, then you'll stay
Cause I'll never let you leave, never let you breathe
Cause if you're looking for Heaven, baby, it sure as Hell ain't me

But still she stays,
still she stays
Yeah, she stays
She stays. -

 

- E se tu non te ne vai adesso, allora starai
Perché non ti lascerò mai andare via, non ti lascerò respirare
Perché se stai cercando il Paradiso, tesoro, è sicuro come l’Inferno senza di me

 Ma lei continua a rimanere,
lei continua a rimanere
Sì, lei rimane
Lei rimane. -

 

 

 

The End.

   
 
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