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Autore: So_So_    23/01/2011    2 recensioni
-E da quando sei un esperto in medicina tu?
Lo rimbeccò Matteo spuntato dal nulla, avvicinandosi al corpo disteso sulla panca.
-Credo che l'ultima persona che dovrebbe stare qui sia proprio tu, Matteo.
Gli rispose Giod.
-Da quando tu hai qualche diritto in più di me?
-Dal momento in cui non sono nato con scritto "sfigato" in faccia.
-Tu l'hai presa per il culo, idiota!
-Avevamo tredici anni, non sapevamo nemmeno cosa volesse dire stare assieme e abbiamo chiarito! TU l'hai presa per il culo!
-Ma chissà perchè con me è venuta a letto...mentre con te non mi risulta!
-Sai cosa ti dico? Mi fai pena. Intanto perchè non usi il termine giusto? Te la sei scopata. Andare a letto con qualcuno dà l'idea che la cosa implichi dei sentimenti solo andando ad assonanza. Mentre i tuoi sentimenti ti sono finiti dentro al culo.
Non voglio nemmeno ascoltarti, perchè mi viene da vomitare.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehi...ciao a tutti =) questa è una nuova storia...spero piaccia =) gfatemi sapere ke ne pensate, un bacio <3

Davvero troppo felice di poter passare le vacanze come al solito, nell'unico posto in cui desideravo passarle, con le uniche persone (amate od odiate, non faceva differenza), con cui avrei voluto passare quel mese. Ancora più felice all'idea che quella volta ci sarebbe stato qualcosa di diverso, qualcosa di più, una persona più importante di tutto quello che mi circondava, una persona che smaniavo potesse vedere tutta la mia vita, guardare le persone di cui avevo tanto parlato per quasi un anno, quelle persone che, fossi volente o nolente, facevano parte della mia vita più che mai.

Lui era il mio ragazzo, il ragazzo che amavo.

Tuttavia appesantita dal gravare di un segreto, un segreto atroce che era il motivo per cui più che in qualsiasi altro momento mi attaccavo a lui, il motivo per cui, lo sapevo, troppo presto lo avrei perso.

Non dirglielo era una bastardata, la cosa più idiota che potessi fare, e di cose idiote ne avevo fatte tante in vita mia! Ma non ci riuscivo...non potevo perderlo adesso, proprio adesso che avevo così bisogno di lui, che lo volevo così tanto, che lo amavo troppo!

Scacciai questi pensieri stupidi dalla mente concentrandomi sull'idea di prendermi qualche piccola rivincita su qualche stronzo in giro che se la meritava e tirarmela un po' e questa idea mi fece sorridere.

Ero in macchina, sul sedile posteriore di una macchina guidata dal papà di una mia amica che sedeva accanto a me. Ci stava accompagnando alla casa in affitto alla mia famiglia in cui avremo passato il mese intero con mia mamma ed i miei nonni, facendo praticamente tutto quello che volevamo, anche a causa del grande segreto che mi portavo dietro.

Ci avrebbero raggiunte, nel pomeriggio, un gruppo di amici (tra cui il mio ragazzo, il ragazzo a cui sbavava dietro la mia amica, un compagno del mio ragazzo ed il migliore amico del ragazzo che piaceva alla mia amica); avrebbero tutti alloggiato in albergo, in stanze separate.

Scesi dalla macchina e ringraziai padre di Sara, mentre salivamo insieme le scale che portavano al piano della nostra casa.

-Mamma, siamo arrivate!

Mia madre accorse all'ingresso dandoci il benvenuto con la sua aria sbattuta e sofferta che non l'abbandonava nemmeno un secondo mentre mi guardava preoccupata.

-Andate in camera a sistemare le cose!

Cercava di non cambiare l'atteggiamento che aveva sempre usato con me, come per non ricordarmi che era cambiato tutto.

Appena entrai in camera mi scaraventai sul letto stanchissima: quel segreto mi affaticava molto!

-Giada, stai bene?

Da un po' di tempo tutti mi guardavano con la stessa faccia: preoccupata e curiosa di sapere ciò che non avrei mai detto!

-Si, tranquilla! Tutto bene: sono solo un po' stanca.

Sorrisi per rassicurare Sara che tuttavia non ne fu molto tranquillizzata!

Cominciammo a cambiarci; Sara indossò i leggings lucidi con le ballerine nere ed una maglia grigia un po' lunga ed una cintura in vita, si sciolse i capelli scuri e li mosse un po' aiutata dalla schiuma; io tirai fuori dall'armadio il mio vestitino preferito: rosso chiaro, di raso, con una fascia più stretta sotto al seno, cascante in morbide pieghe sotto di essa. Lo misi con i leggings e le ballerine anche io, raccogliendo il ciuffo antipatico di capelli rossi che mi cadeva sempre davanti agli occhi verdi con una forcina.

Pochi minuti dopo mi arrivò un messaggio Suo e tutta felice guardai Sara:

-Ohi, sono arrivati e ci aspettano in piazza! Gli ho detto di venirci incontro mentre li raggiungiamo.

Sara scattò in piedi consapevole che dopo pochi secondi avrebbe visto il suo amato.

Il cellulare si illuminò segnalando la risposta al mio messaggio e leggendola scoppiai a ridere.

-Sara, è un bene o un male che il pirla della situazione stia parlando di te da quando sono partiti?

-Oddio...dici sul serio?

Le feci leggere il messaggio del mio ragazzo e si mise a ridere pure lei. Il pirla di turno era l'amico del mio ragazzo, che si era guadagnato questo appellativo in seguito alla nostra scoperta che la sua intelligenza era stata smarrita anni addietro.

-Beh...è un male, non mi frega niente di lui!!!Sai chi voglio!

-Secondo me è un bene: hai un modo per far ingelosire chi ti interessa.

-E come sei tanto sicura che a lui importi qualcosa?

-Fidati di me!

Sorrisi mentre mi seguiva sulla porta pronta ad andare in contro al suo amato!

-Mamma, noi usciamo perchè gli altri sono arrivati! Mangiamo fuori!

-D'accordo, ma non fate tardi!

Uscimmo da casa e corsi a sbirciare la strada in discesa, perfettamente dritta su cui si affacciava la mia casa e che portava direttamente alla piazza.

-Eccoli!

Indicai a Sara un gruppetto di ragazzi che risaliva la strada verso di noi, davanti a tutti c'era lui!

Accellerai il passo, impaziente di riabbracciarlo e, quando fummo ad una decina di metri l'uno dall'altra, sorrisi d'improvviso catapultata su di un altro pianeta, dove stavo benissimo. Scherzosamente gli urlai:

-Il mio Cessooooo!

Non era un'offesa, era una presa in giro del suo cognome, Cessari, ed ormai ne era abituato dato che tutti lo chiamavano così!

Stava sorridendo anche lui ed in risposta fece una finta espressione risentita. Dio quant'era dolce! Mi stavo per sciogliere dalla felicità di rivederlo!

Da lontano vedevo bene la sua magra sebbene non altissima figura, i capelli neri sempre ordinatamente incasinati con il gel, i jeans chiari strettissimi e la camicia bianca dentro ai pantaloni, che lasciava intravvedere il suo bellissimo fisico.

Quando fummo abbastanza vicini mi sorrise con un sorriso dolce, tranquillo, semplicemente felice.

-Il mio amore.

Lo disse con tutta la delicatezza che aveva, e vi assicuro che ne sapeva tirare fuori davvero tanta!

Ora la distanza era quasi esaurita e potevamo toccarci. Ero incerta se farlo o no, come potesse essere troppo per me. Poi mi decisi: stavo avvicinando la mia bocca alla sua, lentamente, ma lui mise un indice tra di noi, come si fa quando si vuole puntualizzare qualcosa ed assunse un'aria scherzosa (che non si addiceva per niente al momento dato che la cosa che desideravo di più era stringerlo e baciarlo) e disse con tono divertito.

-E non chiamarmi Cesso!

Sorrisi intenerita, ma anche un po' infastidita dal suo interrompere l'atmosfera e lui dovette accorgersene, perchè subito mi guardò intensamente, con quei suoi occhi azzurri profondi, contornati dalle lunghe ciglia nere, mi prese il viso tra le mani liscie e calde, per portare il mio viso più vicino al suo. Le sue labbra sfiorarono la mia fronte dolcemente, con una delicatezza infinita, piene di desiderio rispettoso...piene di...amore. Amore come non lo avevo mai sentito. Mi sentii pervasa da una sensazione profondissima, che mi inondava interamente.

Quando si staccò appena, poggiai la mia testa sul suo petto, lasciandomi stringere da lui. Chinato sul mio orecchio mi sussurrò piano:

-Sei bellissima.

Non trovai parole per rispondere, così dissi semplicemente quello che provavo:

-Ti amo Nico.

-Ti amo Giada.

Appena tornai con i piedi per terra vidi che eravamo fermi esattamente davanti alla casa a cui non avrei mai voluto fermarmi: la casa di Matteo!

Matteo è una lunga storia, vi basti sapere che è solo uno dei tanti ragazzi che mi ha presa in giro ed esattemente l'unica persona che non avrei voluto vedere.

Mi accorsi, con mio grande rammarico, che era esattamente lì, fuori da casa sua e che aveva assistito alla scena. Dopotutto, però, quello era il genere di rivincita che volevo prendermi sugli stronzi di cui parlavo: non c'è cosa peggiore di vedere la ragazza che ti sei (tanto per essere volgari) scopato, felice con un altro che sembra avere tutt'altre intenzioni.

In ogni caso sorrisi tra me e me e gli lanciai un'occhiata strafottente, da stronza quale mi sentivo. Lo vidi diventare rosso di rabbia ed imbarazzo, mentre girava i tacchi e tornava dentro.

Intanto sentii qualcuno chiamarmi.

-Buongiorno sai Giada!

Sorrisi: a parte Nicolò non avevo degnato nessuno di uno sguardo.

-Scusate ragazzi!

Mi protesi verso Giacomo (l'amato di Sara), che era quello che aveva parlato.

-Ciao Giacomo.

E gli diedi due baci sulle guance. Dovetti alzarmi in punta di piedi, incontrando i suoi occhi neri e dolci.

Poi mi girai verso Luca (quello stupido, perso per Sara, che aveva parlato di lei per tutto il giorno) e lo salutai. Incredibile che ogni volta che devo parlare con lui mi venga naturale scandire le parole di più, come si parla con gli stupidi che non ci arrivano! (Quante risate)! In effetti Luca era assai patetico e stupido, però aveva degli occhi davvero stupendi: azzurri chiarissimi, molto grandi, dolci; per il resto era un ragazzo assai anonimo.

Poi salutai l'ultimo rimasto: Alex.

Lui è un ragazzo spagnolo che sta in italia da qualche mese e che parla con un accento tremendamente sexy; capelli scurissimi, occhi pure, pelle dorata e tratti dolcissimi. Credo sia uno dei miei migliori amici assieme a Giacomo ed è il mio compagno nella band di "cupidi" che abbiamo assoldato per far succedere qualcosa tra Sara e Giacomo!

Dopo i vari saluti decidemmo di andare a mangiarci una pizza e poi di unirci alla festa in piazza con DJ "famosi", tanta musica, bibite, balli, compagnia e tutto il resto. 

  
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