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Autore: mangagirlfan    24/01/2011    0 recensioni
Prompt Numero 10: Inverno; Natale[...]Si stava chiedendo, il nostro Kon, perché la ragazza avesse accettato di accompagnarlo nonostante odiasse il freddo e non fosse contenta delle avances che faceva ogni giorno alla loro amica. Eppure, sotto sotto, Kon sapeva che lo faceva per lui e che, nonostante si divertisse a perseguitarlo dalla mattina alla sera, lo considerasse un suo amico. Almeno un po’. E ci teneva al fatto di veder sorridere sia lui, felice come una pasqua perché Inoue aveva accettato il regalo, sia appunto la destinataria di quel pensiero per Natale. Peccato che a Natale mancassero meno di sei ore! Ma quello era solamente un dettaglio.[...]
Personaggi: [Kon][Nuovo Personaggio (Haine Jaggerjack)][Orihime Inoue]
Ambientato nel Mondo AU di "No Control"
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '†No Control † Tales'
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Titolo: Help me please } Meno sei ore a Natale
Fandom: Bleach
Personaggio/Coppia: [Kon][Nuovo Personaggio][Orihime Inoue]
Prompt: #10 Inverno; Natale
Rating:14+
Conteggio Parole:2106
Riassunto: [...]Si stava chiedendo, il nostro Kon, perché la ragazza avesse accettato di accompagnarlo nonostante odiasse il freddo e non fosse contenta delle avances che faceva ogni giorno alla loro amica. Eppure, sotto sotto, Kon sapeva che lo faceva per lui e che, nonostante si divertisse a perseguitarlo dalla mattina alla sera, lo considerasse un suo amico. Almeno un po’. E ci teneva al fatto di veder sorridere sia lui, felice come una pasqua perché Inoue aveva accettato il regalo, sia appunto la destinataria di quel pensiero per Natale. Peccato che a Natale mancassero meno di sei ore! Ma quello era solamente un dettaglio.[...]
Note: AU; One Shot

Ok, oggi vedrete le cose assurde che ho tirato fuori per l'xmas tree party indetto da fanworld! Ma assolutamente assurde! Che dire, ho voluto ambientare la vicenda in un momento particolarmente difficile del natale: la ricerca dei regali. Come è stato difficile trattare questi due qui. Mi faranno diventare matta, un giorno o l'altro *schiatta*
Detto questo vi lascio alla lettura. Se volete tirarmi qualcosa addosso son qui u.u comunque è ambientata nel mio AU di No Control.

Help me please } Meno sei ore a Natale

Freddo. Faceva dannatamente freddo quel giorno. Haine non lo aveva mai sopportato, fin da quando era una bambina alta quanto un giunco. Era una persona amante delle temperature miti e gradevoli e forse per questo l’inverno non era la sua stagione preferita, soprattutto in quel momento. Certo, Karakura non era così dannatamente gelida come alle sue povere estremità sembrava, eppure faticava ad abituarsi a quel clima così rigido e così diverso da quello del luogo in cui era cresciuta. Ad Osaka anche in inverno le temperature non scendevano mai sotto lo zero, e se accadeva era una cosa più unica che rara. Era un clima più sopportabile quello della sua città natale. Trovarsi vicini al mare influiva parecchio sulla temperatura. Quando abitava ancora là, con la nonna, non le si gelava mai il naso e le mani non diventavano rosse per il freddo. Ma soprattutto non era costretta a trasformarsi in un omino Michelin per non dover sentire il gelo entrarle fin dentro le ossa.
Osservò Kon mentre tentava di non ridere per poter evitare di prendersi un calcione in posti dove avrebbe fatto dannatamente male e mise su uno dei suoi soliti bronci incazzati ma, a causa della pelle tirata per l’aria tagliente e frizzantina di quel giorno, faceva più tenerezza che spavento la nostra povera Jaggerjack. Alzò il viso puntando il naso verso il cielo, tentando in ogni maniera di non guardare quel decerebrato del suo compagno di classe. Aveva i piedi e le gambe così gelate da non trovare la forza di tirarglielo quel calcio che tanto desiderava assestargli. Si sentiva offesa. Cosa credeva, che per lei fosse divertente patire così tanto? Se il ragazzo non l’avesse pregata fino allo stremo di accompagnarlo in giro per negozi alla ricerca di un regalo di Natale che andasse bene per Orihime, non si sarebbe nemmeno sognata di uscire con tempo del genere. Ah, e pensare che in quel momento poteva trovarsi al riparo nella sua bella casetta, osservando il cielo grigio e le nuvole accumularsi le une accanto alle altre, le mani appoggiate sul vetro mentre il suo respiro avrebbe lasciato una bianca forma di vapore. Invece era lì, assieme ad una bestiaccia dall’assurda testa arancione a soffrire come non mai in vita sua solo perché aveva il cuore tenero.
“Dai Haine, non fare quella faccia!” esclamò Kon mentre la osservava camminare spedita verso l’entrata del negozio più vicino, desiderosa di sentire nuovamente il sangue fluire nella punta delle sue povere dita martoriate.
“Non rompere e muovi quel culo. Ho freddo io.” Si limitò a dire la ragazza dai lunghi capelli scuri mentre la sua meta si faceva sempre più vicina. Ringraziava il cielo di avere almeno le orecchie coperte come si doveva.
Sentì il ragazzo ridacchiare ma non ci badò. Ci avrebbe pensato più avanti a suonargliele ben bene. In quel momento l’unica priorità era entrare al caldo. E subito.
Appena aprì la porta udì il campanello risuonare dolcemente nell’aria, facendola sentire un po’ meno nervosa e poco paziente. Sorrise quando l’aria calda, caldissima, le investì la faccia, le guance che diventavano ancora più rosse ed il naso smetteva di essere un cubetto di ghiaccio. Sfilò le mani dalle tasche, godendosi la sensazione delle dita che ricominciavano a tornare alla vita. Cominciò a muovere tutti i suoi muscoli indolenziti, aspettando che anche l’altro ragazzo la raggiungesse. Solo quando finalmente fu nuovamente padrona del suo corpo si decise ad alzare la testa notando di essere entrata per puro caso in un negozio all’antica, con le porte scorrevoli e pieno di mille chincaglierie degne di questo nome. I suoi grandi occhi neri si posarono sui molti oggetti davvero interessanti e che probabilmente alla sua amica sarebbero piaciuti molto. Non fece in tempo a girarsi verso Kon per indicargli un paio di ninnoli perfetti per il salotto della casa di Hime, che dal nulla spuntarono due bambini. Anzi due ragazzini poco più piccoli di lei. Uno aveva una testa rossa ed uno sguardo da falso duro mentre l’altra la osservava tranquilla, i lunghi capelli nero tenuti legati in due codini.
Haine fece un sorriso ed un breve inchino mentre la ragazzina faceva altrettanto.
“Buon pomeriggio.” Bisbigliò dolcemente, la vocina squillante ma sottile al tempo stesso. “Possiamo fare qualcosa per voi?”
“Ah Ururu, piantala di dire fesserie se sono entrati è perché avevano bisogno di comprare qualcosa, ti sembra?” esclamò il ragazzo dai capelli rossi, cominciando a fare i dispetti alla povera Ururu, la quale cominciò a lamentarsi, mormorando cose del tipo “Jinta sei cattivo”
Se avesse potuto lo avrebbe preso a calci quel ragazzino, la più piccola di casa Jaggerjack. Non amava i prepotenti, soprattutto quelli che lo facevano con le ragazze. Anche se, doveva ammetterlo, anche lei alle volte era così con Kon, che fissava la scena accanto a lei. Se avesse potuto sentire i suoi pensieri probabilmente avrebbe sentito la medesima cosa, sul fatto che lei era prepotente tanto quanto quel moccioso con la ragazzina a pochi passi da loro, ma non volle dare voce ai suoi pensieri. Eri lì per comprare un regalo alla sua bellissima “Dea delle tette”, non poteva permettersi di perdere tempo! Aveva già rimandato per troppo tempo, così non avrebbe trovato niente!
“Mentre voi continuate il vostro battibecco noi due diamo un occhiata in giro, arrivederci...!” disse tutto d’un fiato il giovane, trascinando letteralmente la ragazza che si limitava a piantare i talloni nel pavimento, desiderosa di aiutare quella ragazzina.
“Non metterti a fare come mio fratello, di cavalier servente me ne basta uno!” sibilò ricordandole il motivo per cui erano entrati.
La lasciò borbottare qualcosa tra sé e sé, mentre i suoi occhi nocciola vagano come impazziti alla ricerca del regalo perfetto. Si stava chiedendo, il nostro Kon, perché la ragazza avesse accettato di accompagnarlo nonostante odiasse il freddo e non fosse contenta delle avances che faceva ogni giorno alla loro amica. Eppure, sotto sotto, Kon sapeva che lo faceva per lui e che, nonostante si divertisse a perseguitarlo dalla mattina alla sera, lo considerasse un suo amico. Almeno un po’. E ci teneva al fatto di veder sorridere sia lui, felice come una pasqua perché Inoue aveva accettato il regalo, sia appunto la destinataria di quel pensiero per Natale. Peccato che a Natale mancassero meno di sei ore! Ma quello era solamente un dettaglio.
“Ehi, vieni qui, sei tu che devi scegliere, mica io! Il mio regalo lo ha già ricevuto da almeno una settimana!”
Ecco, ci mancava solo la predica. La ciliegina sulla torta in quella situazione del cavolo!
Si rimise a borbottare, il più piccolo dei gemelli Kurosaki, le mani in tasca e l’espressione lievemente imbronciata, avvicinandosi alla moretta con passo pesante.
“Senti, se non ti comporti meglio giuro che me ne vado e ti lascio qui in alto mare, hai capito? Quindi datti una mossa, voglio tornarmene a casa. Per favore.” Quell’ultimo pigolio disperato della compagna di scuola face riprendere quella testa dura di Kon che si rimise alla ricerca di qualcosa che potesse andare bene per Orihime.
Girò per almeno un’ora, tra scaffali e vasi antichi, ma nulla sembrava adatto, a suo parere, ad una come Inoue. Lei era una persona dai gusti semplici, quindi bisognava scartare le cose troppo complicate. Le piacevano le cose belle e quindi certe statuine dall’aspetto osceno dovevano restarsene lì, nel loro piccolo pertugio. Non aveva idea Kon, non aveva proprio idea su come tirarsi fuori dal casino in cui si era infilato. Ah, lui e la sua fottutissima pigrizia! Doveva muoversi prima, invece di mettersi a cercare il regalo per la sua bella proprio la vigilia di Natale!
Haine nel mentre ridacchiava. Erano buffe le facce di Kon in quel momento!
D’un tratto lo sguardo della giovane cadde su un oggetto davvero grazioso. Una catenina, di quelle d’oro.
“Vieni qui.” Esclamò, tirandosi dietro quel decerebrato del suo amico, indicandogli l’oggetto, sorridendogli complice.
Appena la vide capì che era lei, il regalo perfetto da fare alla ragazza e dopo un paio di minuti chiamò i due ragazzini, chiedendo il costo del gioiello. Seimila yen circa. Un po’ cara ma ne sarebbe valsa la pena. Quando finalmente uscirono dal negozio – Kon disperato a causa del portafoglio vuoto, Haine per il freddo che tornava a farsi sentire – il ragazzo non seppe più che fare. Eppure l’aveva lì, incartato e pronto per essere consegnato. C’era solo una cosa che lo preoccupava: aveva una paura folle che non le piacesse. Neanche un po’. Esasperata, Haine dovette nuovamente agire e trascinarsi dietro quel peso morto del compagno fino a casa di Orihime. O lo faceva con le buone o...
“Non so se è una buona idea Haine!”
“Senti, ormai glielo hai preso, quindi tanto vale che glielo consegni. Non so se hai visto che ore sono ma manca poco a mezzanotte. Vuoi darglielo prima che arrivi il giorno di Natale, si o no? O vuoi che ti prenda a calci da qui fino a casa di Hime?”
Doveva ammetterlo, la Jaggerjack quando voleva sapeva essere molto, ma molto convincente!
Fu più il tempo che persero fuori dalla porta dell’appartamento che quello per andare alla ricerca del regalo. Era un continuo tira e molla con Haine che cercava di suonare al campanello e Kon che tentava in tutti i modi di non fargli pigiare quel dannato bottone! Alla fine, però, il rumore prodotto da quei due terremoti era talmente tanto che non ci volle molto, alla padrona di casa, ad aprire la porta.
“Oh, ciao Hime!” esclamò gioviale la ragazzina, spingendo in avanti Kon “Lui ha una cosa da darti, io il mio dovere l’ho fatto, ciao a presto!”
Il ragazzo la maledì così tante volte che probabilmente le sue orecchie cominciarono a fischiare peggio di quando si sale ad alta quota. Però il ragazzo non fece in tempo a girarsi verso Orihime che la sua espressione cambiò in un nano secondo. Inoue sorrise, divertita dalle facce dell’amico – sconvolto, incazzato, smarrito e poi agitato -.
Ci mise molto, il nostro Kon, prima di darle quel maledettissimo regalo. Eppure era un semplice pacchetto, bastava rifilarglielo tra le mani ed il gioco era fatto! Haine aveva osservato la scena da dietro i bidoni della spazzatura – che oltretutto puzzavano da morire – lanciandogli contro mille benedizioni affinché si decidesse a consegnarla, quella dannata catenina. Alla fine faceva tanto il duro ma poi, beh, era peggio di una pappamolla!
“Era ora!” esclamò alla fine, quando quel maledetto citrullo si decise a darle il regalo, per poi sparire dalla vista di Hime nel giro di pochi istanti. Non fosse stato per la mano di Haine che lo agguantava per la giacca sarebbe sparito dalla circolazione davvero in pochissimo tempo!
Kon soffocò un grido, fissando negli occhi quella matta della sua compagna di classe.
“Allora, era così difficile?” chiese, osservando Kon che si tartassava la giacca. Alzò un sopracciglio, scettica.
“A quanto pare si.”
Aspettarono che Orihime rientrasse in casa prima di uscire allo scoperto, stiracchiandosi un poco. Parlarono ancora per cinque minuti, anche se Haine tremava per il freddo e Kon sapeva che sua sorella Yuzu e suo padre lo avrebbero relegato a vita in camera sua, per non averli avvertiti che avrebbe fatto tardi. Parlarono, come facevano sempre, di cose stupide, si insultavano, battibeccavano, per poi tornare a discutere del regalo di Orihime. Non poteva fare a meno Kon, di rammentare quella faccia contenta, quel sorriso così dolce che tanto apprezzava e che solitamente era rivolto verso la schiena di qualcun altro...
Haine gli posò una mano sulla spalla, complice. Lo capiva, in fondo. Capiva quella sua maniera contraddittoria di comportarsi. Fin troppo bene.
Stavano per salutarsi quando la giovane lo fermò, tirandolo per il bordo del giaccone.
“Visto che ti sei comportato bene credo che te lo meriti, dopotutto.” Mormorò, tirando fuori dalla sua borsa quello che sembrava un regalo di Natale bello e buono. “Da parte mia e di Orihime.”
Se avesse potuto Haine si sarebbe messa a ridere. La sua espressione da baccalà era favolosa. Oh, avesse avuto la macchina fotografica a portata di mano!
“Non fare quella faccia! Ci abbiamo messo un sacco a cercare una cosa che ti piacesse, senza cadere in porno o cose simili!”
Rise ancora, Haine, quando il ragazzo protestò, facendole la linguaccia. Per poi sorridere a sua volta, felice.
“Buon Natale, Kon. Ed ora fila a casa, prima che tua sorella abbia una crisi di nervi!”
Non se lo fece ripetere due volte, quella dannata testa arancione. Ma si voltò dopo neanche un paio di passi, sorridente.
“Buon Natale anche a te, dannata manesca!”
Doveva riconoscerlo, la giovane Jaggerjack. Kon nel suo piccolo sapeva essere gentile, quando voleva. Senz’ombra di dubbio.
   
 
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