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Autore: F13    25/01/2011    3 recensioni
Raccolta di pensieri e rimuginazioni che riguardano i personaggi di Avatar su vari aspetti e momenti della loro vita.
{Aang - Nel rimorso del rimpianto}
"Di tanto in tanto, quando particolari riflessioni lo coglievano in un momenti di debolezza, Aang si trovava a pontificare quali sarebbero state le sorti del mondo, se, ben più di cent’anni prima, lui non fosse fuggito dal tempio dall’aria, a quanto dolore non si sarebbe protratto per un secolo, a quante persone avrebbero potuto vivere la loro vita "
{Teo - Ammirazione che non conosce l'invidia}
"E lui, oltre alla riconoscenza per quelle parole, prova una stima pressoché sconfinata verso ciò che l’altro è in grado di fare mentre assieme solcano il cielo"
[il titolo della raccolta sarà soggetto all'umore futuro del autrice]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aang, Altro personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Rimorso/ rimpianto
Pg: Aang
Time line: Post serie indefinito
Conta della parole: 553 ( Word dixit)
Genere : pippamentale Introspettivo
Beta: Galwin
Disclaimer: Tutto di Nickelodeon e dei rispettivi creatori, comprese le citazioni da film che avrete il garbo di cogliere. Io non ci guadango nulla, se non un malsano passatempo in questo periodo d'insonnia.


Nel Rimorso del Rimpianto



Di tanto in tanto, quando  particolari riflessioni lo coglievano  in un momenti di debolezza, Aang  si trovava a pontificare quali sarebbero state le sorti del mondo, se, ben più di cent’anni prima, lui non fosse fuggito dal tempio dall’aria, a quanto dolore non si sarebbe protratto per un secolo, a quante persone avrebbero potuto vivere la loro vita.
 
Quanto quell’imprudenza poteva essere rimpianta? Quella domanda gli gelava l’anima.
La vita di un intero popolo pesava sulla sua coscienza.
Tutti i nomadi dell’aria, in momenti come quello, lo fissavano da un tempo remoto con sguardi spenti.
 Un infinito schieramento di volti immobili, appartenuti a persone che non conosceva e che non avrebbe conosciuto, che non avrebbe mai sentito ridere o parlare, non le avrebbe viste ballare, né gioire delle piccole cose della vita.
E non erano solo i nomadi dell’ aria, persone di ogni popolazione riempivano le schiere dei suoi rimpianti, gente della tribù dell’acqua, guerrieri e bambini del regno della terra, soldati del fuoco.
Vite che erano andate perse per una conseguenza di eventi la cui prima pedina era stata mossa da lui, fuggendo in una notte di pioggia.
Per quei volti, per la gente scomparsa a causa del gesto avventato di un bambino rivestito di responsabilità troppo grandi, il rimpianto lo schiaccia.
Avrebbe potuto essere un mondo diverso quello su cui oggi sorge il sole, un mondo con meno ferite.
 
Ed è quando cerca di quantificare quanto diverso sarebbe stato il mondo, che un altro sentimento inizia a scaldarsi ai margini  della sua coscienza.
Il mondo sarebbe stato davvero diverso? Sarebbe stato migliore?
Un ragazzino, il ragazzino che lui era un secolo prima, sarebbe riuscito a impedire la guerra?
Quello che era fuggito dalle sue responsabilità? Sarebbe riuscito a trovare la forza per sostenere quel ruolo che rifiutava, senza la voce di Katara che gli rivelava di aver lasciato il mondo nel caos per più di una vita?
Senza  quei compagni e quel viaggio?
Senza conoscere le persone che aveva conosciuto, senza vedere i loro sorrisi, sentire le loro voci, senza aver asciugato le loro lacrime e vissuto le loro storie?
Senza il sostengo dei suoi amici nell’ apprendere quali erano i motivi per cui stava combattendo?
Cosa ne sarebbe stato di quegli incontri, se un secolo prima un’altro se stesso avesse fallito?
Quale il destino sarebbe toccato alle persone che amava? Chi le avrebbe salvate?
E ad ogni  domanda senza risposta, ad ognuno dei quesiti insoluti, poiché costruiti su un’ipotesi impossibile, il rimorso verso l’aver compiuto una scelta diversa inizia a bruciare al posto del gelo attanagliante.
Avvampa di vergogna, nell’intimo di se stesso, perché sperando di cambiare il passato rinnega quello che invece ha ora, le persone che oggi, in questo mondo, ha salvato.
Ritratta la pace che stanno costruendo in nome di qualcosa che poteva anche non essere, se non, peggio, concludersi in maniera peggiore.
E si chiede quanto possa essere egoista il suo sperare che la felicità che ora ha ottenuto non sia stata ottenuta davvero in cambio di quelle vite.
 
E, invariabilmente, questi momenti lo lasciano inerme, dilaniato tra il rimpianto di non aver compiuto scelte diverse e il  rimorso verso il desiderio di aver protetto quei volti, quei giorni, quelle vite, che inevitabilmente gli avrebbero impedito di salvare altri volti, altre vite che invece oggi ha conosciuto, sentito ridere e amato.



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Tutto ciò è nato da un piccolo progetto di prompt che sto provando, proposti tristemente da me medesima XD
una coppia di parole per ognuno (seeee mi piacerebbe) dei personaggi di Avatar.

Spero che questo pezzo su Aang sia risultato comprensibile nella sua ideazione legata ai prompt.
Io sono ben consia che  rendo un Aang estremamente più malinconico e filosofico di quanto sarebbe lecito, purtoppo trovo che sia anche una persona profondamente rimuginativa ma spesso troppo incline a non far pesare agli altri i suoi ragionamenti  per portare in giro un muso lungo, cosa più nell'indole di Zuko.



 

   
 
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