Canto d’inverno
Rapido il Sole
tramonta d’inverno,
poche ore risplende
la tiepida luce.
Poi la notte
discende foriera di sogni
e nel buio suo
manto raccoglie i mortali.
Ma queste due ore
un limbo breve separa:
il tramonto che
unisce la luce e la notte,
ed in questo limbo
che gli opposti comprende
sta un guerriero
dorato preoccupato nel cuore.
Sotto un ulivo dal
tronco ritorto,
la pianta sacra a Pallade Athena,
siede sferzato da
Borea impetuoso
Saga splendente
simile a dio
che con rapido
sguardo l’orizzonte percorre.
Poco distante il
mare rimbomba,
livido suono che
annuncia tempesta,
i suoi occhi
percorrono le onde crestate
che Poseidon comanda con potere divino.
Siede e riflette
Saga celeste,
molti pensieri
serbando nel cuore:
ed in questo modo
severo lo trova
Aioros arciere
dall’animo nobile.
Si avvicina
all’amico che turbato gli sembra
e pacato rivolge
alate parole.
:-Saga splendente,
simile a dio
tarda è quest’ora
per stare qua esposto.
Perché non ritorni
alla Casa divina
ai Dioscuri sacra che guerriero presiedi?
Quest’ora è adatta
al dolce riposo
che toglie la
fatica dalle rigide membra-:
E tu, Saga celeste,
con sguardo turbato
così rispondevi :-O
Aioros, arciere divino,
dolce è l’invito
che tu mi rivolgi,
e che tutta via non
posso accettare:
in quest’ora fredda
dell’algido inverno
poco incline è di
fatto il mio cuore al riposo.
Molti pensieri io
serbo nel cuore
e per questi il mio
animo si agita inquieto.
Ma tu, nobile
Aioros, di me non darti pensiero.
Torna tu piuttosto
alla Casa
che la stelle ti
diedero da custodire
chè tu non abbia a
causa di me
poi da scontare
qualche malanno-:
Il tormento sente
Aioros divino
e lasciare non
vuole l’amico turbato
ma non vuole
neanche diventare importuno.
Allora escogita un
inganno innocente
e dolce una
trappola tende all’amato.
:-Seguirò il tuo
consiglio-: dice soave
:-Ma prima, Saga
dagli occhi splendenti,
vorresti concedermi
amico un favore?-:
E a queste parole
aggiunge uno sguardo
dolce di miele e di
smeraldo splendente.
Sorpreso Saga lo
guarda dubbioso
ma cede alla fine,
consigliato da Amore.
:-Un favore mi
chiedi, amico mio caro?
Non so come,
davvero, farti potrei
una cosa gradita,
tutta via chiedi.
Sanno le stelle, di
limpida fiamma brillanti
se non vorrei in
tutto farti contento-:
Sorride allora
Aioros arciere,
ed il suo cuore
esulta nel petto.
:-Non temere,
nobile Saga:
poca cosa è quel
che ti chiedo.
Tu sai che tutto il
giorno ho lottato
nell’Arena dal
suolo coperto di polvere,
prima che il Sole,
cominciando a calare,
desse il segnale di
abbandonare il terreno.
Allora nelle mie
stanze mi sono ritirato
per detergere il
corpo da terra e sudore
con tiepida acqua e
sapone compatto.
Poi ancora sono
uscito dal Tempio,
poiché il cuore mi
spingeva a cercarti,
e non ho ancora
dato al mio corpo riposo.
Quindi ti chiedo,
compagno e fratello,
potrei qui stendermi
sull’erba fragrante
e sul tuo grembo
posare la testa?-:
E tu, Saga celeste,
con cuore turbato
così rispondevi
:-Davvero è poca
cosa ciò che,
Aioros, mi chiedi.
Ed io davvero non
rifiuto il favore
benché mi sembri
nel cuore che tu
a me più che a te conceda
piacere-:
Sorride Aioros e
nulla risponde
ma nel cuore pensa
maliziose parole
“Non darti cruccio,
caro compagno:
ci sarà tempo per
il piacere di entrambi”
E subito Aioros si
stende di schiena
allungando
sull’erba il tiepido corpo
ed il tornito collo
reclina all’indietro,
sulle gambe di Saga
si posano i riccioli,
mentre dolce
sospiro dal petto gli sfugge.
Il tuo cuore è in
tumulto, Saga celeste,
e timido sei quando
stendi la mano.
Come Psiche timore
nel cuore provava
scoprendo che Amore
era il suo sposo,
e non osava credere
che ciò fosse vero,
così Saga con mano
tremante
posi le dita tra i
riccioli amati
e li scosti piano
con dolci carezze.
Commosso l’animo si
agita in petto
e presto lacrime
piangi di gioia
belle e lucenti
come ialino quarzo.
Sente i singhiozzi
Aioros clemente
e seduto rivolge
soavi parole.
:-Amore mio che
lacrime piangi
ti prego ascolta il
consiglio che dico.
Non si scaccia il
dolore restando da soli,
anzi cresce
maggiore e la mente sconvolge,
ma tu lascia che io
ti consoli,
lascia che io asciughi
il tuo pianto.
Amaro è meno il
tormento del cuore
quando qualcuno il
cuore conforta-:
E Saga prendendo le
mani all’amico
alate parole rivolge
in risposta
:-Aioros amato, t’inganna il mio pianto.
Non piango io per
amaro dolore
o per affanno che
grave sull’animo pesa.
Le lacrime mie se
avessero nome
dovresti chiamarle
o Gioia o Amore-:
E dopo che queste
cose ebbe detto
il viso avvicina a
quello di Aioros
tendendo le labbra
per un tenero bacio.
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Omero mi odierà
adesso XD pazienza…