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Autore: Smeralda Elesar    25/01/2011    3 recensioni
Il tramonto ed il mare d'inverno fanno da sfondo ad un incontro dolceamaro tra Saga ed Aioros.
Scritta in versi sullo stile dei poemi omerici.
Genere: Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canto d’inverno

 

 

Rapido il Sole tramonta d’inverno,

poche ore risplende la tiepida luce.

Poi la notte discende foriera di sogni

e nel buio suo manto raccoglie i mortali.

Ma queste due ore un limbo breve separa:

il tramonto che unisce la luce e la notte,

ed in questo limbo che gli opposti comprende

sta un guerriero dorato preoccupato nel cuore.

Sotto un ulivo dal tronco ritorto,

la pianta sacra a Pallade Athena,

siede sferzato da Borea impetuoso

Saga splendente simile a dio

che con rapido sguardo l’orizzonte percorre.

Poco distante il mare rimbomba,

livido suono che annuncia tempesta,

i suoi occhi percorrono le onde crestate

che Poseidon comanda con potere divino.

Siede e riflette Saga celeste,

molti pensieri serbando nel cuore:

ed in questo modo severo lo trova

Aioros arciere dall’animo nobile.

Si avvicina all’amico che turbato gli sembra

e pacato rivolge alate parole.

:-Saga splendente, simile a dio

tarda è quest’ora per stare qua esposto.

Perché non ritorni alla Casa divina

ai Dioscuri sacra che guerriero presiedi?

Quest’ora è adatta al dolce riposo

che toglie la fatica dalle rigide membra-:

E tu, Saga celeste, con sguardo turbato

così rispondevi :-O Aioros, arciere divino,

dolce è l’invito che tu mi rivolgi,

e che tutta via non posso accettare:

in quest’ora fredda dell’algido inverno

poco incline è di fatto il mio cuore al riposo.

Molti pensieri io serbo nel cuore

e per questi il mio animo si agita inquieto.

Ma tu, nobile Aioros, di me non darti pensiero.

Torna tu piuttosto alla Casa

che la stelle ti diedero da custodire

chè tu non abbia a causa di me

poi da scontare qualche malanno-:

Il tormento sente Aioros divino

e lasciare non vuole l’amico turbato

ma non vuole neanche diventare importuno.

Allora escogita un inganno innocente

e dolce una trappola tende all’amato.

:-Seguirò il tuo consiglio-: dice soave

:-Ma prima, Saga dagli occhi splendenti,

vorresti concedermi amico un favore?-:

E a queste parole aggiunge uno sguardo

dolce di miele e di smeraldo splendente.

Sorpreso Saga lo guarda dubbioso

ma cede alla fine, consigliato da Amore.

:-Un favore mi chiedi, amico mio caro?

Non so come, davvero, farti potrei

una cosa gradita, tutta via chiedi.

Sanno le stelle, di limpida fiamma brillanti

se non vorrei in tutto farti contento-:

Sorride allora Aioros arciere,

ed il suo cuore esulta nel petto.

:-Non temere, nobile Saga:

poca cosa è quel che ti chiedo.

Tu sai che tutto il giorno ho lottato

nell’Arena dal suolo coperto di polvere,

prima che il Sole, cominciando a calare,

desse il segnale di abbandonare il terreno.

Allora nelle mie stanze mi sono ritirato

per detergere il corpo da terra e sudore

con tiepida acqua e sapone compatto.

Poi ancora sono uscito dal Tempio,

poiché il cuore mi spingeva a cercarti,

e non ho ancora dato al mio corpo riposo.

Quindi ti chiedo, compagno e fratello,

potrei qui stendermi sull’erba fragrante

e sul tuo grembo posare la testa?-:

E tu, Saga celeste, con cuore turbato

così rispondevi :-Davvero è poca

cosa ciò che, Aioros, mi chiedi.

Ed io davvero non rifiuto il favore

benché mi sembri nel cuore che tu

a me più che a te conceda piacere-:

Sorride Aioros e nulla risponde

ma nel cuore pensa maliziose parole

“Non darti cruccio, caro compagno:

ci sarà tempo per il piacere di entrambi”

E subito Aioros si stende di schiena

allungando sull’erba il tiepido corpo

ed il tornito collo reclina all’indietro,

sulle gambe di Saga si posano i riccioli,

mentre dolce sospiro dal petto gli sfugge.

Il tuo cuore è in tumulto, Saga celeste,

e timido sei quando stendi la mano.

Come Psiche timore nel cuore provava

scoprendo che Amore era il suo sposo,

e non osava credere che ciò fosse vero,

così Saga con mano tremante

posi le dita tra i riccioli amati

e li scosti piano con dolci carezze.

Commosso l’animo si agita in petto

e presto lacrime piangi di gioia

belle e lucenti come ialino quarzo.

Sente i singhiozzi Aioros clemente

e seduto rivolge soavi parole.

:-Amore mio che lacrime piangi

ti prego ascolta il consiglio che dico.

Non si scaccia il dolore restando da soli,

anzi cresce maggiore e la mente sconvolge,

ma tu lascia che io ti consoli,

lascia che io asciughi il tuo pianto.

Amaro è meno il tormento del cuore

quando qualcuno il cuore conforta-:

E Saga prendendo le mani all’amico

alate parole rivolge in risposta

:-Aioros amato, t’inganna il mio pianto.

Non piango io per amaro dolore

o per affanno che grave sull’animo pesa.

Le lacrime mie se avessero nome

dovresti chiamarle o Gioia o Amore-:

E dopo che queste cose ebbe detto

il viso avvicina a quello di Aioros

tendendo le labbra per un tenero bacio.

 

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Omero mi odierà adesso  XD pazienza…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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