SNOW ON MT.
SILVER
Ormai Gold non sentiva più
nulla.
Le membra intirizzite dal freddo, gli occhi gonfi di pianto e
arrossati per il vento sferzante che gli strappava la pelle e il respiro;
stretto a lui, Aipom tremava.
Con un sussurro, il ragazzo cadde a in ginocchio nella neve
ghiacciata, ma senza mollare la presa sul corpicino del Pokèmon scimmia; la
testa gli pulsava mentre tentava di trattenersi dallo scoppiare in lacrime:
aveva promesso a Red di raggiungerlo in cima al Monte, dove avrebbero cominciato
ad allenarsi assieme.
Ma la tormenta l’aveva sorpreso, implacabile e inaspettata, e
dopo aver letteralmente mandato KO Typhlosion, che fino all’ultimo aveva tentato
di difenderlo, Gold aveva cercato di far rientrare anche
Aibo.
Il quale si era
rifiutato.
Non voleva lasciarlo solo, e quel comportamento aveva commosso
profondamente il suo allenatore, però sapeva che era questione di
tempo.
Doveva trovare un rifugio sicuro, e alla svelta, o sarebbero
morti congelati.
Questi erano i pensieri che vorticavano faticosamente nella mente
di Gold, solo pensieri, perché il suo corpo non si muoveva più; il moro sorrise
con rammarico: “Ti prego, Aibo, rientra, almeno tu sopravvivi assieme agli
altri…” mormorò, prendendo in mano la pokèball che avrebbe dovuto contenere il
piccolo pokèmon scimmia.
Ma questi scosse energicamente la testa, il ragazzo poteva
sentirlo muoversi e singhiozzare sul suo petto, non voleva davvero
lasciarlo?
All’improvviso, il piccolo animaletto stretto a lui cominciò ad
agitarsi e a muoversi, si divincolò dalla stretta, troppo tdebole del suo
allenatore, e cominciò ad emettere strani versi, stoicamente ritto sopra la sua
testa; Gold sbattè più volte le palpebre, era un’ombra quella che si stava
avvicinando a loro?
Forse era un pokèmon
selvatico.
No, impossibile, Aipom non si sarebbe comportato
così.
Che fosse…?
“Red…?” sussurrò, prima di perdere
conoscenza.
§§§
Il verso gioioso di Typhlosion svegliò di soprassalto Gold, che
scattò seduto, ansimando.
Il giovane allenatore di Pokèmon si guardò attorno, spaesato e
intontito, le gambe e le braccia ancora intorpidite per il gelo ma non sentiva
più il vento, e anzi, sentiva solo un gran calore e una sensazione di
relax.
Il corpo massiccio e caldo di Ty lo avvolse, stringendolo con
autentico affetto, quasi
stritolandolo.
Il moro si lasciò abbracciare era troppo stanco per opporre
resistenza e comunque era piacevole il contatto con la pelliccia calda del suo
starter, ed era bello vederlo in buona salute: “Che è successo?” bisbigliò
debolmente il ragazzo, trattenendo le
lacrime.
“Ti ho trovato in mezzo alla tormenta, eri quasi congelato;
quella tua scimmietta mi ha praticamente implorato di portarti via, e così ho
fatto.”.
La voce secca e decisa di Silver fece arrossire Gold, che
distinse la figura del rivale seduto accanto al fuoco, con Aipom che dormiva in
grembo al giovane dai capelli rossi: “L’ho curato io, adesso dorme.” aggiunse,
senza però alzare lo sguardo dal batuffolo di pelo viola che pisolava sulle sue
ginocchia; il ferito si alzò dal giaciglio improvvisato, stringendosi nella
coperta che aveva addosso, e si avvicinò al
coetaneo.
Lì, illuminato solo dalla luce del fuoco, aveva un’aria triste,
non sembrava lo stesso scocciatore di
sempre.
“Dovresti riposare ancora, oltre che spiegarmi cosa diavolo stavi
facendo in mezzo alla tempesta. Un’allegra scampagnata?” la sua voce suonava
stranamente cupa; l’altro scosse la testa: “Dovevo salire sulla cima, mi stava
aspettando una persona. Però all’improvviso sono stato sorpreso dalla nevicata e
dal vento.” spiegò il moro, tossendo e massaggiandosi la gola, “E di
conseguenza, non ce l’ho fatta.”.
Silver alimentò il fuoco: “Sei uno stupido incosciente.” decretò
con tono duro, gettando nelle fiamme alcuni rametti, “Potrei dire la stessa cosa
di te.” notò Gold serio, “In fondo, anche tu stavi vagando nella tempesta.”
affermò con tono cupo.
“Io ero appena arrivato in volo e ho sentito i lamenti di Aipom.
Tutto qui.” replicò semplicemente il rosso, questa volta aveva alzato lo sguardo
e lo fissava con espressione… era preoccupazione quella che leggeva nei suoi
occhi?
Poi accadde qualcosa che Gold non si sarebbe mai
aspettato.
Silver lo prese per il polso e lo riportò presso il giaciglio,
sotto lo sguardo attento di Ty, lo fece distendere e, sovrastandolo, gli scoccò
un’occhiata strana, che non sapeva identificare, sembrava quasi il ritratto
della stanchezza stessa: “Dormi. Quando la tormenta finirà, potrai
ripartire.”.
Mentre scivolava nuovamente nel sonno, Gold continuava a
chiedersi perchè l’avesse salvato.
Non lo odiava?
E pure Silver, nel profondo del cuore, si stava chiedendo le
ragioni di quel salvataggio, erano rivali, si, eppure c’era qualcosa in quel
ragazzo che lo faceva sentire bene: anche se ogni volta che si scontravano era
sempre lui ad avere la peggio, quando l’aveva visto rannicchiato nella neve, non
aveva potuto fare altrimenti.
Non avrebbe potuto lasciarlo lì, ormai anche l’odio che provava
l’aveva gettato alle ortiche.
Doveva solo capire
perché…
ANGOLO DEL
LEMURE:
Ispirata alla creepypasta EASTER EGG – NEVE
SUL MONTE ARGENTO, ho voluto tentare di scrivere una shonen ai su questa coppia.
Sono febbricitante, quindi se fa schifo, attribuite il tutto al mio stato…
-.-‘’’
Si interrompe qui, ho voluto fare un
esperimento. ^^
Spero vi sia comunque piaciuta. Ah, Gold e
Silver sono i personaggi della Saga di God, Silver e Crystal del manga (e dei
videogiochi) dei Pokèmon, non sono in alcun modo correlati
all’anime.