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Autore: Ayumii_EvA_hirO    26/01/2011    2 recensioni
In una giornata afosa di Giugno a Central City si tiene l'esame per diventare State Alchemist... ma qualcosa di strano accade agli occhi dei militari... la storia si ripete, rovesciata e contorta in una nuova Ametris
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo- Un esame in Deja Vu
 
[Central City
Quartier generale militare
Esame State Alchemist]
 
Era una calda mattinata d’inizio Giugno, una quieta aria silenziosa e tranquilla aleggiava sulle vie ed i casolari di Central City. Le undici del mattino: ormai nessuno era fuori di casa, si erano tutti rintanati nelle proprie abitazioni a preparare il pranzo, a sistemare faccende private e di lavoro o, più semplicemente, a rilassarsi dopo una mattina passata ad affaccendarsi nell’afa cocente del pieno centro urbano della regione di Ametris.
 
Il brusio nella sala si fece più intenso, una volta che il giovane uomo vestito di verde scuro fu uscito definitivamente, attraversando il grande portale in ferro battuto che, imponente nei suoi tre metri d’altezza, dominava incontrastato sulla facciata Nord del quartiere generale militare della città. Era solo da decidere se promuoverlo, quell’uomo appena andatosene dal luogo. Non era una scelta del tutto facile: aveva dimostrato talento abbastanza da meritarsi il titolo di State Alchemist, ma alcuni, soprattutto i membri anziani della giunta di votanti, non lo vedevano di buon occhio, essendo lui di Xing.
Certo, i due grandi paesi, o meglio le due nazioni confinanti, avevano ormai stipulato una solida alleanza, ma i pregiudizi, si sa, sono duri a morire e lo sono più che mai quando sono rimasti imperterriti per anni nella mente dei cittadini di un intero stato militare, per giunta.
Ma non c’era più tempo per discuterne: l’uomo in verde non era di certo l’ultimo partecipante a quell’esame. Si sarebbe dovuta rimandare l’ardua decisione a qualche minuto dopo, massimo mezzoretta.
-Il prossimo entri!- Esclamò l’anziano segretario con voce austera e nell’esatto momento nel quale l’uomo cessò di parlare lo stesso portone dal quale il primo esaminando era uscito si aprì con un cigolio sinistro e poco rassicurante, appena quel poco per permettere ad un bambino di entrare. Dal seggio d’onore il moro Comandante supremo sorrise divertito e curioso. Nella sala, d’altro canto, cadde di colpo il silenzio, tempo qualche secondo, poi il brusio di chiacchiericcio ripartì più chiassoso di prima. Gli occhi dei militari seduti a mo’ di spettatori passavano attoniti ed increduli sulla figura del nuovo concorrente venuto a Central City per partecipare al difficile esame d’ammissione al grado di cani dell’esercito. Dalla porta era entrata una ragazza, anzi no, una ragazzina giovanissima e, bisogna dirlo, abbastanza bassa. La giovane vestita da un lungo cappotto bianco dall’identità non bene definita (simile ad un cardigan ma con la parte inferiore aperta) si guardò intorno facendo muovere sulle spalle ed attorno al viso i lunghi capelli dorati. Era tranquilla, straordinariamente tranquilla se si considera il luogo nel quale si trovava e la situazione nella quale si stava cacciando, eppure  camminava verso il centro del salone di pietra come se nulla fosse. Si fermò tra le due guardie in divisa, come ogni buon esaminando che si rispetti e puntò i suoi occhi di un particolare azzurro con riflessi aurei sui militari che si sporgevano dalle lignee balconate pre controllare che la sua presenza fosse effettivamente reale.
Il segretario tossì per restituire un po’ di contegno a tutta la sala
-Il nome prego, signorina…-
-Juliet Rockbell- Rispose concisa e fredda la biondina. L’uomo seduto sul seggio d’onore sorrise nuovamente col volto carico d’impazienza.
-Bene, signorina Juliet Rockbell, ci mostri ciò per cui è qui!- Decretò sempre più austero il segretario dai capelli bianchi. Come diretta conseguenza delle sue parole la più robusta tra le due guardie porse goffamente un gessetto bianco alla concorrente in prova, ma lei lo rifiutò con un secco gesto della mano mancina tra lo stupore di tutti, tranne quello del Comandante supremo. Non c’era tempo da perdere!
Le mani guantate di bianco della dodicenne si spostarono fino a congiungersi davanti al petto, schiaffeggiandosi a vicenda sonoramente, poi la destra andò a poggiarsi sul fianco sinistro e la mancina si posò per terra di scatto. Tempo appena un decimo di secondo e il petroso pavimento intorno al punto nel quale faceva pressione con l’arto sinistro iniziò a ritirarsi ed ad unirsi in una nuova forma che si alzò lentamente in un bagliore iridescente davanti alla ragazzina: La spada di pietre appena trasmutata era straordinariamente elegante, decorata da incisioni di rovi e rose per tutto il suo metro buono di lunghezza, lungo la tsuka* e la lama liscia e brillante. A terra era rimasto un piccolo cratere. I militari si fecero quindi attenti: la giovane aveva appena messo in atto una perfetta trasmutazione materiale senza usare alcun cerchio alchemico.
-Combattimento!- Annunciò imperterrito nella sua serietà il segretario, dando così il via alla seconda parte dell’esame fisico, introdotta da soli due anni. Alle parole dell’uomo le due guardie al centro della stanza si mossero verso Juliet e quella che sembrava un armadio attaccò senza scrupoli, pur trovandosi davanti a colei che sarebbe potuta essere tranquillamente sua figlia. Il suo enorme pugno si abbatté sulla giovane che lo schivò abbassandosi a ponte e tutto solo grazie al suo essere bassina, ma non avrebbe potuto schivare per sempre. Una nuova serie di pugni partirono dalla guardia, la bionda, rendendosi conto che non avrebbe fatto in tempo a scansarsi, si parò con ambe le braccia. I colpi la fecero chinare indietro, ma non sortirono alcun effetto sulle sue braccia.
La guardia non capiva e neanche si accorse della gamba che lo colpì nel fianco e lo lanciò a qualche metro di distanza e già di per se la cosa non era normale fatta da una bimba come quella. Il suo compagno corse in suo aiuto avventandosi sulla ragazzina, attivò un cerchio alchemico sul suo guanto ed afferrò entrambe le braccia dell’avversaria portandone la temperatura al massimo: l’avrebbe ustionata.
Già, l’avrebbe ustionata se lei non fosse stata ciò che era! La giovane sgranò gli occhi sentendosi afferrare gli arti superiori e fissò le iridi iridescenti sulle mani dell’uomo che rilasciavano vapore da quanto alta era la temperatura che cercava di trasmettere alla pelle dell’avversaria.
Niente. Silenzio. Un silenzio di tomba regnava nella sala, un silenzio che, teoricamente, avrebbe dovuto essere spezzato  dalle urla strazianti della ragazza, ma queste grida proprio non volevano arrivare ad interrompere la stasi generale. La guardia alchemica alzò sconcertato lo sguardo, puntandolo sul viso della ragazzina nel preciso istante nel quale su quello compariva un ghignetto canzonario come quello che un gatto potrebbe rivolgere ad un topo vedendolo incastrato in una trappola.
-Uh?- Mugugnò l’uomo fissando confuso la biondina, ma non avendo tempo per aggiungere altro prima che la vista gli si offuscasse. Tutto poi successe in un attimo: spingendo sulle braccia Juliet alzò le gambe parallelamente a suolo e le piantò ambedue contro il petto del carceriere, mozzandogli il respiro in gola e costringendolo ad allentare la presa su di lei, facendolo cadere all’indietro. Nel medesimo istante, tornando a poggiare a terra le suole dei neri anfibi, la giovane si girò su se stessa congiungendo come qualche minuto prima le guantate gemelle davanti al petto, la destra andò a posarsi poi subito sotto l’ombelico e la sinistra si distese di colpo appena in tempo per andare ad impattare contro lo stomaco della seconda guardia che aveva fatto in tempo a riprendersi ed a tornare all’attacco. Una luce verde intenso invase la stanza partendo dal palmo della ragazzina. Quando la sala tornò alla normalità regnava nuovamente incontrastato il silenzio: le due guardie in divisa erano distese a terra senza sensi, i militari sulle balconate se ne stavano confusi ed increduli e l’alchimista rimaneva ferma in piedi, tranquilla, che si risistemava la cascata d’oro sulle sue spalle. Sembrava d’essere in un acquario. ClapClapClap… l’attenzione di tutti fu richiamata all’ordine da qualcuno che aveva iniziato ad applaudire, i mille occhi della stanza si spostarono su di una sola figura, sul seggio d’onore del Comandante Supremo.
-Brava, brava, complimenti!- Commentò sotto lo sguardo stupito degli spettatori il moro capo di stato -Certo non mi aspettavo di meno da te Juliet… Ma devo dire che hai compensato appieno le mie aspettative…- Continuò sorridente e tranquillo come non mai.
-Oooo… Sono onorata della sua benevola critica, Signore…- Verbiò canzonaria la bionda ghignando una seconda volta ed esibendosi in un inchino alla bene e meglio.
-Bene, vista la tua prestazione in questo test e siccome credo che nessuno sia ora contrario alla tua ammissione…- E dicendo ciò girò il viso da ambe le parti per controllare che effettivamente nessuno avesse qualcosa da retificare ed avendo come tutta risposta il silenzio -…recati tra un’ora nel mio ufficio!-
-Tsk…- Sillabò la ragazzina voltando le spalle all’uomo e dirigendosi verso la porta mentre le mani erano impegnate ad allacciarle i capelli in una bassa coda di cavallo -Quante arie che ti dai!-  Completò rivoltandosi per un attimo e mostrando a tutti i presenti un viso stranamente familiare.
 
 
*tsuka: impugnatura della spada, specialmente nei tipo "katana"
NOTA DELL'AUTRICE:
buongiorno, sono Ayu e spero davvero che questa fic vi piaccia. comunque sia sono disponibilissima ad accettare le critiche di chiunque e anche le correzzioni... metteò il prima possibile il prossimo capitolo... ciao ciao  
   
 
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