Salve a tutte.. manca mezz’ora alle
undici del mattino e sono già in fase “scrittura ossessivo - compulsiva”.
Peccato che questa sia la prima one shot che scrivo in assoluto.
Ci provo spesso a scriverle, ma poi mi vengono in mente altre idee e una
semplice OS si trasforma in una long che, probabilmente, non pubblicherò mai.
E questo è anche il primo lavoretto che pubblico col nuovo contatto.. la mia
pagina autrice piange di solitudine, ma sarebbe più contenta se non pubblicassi
niente!
Non è una vera e propria One shot,
però. (E qui casca l’asino).
Sto scrivendo una long proprio sul tema che leggerete dopo i miei sproloqui
(sempre se ci arriverete vive) e, ascoltando una canzone, ho iniziato a
scrivere. È una mini storiella senza né capo né coda, ma spero possa piacervi
ugualmente.
Song fiction (e anche questo tipo di scrittura è nuovo per me) ispirata dalle
canzoni “Marry you” e “Just
the way you are” di Bruno Mars.
Buona lettura.. spero.
I think I wanna marry
you
Erano abbracciati sul letto in una stanza che, non
molto tempo prima, era stata di una bambina. E adesso quella bambina era
cresciuta. Come una larva che ha fatto crescere dentro di se le bellissime ali
della sua farfalla. Era una splendida donna con lunghi capelli scuri e un
sorriso smagliante che conquistava i cuori ma, soprattutto, faceva infiammare
il suo. Quando sorrideva, pensava, era come se il mondo intorno a loro si
fermasse a guardarla, perché era fantastica. Era bellissima e glielo diceva
sempre, anche se lei non gli credeva. Ma cosa poteva fare se non continuare a
ripeterlo? Lo rendeva triste pensare che non si prendesse mai sul serio, che
non vedesse quello che vedeva lui. La sua delicatezza, la gioia, la bellezza.
Era insicura su tutto ciò che la riguardava e questo scatenava il lui un forte
senso di protezione. Adorava proteggerla, lo faceva sentire importante e amato.
Questo, però, non glielo avrebbe mai confessato. Nemmeno sotto tortura.
Non era molto esperto in tema d’amore, ma era certo che con la sua ragazza
avrebbe voluto passare il resto della vita.
Come un segno del destino, la radio stava passando una canzone adatta a quel
momento. Saranno stati i fumi dei due shots di
tequila che aveva bevuto al pub, ma poco importava. Era una bellissima serata e
lui voleva fare qualcosa di stupido, e quello lo era davvero. La cosa più stupida
che ci si poteva aspettare da un ragazzo della sua età.
Né giovane, né vecchio.
“Ehy, credo di volerti sposare” la sua voce suonò
rauca, mentre i suoi occhi, brillanti come stelle, lo fissavano curiosi “Dici
sul serio?”
“Si” la strinse più forte a sé “Insomma, penso che la tequila centri qualcosa o
forse sono i tuoi occhi, non lo so. Ma chi se ne frega, credo di volerti
sposare”
“E quando?” la voce della sua farfalla era incerta, sembrava non lo stesse
prendendo sul serio.
“Adesso”
Lei sciolse il loro abbraccio, si mise a sedere passandosi una mano tra i
capelli setosi e tornò a guardarlo “Quindi tu vorresti sposarmi. Adesso. Eh si,
la tequila deve averti giocato un brutto scherzo” scoppiò a ridere, sotto lo
sguardo serio di lui. La sua risata, quella che lei tanto odiava, era proprio
sexy e per qualche attimo dimenticò cosa doveva dire. Era rimasto incantato.
“Dico sul serio. C’è una piccola cappella lungo la strada, potremmo andarci.
Per una volta potremmo dimenticare di essere la coppia perfettina e fare
qualcosa di imprevisto e insensato”
“Insensato, appunto” Smise di ridere e tornò seria. Dubitava delle capacità
mentali del suo ragazzo in quel momento e, almeno uno dei due, doveva restare
concentrato.
“Devi dire solo si e possiamo andare, però solo se sei sicura come me”
Le espressioni del suo volto cambiavano di secondo in secondo: sorpresa,
dubbio, indecisione, avversione, divertimento..
Non era per nulla convinta, così egli decise di marcare la sua inusuale
proposta “Lungo la strada potrei comprare un anello, così faremmo le cose per
bene. Ci sposiamo stasera stessa e se domani ci dovessi ripensare, pazienza”
“Come faccio a dire ‘si’?”
“E’ solo una sillaba, dimmelo adesso”
“E poi, se davvero ci dovessimo ripensare, come fai a dire solo ‘pazienza’? Il
matrimonio è un passo importante, non va preso alla leggera” Stava per cedere;
stava girando attorno alla sua proposta e non avrebbe resistito ancora per
molto.
“Domani è lontano. Che importa? Facciamo questa pazzia” Con un balzo saltò giù
dal letto e si avvicinò alla porta, gettandole un’ occhiata di sfida. “Sarà
divertente”
“E’ una pazzia perché sei completamente fuori di testa. E io più idiota di te
che ti assecondo” sbuffò lei mentre lo raggiungeva.
“Quindi andiamo?”
“Si, ma facciamo in fretta prima che possa ripensarci” lo spinse fuori dalla
stanza e spense subito la sua risata: si era ricordata che non le piaceva.
“Prima, però, passiamo dal supermercato” disse lui una volta in auto.
“Perché?”
“A prendere il Patron per festeggiare”
“Lo sai che non bevo”
“Almeno al tuo matrimonio dovrai farlo” Il sorrisino vittorioso luccicò al
buio.
Lei roteò gli occhi e li puntò al tettuccio dell’abitacolo “Matrimonio.. Oddio,
non ci mi far pensare!” Si mise una mano sulla fronte e partirono. Una piccola
cittadina con giusto qualche supermercato aperto a quell’ora della sera. E due
pazzi a girovagare in una vecchia Ford che aveva visto tempi migliori, diretti
a una piccola cappella.
Note finali
Ah, sono piena di vergogna, chiedo venia. Mi dispiace che abbiate dovuto
leggere questo primo esperimento, ma non pubblico da molto tempo su EFP e
volevo trovare qualcosa che mi ridesse il via.
Per gli insulti sono sempre disponibile ^_^
Un bacio, Alessia.