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Autore: Il Saggio Trentstiel    27/01/2011    4 recensioni
Tre studenti ed amici -Trent, Geoff e Tyler- condividono un appartamento ad Ottawa.
La grande città canadese offre numerosi luoghi per studiare, divertirsi, lavorare e conoscere persone più o meno interessanti.
Purtroppo nasconde anche personaggi e situazioni che sarebbe meglio non affrontare mai...
Cosa c'entrano gli origami? Chi li crea a regola d'arte, appena prima che avvengano certi preoccupanti episodi? Perchè, pian piano, vengono coinvolti proprio Trent, Geoff e Tyler?...
Storia disgraziatamente in pausa...Tenterò di riprenderla quanto prima...
Genere: Azione, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Musica martellante, luci accecanti e tanta, tanta gente intenta solo a ballare e a divertirsi.
D'altronde il Pathos, la miglior discoteca della zona -e forse anche dell'intero Ontario- era stato costruito esclusivamente per offrire qualche ora di sballo ai giovani nottambuli del sabato sera.
Erano davvero pochi gli adolescenti e i giovani a non conoscere, neanche di fama, il Pathos; ancora meno erano coloro che non sarebbero mai voluti entrarci.
Uno di questi era Trent McCord, studente ventunenne originario di Winnipeg trasferitosi ad Ottawa da ormai un paio d'anni.
Condivideva un modesto appartamentino con altri due studenti suoi coetanei, Tyler Oldring e Geoffrey Petronijevic, più semplicemente noto come Geoff o Uomo-Party.
Lo stesso che, a prezzo di una lunga discussione e parecchie, patetiche preghiere, era riuscito a trascinare Trent al Pathos.
"Dai che ci divertiremo, dai che una volta ogni tanto non ti ucciderà, dai che stasera sarà fantastico..."
Dozzine di "dai" dopo, Trent si era lasciato convincere, forse soltanto per far tacere l'amico.
Tyler, che a causa di un esame il mattino seguente non si sarebbe unito a loro, lo aveva guardato con un sorriso divertito, ricevendo una sfilza di insulti fantasiosi dall'altro.
Quella sera alle dieci Geoff aveva cominciato ad agitarsi, già proiettato con la mente all'interno del caotico ed affollato locale e, canticchiando a mezza voce alcuni selezionati brani dance, aveva cominciato a vestirsi.
Trent lo aveva osservato con un misto di esasperazione e divertimento, per poi cominciare a vestirsi a sua volta.
Su suggerimento di Geoff, e visto che il tema della serata era "Black&White", i due si erano vestiti esattamente allo stesso modo: camicia bianca, pantaloni scuri, scarpe bianche.
Geoff aveva rimirato estasiato Trent dopo che aveva indossato gli abiti per lui selezionati, e fingendosi commosso aveva declamato
"Sembriamo due gemelli!"
ricevendo in risposta un
"Gemelli un cavolo, e non fare queste osservazioni da finocchio!"
Ovviamente la discussione si era tramutata in uno scambio di insulti -che coinvolgevano tutto e tutti, dagli antenati dei due alle ragazze conosciute o frequentate dall'uno e dall'altro-, a cui era stato posto termine da un nervoso ed irritato Tyler, che li aveva cacciati letteralmente fuori di casa urlando che doveva finire di studiare.
I due si erano diretti a piedi verso la discoteca affrontando stoicamente il gelo di Ottawa, che li faceva tremare nonostante i pesanti giubbotti che avevano indosso, giungendo alfine davanti alla loro meta: Trent aveva guardato con autentico terrore la folla asserragliata di fronte alla discoteca, mentre Geoff era apparso deliziato dall'elevato numero di persone.
Di buono c'era che, grazie alle conoscenze di Geoff, i due erano riusciti ad entrare dopo soli dieci minuti di coda e, dopo aver consegnato i cappotti all'addetta, si erano mossi verso la sala principale della discoteca, da cui proveniva musica ad alto volume e centinaia di voci e risate.
Trent aveva sospirato
"Devo essere demente per essermi fatto convincere così"
Geoff aveva riso di gusto
"Demente lo sei, quello è poco ma sicuro!
Comunque non essere così pessimista, magari stasera riuscirai a trovare qualche fanciulla allegra e compiacente!
"
A malincuore Trent aveva sorriso, sistemandosi poi il colletto della camicia.
Così vestito si sentiva tremendamente a disagio, contando poi che si trovava anche in un ambiente a lui ben poco congeniale: Geoff, al contrario, sembrava decisamente compreso nel suo elemento.
Alto, con gli occhi azzurri, i capelli lisci e biondi ed il fisico scolpito, era quel che si dice un "Magnete per Ragazze", e forse era proprio questo a fargli apprezzare tanto discoteche e feste varie!
Trent, al contrario, aveva capelli corvini, occhi verdi ed era più basso e meno palestrato dell'amico: aggiungendo a questo la sua aria da ragazzo a posto e affatto contento di trovarsi in un luogo simile, si capiva come mai gli sguardi delle ragazze gli scivolassero addosso senza soffermarsi su di lui.
Non che non riuscisse a conquistarle (o, per usare un termine Geoffiano, "rimorchiarle"), ma semplicemente accanto a Geoff veniva eclissato, sebbene la cosa non gli facesse nè caldo nè freddo.
Nonostante tutto i due erano entrati, e al momento si trovavano seduti su due bassi pouf imbottiti attorno ad un tavolo, intenti a bere i loro cocktail
"Ci sarebbe da brindare per il tuo ingresso qui dentro"
disse Geoff, ridacchiando nel suo bicchiere di Cuba Libre.
Trent sorrise sarcastico in risposta, continuando a bere il suo Mojito e guardandosi attorno con aria spaesata.
Ad un tratto il suo sguardo fu attratto da due ragazze poco più in là, una bionda ed una mora, che ballavano assieme e sembravano divertirsi un mondo: Geoff notò a sua volta l'oggetto dell'interesse dell'amico
"Invece di stare qua a mangiartele con gli occhi, perchè non vai a ballare con loro?"
Trent si riscosse ed assunse un'espressione fintamente colpevole
"Sempre a pensar male tu!"
disse con un gran sorriso, tornando poi serio
"E' che quella bionda mi ricorda qualcuno, ma non saprei proprio chi..."
Geoff roteò gli occhi e gli diede una pacca su una spalla
"La scusa è vecchia amico, vai e buttati!"
Il moro fece spallucce e, posato il bicchiere oramai vuoto sul tavolino, si alzò in piedi: senza voltarsi a guardare l'amico -sicuramente Geoff stava sbellicandosi dalle risate- si diresse lentamente verso le due, cercando di apparire un minimo sicuro di sè.
Tutt'attorno a lui ragazzi e ragazze ballavano e si agitavano, finendo anche per urtarlo: Trent però non si crucciava di questi piccoli "incidenti di percorso", concentrato com'era sulle figure flessuose che, sempre più vicine, ballavano dritto davanti a lui.
Accelerò appena il passo, pronto a tentare un approccio "alternativo" con le due ragazze: giunto in prossimità della bionda -la più carina delle due, decisamente!- finse di essere stato urtato e la urtò a sua volta.
La ragazza sobbalzò al contatto, e si voltò interdetta, rivelando di avere due occhi di un azzurro luminosissimo oltre ad un corpo praticamente perfetto
"Scusami, non volevo urtarti, è solo che..."
"Trent?"
Il ragazzo rimase stolidamente con la bocca aperta a metà, le parole morte in gola: come faceva quella ragazza a conoscere il suo nome?
Giurò a se stesso che se quello era uno scherzo architettato da Geoff, l'avrebbe ucciso lentamente e dolorosamente.
Uscì da questi macabri pensieri e si costrinse a dire qualcosa piuttosto che rimanere inebetito a fissare la bionda
"Ehm...Ci conosciamo?"
La ragazza sorrise, mentre la sua amica mora squadrava Trent con aria di sufficienza
"Sono Lindsay, ti ricordi di me?"
Lindsay? Quella Lindsay? La sua vecchia compagna del liceo?
Effettivamente, ora che riusciva a vederla in volto, si disse che avrebbe dovuto riconoscerla prima: il sorriso allegro e gli occhi innocenti erano quelli di sempre!
Lindsay lo abbracciò contenta
"Mi sono trasferita qua per studiare l'anno scorso, assieme a Heather"
Si voltò verso l'altra ragazza, dai lunghi capelli scuri e dagli occhi leggermente a mandorla, in quel momento malignamente puntati su Trent, che cominciava a sentirsi un po' a disagio
"Piacere, Trent"
disse imbarazzato, tendendole la mano.
Heather guardò per qualche secondo la mano del ragazzo, come se avesse timore di sporcarsi toccandola, ma infine la strinse brevemente
"Il mio nome già lo sai"
Trent sorrise sempre più a disagio sperando che Lindsay, com'era solita fare a scuola, intervenisse innocentemente per alleggerire l'atmosfera: fortunatamente, le sue aspettative non furono disilluse
"Accidenti, sono secoli che non ci vediamo! Tu come mai sei qui ad Ottawa? Studi anche tu?"
Il ragazzo stava per rispondere alle domande della bionda, ma Heather lo precedette
"Lindsay avanti, torniamo a divertirci! Avrai tutto il tempo che vuoi per chiacchierare ancora con lui"
Trent finse di non accorgersi del tono dispregiativo che la mora aveva utilizzato dicendo "lui", e si limitò ad annuire con un sorriso posticcio sul volto.
Lindsay sorrise nuovamente in risposta
"Hai ragione Heather! Trent, è stato un piacere rivederti, magari questi giorni potremmo sentirci ed organizzare qualcosa, che dici?"
Non attese risposte ma, mentre l'amica la trascinava poco più in là, salutò il ragazzo con la mano.
Trent rispose al gesto con un rapido cenno, non prima di aver sentito Heather dire piccata a Lindsay
"Solo io mi sono accorta che voleva rimorchiarti?"
Sospirò e fece per tornare da Geoff, ma si bloccò quasi subito.
Se fosse tornato con le pive nel sacco, l'amico lo avrebbe sfottuto da lì a chissà quanto, cosa che in quel momento avrebbe voluto evitare con tutto se stesso.
Si guardò attorno, e notò con piacere di essere arrivato nei pressi del bancone del bar, in quel momento miracolosamente libero.
Si avviò deciso in quella direzione, rimuginando su quanto quella serata si stesse rivelando poco divertente: musica discutibile suonata da un dj dal nome impronunciabile e dagli atteggiamenti irritanti, figuracce, un numero impressionante di persone che più che ballare si urtavano l'una con l'altra...
Si sedette su un alto sgabello davanti al bancone, dando voce inconsciamente ai propri pensieri
"Odio le discoteche"
"Allora perchè sei qui?"
Alzò lesto lo sguardo, accorgendosi che a parlare era stata una ragazza dietro il bancone, a cui si era appoggiata: era magra, con capelli di media lunghezza dal colore bizzarro -neri con diverse ciocche verdazzurre- ed indossava una canottiera nera con su il logo del locale.
L'altro sorrise a mo' di scusa
"Non intendevo...Insomma..."
"Non preoccuparti, anch'io odio questi posti, ma avendo bisogno di un lavoro mi sono accontentata!
Comunque cosa ti porto?
"
Trent non si sarebbe mai aspettato una risposta simile, e balbettò
"Un...Un Gin Lemon...Grazie"
Osservò la ragazza affaccendarsi tra bottiglie, bicchieri e cannucce, e tornare poco dopo con il suo cocktail corredato da una fettina di limone sul bordo del bicchiere.
Ringraziò nuovamente la giovane e cominciò a bere dalla cannuccia, riflettendo nel contempo su una scusa da propinare a Geoff per giustificare il suo fallimento con Lindsay: subito però notò qualcosa che lo distrasse.
La ragazza che gli aveva appena servito il cocktail si era chinata sul bancone per recuperare alcuni bicchieri vuoti, e dalla scollatura della canottiera era sbucato un pendente argentato a forma di croce, con su incisa la parola...
"Nightwish? Ti piacciono i Nightwish?"
La ragazza si voltò sorpresa, sfiorando il proprio ciondolo
"Si perchè? Li conosci anche tu?"
Gli occhi di Trent si accesero di eccitazione
"Se li conosco? Io li adoro letteralmente! Certo, i Nightwish dei tempi d'oro -quelli di Tarja, insomma- erano tutt'altra cosa, ma anche Anette Olzon non se la cava poi così male secondo me!"
La ragazza lo ascoltò con attenzione, mentre un sorriso le si dipingeva lentamente sul volto: non appariva annoiata o infastidita, come molte altre persone quando Trent cominciava a declamare sermoni su musica ed artisti, bensì sinceramente interessata.
Diede poi in una breve risata
"Non sei affatto un tipo da discoteca tu, eh?"
Trent ridacchiò a sua volta, stringendosi nelle spalle
"Così pare, un mio amico mi ha convinto a venire qui stasera e non mi sono potuto opporre"
Rise nuovamente, imitato dalla ragazza, del tutto dimentico dei cupi pensieri di poco prima.
Trascorse parecchio tempo lì al bancone, a chiacchierare con Gwendolyn -"Ma preferisco Gwen" gli aveva detto- e ad osservarla mentre, rapida e precisa, serviva i vari clienti.
Fu durante uno di questi momenti durante il quale Gwen era impegnata con un discreto numero di bevitori che Trent sentì il cellulare che vibrava nella tasca dei pantaloni.
Prima ancora di leggere il nome di chi lo stava chiamando controllò l'ora, stupendosi nel notare che fossero già le quattro e mezza: intanto il cellulare continuava a vibrare e, anche se la musica del locale rendeva impossibile accorgersene, a suonare.
Trent rispose rapidamente, e la voce alta e allegra di Geoff gli si insinuò subito nell'orecchio
"Ma dove accidenti sei finito? Sappi che se non ti sei almeno scopato la bionda, non rientri a casa!"
Trent rise, e Geoff cominciò quasi ad urlare
"Stai ridendo? Stai ridendo? Amico, questo equivale ad una confessione!
Ti aspetto qui fuori tra cinque minuti, voglio che mi racconti tutto!
"
Trent assentì e, conclusa la conversazione, tornò a guardare lungo il bancone: Gwen era ancora impegnata con i clienti, affiancata da una ragazza di colore dalle forme generose e con lunghi capelli neri.
Per un attimo pensò di attirare la sua attenzione per salutarla, ma poi si bloccò: in primis, non avrebbe saputo cosa dirle; secondo poi, i clienti lo avrebbero sbranato per aver distolto la ragazza dall'intento di dissetarli!
Ebbe un'illuminazione, e cominciò a frugarsi come un forsennato nelle tasche, finchè non estrasse trionfante il portafoglio: prese una banconota da dieci dollari e la lasciò sul bancone e ad essa affiancò uno scontrino sbiadito, su cui scrisse in fretta e furia il proprio numero di cellulare -benedicendo mentalmente la sua abitudine di portare con sè, sempre e comunque, una penna funzionante!-.
Ciò fatto, chiamò con un cenno la ragazzona di colore, che si avvicinò rapida
"Posso lasciare a te i soldi? Ho preso soltanto..."
"Un Gin Lemon, ho visto prima!"
Gli strizzò l'occhio e prese banconota e foglietto, senza accorgersi della presenza di quest ultimo: prima che potesse muoversi verso il registratore di cassa Trent la fermò
"Aspetta, non voglio il resto! Consideralo una mancia per la tua collega, e...Beh, se vuoi dille che sono stato io"
La ragazza rise
"Puoi star sicuro che lo farò, parola di LeShawna!"
Si salutarono e Trent quasi corse verso l'uscita, ricordandosi all'ultimo istante di dover ritirare il giubbotto al guardaroba.
Recuperato l'indispensabile capo d'abbigliamento, potè finalmente uscire dal locale, volgendo il capo a destra e a sinistra alla ricerca di Geoff.
Individuò il biondo appoggiato ad una macchina parcheggiata, occupato a parlare al cellulare: non appena individuò Trent gli fece cenno di avvicinarsi e, mentre quello lo raggiungeva, chiuse la conversazione.
Subito esibì un sorriso a trentadue denti ed abbracciò l'amico, rischiando di soffocarlo
"Geoff...Mi stai strozzando..."
L'altro lo lasciò andare, senza però smettere di sorridere maliziosamente
"Allora? Non hai niente da raccontarmi?"
Trent sorrise allegro, così Geoff cominciò a blaterare di collegamenti tra il sorriso sornione dell'amico e la sua presunta "conoscenza approfondita" con la bionda.
Il moro scosse il capo e cominciò a camminare, seguito dall'altro ancora tutto preso dai suoi inestricabili ragionamenti: Trent si accese una sigaretta e lanciò un'ultima occhiata all'insegna iridescente del locale.
Chi l'avrebbe detto che, alla fine, la discoteca non sarebbe stata poi così male?
   
 
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