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Autore: potterfanlalla17    27/01/2011    5 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima FF su Castle...telefilm che amo moltissimo! Ovviamente l'ispirazione viene tutta dall'ultima puntata 3x13! Quanto alla trama: Rick sente l'esigenza di chiarire la situazione con Kate, anche alla luce della chiacchierata che il nostro scrittore ha avuto con la madre durante l'episodio citato. E l'occasione è una festa a casa di Castle per celebrare l'inizio delle riprese del film Heat Wave. E' una storia molto semplice che dà voce ai miei pensieri dopo aver visto la puntata...spero vi piaccia! Fatemi sapere! Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Why do you keep coming back, Rick?

 

 

 

Kate Beckett era splendida nel suo lungo abito nero.

Lanie, alla fine, aveva avuto ragione nel consigliarle quel vestito in seta, lungo fino a terra, che lasciava intravedere il solco tra i seni. Il classico abito che gioca tanto sul “vedo-non vedo”, come piace agli uomini, del resto. E come sarebbe piaciuto a lui, soprattutto.

Le scocciava ammetterlo, ma si era fatta bella unicamente per lui. A quella festa ci sarebbero state star e celebrità vestite di tutto punto e lei non poteva certamente permettere che il “suo” Rick fosse distratto dalle forme sensuali e seducenti di un’altra. In fondo, anche lei non era poi così male…solo doveva smetterla di mostrare unicamente il suo lato professionale e lasciar trasparire quello femminile! Queste erano state le esatte parole della sua amica patologa: e Kate se le era ripetute come un mantra non solo mentre si infilava quel vestito da 400 dollari (al solo pensiero le veniva da piangere), ma anche mentre si truccava e si sistemava quei capelli che lei giudicava indomabili.

E così, con quasi 20 minuti di ritardo, ora era lì, davanti alla porta di casa di Castle sicura che in quell’abito troppo chic per lei avrebbe finito col fare una figura ridicola! Per un istante pensò di andarsene e di accampare una scusa l’indomani al distretto, ma in fin dei conti quella festa era un po’ per lei. Nikki Heat.

Castle aveva insistito nell’organizzare una piccola festicciola tra “pochi” amici (il che, secondo gli standards di Castle, significava almeno una quarantina di persone) per celebrare l’inizio delle riprese del film tratto dal suo best seller Heat Wave: e ovviamente aveva assillato Kate per giorni affinché la sua eroina, la sua musa, la sua ispirazione, fosse presente! La detective non voleva deluderlo e così alla fine, dopo averlo tenuto un bel po’ sulla corda, aveva accettato l’invito. Cosa le costava, in fondo, starsene un paio d’ore in mezzo ad attrici, registi, scrittori e chissà cos’altro?

Ma ora che si trovava davanti a quella porta tutti i suoi buoni propositi stavano vacillando: solo poche volte Kate aveva avuto a che fare con gli amici di Castle e quasi sempre li aveva trovati vuoti e insignificanti; più di una volta si era chiesta come facesse Rick a sopportarli: appartenevano allo stesso mondo fatuo dello spettacolo, è vero, ma Castle era profondamente diverso da tutta quella gente. Lui era un ricco bambino viziato, ma a parte questo era un uomo assolutamente normale, forse con dei gusti un po’ eccentrici e dispendiosi, ma non si era mai permesso di trattare nessuno dall’alto in basso solo perché aveva avuto la fortuna di crescere nei quartieri alti di New York!

Decise che era ormai troppo tardi per qualsiasi ripensamento e per tornarsene a casa e soprattutto pensò che se non si fosse presentata a quella festa avrebbe di fatto buttato i 400 dollari del vestito; in fondo, una volta dentro, poteva starsene con Ryan ed Esposito infischiandosene degli altri ospiti! Così allungò la mano per suonare il campanello, ma un improvviso capogiro la costrinse ad appoggiarsi allo stipite della porta. Nello stesso istante una cascata di capelli rossi si era materializzata sulla soglia dell’appartamento.

-Kate! Finalmente! Papà non faceva che chiedere di te! Forza, entra! Ma, ti senti bene? Sei pallida…

-Sì, certo, Alexis. Benissimo. Devo solo aver fatto le scale troppo di corsa, per evitare di accumulare altro ritardo! So quanto tuo padre detesti i ritardatari, anche se lui è il primo della categoria!

Alexis sorrise dolcemente e Kate si sorprese nel vedere quanto in quel momento la ragazza assomigliasse al padre: lo stesso sguardo dolce e sincero, ma anche furbo e sveglio. Le era sempre piaciuta Alexis, fin da primo giorno in cui l’aveva conosciuta. E Kate ricordò distintamente il primo pensiero che fece dopo quell’incontro: come poteva Alexis essere cresciuta così bene avendo un padre come Castle? Solo nel corso del tempo la detective aveva compreso che la ragazza era cresciuta così bene proprio perché aveva Castle come padre. Alexis era la parte migliore di lui: quello che Rick si ostinava a voler nascondere dietro la sua ironia, il suo sarcasmo, il suo infantilismo.

-Beckett, finalmente! Stavo per mandare Ryan ed Esposito a prelevarti con la forza!- Rick Castle si stava avvicinando a lei a grandi passi. Il suo sorriso migliore sulle labbra (forse frutto di qualche margarita di troppo, pensò Kate). Castle le prese il cappotto e contemporaneamente le diede un leggero bacio sulla guancia. Kate lo guardò perplessa. Anche questo doveva essere frutto dei margarita!

-Oh…scusami! Io….beh, conosci già Natalie Rhodes, giusto?- disse Castle cercando ti porre fine all’imbarazzo che si era creato.

-Ma certo…come stai Natalie?- chiese Kate tentando di riprendere il controllo del suo cuore, che aveva cominciato a battere all’impazzata sin da quando aveva visto Rick avvicinarsi a lei.

-Bene, mentre voi vi comportate da care vecchie buone amiche, io vado ad appoggiare il tuo cappotto e a prendervi qualcosa da bere! Non sia mai che qualcuno se ne vada da una festa a casa Castle sobrio!

Sia Natalie che Kate sorrisero in direzione dell’uomo che sfrecciava al piano superiore con il cappotto della nuova arrivata.

-Allora, a quanto pare le riprese stanno per cominciare!- disse Kate per rompere il ghiaccio. Vedendo Natalie davanti a sé non riusciva a non pensare a quando l’aveva vista baciare Rick in ascensore al distretto. Ed inevitabilmente una fitta di gelosia l’aveva afferrata.

-Già…sono davvero entusiasta! Non vedo l’ora…spero vorrai essere dei nostri quando proietteremo privatamente l’anteprima!

-Ma certo! Come potrei mancare…

Il dialogo fu interrotto da un’interminabile silenzio. Fu l’attrice questa volta a parlare per prima.

-E con l’affascinante scrittore, qualche novità?- il tono usato da Natalie non lasciava dubbi sul significato delle sue parole. Per questo la detective arrossì violentemente per una frazione di secondo.

-Cos…? Assolutamente no, nessuna novità!

-Peccato…credevo proprio che voi due prima o poi…- ma Natalie si fermò notando il ritorno del padrone di casa.

-Ecco qui le mie due Nikki Heat preferite- disse Castle tornando con due cocktail in mano, come promesso.

Sia Kate che Natalie presero il bicchiere che gli veniva offerto nel più assoluto silenzio: Kate cercava ostentatamente di guardare altrove e Natalie invece sogghignava rivolta a lei.

-Ho interrotto qualcosa?- chiese lo scrittore preoccupato per la tensione tra le due.

-No, Castle. Anzi, scusatemi ma devo andare a parlare con lo sceneggiatore…ho un paio di idee per migliorare il suo copione…e renderlo più fedele al libro, scrittore!- concluse l’attrice lasciando Kate in balia di Castle.

-Allora, ti piace? In fondo questa festa è per te…- Rick era evidentemente emozionato. Aveva organizzato tutto per lei. Perché tutti sapessero che la sola, vera, unica, Nikki Heat era lei e non certo quella Natalie.

-Beh, Castle sono appena arrivata…ma sì, mi sembra tutto molto carino!

-Tu invece sei bellissima, Kate!- la detective lo guardò stupita. Non solo per il complimento, ma perché l’aveva consapevolmente chiamata per nome. Ma stranamente lei sentì di non doverglielo far notare.

-Grazie, Rick! Anche tu non sei male…

-Non sono male? Mia cara detective, dì pure che sono in forma smagliante…- ed ecco rispuntare il suo solito sorriso strafottente.

Davanti a quella scena Kate rise di cuore: era piacevole sapere che al mondo c’era qualcuno come Castle. Qualcuno che in ogni circostanza avrebbe saputo farla ridere e divertire, che le sarebbe stata accanto quando ne avesse avuto bisogno. Qualcuno che avrebbe organizzato una festa come quella solo per lei.

Ma di nuovo un tremendo capogiro la scosse e questa volte Kate si sentì mancare la terra sotto i piedi. L’ultima cosa che udì fu la voce di Castle che la chiamava da un luogo lontanissimo:

-Kate…Kate! Stai bene? Kate!

E poi il buio.

 

 

 

 

Quando riaprì gli occhi, Kate era sdraiata nel letto più comodo che avesse mai provato.

-Ehi, guardate! Si sta riprendendo! Kate…come ti senti? Hai bisogno di qualcosa?

La voce di Alexis svegliò la detective completamente. Davanti a lei, ai piedi del letto, c’erano Martha e Alexis che la fissavano con lo sguardo preoccupato.

-Tesoro, lascia almeno che si riprenda prima di sommergerla con le tue domande!- Kate sorrise a questo commento e si voltò alla ricerca dell’uomo che lo aveva pronunciato. Rick era seduto sul letto proprio accanto a lei e le teneva dolcemente la mano. Aveva le mani calde. Non lo aveva mai notato prima.

-Cosa è successo? Stavo parlando con te e…- la detective cercò di sollevarsi dal letto ma al primo debole tentativo dovette arrendersi.

-Ehi! Dove credi di andare? Tu devi riposare. Sei appena svenuta di sotto…

-Svenuta?

Kate era profondamente in imbarazzo: svenire ad una festa organizzata in suo onore dopo soli pochi minuti dal suo arrivo. E per giunta era stata soccorsa da Castle…e ora…ne era certa, si trovava nel suo letto! Il suo cuore cominciò a battere senza freni. Perché quando si trattava di quello scrittore da strapazzo doveva sempre perdere il controllo in quel modo?

-Già, ma papà ti ha presa in tempo, prima che crollassi sul pavimento e ti ha portato qui!- precisò Alexis. Ma le parole della ragazza non fecero che peggiorare l’imbarazzo della detective.

-Ehm, Alexis, perché non torni di sotto con la nonna e tranquillizzi tutti sulla salute della nostra ospite?

Quello di Castle era un chiaro tentativo di rimanere solo con Kate e sia la figlia che la madre intuirono le intenzioni dell’uomo. E senza aggiungere altro uscirono dalla stanza lasciando Kate e Rick soli nel più completo imbarazzo.

-Mi dispiace, Castle! Per la festa e…beh, per questo!- fu Kate a rompere il silenzio.

-Non dirlo nemmeno per scherzo! Mi hai spaventato da morire…l’inossidabile Nikki Heat stroncata da un’influenza. Potrebbe essere il mio nuovo best seller: Haet’s Flu!- scherzò Rick alzandosi e andando a prendere qualcosa nel bagno padronale.

-Credo che i tuoi lettori lo troverebbero mortalmente noioso.

-Lo credo anche io! Ecco, prendi questa!- disse lo scrittore porgendo alla donna una pastiglia.

-Che cosa è?

-Tranquilla, non sto cercando di stordirti per approfittare di te, detective!

-Non ci riusciresti comunque, scrittore!

-Questo è tutto da vedere! Ora giù, forza!

Kate sorrise. Rick era sempre così premuroso con lei: aveva sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti. Sapeva quello che desiderava ancora prima che lei formulasse a voce un qualsiasi pensiero.

-Avanti, torna pure dai tuoi ospiti! Si staranno chiedendo che fine hai fatto!

-Dì pure che non vuoi che la gente di sotto pensi che qui stia succedendo qualcosa di vagamente simile alla scena hot tra Rook e Nikki…- commentò sarcastico Castle sedendosi di nuovo accanto a Kate che arrossì alle parole dello scrittore.

-Castle!- fu la sola risposta che Kate riuscì a formulare.

-Se vuoi posso darti qualcosa di più comodo per dormire- suggerì l’uomo come se non avesse nemmeno sentito la protesta di Kate.

-Cosa? No, adesso me ne vado a casa mia! Dormirò nel mio letto, Castle- e la donna sottolineò con forza il possessivo.

-Beckett, sei appena crollata a terra nel mio salotto e ti ho dato una pastiglia che potrebbe stroncare un elefante! Non riuscirai a muoverti di qui almeno fino a domani mattina! Quindi, per favore, smettila di fare la bambina capricciosa e fatti dare una mano!

Kate aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì un suono. Castle aveva ragione. E detestava ammetterlo.

-Vado a prenderti uno dei pigiami di mia madre…quelli di Alexis credo siano troppo piccoli per te!

-Ok, grazie!

La detective guardò l’uomo uscire dalla stanza e nello stesso istante maledisse il momento in cui aveva accettato di andare a quella maledetta festa! Ora si trovava nella stanza di Castle, nel suo letto, e la cosa peggiore era che tutto quello non le dispiaceva affatto!

Si guardò intorno per qualche istante e dovette riconoscere che tutto l’ambiente aveva l’impronta di Rick. Aveva pervaso la stanza di sé, ma con gusto.

-Eccomi…questo dovrebbe andare! E tranquilla, non starò qui mentre ti cambi, se è questo che ti preoccupa.

-E poi dicono che non ci sono più i gentiluomini di una volta! Mi dispiace solo per questo vestito! Lanie mi ha convinto a comprarlo per questa festa! 400 dollari per pochi minuti!

-Beh, se ti può consolare sono stati pochi meravigliosi minuti! Eri di gran lunga la più bella donna presente alla festa…ma lo saresti stata anche con i tuoi soliti jeans e il tuo giubbino in pelle.

Kate era al colmo dell’imbarazzo: non le veniva in mente nulla da dire per uscire da quella situazione. E mentre rifletteva sulle parole più appropriate per quel momento, non si accorse che Rick le si era nuovamente avvicinato.

Castle la fissava dritta negli occhi e le prese nuovamente la mano.

-Rick, che stai facendo?

-Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa, Kate!

-Rick…

-No, sono stanco di rimandare! Qualche settimana fa nel tuo appartamento mi hai chiesto perché torno sempre da te, ricordi? So che tu conosci la risposta a questa domanda, Kate! Kate, io…

-Rick, ti prego- lo implorò la detective in un ultimo disperato tentativo di zittire lo scrittore. Sapeva esattamente quali sarebbero state le prossime parole di Castle e se da un lato erano mesi che aspettava di sentirsele dire, dall’altro temeva che una volta fatto quel passo le cose sarebbero cambiate per sempre. Forse in peggio. Irrimediabilmente.

-Io ti amo, Kate Backett! Ti amo più della mia stessa vita…e tu questo lo sai! Lo so, non sono un supermedico che se ne va in Africa a salvare vite umane! Sono solo uno scrittore di gialli un po’ viziato e rompipalle, ma ti amo come non ho mai amato nessuna prima. Né la madre di Alexis né Gina. Farei di tutto per te…e l’ho fatto, in effetti! Ho rischiato la mia vita più di una volta per proteggerti e lo rifarei altre cento, mille volte se fosse necessario! Quando ti ho baciata in quel vicolo, non era solo un diversivo per distrarre il tizio che c’era all’entrata del magazzino. Ok, forse è iniziata così, ma poi...poi ti ho baciata perché desideravo farlo da mesi!

Kate avrebbe voluto distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri di Castle che la fissavano con intensità: erano così fermi e decisi, non ricordava di averli mai visti così prima. Sentiva che quegli occhi potevano guardarle dentro, in profondità: sentiva che non avrebbe potuto nascondergli nulla dei suoi sentimenti se avesse continuato a guardarla così.

-Ma io non posso più continuare in questo modo, Kate! Ho una figlia, che dipende unicamente da me. Se mi succedesse qualcosa le resterebbero solo sua madre (e hai conosciuto il tipo) e mia madre (e anche qui non è che andiamo proprio tanto meglio)! Ho anteposto te a lei per troppi mesi ignorando quanto la facesse preoccupare il sapermi in mezzo ai peggiori criminali di New York. All’inizio era solo per le ricerche per i miei libri, ma ora non è più così: ora i libri non c’entrano più! Vengo tutti i giorni al distretto solo per vedere te, per stare un po’ con te. Perché questo mi bastava. Ma ora non mi basta più…dammi un motivo, Kate! Dammi una sola ragione per continuare tutto questo o da domani toglierò il disturbo dal tuo distretto e questa sarà la nostra festa d’addio.

Un aut-aut. Ecco cosa le aveva appena proposto Castle. Un aut-aut!

Lo sapeva che quel discorso sarebbe finito male: lei era certa di amare Rick, ne era sicura da molto tempo oramai! Ma sapeva anche quanto le costasse avere fiducia in lui! Solo pochi mesi prima era pronta a confessargli i suoi veri sentimenti e lui se ne era andato con Gina, la sua ex moglie. Viveva nel terrore che se mai si fosse concessa a Castle lui prima o poi l’avrebbe ferita nuovamente. E non l’avrebbe sopportato di nuovo.

-Capito…questo silenzio vale più di mille parole!- Rick si alzò dal letto lasciando la mano di Kate e dirigendosi verso la porta della propria stanza.

In quel momento la detective comprese che se non avesse fatto nulla per fermarlo lui se ne sarebbe andato per sempre dalla sua vita e che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui lo avrebbe visto. Sentì un nodo in gola così forte da non farla respirare. Il dolore di perderlo per sempre era anche maggiore di quello che si sarebbe mai aspettata.

-Rick, aspetta! Tu…non hai capito niente!

Kate non potè vederlo perché Rick le dava le spalle, ma l’uomo sentendo la voce della donna chiamarlo aveva cominciato a sorridere.

-E allora spiegami, Kate!

-Io…io ho solo paura che tu ti possa stancare di me e andartene, come hai fatto quest’estate!

Era finalmente giunto il momento di chiarire tutto quanto. Di giocare a carte scoperte.

-Quest’estate?- ripetè Rick per essere certo di aver capito.

-Sì, quando te ne sei andato negli Hamptons con Gina.

-Ma tu stavi con Tom! Io ti avevo invitato…

-Avevo lasciato Tom la mattina stessa per venire con te! Perché non potevo pensare di non starti accanto per ben tre mesi. Ma quando ho visto arrivare Gina…

-Kate! Io come potevo saperlo?- chiese Rick con un tono di voce così dolce che stupì la detective. Si sentiva in colpa, forse?

-Lo so, ma il punto, Rick, è che quello che è accaduto in estate potrebbe capitare ancora…dannazione, Castle! Tu sei uno che autografa i seni!

Castle si limitò a sorridere e a sedersi nuovamente accanto a Kate.

-Sei gelosa…- non era una domanda.

-Io cosa? No, non sono…ok, d’accordo. Potrei essere gelosa ma questo non cambia il problema!

-Kate! Non so se ti sei resa conto che da quando ti conosco non ho frequentato nessuna a parte Gina e solo perché credevo che tu fossi fidanzata con Tom! Non ti farei mai del male, Kate! Tu, Alexis e mia madre siete le sole persone importanti della mia vita. Darei tutto per rendervi felici!

-Rick…

-Dico sul serio! Dammi un’opportunità! Ti dimostrerò che puoi fidarti di me…

-Sei uno che non si arrende…

-Mai!

Kate vide il volto di Rick avvicinarsi al proprio. Ricordava il loro primo ed unico bacio: aveva completamente perso la ragione mentre Rick la stringeva tra le sue braccia. Si era davvero sentita al sicuro. E ora stava per accadere di nuovo: avrebbe assaporato le labbra di Rick e lasciato che i suoi sentimenti per quell’uomo prendessero il sopravvento. Era arrivato il momento di abbandonare tutti i dubbi e le paure. Lui aveva dimostrato più di una volta il suo amore per lei. E lei non poteva immaginare di amare nessun altro come amava lui.

-Rick…- sussurrò Kate prima che le labbra dello scrittore la sfiorassero.

-Mmhh…- rispose lo scrittore troppo concentrato ad assaporare quegli ultimi momenti prima di unirsi a Kate.

-Ti amo anche io, Rick!

Castle, mentre sfiorava le labbra della detective, sentì che erano aperte in un sorriso. La donna allacciò le proprie braccia attorno al collo dello scrittore e lo attirò a sé con tutta la dolcezza di cui era capace.

Passarono minuti, ore…nessuno dei due avrebbe saputo dirlo! Quando si separarono si guardarono negli occhi per un tempo infinito, come ad esser sicuri che questa volta non ci fossero ripensamenti o scuse di qualsiasi tipo.

-Ti scoccia se per i primi tempi non diciamo nulla in ufficio? Sai, quei bambini di Ryan ed Esposito non la finirebbero più di prenderci in giro!

-D’accordo…ma posso dirlo almeno alla mia famiglia? Alexis non vede l’ora di averti tra i piedi!

-Solo Alexis?- domandò maliziosa Kate.

In tutta risposta Rick riprese a baciare Kate con più passione scendendo sul collo e verso l’incavo delle spalle.

-Afferrato il messaggio, Castle!- disse la donna non resistendo oltre sotto la dolce tortura di Rick. -Ora però scendi di sotto o rischiamo che Alexis o Martha piombino qui credendoti disperso!

-Vado, vado…so che è difficile resistermi! Ma devi riposare! O questa influenza ti terrà a letto per settimane…cosa che non mi dispiacerebbe affatto! Ma penso ai poveri Ryan ed Esposito! Cosa farebbero in ufficio senza di te?

A malincuore Kate vide Rick allontanarsi da lei e dirigersi verso la porta della stanza.

-Torno più tardi a vedere come stai! Buona notte, amore!

Rick non potè vederlo ma Kate arrossì violentemente quando sentì l’ultima parola.

Amore.

E cambiandosi per la notte sentì di essere davvero felice. Sentì di essere a casa. Sentì di avere una famiglia. Di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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