Questa storia non è stata scritta a fini di lucro.
DECLAIMERS: I
personaggi non sono miei ma del supergenio Inoue-san, siate clementi nel
leggere la ff Buona lettura!
Ps. Le canzoni che troverete sono rispettivamente:
‘La tortura’ di Shakira che tutti conoscerete,
‘I still...’ e ‘Crawling back to you’ dei magnifici
Backstreet Boys tratte dal loro
nuovo album. Non le ho usate per far loro pubblicità.
Ringrazio immensamente la mia super amica Lorelai che ha letto e
tolto gli errori grammaticali dal seguente testo.... ARIGATOOO
La
Tortura più grande... di Nihon
Sono passate diverse settimane (infernali!) da
quando quell’idiota ed io ci siamo lasciati perché lui aveva problemi
con me e con la relazione che si era istaurata tra di noi.
Senza tanti drammi a dire la verità...
Questa è una bugia bella e buona, Kaede, e non
ti aiuterà di certo in questo momento.
Egoista.
Mi sento ancora ferito e irritato, ma anche molto
arrabbiato con me stesso perché mi sono lasciato andare, ho abbassato le
barriere, le mie difese per farlo entrare nella mia vita.
Mi sono fidato di lui, ho creduto che la cotta per
quella gallinella, la sorella del capitano Akagi per intenderci, gli fosse passata
o, come diceva lui, era solo diventata una copertura per tutto ciò che
sentiva verso di me.
E invece....
Invece quella lì gli stava ancora nel cuore,
ancora gli faceva tutte quelle smorfie e vocine quando la incontrava;
all’inizio pensavo che lo facesse per non destare sospetti, cosa
più che naturale da parte di un Tensai con l’etichettatura di
Do’aho casinista da chiunque lo conoscesse invece, quando li ho visti
insieme, il giorno in cui dovevamo andare in spiaggia e lui mi aveva sfacciatamente
mentito dicendomi che doveva vedere la sua banda perché altri quattro
idioti li avevano sfidati, ho capito cosa realmente significavano quei gesti:
l’amava ancora o, almeno, le piaceva più di me.
Così ho cominciato a non rispondere
più alle sue telefonate, a non rispondere ai suoi insulti, ad andarmene
quando lui voleva parlarmi e a concentrarmi di nuovo nel basket con tutto me
stesso facendo uscire quel misto di rabbia e delusione che mi bruciano dentro.
Questa storia è durata per pesanti settimane
e ricordo bene quel giorno e quelli che ne seguirono....
“Rukawa, ti devo parlare!- adesso sono
Rukawa?!? Non più kitsune?!? Bè, già, adesso al suo posto
c’è Harukina...tsk.- Perché mi stai evitando?” dice
con tono duro e deciso.
Siamo nello spogliato.
Non c’è nessun altro oltre a noi due. Naturalmente.
Davvero non capisce il motivo della mia
indifferenza? Ma allora è stupido davvero, non era una finzione!
“Sai, Sakuragi, -dico sottolineando
bene il cognome- pensavo fossi più intelligente visto che ti proclami un
Tensai, ma sono solo parolone.”
Non capisce di cosa stia parlando: i suoi occhi
mostrano sorpresa e che sia in cerca di un’ eventuale spiegazione. Ma ora
te la do io, non ti scervellare da solo, tesoro....
“Ti ho visto insieme a 'quella'. Due
settimane fa, il giorno in cui NOI dovevamo andare in spiaggia. Mi hai mentito
spudoratamente dicendomi che dovevi andare via con la tua banda, sapendo che ti
avrei lasciato libero.- ora è seriamente preoccupato per la mia reazione
e per quello che gli ho detto, cercando di trovare una scusa eloquente, ma non
ce ne sono, mi dispiace- e invece te ne sei andato con quella...”
“'Quella' ha un nome, Rukawa!” protesta seccato.
“Non me ne frega un bel niente di come si chiama! Mi importa solo
sapere perché hai scelto lei invece che me!”
Apre più volte la bocca non so se per parlare o per prendere
più ossigeno possibile, ma ha lo sguardo vacuo quindi credo che la prima
ipotesi sia esatta. Cos’è non sai più che pesci pigliare?
“Mi hai usato per provare come si sta a letto con me, Hanamichi?
Perché se è così voglio sapere perché...” Lo
chiamo ancora Hanamichi...
Ha un leggero sussulto alle mie parole e mi blocca.
“No, questo mai.- ora non so più cosa veramente pensare.
Guarda il pavimento della stanza distrattamente poi rompe il silenzio creatosi-
Quello non potrei mai farlo, Kaede. Mai. Con Haruko non provo sensazioni vere,
ma con te si.- allora perché stai con lei? Sembra che mi abbia letto nel
pensiero perché continua rispondendo alla mia domanda mentale- Io sto
con lei solo perché non riuscivo più a sostenere il nostro
rapporto, la situazione che si era creata. Mi spaventava il futuro e tutto
ciò che ci riguardasse, del commento degli altri....”
“Cosa te ne importa degli altri?...” pensavo fosse il
momento di farlo smettere di parlare, ma lui mi ferma prima.
“Avevo e ho tuttora paura di cosa avverrà più
avanti, nella nostra vita. Tutto qui!” come tutto qui?!? Ma si sente
quando parla??
“Hai preferito prendere la via più comoda! Mi hai
lasciato senza dirmi nulla e ti sei messo con la sorella di Akagi e tu dici
tutto qui?!?” sono incavolato di brutto e non so se riuscirò a
contenermi ancora per molto!
“Esattamente.”
“Sei un do’aho. Uno stupido do’aho.” Sibilo
con il tono più freddo che sappia fare. Come puoi rispondere
così, come se stessi parlando del tempo che fa fuori? Hai sbagliato modo
di rispondermi! Mi ha ferito più la tua risposta di un pugno allo
stomaco.
Allora davvero non te ne importa più nulla.
“Ti prego, ascoltami, non sai quante notti ho passato a fissare
il soffitto pensandoti! Io ti amo ancora, Kaede. Ascoltami per una
volta!” mi supplica.
E ora esplodo perché non ne posso davvero più.
“Non ti credo, Sakuragi. Se mi amassi come dici non ti importerebbe il
giudizio degli altri, staresti con me. Sai quanto ho sofferto io? Te lo
immagini, eh? O pensavi che me ne sarei tornato dietro il muro
d’indifferenza che mi protegge da quelli come te che si mostrano gentili
e dolci e poi se ne vanno senza dire niente? Pensavi questo di me, non è
vero, forse? Ho passato notti intere a rigirarmi nel letto senza riuscire a
dormire pensando a cosa stessi facendo con lei, a cosa le stessi dicendo e come
ti sentissi bene e appagato per aver mollato uno stupido che si era lasciato andare!”
Ascolta agghiacciato ogni mia singola parola, so che non mi ha mai
visto così furioso, ma è l’unico modo che ho per dirgli
quanto mi ha fatto male il suo comportamento.
“Kaede, per favore non fare così! Te l’ho spiegato.
Ti amo!”
“Spiegato cosa?? Tu non mi hai detto un bel niente! Te ne sei
andato e basta! Ed ora lasciami tornare a casa.”
Abbassa la testa e si sposta facendomi passare.
“Questo vuol dire che è finito tutto?” la sua voce
è bassa e triste.
“E’ finito già da molto tempo.” E con questo
ho concluso il mio discorso.
Addio, Sakuragi.
Ay
payita mía
Guárdate la poesía
Guárdate la alegría pa'ti
(Ahi
contadinella mia
conserva la poesia
conserva l'allegria per te)
Sono tornato a casa con passo molto
lento, sinceramente non mi va di fare niente. Neanche di camminare. Credo che
tra un po’ potrei andare a sbattere contro un palo e non accorgermene nemmeno
o di crollare a terra, non farebbe differenza per me. Non sono stanco, è
che ho la testa vuota e tutto il mio corpo sembra intorpidito.
Entro in casa e mi chiudo la porta
alle spalle. Mia madre ancora non è rientrata. Meglio, penso senza tanti
rimorsi, così potrò rilassarmi un attimo. Ho solo bisogno di
riposo in questo momento.
Nient’altro.
Veramente... io ho bisogno anche
di qualcos’altro... per la precisione di qualcun altro....
Mi buttò sul divano del
salotto e comincio a pensare, all’inizio distrattamente poi sempre
più profondamente, a ciò che è successo poco tempo prima
in quello spogliatoio che ormai ne sa più di qualunque altro della nostra
storia: l’ha vista nascere, crescere... ed oggi morire.
Anch’io ho sofferto, Kaede!
Credi davvero che mi sia divertito
quando stavo insieme ad Haruko?
Credi che fossi felice?
Allora sei proprio uno stupido
anche tu.
Mi svegliavo nel cuore della notte
pensando che fossi vicino a me, invece c’ero solo io....
Sognavo il tuo corpo, la sua
perfezione e il suo calore donato soltanto a me... le nostre discussioni che
finivano sempre nel modo più fantastico che esista e le nostre
chiacchierate e i tuoi rari ma splendidi sorrisi....
Lo stomaco mi si rivoltava quando
accettavo un invito di Haruko ed uscivo con lei.
Quando dovevo sorridergli e lei
nemmeno se ne accorgeva che stavo mentendo.
Tu lo avresti fatto: te ne saresti
accorto. Perché riuscivi a capirmi sempre, a captare i miei segnali e
comprendere se c’era qualcosa che non andava solo con uno sguardo nei
miei occhi, il modo in cui facevo determinate cose.
Con lei sono dovuto tornare a
tenere quella maschera che con te avevo potuto togliere perché sapevi
del mio crudele passato che è uguale al tuo. Invece lei ha un passato
tutto rosa e fiori per quanto riguarda a famiglia e crede che io sia sempre
felice senza un solo attimo di abbattimento. Lei è una bambina che pensa
che chi si mostra felice sia davvero contento! Ma io non lo sono, così
devo essere la parte più stupida e contenta di me stesso quando invece
vorrei solo stare solo e pensare alle cose tristi che mi sono capitate ed alle
belle giornate e nottate passate con te.
Mi dispiace che tu abbia sofferto
per colpa mia, sono stato egoista, me ne rendo conto.
Ma sappi che ho sofferto
anch’io... perché soffrivi tu.
No pido que
todos los días sean de sol (Non chiedo che ci sia sole tutti i giorni
No pido que todos los viernes sean de fiesta non chiedo che ci sia festa tutti i venerdì
Tampoco te pido que vuelvas rogando perdón nemmeno ti chiedo che tu torni supplicandomi di
Si lloras con los ojos secos
perdonarti
Y hablando de ella
se
piangi con gli occhi secchi
Ay amor me duele tanto
e
parlando di lei
Ahi
amore, mi fa tanto male)
Non me ne frega niente del rumore che faccio nel chiudere la porta e nel
buttare da qualche parte del corridoio il borsone. Mi fiondo in cucina per bere
del succo di frutta sperando di calmarmi.
Ma si rivela un passo falso.
Appoggio il contenitore sul tavolo e la mente inizia a proiettare
immagini di noi due quasi distesi su quel tavolo, le tue mani impudenti che
scivolano sulla mia schiena e sul mio torace, le tue labbra fameliche che
divorano la mia pelle e i tuoi occhi rivelano ciò che vuoi da me: brami
il mio corpo, i mei gemiti, le mie carezze e i mei baci ed io non mi lascio implorare:
ti accontento subito, inizio a passare le mie mani sulla tua schiena sfiorandola
sensualmente mentre comincio una battaglia appassionata con le nostre lingue,
porto indietro la testa distendendo il collo per permetterti di baciarlo,
leccarlo e morderlo e farti fremere al sentire i miei gemiti. Stiamo perdendo
completamente la testa entrambi troppo presi dall’altro.
Scuoto la testa un paio di volte per scacciare questi pensieri poco
casti e mi allontano andando verso il salotto.
Appena mi distendo sul divano capisco che anche questo è un
altro passo falso, come quello precedente. Noi due, intrecciati nel corpo
dell’altro mentre ci baciamo soffocando i gemiti prodotti dal tocco delle
mani che viaggiano lungo i corpi senza tregua avide di ogni singolo centimetro
della pelle dell’altro. Le stesse sensazioni di prima, le stesse mosse ed
ugualmente ‘forti’ in tutti i sensi.
‘Ma perché tutto in questa casa mi ricorda di te?’
È una tortura, questa qui!
Me duele tanto
(Mi fa tanto male)
Mi fa male vederti soffrire
perché per me sei ancora importante. Sei ancora la ragione per cui il
mio cuore batte più forte.
Torna da me.
Sai che nessuno si era accorto che
stavamo insieme? Nessuno è venuto a chiedermi il perché ti avessi
lasciato e invece credo di averne bisogno... devo parlarne a qualcuno anche se
so già le risposte: sono stato uno stupido, un’idiota, un
do’aho esattamente come mi dicevi tu.
Haruko crede davvero che io pensi
solo a lei: mi guarda sempre con occhi brillanti un po’ come si vedono
negli anime... mi sorride sempre dolcemente... e pensare che all’inizio
volevo che facesse proprio così... invece sei arrivato tu che hai
scombussolato tutto e mi hai fatto capire che quello che provavo per Haruko non
era vero, del resto, come tutti quegli altri '50 amori con finale retorico',
per loro il mio cuore non aveva mai battuto tanto energicamente, i miei
pensieri non erano tanto selvaggi e il desiderio di possedere un corpo tanto
forte.
Que te fueras sin
decir a donde (Che te ne sei andato senza dire dove
Ay amor, fue una tortura perderte Ahi amore,
è stata una tortura perderti)
Mi hai
mentito!
Tu, che
credevo tanto puro e limpido nei sentimenti.
Una volta
mi hai detto che a te non piaceva mentire, ti faceva sentire male, uno schifo.
Beh, questa volta come sei stato? Come ti sentivi quando stavi con lei?
Hai detto
che andavi con i tuoi amici e invece era tutt’altro il tuo programma,
quello che avevi in mente! Sapevi che ti avrei lasciato libero di andare perché
sai benissimo che non ti ho fatto mai pressione nelle tue decisioni e amicizie:
non devo certo essere io ad impedirti di divertiti, il nostro rapporto
diventerebbe un peso invece deve essere il filo che unisce due persone e ti ho
lasciato andare anche perchè io amo la libertà e sapevi pure
questo...
Sono
stati una tortura i giorni che seguirono la rivelazione che feci quel
giorno....
Yo se que no he sido
un santo (So che non sono stato un santo
Pero lo puedo arreglar amor però posso riparare ogni cosa amore)
Lo sai
che nessuno è perfetto sulla terra e io non sono mai stato un ragazzo per
bene, educato e di classe, un tipo tranquillo, tutt’altro: faccio sempre
casino, mi piace divertirmi con gli amici confusionari che mi ritrovo. Tutti
commettiamo degli errori quindi perdonami, ti prego non continuare a torturarmi
con questo tuo atteggiamento indifferente! Saprò come rimediare al danno
fattoti, lo giuro. Ma ti prego, fammi ritornare a far parte della tua vita.
No solo de pan vive
el hombre
Y no de excusas vivo yo
(L'uomo non vive solo
di pane
ed io non vivo solo di scuse)
Ti sei
scusato, ma a me non servono le scuse! Ormai ciò che hai fatto lo hai
fatto, non puoi tornare indietro e cambiare il corso della storia. Sarebbe
troppo facile! Nella vita ci si trova di fronte a delle scelte e tu hai dovuto scegliere.
Hai
scelto.
Ma, la
strada sbagliata: hai stabilito che era meglio se facevi tutto da solo quando di
mezzo c’ero anch’io. Dovevi prima chiedere a me! Ma ti è
sembrato troppo difficile, credevi che la volpe avrebbe messo su subito le
barriere e tirato fuori gli artigli. E io che pensavo che mi conoscessi meglio!
Invece hai pensato subito come avrebbero fatto tutti gli altri quando sei stato
tu a trascorrere quasi quattro mesi con me! Non eri tu quello che riusciva a
capirmi sempre qualunque cosa non dicessi o facessi? Però pensandoci
bene... sinceramente non so come mi sarei comportato. Ma ormai quel che
è fatto è fatto e i risultati li vedi da solo non hai bisogno di
me per aprire gli occhi!
Con le
scuse non cambia niente.
Solo de errores se
aprende (S'impara solo dagli errori
Y hoy se que tuyo es mi corazón
e
oggi so che il mio cuore è tuo)
Se non avessi
commesso quest’errore madornale non avrei mai capito quanto veramente
sei importante per me: mi permettevi di vivere!
Solo
insieme si possono affrontare i problemi.
È
questo che ho imparato da tutto questo casino che ho creato. Me lo dicevi
sempre: ‘sei un do’aho sempre in cerca di guai!’
e lo dicevi sorridendo o accarezzandomi i capelli sempre con tanta dolcezza
anche se nascosta dal tono ironico che assumevi quando dicevi cose di questo
genere...
Ora ho
imparato la lezione. L’ho capita.
Dunque ti
prego perdonami, il mio cuore è tuo perché senza di te non riesce
a battere in modo regolare e forte come prima, quando stavamo insieme e i tuoi soli
sguardi pieni di desiderio mi facevano tremare dall’eccitazione. Haruko
non riesce ad entrare nel mio cuore, troppo pieno di te. Ci sto bene con lei,
lo ammetto, però solo se mi dimentico un attimo di te, cioè mai,
ma ad ogni modo non provo quelle sensazioni forti e travolgenti che sentivo con
te e per te.
Mejor te guardas todo
eso
A otro perro con ese hueso
Y nos decimos adiós
No puedo pedir que el
invierno perdone a un rosal
No puedo pedir a los olmos que entreguen peras
No puedo pedirle lo eterno a un simple mortal
Y andar arrojando a los cerdos miles de perlas
(È
meglio che ti risparmi tutto questo
dai quest'osso ad un altro cane
e diciamoci addio)
(Non posso chiedere
che l'inverno perdoni il rosaio
non posso cavare del sangue da una rapa
non posso chiedere l'eterno ad un semplice mortale
e continuare a
gettare migliaia di perle ai maiali)
Non
startene lì ad angosciarti per trovare un rimedio. Getta via i rimorsi e
vattene con quella sgualdrina: con lei sarai felice e non avrai problemi di
alcun genere, soprattutto quelli sentimentali... credo che il mio 'addio' sia
stato giusto: è solo una tortura massacrante il guardarci negli occhi e
ripensare ai momenti che abbiamo avuto solo per noi.
Non posso
chiedere a nessuno di cambiare le cose che non mi piacciono e questa è
una di quelle! Quella che detesto più di tutte!
Non chiedo
a nessuno di fare cose impossibili per me, ma io ti avevo semplicemente chiesto
di amarmi!
Non posso
chiedere l’impossibile a nessuno, ma a te avevo chiesto solo di starmi
vicino!
E non
posso continuare a gettare il mio sogno, ciò che ho di più caro
adesso, per tormentarmi nel
pensarti! Ora che non ho più te mi butterò completamente nel
basket che non mi ha mai tradito!
Ay amor me duele
tanto
Me duele tanto
Que no creas más en mis promesas
(Ahi amore, mi fa
tanto male
Mi fa tanto male
che non credi più alle mie promesse)
Perché non mi hai creduto quando ti ho detto che ti
amavo ancora?
La tua non-credenza mi ha trapassato l’anima come
una pallottola che attraversa l’aria e, come unico ostacolo, ha trovato
il mio cuore in cui si è incastonata. Ora sta sanguinando, non so per
quanto tempo riuscirò a resistere. Solo tu puoi curarlo e lenire le
ferite che io ho fatto sì che tu mi procurassi. Ma non credi più
a ciò che ti sussurravo quando ti stringevo tra le braccia perciò
devo trovare il modo per riaverti.
Ad ogni costo,
o l mio cuore non avrà più sangue da far
sgorgare ed io non potrò più vivere.
Ay
amor
(Ahi amore)
Mi fa
male il cuore e l’anima...
Es una tortura
(È una
tortura)
È un vero tormento...
Perderte
(Perderti)
...Averti perduto.
...Averti perduto.
[...]Oye mi negra no me castigues más
Porque allá afuera sin ti no tengo paz
Yo solo soy un hombre muy arrepentido
Soy como el ave que vuelve a su nido
(Ascoltami moretta
non castigarmi più
perchè là fuori senza di te non ho pace
sono solo un uomo pentito
sono come l'uccello che torna al suo nido)
Ascoltami,
ti prego.
Ripensa
alle mie scuse.
Credici.
Sono
vere.
Questa
volta non mento e non potrei più farlo con te perché ne ho visto
il risultato ed è stato davvero orribile!
Io senza
di te non riesco nemmeno più a mangiare! Quando cammino sento che mi
manca qualcosa accanto; quando sono a scuola mi sento spaesato, senza
orientamento; quando ci alleniamo ti sento lontanissimo da me e non so come
raggiungerti, quella palla arancione diventa del tutto indifferente: potrebbe
essere benissimo bianca a strisce, viola a pois... Il correre per raggiungerla
mi stufa subito: non ho più ragioni per corrergli dietro!
Il farla
entrare in quel ferro circolare non mi da più quella sensazione di
realizzazione: che me ne importa se perdiamo o vinciamo?
Il
riprenderla dopo che non è riuscita ad attraversare l’anello non
mi da più la sensazione di onnipotenza: che la prendessero gli altri a
me non interessa sprecarci energie!
Vorrei dirti
tutto quello che sto pensando perciò vado al telefono e compongo il tuo
numero che so ormai a memoria. Continua squillare: non è occupato, lo so
che mi vuoi far impazzire e ci stai riuscendo molto bene... Dopo quattro
squilli attacca la segreteria, la mia volontà crolla e, di conseguenza, riattacco.
Ay, todo lo que he
hecho por ti
Fue una tortura perderte
Me duele tanto que sea asi
Sigue llorando perdón
(Ahi, tutto quello
che ho fatto per te
è stata una tortura perderti
mi fa tanto male che sia così
lui continua piangendo perdono)
Lo sai
che ho aperto il mio cuore, ho abbassato le mie barriere solo per te? Lo avevi
capito? Non lo so e non so se pensarlo o meno.
Ci sto
male a saperti lontano da me, ora che mi ero piacevolmente abituato al tuo
corpo sempre contro il mio e alla tua presenza in questa casa.
Ci sto
male al pensare che ora ci sia questa tensione tra di noi che non è mai
stata così alta nemmeno quando ci siamo conosciuti.
Ma
è inevitabile!
I miei
pensieri sono interrotti dagli squilli del telefono, so già che sei tu
quindi non faccio neanche la fatica di alzarmi per ridirti le medesime cose di
prima. Mi sono già sentito male abbastanza prima e non voglio continuare
a ferirmi inutilmente.
I giorni
stanno passando come al solito, o quasi.... non guardo nemmeno più
Hanamichi per non riaprire quella ferita che ancora gronda sangue. Agli
allenamenti siamo in due mondi diversi e ognuno fa quello che vuole senza mai
interferire con l’altro. Gli altri sembrano sempre più tesi per
l’atmosfera che si crea quando io e il do’aho scendiamo in campo. A
casa sento il silenzio soffocarmi e non riesco a fermare i pensieri su di te e
su di noi, un pronome che ora non ha più significato per me, che ha
perso ogni sua sensazione e verità, ora che è diventato come una
foto dai colori sbiaditi dalla menzogna e dal dolore che quella bugia ha
portato. Quando penso a quel ‘noi’ ogni volta il mio cuore smette
di battere per un secondo come per partecipare al lutto in un religioso silenzio
e lo stomaco si contrae violentemente come se colpito anche lui dalla
sofferenza.
Guardo
fuori dalla finestra: il cielo estivo è coperto lievemente da nuvole
grigiastre e le foglie della quercia nel mio giardino si muovono accarezzate
dal flebile vento che rinfresca l’aria abbastanza calda per le alte temperature
raggiunte in questi giorni. Ma oggi credo proprio che pioverà, o almeno,
lo spero... riguardo il cielo e le note della canzone del cd che ho preso non
più di cinque giorni fa riempiono la stanza. Anche se è da pochi
giorni che ho questo cd già capisco perfettamente le parole: avendo
cercato i testi su internet e tradotti e poi ascoltandolo circa tre-quattro
volte la giorno... sembra un esagerazione? Forse lo è, ma è un cd
che racchiude tutto il dolore che si può sentire quando perdi una
persona a te cara ed è proprio questo ciò che provo da non so
quanto tempo...
Alla voce
del cantante principale si sovrappone la mia perché le parole mi escono
di bocca facilmente: le domande che si pone, le risposte che si dà, le
ammissioni che canta.... tutte cose che ho sempre pensato in queste
settimane...
“I
still need you... I still care about you …though everything's been said and
done… I still feel you.. like I'm right beside you… but still no
word from you….” canto il ritornello
con tutto me stesso perchè è davvero quello che penso ogni
singolo minuto…
Già
è proprio vero... tutto... ho bisogno di lui... di te... perché
senza di te mi sto sciogliendo come neve al sole... e come la neve che lascia
solo una chiazza dopo la sua evaporazione, io sto lasciando una macchia di me
stesso da qualche parte probabilmente solo in palestra quando segno più
punti di tutti, ecco qual è la mia macchia, il mio segno: la mia fama...
cosa di cui ora come ora non so proprio cosa farmene se vicino a me non
c’è più colui con cui avevo imparato a condividerla e che
la faceva diventare una cosa ancora più profonda perché era una
delle basi su cui si costruiva il nostro sogno...
Mi
interessi ancora anche se non lo do a vedere... ti guardo ogni momento in cui
posso farlo senza che tu te ne accorga perché non voglio darti la
soddisfazione di vedermi privo orgoglio... che, poi alla fine, non esiste
più... lo sto solamente richiamando alla mente per ricordarmi che prima
avevo un orgoglio da difendere, ma dal momento che non ho te il mio orgoglio ha
fatto i bagagli e se ne è andato.... provo a richiamarlo perché
così mi sento indifeso e so che non mi è mai piaciuto essere
dipendente da qualcuno ma ora questo pensiero... di dipendere da te...
unicamente da te... mi fa sentire meglio... cioè è diventata solo
una cosa appurata su cui non posso più metterci un muro di fronte...
È
incredibile quanto tu mi sia entrato nel cuore dato che, benché ci siamo
detti le cose più orribili e tu mi hai fatto capire che preferivi lei,
io ancora ti voglio. È irrazionale, lo so e a mente fredda lo penso
anch’io, ma quando si tratta del cuore, ho capito che, nulla è
razionale perché non riesci a ragionare più con punti ben precisi
e definiti, ma intorno a questi punti si leva un banco di nebbia e tutto
diventa confuso.
Però
quella confusone dura poco perché poi vedi che attorno a quei pensieri si sono
levati altri punti che tu capisci essere la verità che si trovava
nascosta da qualche muro che ti eri creato per non farti più del male...
Mi butto
sul divano, ripenso e sento ancora il tuo corpo sul mio, il tuo peso che schiacciava il mio;
ma è peso sopportabilissimo e molto piacevole... e sento ancora in
qualche modo la tua voce che mi stuzzica quando sbaglio alcune cose o rifaccio
qualcosa in cui eravamo soliti adoperarci insieme come cucinare, stare sul
divano a guardare una partita registrata della NBA o meglio ancora giocare a
basket... guardo la televisione spenta che rispecchia la mia immagine sdraiata
sul divano e ti vedo seduto a terra con la testa appoggiata al mio stomaco
mentre ti accarezzo i capelli.
Ma, dopo
quel giorno in cui ci siamo detti le ultime parole, tu non ti sei più
fatto sentire nemmeno un insulto a mezza bocca verso qualcun altro quando per
caso rimanevamo soli negli spogliatoi. Non osavi più proferire parola
quando c’ero io nei paraggi... probabilmente ti sei spaventato della mia
reazione quel giorno e hai riconosciuto la tua colpa, ma per paura di un mio
altro contrasto e per la tua buona dose di orgoglio che hai, non hai più
provato a parlarmi...
forse
è meglio così o forse...
“I
still need you...” ho bisogno di te perché...
...‘Ti
rivoglio!’
Questo
è un pensiero che tenace torna sempre nella mia mente distruggendo le
mura che mi ero imposto di costruire attorno a questa ferita.
Sì.
È vero. Non sono tanto ipocrita da non essere sincero nemmeno con me
stesso.
Rivoglio
il tuo corpo che mi riscaldava nelle notti d’inverno, che mi faceva
gemere anche solo al suo minimo contatto, che riusciva farmi sentire sensazioni
che non avevo mai nemmeno pensato di poter provare. Rivoglio i tuoi sorrisi che
mi accendevano l’anima, le tue braccia che mi circondavano dandomi
protezione, a me che sono sempre sopravvissuto da solo, il calore che scioglieva
la tensione che sempre mi attanagliava i muscoli.
...‘Mi
machi!’
Il mio
copro brama ancora il tuo. La mia anima richiede ancora il tuo amore con cui si
dissetava e ritrovava vita, la tua presenza in questa casa che è
diventata enorme per i miei occhi, e troppo silenziosa dopo che si era riempita
della tua voce e dei tuoi schiamazzi così allegri e pieni di
vivacità.
Questa
casa aveva ritrovato vita.
Prima ne
aveva una più dolce, soffusa; nessuno aveva mai sentito urla allegre
provenire da queste quattro mura invece, da quando ci sei venuto a stare tu con
me, i vicini hanno più volte guardato con sospetto a questa villetta per
le tue grida, le tue risate supersoniche e la musica messa a tutto volume per
attutire i nostri gemiti e urla o
per pura volontà di sentire il ritmo entrare nel corpo o qualcun altro gridare
o cantare le cose che vorresti dire.
Prima
c’era vita, ora c’è solo silenzio.
Everybody knows that
I was such a fool to ever let go of you
Baby I was wrong
Yeah I know I said we'd be better off alone
It was time that we moved on
I know I broke your heart,
I didn't mean to break your heart
But baby here I am
Sono giorni che tra me e Kaede (lo chiamo ancora
per nome!) non c’è alcuna comunicazione sono stati tagliati tutti
i possibili ponti: sguardi, cazzotti, insulti. Nulla di tutto questo è
rimasto. Ed ora me ne sto qui, sul letto a contemplare il soffitto della mia
stanza ascoltando il silenzio che opprimente questi giorni mi ricorda il tuo, pieno
di significato in confronto a questo, che dimora in questa stanza da non so
quanto tempo.
Ogni singolo secondo riconosco che sono stato uno
stupido ad averti lasciato e quelle oche starnazzanti che ti corrono dietro me
lo ripetono tutti i giorni. Ci sono così tante persone che vorrebbero
stare con te, anche solo per poco o almeno avere la tua attenzione. Io ci ero
riuscito! Avevo la tua attenzione, il tuo corpo, ero riuscito a farti pensare a
qualcosa che non fosse il basket! Avevo sconfitto le mura gelide che
proteggevano il tuo orgoglio, il tuo cuore da quelli come me che si mostrano gentili
e dolci e poi se ne vanno senza dire niente,
come mi dicesti quel giorno...
Ogni secondo ripenso di averti distrutto il cuore, di averlo ridotto come un lenzuolo stracciato e mi fa male riconoscerlo perché io ti voglio un bene assoluto ed invece... proprio io ti ho lacerato il cuore che conteneva tutta la fiducia in me.... sapevo che prima o poi sarebbe successo, che lo avresti scoperto, però speravo in un miracolo che ciò non accadesse o che, se non altro, glielo dicessi io... un giorno o l’altro...
Ma io ti rivoglio!
Penso alzandomi di scatto dal letto e mettendomi,
così, a sedere.
Ti rivolgio vicino a me come quando stavamo
accoccolati nel letto, quando stavamo sul divano a guardare la tv, quando cucinavo
qualcosa, quando dicevo una scemenza! Perché tu riuscivi a rendere
meravigliose tutte le cose che facevamo insieme!
Rivolgio le tue labbra dal sapore così
buono, i tuoi baci che mi mandavano in estasi, i tuoi sguardi che solo io
riuscivo a decifrare.
Rivoglio il tuo corpo, perfetto come se lo avessero
scolpito gli dei ed etereo come se fosse il corpo di un angelo sceso sulla
terra tra i comuni mortali, caldo sotto al mio mentre divenivamo una cosa sola.
TI RIVOGLIO!
E con questo ho deciso! È passato troppo tempo da quando ho avuto
l’opportunità di averti mio ed ora voglio che sia di nuovo come
prima. Non mi importa se dovrò calpestare il mio orgoglio sono pronto
anche a questo se potrà farmi riavere te ancora!
Infatti eccomi qui, di fronte all tua villetta.
Sembra non ci sia nessuno ma io so che non è così: hai ancora la
strana abitudine di tenere su la serranda della cucina che dà sulla
strada quando sei in casa. Era una cosa che facevi da quando stavi con me, un
modo per dirmi che eri in casa o se l’abbassavi eri fuori, probabilmente al
campetto.
Banging
on your front door
My pride spilled on the floor
My hands and knees are bruised
and
I'm crawling back to you
Begging for a second chance
Are you gonna let me in?
I was running from the truth
and
now I'm crawling back to you
Busso al portone,
sento i tuoi passi leggeri avvicinarsi all’entrata ma, quando vedi la mia
figura attraverso il vetro della finestra accanto alla porta, ti fermi
impietrito e non intenzionato ad aprirmi. Forse, però, mi ascolterai...
“Kaede, fammi
entrare per favore.” Chiedo senza tanta pressione perché, so, che
avverrebbe l’esatto contrario: un suo assoluto rifiuto alla mia
richiesta.
Aspetto qualche
secondo ma nulla mi fa capire che abbia intenzione di aprire, anzi comprendo
che sarà molto dura convincerlo. Lo so che ti ho ferito e questo mi fa
male, ma sono venuto a chiederti perdono per un errore che nessuno avrebbe
commesso se non un do’aho di prima categoria come me.
“Ma chi me l’ha fatto fare di mettermi in
questa situazione con un do’aho come te??!” entrambi distesi sul
divano, tu tra le mie braccia e la
tua voce scherzosa mi riempie di malinconia.
“I do’aho sono creature nate per le volpi
soltanto, sai?” mi dicesti dall’altra parte del libro di scienze che
stavi studiando.
“Quanto tempo è, do’hao, che non fai
una revisione al cervello?” “Stupida kitsune te la do io la
revisione! Ma a quella linguaccia che hai!!!”
“Do’aho, vieni qui.” La tua voce roca che non
provoca più un tremito della pelle ma solo tanta disperazione
perché so che probabilmente non potrò più sentirla e
nemmeno quelle vibrazioni.
Rivedo me seduto su di
una panchina a guardare le foglie autunnali posarsi ai miei piedi mentre
intorno a me non c’è nessuno, solo il vento. L’immagine di
me con i Guntai che scherzo e strepito, recitazione da Oscar quella... io che
vago per la città guardando ogni tanto il mare che tra qualche tempo mi
avrebbe separato da te... luoghi differenti ma con un sentimento unico: la
sensazione di vuoto che mi opprimeva giorno dopo giorno facendomi sentire
sempre più stanco.
Il ricordo dei giorni
passati senza di lui mi appesantiscono come se un macigno cadesse sulle mie
spalle, ma cerco di resistere per orgoglio finché non capisco che
ciò, il mio orgoglio, non esiste più, al suo posto c’è
solo un cuore in frantumi che si arrende alla tortura della tristezza e della
solitudine.
Non ce la faccio
più, Kaede, questo lo capisci?!?
Come se privo di forze
a questo pensiero, sento le ginocchia cedere al peso del mio corpo e sento che
si scontrano con il pavimento di terracotta, ma non riesco ad avvertire il
dolore veramente mentre le mani fanno lo stesso.
“Kaede, lasciami entrare.” Lo imploro. Non ero mai arrivato a
tanto con lui e con nessun’ altro, ma per riaverlo farei di tutto. Mi
stavo convincendo in quel periodo, quando vedevo Haruko di nascosto, che con te
fosse una storia sbagliata, che non potevo avere un futuro con te perché
io non potevo essere 'diverso'. Invece, ora mi sono accorto che stavo scappando
dalla verità che mi sembrava troppo grande e buia. Sono stato un
codardo. Lo so.
I
know you're in there
and
you can make me wait
But I'm not gonna wait
It's the least that I can do,
just
to tell you face to face
I was lying to myself,
now
I'm dying in this hell
Girl I know you're mad,
I
can't blame you for being mad
But baby here I am
È da un po’ di tempo
che sto qui, inginocchiato di fronte alla porta principale della sua casa. Ma
lui non da segno di cedimento neanche dopo avermi visto crollare a terra
implorandogli perdono ed una seconda possibilità.
“Perdonami. Mi
dispiace!” dico straziato dal dolore al pensiero che, forse, questo non
succederà mai.
Ti prego, apri. Lo so che
finché non me ne sarò andato con la coda tra le gambe non sarai
contento e che mi farai aspettare per non so quanto tempo ancora. Ma io voglio
dirtelo, dannazione!!!! Voglio dirti ciò per cui sono tornato da te!
Stavo mentendo a me stesso per primo e poi a te, al mio angelo che mi ha fatto
conoscere il paradiso e mi faceva rimanere tra le nuvole, non lasciandomi mai
cadere. Ed ora, senza di lui, sto sprofondando nell’inferno più
totale fatto di rimorsi, di notti passate a piangere uno sbaglio tanto
madornale, di giorni passati ad implorare chissà quale dio perché
lui tornasse da me.
Per
riportarmi nel paradiso.
Banging
on your front door
My pride spilled on the floor
My hands and knees are bruised
and
I'm crawling back to you
Begging for a second chance
Are you gonna let me in?
I was running from the truth
and
now I'm crawling back to you
If
you could see these tears I'm crying
Touch these hands that can't stop shaking
Hear my heart that's barely beating
You will see a different man
Sento le mani che
pulsano violentemente per far fluire quel poco di sangue di cui le dita
necessitano e le vedo rosse, quasi violacee, per la pressione del mio corpo. Le
ginocchia fanno ancora male per la botta subita dall’impatto con il
pavimento e pulsano anch’essi.
Vedi cosa sto facendo
per te, tesoro? Lo vedi?!?
Una lacrima scende
lungo la mia guancia, ma non la fermo: non ho più nemmeno la forza di
fermare questa dannata lacrima! La mia anima è straziata dal dolore, lo
capisci, tesoro? Capisci, amore, quanto soffro senza di te? Io non ce la faccio
più! Altre lacrime seguono la prima e con esse arrivano anche i
singhiozzi che mi fanno tremare le spalle. Sono disperato, Kaede! Apri la
porta!
“Kaede... apri…
ti prego!” dico tra i singhiozzi raddrizzando un po’ la schiena e
togliendo le mani dal pavimento che porto sulle cosce coperte dai jeans e le
vedo sbiadite a causa delle lacrime, ma posso ben distinguere i segni del
cemento tra una piastrella e l’altra.
Le mie mani. Tremano.
Non riesco a fermarle, non riesco a farle smettere di tremare! Le chiudo a
pugno, ma continuano senza obbedire ad un comando che flebile le raggiunge e
che neanche io, in realtà, riesco a formulare.
Non riesco più
a comandare nulla di me stesso.
Sono diventato un
involucro per un anima che si raggrinzisce giorno dopo giorno dilaniata dal
dolore di non averti più. Con essa il cuore ha quasi smesso di battere
come prima. È raro che lo senta battere. E quando lo fa è solo
perché vieni nominato e crede ancora nella speranza di riaverti, nella
speranza di riuscire ad accelerare le pulsazioni, rompere, premere quel bottone
che lo tiene sotto pressione impedendogli di rifornire il corpo del sangue che
richiede in situazioni in cui si dovrebbero provare emozioni.
Alzo lo sguardo verso
la porta.
Se vedessi tutto ciò.
Se volessi guardarmi.
Anzi...
...se riuscissi a guardarmi.
Allora vedresti un
ragazzo che ti implora, alla porta di casa tua, di tornare con lui, di dargli
un’ altra possibilità o almeno di fargli dare delle spiegazioni
che, purtroppo ormai, non servono più a questo punto.
Banging on your front door (darling)
My pride spilled on the floor
I was running from the truth,
now
I'm crawling back to you, yeah
Now I'm crawling back to you
Crawling back to you
“Kaede…. lasciami…
entrare…. per favore!” sussurro ancora come una cantilena che fuori
esce dalle mie labbra senza ostacoli, come se la mia stessa anima gli stesse
parlando, lo stesse supplicando. Porto una mano ad asciugare le lacrime che
ancora incessanti non smettono di riversarsi lungo il mio volto. Sento la
serratura della porta venire meno.
Dio mio, dimmi che....
È lì, al
posto della porta. Bello come sempre e anche di più. I capelli gli
cadono sugli occhi tenendo la testa abbassata, ma non riescono a nascondere le
scie delle lacrime. Provo un misto di tristezza e di felicità nel
vederle: ha capito che stavo dicendo la verità, forse anche lui ci sta
davvero male per questa nostra situazione, forse non tutto è perduto
però mi dispiace da morire che abbia fatto soffrire il mio tesoro.
Incontro i suoi occhi,
tristi ed imploranti di un qualcosa da me che vogliamo e dobbiamo, solo con le
nostre forze, ricostruire.
Mi alzo lentamente
senza mai distogliere lo sguardo fisso sul suo. Sembra che io abbia quasi paura
di alzarmi e raggiungere la sua altezza. Rimaniamo così fissi per non so
quanto tempo. Sono stupendi i tuoi occhi, Kaede, lo sono sempre stati, anche se
ora sono resi lucidi dalle lacrime.
Forse dopo qualche
secondo o minuto, non lo so, mi sfiori la guancia con la mano tremolante passando
con il pollice lungo la scia delle lacrime e i tuoi occhi si rattristano ancora
di più.
Oh, Kaede...
Poi mi prendi per mano
e mi porti dentro, in casa tua.
Chiudi il portone con
la tua solita calma e delicatezza però senza mai lasciarmi la mano.
Sento la mia anima che rinvigorisce, riesce a risvegliarsi dall’inverno
in cui era caduta notando i primi fiori della primavera. Raggiungiamo il
salotto senza parlare e ci sediamo vicini sul divano complice e spettatore di
tante nostre magnifiche liti e serate.
“Kaede....”
faccio per iniziare ma lui mi blocca mettendomi due dita sulle labbra e guardandomi
negli occhi che stavano già ricominciando a riempirsi di lacrime.
Avvicini il tuo viso
al mio e poggi le tue labbra sulle mie al posto delle tue dita che mi avevano
ammutolito e reso capace di capire che mi avevi perdonato.
Ci baciamo dolcemente,
senza bruciare le tappe perché questo è il primo passo
fondamentale per la ricostruzione di qualcosa che va oltre
dell’immaginazione della mente e del cuore umano.
Lasciamo che tutto
accada con calma. La mia lingua chiede timidamente di poter riassaporare il
gusto della bocca del ragazzo che mi ha fatto incontrare il paradiso, mi ha
fatto cader nell’inferno più nero e che mi sta riportando in
paradiso come solo lui sa fare.
Mi lasci entrare e
sempre con lentezza inizia la nostra battaglia. Il tuo sapore è sempre
più buono, quando ci pensavo non ne avevo più un’idea
precisa: il tuo sapore era così unico e lo è tutt’ora!
Le nostre mani
iniziano a vagare sulla nostra pelle per riconoscerla nuovamente e il loro
tocco provoca scariche sotto pelle in tutto il corpo. Prima sfioro solo la tua
maglietta poi il desiderio di risentire la morbidezza della tua pelle, la sua
compattezza e la sua freschezza, le fa scivolare sotto la maglia che porti.
Ma non andiamo oltre,
ora non sarebbe giusto. Ci stacchiamo continuando a fissarci intensamente negli
occhi come per leggere le risposte delle tante domande che ci eravamo posti in
questi ultimi tempi.
“Mi dispiace
tanto. Perdonami, Kaede.”
Dico con tono
disperato perchè davvero lo sono: ora che ti ho ritrovato non voglio perderti
nuovamente! Il tuo sguardo si addolcisce, il tuo corpo si rilassa e mi doni un
sorriso meraviglioso, uno di quelli che mi hanno fatto perdere la testa e la
cognizione del tempo nel guardarli.
“Ti ho
già perdonato, Hanamichi.”
E ci abbracciamo, segno
della nostra pace appena raggiunta.
Nel fare ciò
sento il tuo profumo sempre così unico e indescrivibile e la sicurezza
che non ti lascerò per ancora molto, molto tempo si rafforza in me. Decido
di lasciare tutto quello che vorrei dirti sulle mie paure, sui miei sogni su di
te e sulle ore più impensabili del giorno e della notte in cui la tua
immagine mi procurava un dolore lancinante al cuore e non potevo non pensare al
male che ho fatto ad entrambi perché ora non voglio distruggere con le
parole questo magnifico silenzio. Le dirò a tempo debito. Ma questo te
lo devo dire quindi mi sposto quanto basta per guardarti negli occhi.
“Mi sei mancato
tanto. Ti amo Kaede!”
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