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Autore: Scarlett Sakura    27/01/2011    6 recensioni
« Perché… non mi riferivo… a quel davanzale. » con l’indice indicò la parte su cui erano poggiate per rendere meglio l’idea. « Ma a questo. »
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: PWP, Spoiler!
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 Che bel davanzale!

 

 

 

Un’altra mattinata era iniziata sulla collina Astrea.

Il sole splendeva pacifico illuminando i magnifici edifici delle tre scuole ed i dolci volti delle sue abitanti.

Il giardino riservato all’etoile era come sempre profumato e ricco di ogni sorta di fiori. I loro colori mettevano allegria ed era impossibile sentirsi depressi dopo averli ammirati. Tuttavia, vi era una persona particolarmente soprappensiero quel giorno.

Una bellissima giovane dai capelli d’argento osservava gli alberi affacciata ad una finestra con espressione meditabonda. Il vento mosse la sua divisa verde che, insieme al grigio della chioma, formava uno strano contrasto.

Un’altra capigliatura, stavolta di colore rosso, entrò nel campo visivo offerto da quell’angolo di muro. Nagisa Aoi, questo era il nome della seconda ragazza, stava tenendo compagnia alla sua amica ma, al contrario della prima, il suo silenzio era dovuto alla meraviglia che stava ammirando e che quindi non le dava modo e voglia di iniziare una conversazione che disturbasse l’atmosfera serena.

Entrambe sembravano intenzionate a starsene lì sino a nuova decisione, quando una delle due parve risvegliarsi. Solo il lieve muoversi delle sopraciglia diede segnale di tale ritorno al presente.

« Che bel davanzale. » disse Shizuma d’un tratto e senza alcun preavviso. Ora, con gli occhi, non fissava più la flora circostante, bensì uno spettacolo di gran lunga di suo gradimento.

« Eh? » rispose Nagisa senza capire a cosa si riferisse.

Era andata nel giardino per occuparsi di alcuni fiori appassiti, quando avevano scorto un bell’arcobaleno in cielo e si erano precipitate ad ammirarlo. O meglio, lei voleva ammirarlo. Allorché anche l’altra l’aveva imitata e seguita subito dopo. Si erano entrambe perse nella contemplazione e la più grande era rimasta stranamente muta. Aveva poi pronunciato quella frase con voce alquanto maliziosa e lei non né capiva il motivo. « Effettivamente è davvero un bel posto. Senza contare che questi fiori ci stanno proprio bene. Forse dovremmo aggiungerne degli altri. » aveva ingenuamente ribadito Aoi, non avendo ancora compreso il sottinteso di quell’affermazione. Infatti, dopo averla osservata quasi stupita per qualche secondo, l’etoile scoppiò in una fragorosa risata che le fece venire le lacrime agli occhi. Fu persino costretta ad appoggiarsi al muro per non lasciarsi andare troppo.

« Pe… perché ridi? » la più giovane divenne rossa quasi quanto i suoi capelli. Non riusciva a capire cosa avesse detto di così divertente. Temeva di aver fatto un’altra delle sue solite gaffe, a cui ormai erano tutte abituate. Dopotutto la adoravano anche per questo suo lato ingenuo e assolutamente privo di malizia.

« Perché… non mi riferivo… a quel davanzale. » con l’indice indicò la parte su cui erano poggiate per rendere meglio l’idea. « Ma a questo. » spostò poi il dito incriminato di fronte a sé, esattamente sul seno di Aoi. Come in precedenza, questa ridivenne nuovamente bordeaux, stavolta superando di gran lunga la colorazione dei suoi capelli.

« Ma… ma… Shizuma-sama! » si coprì pudicamente con entrambe le braccia, come se i suoi abiti potessero scomparire all’improvviso. Un sorriso ancora più felino si fece spazio sul volto della fanciulla coi capelli d’argento che, prendendo nuovamente l’amica in contropiede, posò la mano sul suo seno destro, lasciato momentaneamente scoperto dalle braccia. Fece pressione leggermente e Nagisa, nel tentativo di arretrare, fini con l’appoggiarsi completamente al muro. « Shizuma-sama…  cosa… ? » la chiamò a bassa voce, quasi un sussurro. L’etoile, percependo il suo cedimento, aumentò ancora un po’ la pressione ed Aoi si accasciò contro la parete bianca, quasi senza forze.

« Come sei bella, Nagisa. » le accarezzò una guancia scarlatta, non per via del caldo, ma per l’imbarazzo e l’eccitazione che si stavano impadronendo di lei. Non volendo rovinare il momento, e decidendo di approfittarne un po’, fece scendere pian piano la sua mano verso il basso. Molto lentamente. Lisciando delicatezza il tessuto della divisa, quasi fosse fatto di seta.

La rossa sussultò violentemente quando percepì le fredde dita insinuarsi sotto la gonna e accarezzare languidamente le sue gambe.

« Shi… Shizuma-sama! Non… non possiamo… » si agitò subito rendendosi conto della situazione, ma soprattutto del posto. Sarebbe potuto entrare chiunque e trovarle in quella situazione compromettente. Avvertendo la sua preoccupazione, l’etoile portò il dorso della mano sinistra ad accarezzare il suo viso in un gesto calmante.

« Non temere, non verrà nessuno per la prossima mezz’ora. » la cosa sembrò funzionare perché la più piccola si rilasso impercettibilmente, senza però far sparire l’imbarazzo che la pervadeva. Era davvero un bellissimo spettacolo. Sempre contemplandola, le dita di Hanazono ripresero il loro cammino. Toccò e si godette ogni centimetro di pelle morbida sino a quando non giunse alla metà tanto sperata: l’intimo di Nagisa.

« Ah! » sobbalzò Aoi percependo quelle dita dove nessuno era mai arrivato. Chiuse gli occhi cercando di combattere la vergogna e di rilassarsi.

Dapprima l’accarezzò sopra di esse, beandosi dei gemiti della sua compagna e percependo col tatto la sua eccitazione. Poi, con un movimento dolce e sicuro, insinuò le dita sotto le mutandine.

« Fe… ferma! » poco ci mancò che la rossa saltasse per aria dalla sorpresa.

« Tranquilla. Va tutto bene. » Poteva sentire la morbidezza della parte più segreta del suo corpo, bagnata e calda, era qualcosa d’indescrivibile. Si stava eccitando a sua volta ma, in quel momento, desiderava solo donare piacere alla sua amata. Avrebbe pensato in seguito a se stessa.

Sfiorò languidamente le due grandi labbra coperte da una leggera ed umida peluria, la toccò con le nocche e con i polpastrelli, beandosi dei gemiti virginali della ragazza. Dopo aver imparato quasi a memoria la forma della sua intimità, infilò due dita tra di esse palpando il clitoride. Nagisa sobbalzò e quasi gridò per la violenta scossa di piacere che l’aveva colpita. Era la prima volta che percepiva sensazioni così forti e non sapeva in che modo gestirle.

« Shi… z… sa… ma… » Completamente persa in quel vortice di piacere non si preoccupò minimamente di dosare la voce. Hanazono, dal canto suo, incoraggiata dai suoi gemiti, riprese il suo lento lavoro. La massaggiò con cura, toccando i punti ove percepiva maggior estasi. Lambì le labbra piccole con lentezza estenuante per poi scendere verso il perineo, che sembrava una zona particolarmente sensibile. Ritornò al puntò partenza muovendo le dita sempre velocemente ma senza mai essere rude.

La voce della “vittima” aveva raggiunto tonalità imbarazzanti per la rossa, che stringeva spasmodicamente la sua gonna quasi fino a rovinarla, ma piacevolissime per la più grande, che non smetteva di osservare la sua pupilla. Dopo un ultimo massaggio Nagisa raggiunse l’estasi inondando la mano estranea dei suoi umori. Si accasciò poi contro il muro senza più forze. Mentre lei si riposava, Shizuma le rimise a posto la biancheria e la gonna andando poi a ripulirsi la mano.

Nagisa, una volta ripresasi dall’orgasmo, si guardò attorno e tutto l’imbarazzo della situazione le franò sulla testa iniziando davvero a vergognarsi. Capendo il suo stato d’animo, Hanazono le si avvicinò cauta, ma senza mai smettere di sorridere.

« Va tutto bene? »

« Che… che… che cosa ho fatto? » si portò le mani sulle guance ancora sconvolta per ciò che era accaduto. Si sentiva come se avesse commesso chissà quale terribile reato.

« Tu niente, ho fatto tutto io. » Shizuma rise di cuore quando la più piccola si coprì il viso completamente, come una bambina, lamentandosi e volendo sprofondare dall’imbarazzo. Si appoggiò sul marmo bianco che sosteneva la finestra e ammirò le bianche nuvole ormai sgonfie di pioggia. « Eh si, è proprio un bel davanzale. »

« Sì… » annuì Aoi poco convinta.

Vedendo che l’altra non accennava ad alzare la testa decise di portarla fuori.

« Ti va di fare una passeggiata? »

« Ok. »

Poco dopo entrambe stavano camminando per il bosco che circondava l’intera struttura delle scuole.

La più giovane si ostinava a restare dietro all’etoile che faceva finta di nulla continuando a passeggiare. Ad un certo punto si fermò accanto ad un albero, osservandolo con un dolce sorriso e carezzandolo con dita leggere.

« Cosa c’è? » dimentica dell’episodio precedente si accostò all’altra cercando di capire cosa ci fosse di così particolare in quel tronco.

« Io e te ci siamo incontrate proprio vicino a quest’albero. » con la mente tornò al momento in cui l’aveva vista, con la sua vecchia divisa e l’aria più dolce del mondo.

« E’ vero. » Nagisa osservò per qualche istante le foglie verdi che incorniciavano il tutto prima di parlare. « Sai, Shizuma-sama, la prima volta che ti ho vista mi sei sembrata bella come il sole e forte come un quercia. Non potevo credere che una persona così stupenda potesse esistere davvero. Ancora oggi mi domando cosa tu ci trovi in me. » abbassò il capo mentre un’antica incertezza s’impossessava di lei. Tante volte si era chiesta perché una creature come l’etoile provava tanto interesse per la sua persona.

Avvertendo il flusso dei suoi pensieri, così come il suo disagio, Hanazono guardò il cielo sopra di loro e, come seguendo un filo proprio, i suoi ricordi presero voce.

« Quando ti ho vista, mi hai attirato subito per il tuo modo di fare così ingenuo e innocente. Per tanto non ti consideravo più  di una semplice conquista. » Aoi s’irrigidì e la fissò con triste stupore, prima di puntare gli occhi sui propri piedi. Quasi si aspettasse, dentro di sé, una simile dichiarazione.

Ignorando la sua reazione, l’altra andò avanti. « Man mano che il tempo passava ed io ti conoscevo meglio, ho iniziato a provare una forte affezione per te. Sì, posso dire che mi piacevi sul serio. »

« Etoile-sama… » non sapeva bene cosa dire.

« Per questo era un po’ gelosa delle ragazze che ti circondavano, soprattutto di Tamao. » il sorriso si spense sulle labbra della più grande, come se un pensiero poco felice l’avesse colpita all’improvviso. « Ma poi ho ripensato a lei. »

Nagisa non aveva bisogno che pronunciasse alcun nome perché sapeva bene a chi si stesse riferendo. L’unica ragazza che aveva amato prima di lei, colei che era morta lasciando un vuoto incolmabile nel cuore della sua amata: Kaori Sakuragi.

« Tu… la ami ancora? » le chiese con una punta di preoccupazione mista ad angoscia nella voce.

« L’ho amata, e tanto. » si voltò per guardarla finalmente negli occhi. « Ma ora è un’altra la persona a cui voglio dedicare il mio amore. »

« E… e chi sarebbe? » chiese col fiato sospeso aspettando e temendo la risposta. Shizuma, non potendo fare altro, rise con profonda gioia.

« Te, sciocchina. »

La più piccola, al colmo della gioia, si gettò tra le braccia del’altra mentre una lieve brezza spirava fondendo il rosso dei suoi capelli all’argento dell’altra chioma.

« Anche io ti amo tanto, Shizuma-sama. »

Le due rimasero abbracciate a lungo, come se avessero tutto il tempo del mondo e niente e nessuno potesse separarle.

« Ah… » sospirò etoile contenta mentre premeva i suoi seni contro quelli di Nagisa. « E’ proprio un bel davanzale. »

« Ma insomma! » l’altra scoppiò in una fragorosa risata di fronte al suo imbarazzo; apparve nuovamente quel sorriso raro che solo con lei riusciva a venir fuori.

 

 

 

 

Fine.

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti fanciulle e fanciulli! ^^

Ecco la mia ultima creatura. Tengo a precisare che è la prima volta che scrivo qualcosa di yuri, quindi chiedo clemenza se non è il massimo. ^^”

Ringrazio chiunque leggerà, recensirà e inserirà la mia piccina da qualche parte.  

 

Saluti da Koishan la folle.

   
 
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