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Autore: Sydamn    28/01/2011    3 recensioni
Diciamo che la FF parte per essere un tributo a Brandon Lee, in modo più ampio, riprende un po' il fumetto di O' Barr, della serie "Cazzo faceva Eric Draven quando non era in giro ad ammazzare?"
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eric era in quella casa buia, deserta, ma piena di dolore, il dolore per Shelly, il dolore di Shelly. Era seduto su una cassapanca in legno, c'era ancora la sua biancheria.. quando il corvo volava via, a cercare le sue prede, Eric la apriva quella cassapanca, prendeva qualsiasi cosa le fosse appartenuto, un reggiseno, una canottiera, degli slip, e li portava al viso, si lasciava trasportare dall'odore che ancora ricordava vivido, come quando lei era viva, quando lui era vivo, e quando amarla era l'unica cosa che riusciva a consolarlo.

Ma ora no. 
La vendetta era il suo unico scopo, doveva ucciderli, ucciderli tutti, uccidere chi aveva strappato dalle sue braccia l'unica creatura di cui davvero gliene fosse mai fottuto qualcosa. 

Eppure.. se anche solo chiudeva gli occhi per un istante, vedeva vivide le sue gambe, le sue labbra, i suoi seni, pallidi come la luna, il suo candore spettrale che lo aveva incantato sin dalla prima volta che l'aveva vista. Fare l'amore con lei, era quanto di più sublime potesse aver mai provato in tutta la sua breve vita.. eppure tutto questo non c'era più, Shelly era morta, il suo corpo era stato violato in vita e in morte da quei figli di puttana.

Eric la considerava così, un angelo rinnegato da Dio, un dono a Satana ed ai suoi demoni, una creatura che aveva peccato nella lussuria, punita con lo stupro e con la morte, per mano di rifiuti del mondo. Ma quello stesso Dio lo aveva svegliato dalla terra fredda e umida, gli aveva ridato la forza, la "vita" se così può essere chiamata un'esistenza votata all'omicidio, alla vendetta, un'esistenza privata dell'unico significato e scopo, l'amore per Shelly.

Shelly, Shelly, Shelly! 
Il suo nome persino gli appariva così perfetto nella sua semplicità, Eric continuava a suonare metodicamente quei quattro accordi, un giro armonico che sapeva sarebbe diventato un misero tassello di un'opera d'arte, di una creazione superiore al divino, perché parlava di lei. 
Lei era morta, biologicamente era morta, ma era più viva che mai, nei suoi ricordi, negli odori, nelle cose, nelle voci, nella pioggia.

Ma purtroppo Eric lo sapeva.. lo sapeva che non può piovere per sempre.
  
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