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Autore: AlyssaK    28/01/2011    0 recensioni
Le guerre si possono vincere, se si ha affianco la persona giusta con la quale lottare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco a non pensare a quanto ti dovrò fare male. Ma non posso fare altrimenti, non voglio farti soffrire il doppio per il mio egoismo.
<< Come sono andate le analisi amore? >> Eccoti, puntuale come sempre. Vorrei correrti incontro e abbracciarti, vorrei chiederti di lottare insieme a me. Ma fortunatamente riesco a trattenermi.
<< Bene, sono solo delle piccole cisti. >> Faccio un profondo respiro << Però questa situazione mi ha fatto pensare, poteva essere qualcosa di peggio, e ho pensato tanto.>>
<< Si ma non lo è quindi togli i brutti pensieri dalla testa e andiamo a mangiarci un gelato. >>
<< No, non voglio venire a mangiare un gelato con te.>>
<< Bè, possiamo fare qualche altra cosa, quello che vuoi! Dobbiamo festeggiare no?>> Sorrise.
Dio mio quanto mi sarebbe mancato quel sorriso.
<<  Non hai capito, non voglio andare più da nessuna parte con TE. È questo che ti dovevo dire, ciò al quale avevo pensato, voglio partire, andarmene da qui come ho sempre sognato e non ritrovarmi vecchia e rugosa piena di rimpianti. >> Mi girai e me ne andai. Non volevo vedere la sua faccia, non volevo sentire la sua risposta. Salendo in macchina scoppiai a piangere. Non riuscivo a guidare in quelle condizioni. Non riuscivo a muovere un arto a dire la verità. Alla fine decisi di rimanere lì, avvisai mia madre dicendole che ero a dormire da un’amica.
Chiusi tutti gli sportelli e mi misi nel sedile di dietro. Lì, ancora bella ripiegata stava “Coppy”, la mitica coperta che ci aveva sempre accompagnato, in qualsiasi poso, in qualsiasi stagione e su qualsiasi mezzo fossimo saliti. Mi venne da sorridere, se “Coppy” potesse parlare mio padre si metterebbe le mani nei capelli, o perlomeno non si stupirebbe più del motivo per il quale i miei ammortizzatori si distruggono in così poco tempo!
Dopo quel breve minuto di dolci pensieri mi fu più difficile prendere sonno, pensavo a Dan, alla mia nuova battaglia contro il cancro, a come lui avrebbe reagito visto che prima o poi l’avrebbe saputo. Continuavo a sperare lo scoprisse il più tardi possibile però, non volevo fargli perdere tempo accanto  a me, che non sapevo neanche se fossi un caso perso o meno. Mi addormentai all’alba ma riuscii a fare solo poche ore di sonno perché una mano stava continuamente sbattendo al mio vetro.
La mia vista appena sveglia come sempre era pessima, ma quel volto lo avrei riconosciuto tra mille. Solo che mai l’avevo visto così arrabbiato e cupo, avevo quasi paura di uscire dalla macchina. Mi sedetti, e cercai di prendere tempo per pensare a cosa fare, ma non mi veniva in mente niente. Tanto valeva andare a farmi sbranare.
<< Cosa diavolo ci fai qui a dormire? Quanto pensi che ci avrei messo a scoprire la verità? Vorrei sapere cosa cazzo ti salta per la testa. >>
Non mi ero mai sentita tanto piccola e stupida. Volevo rispondergli ma incominciai a piangere. Mi abbraccio, sapeva di aver esagerato con i toni, ma non potevo certo fargliene una colpa. E più mi sentivo in colpa più il pianto si trasformava in crisi isterica.
<< Vattene, cazzo vattene, mi spieghi che cazzo ci fai qui affianco a me? Perché devi perdere il tuo tempo? Perché non vai a rifarti una vita?>>
Mi strinse più forte, sentivo che anche lui piangeva.
<< Primo: sei una stupida, secondo: il tempo è mio e decido io come “sprecarlo”, terzo: se ti potessi rifare ti darei sicuramente un po’ più di sale in zucca visto che al supermercato non lo vendono! >>
Lo guardai, come al solito il suo discorso non poteva mai essere tutto serio. Gli sorrisi, e lo abbracciai.
<< Questa storia la combatteremo in due, come in due la sconfiggiamo. >>
Finalmente riusciva a dire una frase seria per intero.
<< Grazie amore mio! >>
Si allontanò da me e mi guardò storto
<< Grazie un corno! Non lo faccio a gratis, voglio fornitura doppia di baci da oggi per i prossimi dieci anni! >>
Ok, proprio non ci riusciva a non farmi tornare sempre il sorriso. Gli diedi un piccolo colpo in testa e sorridendo ci baciammo.
Tanto caos per niente, ero sempre la solita casinista.
Solo con la sua forza potevo sperare di vincere il cancro.
  
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