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Autore: bubi90    29/01/2011    1 recensioni
-Storia partecipante al mai concluso Slash Forever Contest-
-Betata da OverTheHill(my love!)-
La storia di un ragazzo, Guido, in attesa dell'amato nella loro piazza. A distanza di un anno gli stessi avvenimenti i ripetono per il giovane, che continua ad aspettare una persona che forse non arriverà mai...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante allo Slash Forever Contest di majhkojackson su EFP, non concluso per mancanza di partecipanti.


Autore: bubi90
Titolo: Un'attesa lunga un anno
Genere: Introspettivo, malinconico, sentimentale
Avvertimenti: One-shot, slash
Rating: verde
Prompt: 5-città , 19- "The Story" 30 Seconds to Mars, G- conchglia, lampada, rosso fuoco, naso storto
Introduzione: la storia di un ragazzo, Guido, in attesa dell'amato nella loro piazza. A distanza di un anno gli stessi avvenimenti i ripetono per il giovane, che continua ad aspettare una persona che forse non arriverà mai...



Questa storia, strano ma vero, mi è piaciuta. Già, una mia storia che mi piace, sembra una pazzia! Comunque, malgrado la mia uscita di testa, volevo ringraziare la giudiciA del contest, perchè si è impegnata a darci i risultati pur potendo fregarsene, vista la mancata consegna delle partecipanti.
Grazie mille, anche per la bellezza delle tue parole e per il tuo gradimento!
Niente, è tutto, solo ricordo che è stata betata dalla mia amata e, ultimamente, poco attiva Beta che non vede arrivarsi miei lavori, tranquilla tesorA, non ti lascerò sola ancora per molto!
Nient'altro, in fondo trovate i giudizi e vi auguro una buona lettura!


Ah, dimenticavo, i discorsi in corsivo sono i ricordi di Guido, mentre le parole sottolineate sono i prompt che dovevo usare! Le citazioni dalla canzone sono tradotte in italiano.





Guido e Riccardo








Un’ attesa lunga un anno

 













 
 
È inverno e la città è addobbata a festa.
Le persone si affrettano per le vie del centro passando da un negozio all’altro: preparano tutti le ultime cose per Natale, scelgono i regali e comprano i cibi più raffinati per il cenone.
Nel mezzo del traffico cittadino, immerso nel caos generale, è fermo Guido.
Un ragazzo biondo, dall’aria stanca.
Se ne resta appoggiato al muro pieno di graffiti del negozio di Dolce e Gabbana. Non muove un muscolo, non alza neppure lo sguardo dai suoi piedi.
Agli occhi dei passanti che hanno ancora abbastanza tempo per fermarsi un attimo a guardare ciò che hanno intorno appare come un giovane altezzoso, indifferente agli altri.
Ma se quelle persone si avvicinassero noterebbero, invece, che tiene i suoi profondi occhi nocciola puntati sul display del cellulare.
È passata mezz’ora da quando si è bloccato in quel punto.
Sembra aspettare qualcuno, magari una ragazza.
Forse deve andare ad un appuntamento o probabilmente a fare compere.
Resta in attesa, con il naso che diventa sempre più rosso per il freddo.
Non sembra dargli fastidio, anzi, il gelo lo fa stare meglio, gli cura quella botta presa qualche giorno prima.
Il suo perfetto naso etrusco, storto irrimediabilmente da un compagno di università, dopo uno scontro non proprio pacifico.
Guido sorride, lo sguardo ancora puntato verso il basso.
Ripensa all’anno precedente quando è stato tre quarti d’ora nello stesso punto ad aspettare la medesima persona, Riccardo era in ritardo anche quella volta.
Gli aveva fatto prendere un colpo: né una chiamata, né un messaggio, niente che gli comunicasse il suo ingiustificato ed enorme ritardo.
Ad un certo punto, preso dalla preoccupazione aveva alzato di scatto il viso ed aveva scorto la sua figura tra la folla.
Era inconfondibile: alto e muscoloso sfoggiava una folta acconciatura rosso fuoco, che lo rendeva estremamente affascinante e particolare.
Gli era corso incontro preoccupato, mentre questo gli sorrideva implorando il suo perdono.
Guido sorride, il display gli comunica che si trova in quel punto da quaranta minuti.
Anche quest’anno avrebbe dovuto aspettare.
 
Girando il telefono fra le dita nota il proprio braccialetto e s’imporpora impercettibilmente.
Non ricorda neanche da quanto lo porta al polso.
È un vecchio, vecchissimo, bracciale con un pendaglio a forma di conchiglia.
Gliel’aveva regalato proprio Riccardo quando facevano ancora le medie.
“Non ti lascerò mai, come la perla dentro la conchiglia, io resterò con te” gli aveva detto il ragazzo.
Guido era diventato color peperone all’epoca e può benissimo giurare di esserlo diventato anche adesso.
Non riesce a capacitarsi di come quel ragazzo riesca ad essere l’unico punto essenziale della sua vita.
Non sa perché, ma se potesse scegliere una persona con cui vivere nel mondo, lui sceglierebbe Riccardo.
Avevano passato tutta la loro esistenza insieme, esisteva Guido, esisteva Riccardo, ma ancor di più esistevano loro due, uniti.
 
L’orologio della piazza scatta, è già trascorsa un’ora dal suo arrivo e i negozi stanno chiudendo.
Sono già le dieci, ma Riccardo non sembra arrivare.
Guido non sposta gli occhi dal cellulare, anche se questo si è già abbuiato da tempo e continua a pensare solo a loro, con gli occhi socchiusi.
Quest’anno andranno in vacanza in Egitto per le vacanze invernali.
“Guido ma davvero vuoi andare a farti una lampada?” gli aveva chiesto sbigottito il compagno, quando gli aveva comunicato che prima della partenza sarebbe andato dall’estetista.
“Una? Ma anche di più! Non voglio mica essere una mozzarella al mare!” aveva risposto lui, semplicemente e con sdegno.
Riccardo aveva sorriso muovendo sconsolato la testa. Il suo ragazzo non sarebbe mai stato normale.
Guido ingoia un boccone amaro.
Chi aspetta non sembra voler arrivare, o peggio, non arriverà mai.
In fondo lo sa anche lui, solo non vuole ammetterlo.
Potrebbe aspettare all’infinito, poggiato al muro del negozio, ma Riccardo non lo raggiungerà.
Una lacrima gli scivola giù dagli occhi, seguita subito dopo da un’altra e poi da un’altra ancora.
Piange.
La piazza è vuota intorno a lui, è nel mezzo al niente.
Tutti sono tornati a casa, al caldo delle loro famiglie, dei loro affetti.
Lui no. È solo, in un angolo della piazza.
Ha toccato il fondo, in questo momento ha raggiunto il punto più oscuro della sua vita.
Riccardo se n’era andato, per sempre, e lui inizia a capire.
Nel momento in cui l’incubo è divenuto realtà, in cui ha metabolizzato la cruda verità, è arrivato alla soluzione.
Lui è vivo, può respirare e camminare per le strade, ma Riccardo no, non più.
E quelle che si è detto fino a un attimo fa, quelle che si è raccontato come una novella ristoratrice, quelle sono solo bugie.
Quelle sono le menzogne che ha inventato per sentirsi meglio, per escludere il dolore dal suo cuore.
Guido alza lo sguardo al cielo.
Le stelle brillano egoiste in mezzo ad esso, lo conoscono bene, sanno ciò che sta passando, ma brillano.
Inizia a camminare, perché quella che si sta raccontando è la storia della sua vita, la sua e di Riccardo, tornata, orribilmente, unicamente sua.
Alla fine però ha trovato se stesso.





 


Ecco il giudizio della giudiciA!

Autore: Bubi90 
Titolo: Un’attesa lunga un anno 
Grammatica: 25/25 
Originalità: 15/15 
Caratterizzazione personaggi: 14/15 
Gradimento: 9/10 
Totale: 63/65 
La storia è molto bella e profonda, anche se un po’ confusa - questo però la rende anche migliore. Mi ha fatto venire le lacrime agli occhi, la prima volta che l’ho letta. Non c’è un errore, i prompt sono utilizzati bene e così la canzone. Brava, complimenti! 
   
 
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