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Autore: Kicchina    29/01/2011    1 recensioni
[Tyki, Allen, Lavi, Kanda][Nonsense; AU; OneShot]
«Sono le regole»
«Quali regole?!»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Tyki Mikk, Yu Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nome:Moebius
Personaggi: Tyki Mikk, Lavi, Allen Walker, Yu Kanda
Rating: Giallo
Avvertenze: OneShot; Nonsense; AU
Disclaimers: Tyki, Lavi, Allen e Kanda appartengono alla sensei Hoshino~
Note: Questa la tenevo nascosta nel pc da parecchio tempo ormai – lo dimostra il fatto che non siano presenti né Link, né Alma, né Wisely – pertanto non la rileggo da molto e forse potrebbero esserci degli errori o ripetizioni. O magari lo stile può risultare essere parecchio diverso dal mio solito, chissà. I personaggi potrebbero risultare OOC, se così fosse ci terrei a saperlo, anche se è di parecchio tempo fa', è ancora più tempo che non scrivo nulla su D.Gray-man e ci ho perso alquanto la mano...
La posto, perché è mia abitudine postare tutto ciò che finisco e non cancello, e perché l'idea da cui ero partita mi piaceva molto. Comunque non so quanto potrà essere apprezzata una cosa di cui non sono pienamente soddisfatta nemmeno io, quindi non mi aspetto molto...
Come al solito, le mie nonsense in realtà un significato nascosto ce l'hanno e questa mi sembra fosse in realtà una metafora, se non erro... ma, è passato talmente tanto di quel tempo che ormai non lo ricordo nemmeno io, quindi voi fingete non abbia senso e basta, va bene lo stesso♥
Ah! Non fate caso al titolo, non cercateci un significato nascosto, è solo la canzone che sto ascoltando ora~


Moebius




Tyki fece tre passi avanti, poi due indietro, ancora tre avanti.
Alzò la testa e Lavi annuì, quindi ne fece cinque indietro, tre avanti, due indietro ed uno avanti.
«Uno avanti» disse il rosso con voce seria, e Tyki eseguì, spostandosi di un passo verso di lui.
Lavi inarcò un sopracciglio, poi scosse la testa esasperato.
«Idiota.» sputò Kanda da qualche metro più in là, ed Allen emise un verso gutturale di disappunto.
«Concentrati!» si lamentò.
Yu tese una mano, prese una carta a caso dal mazzo che l'inglese esponeva ordinatamente.
«L'asso di fiori» espose scettico. Allen mostrò un sorriso affilato, recuperò la carta e prese a mischiare il set.
«Hai perso»
Kanda saltò su irato, sbatté le mani sul vecchio tavolo in legno di noce.
«Hai barato!»
«Sono le regole»
«Quali regole?!»
Silenzio. In lontananza suonava una musica lenta da grammofono.
Lavi si avvicinò con passo cadenzato, posò il revolver sul tavolo e puntò Kanda con l'unico occhio smeraldo che gli restava, accucciandosi al suo fianco senza fiatare.
«Hai perso» cantilenò Tyki alle sue spalle, poggiando un gomito sulla testa del rosso e sorridendo sornione.
Yu ringhiò infastidito.
«Ha palesemente barato!»
«Hai accettato tu di giocare contro di lui» sentenziò Lavi, spostando lo sguardo dal volto del giapponese all'arma e viceversa.
Kanda si alzò e raccolse iroso la rivoltella dal tavolo, fece ruotare il tamburo con uno scatto nervoso. Allen lo raggiunse, andandogli alle spalle e facendo scivolare la fascia nera sui suoi occhi sottili.
Fece un nodo, poi un altro.
Il sorriso sul volto di Tyki si allargò, mentre Kanda veniva fatto girare alcune volte su se se stesso, puntava l'arma alla propria sinistra e veloce premeva il grilletto.
Il proiettile scavò la propria tomba nella parete in cemento, piccolo ed ancora fumante.
«Hai mancato il bersaglio» constatò la voce atona di Lavi. Tyki rise sommesso, Allen si morse le labbra infastidito.
«Mi sembra ovvio! - sputò Yu iroso – Quante possibilità credi ci siano di prenderlo bendato e privo di riferimenti?!»
«Sono le regole»
«Sono le regole, sono le regole...» gongolante, la voce di Tyki si espanse per la sala assieme ai suoi passi cadenzati. Ritornò al proprio posto, fece un passo indietro e tre avanti.
«Cinque» disse.
Kanda ringhiò.
«Una!»
«Due» sentenziò Lavi, estraendo il coltello dalla tasca e facendo scattare la lama.
Allen si morse le labbra e corse alla parete con incastonato in proiettile. Misurò lo spazio con il palmo della mano e tornò dal rosso.
«Ha ragione lui, Lavi. È una sola.»
Tyki emise un verso scocciato; estrasse il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne portò una alle labbra.
«Cosa c'è, ragazzo – disse accendendola – Cerchi di salvarlo dopo averlo incastrato?»
Il più piccolo puntò gli occhi argentati sulla figura in penombra.
«Non l'ho incastrato. Sono le regole.»
Kanda fece schioccare la lingua contro il palato, si diresse verso la sedia dalla quale si era precedentemente alzato.
«Muoviti mammoletta. Prestami una spalla.»
«Il mio nome è Allen!»
Si accomodò a gambe accavallate, Kanda, poggiando la mano sinistra sulla superficie lignea del tavolo e sbuffando sommesso. Allen si sbottonò la camicia, liberò la spalla destra e si sedette a cavalcioni su di lui, poggiando il mento sulla sua stessa e chiudendo gli occhi.
«Perché lo devo fare io?» chiese scocciato.
«Hai barato, mi devi questo ed altro, pidocchio!» sputò il giapponese, circondandogli la vita con l'altro braccio, aprendo la bocca e posando i denti sulla pelle liscia del compagno.
Lavi si accovacciò nuovamente al suo fianco, fece brillare la lama alla luce soffusa della lampada ad olio.
«Scusami, Yu-chan» sussurrò, lasciando poi cadere con un colpo netto il coltello a recidere il mignolo della mano sinistra dell'orientale.
Kanda trattenne le urla e morse violento la spalla di Allen, sentendosi tra le labbra il sapore metallico del sangue dell'inglese.
Tyki si avvicinò a guardare la mano del giapponese, il cui sangue non aveva avuto nemmeno il tempo di scorrere a formare una pozza sul tavolo che già le carni si ricucivano e rigeneravano, sovrapponendosi le une sulle altre e riformando il dito appena reciso.
Quello abbandonato sul tavolo scomparve in un mucchio di ceneri grige.
«Già finito? – chiese il più grande con una nota delusa nella voce – Speravo non funzionasse più.»
«Ovviamente funziona ancora, idiota!» ringhiò il giapponese in risposta, leccandosi poi le labbra a ripulirle dal liquido rosso su esse rimasto.
Lavi sorrise, mentre richiudeva il coltello e lo poneva nelle mani di Kanda.
«I prossimi siamo io e te» ricordò al portoghese.
Allen si alzò dalle gambe di Yu, fece schioccare il collo intorpidito.
«Hai i denti troppo affilati, baKanda!» si lamentò riabbottonandosi la camicia bianca.
«Sono le regole» cantilenò sottile lo spadaccino. L'inglese gli cacciò la lingua.
Lavi prese posto sulla sedia di Yu, Tyki su quella di Allen.
«Allora, come ce la giochiamo?»
«Poker?»
Allen ghignò alla proposta di Tyki, si avvicinò al bersaglio tenendo in volto il sorriso più dolce e sincero riuscisse a generare in quella situazione.
«Non preoccuparti, questa la vince Tyki - sussurrò piano – Lavi non è bravo con le pistole»
«Ti ho sentito, sai?»
Tyki diede le carte, Allen si allontanò chiedendo mesto scusa.
Si posizionò di fronte a Kanda, fece un passo avanti e due indietro, tre avanti ed uno indietro. Si fermò.
«Uno indietro» disse. Allen sbuffò e si diresse al tavolo, mentre Tyki metteva giù con un poker d'assi e Lavi si alzava sorridente impugnando il revolver.
Kanda sospirò, si guardò attorno: le sbarre di quella cella sembravano farsi ogni istante trascorso più opprimenti.







  
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