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Autore: SailorMercury84    30/01/2011    9 recensioni
Questa è la storia Amy, a noi nota come Sailor Mercury. In questa storia, vorrei far emergere non la storia della combattente, ma della ragazza di tutti i giorni. Amy che si racconta in prima persona.
Tratto dal primo capitolo:
"Mi chiamo Amy, ho 27 anni e sono originaria del giappone.
Finalmente mi sono laureata, e sono diventata un medico, per l'esattezza, medico d'urgenza. Sono
due anni che lavoro presso la struttura ospedaliera del Guy's Hospital, nella zona di London Bridge."
Spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
Buona lettura...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ami/Amy, Taiki, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Chiamata d'urgenza.
 
 

Io e Ryo ci sedemmo ad un tavolo del Senshi Bar. Lui ordinò un latte macchiato ed un cornetto, io invece non avevo voglia di mangiare ed ordinai solo un tè caldo. Mentre eravamo in attesa che la cameriera ci portasse la colazione, Ryo mi prese le mani e le strinse forte:
 
- Amy ti devo parlare, seriamente... -
 
Avevo il terrore, ma prima che andasse avanti, mi feci coraggio e chiesi:
 
- Mi vuoi lasciare? -
 
I suoi occhi si riempirono di lacrime, che trattenne:
 
- Questo devi deciderlo tu Amy. Io ti amo, ma così non posso... non ce la faccio. Il tuo telefono è acceso solo per chiamate urgenti, spesso le mie telefonate vanno a vuoto perché non puoi rispondermi. Non ci vediamo quasi mai, e in quel poco tempo che passiamo insieme, hai sempre un'aria stanca, non ti accorgi nemmeno del mio sguardo, lo sguardo che riservo solo a te. Amy io sono venuto qui a Londra per te, capisci? Solo per te! -
 
Stava dicendo ciò che non avrei voluto sentire, lui era venuto a Londra per me ed io non me ne ero nemmeno accorta. Era sempre rimasto nell' ombra per non intralciare il mio lavoro, ma nello stesso tempo era sempre presente per me. E io come lo avevo ricambiato? Io lo amavo davvero? Mentre mille pensieri attraversavano la mia mente, la cameriera ci portò la colazione ordinata.
Interuppi il mio silenzio rivolgendomi a lei:
 
- Grazie! -
 
Ryo bevve un sorso di latte macchiato e proseguì:
 
- Amy tu cosa pensi di me? Ti prego dimmelo, ho bisogno di saperlo! Tu mi ami? -
 
Non riuscivo a formulare pensieri, non riuscivo a capire cosa avrei dovuto rispondergli, e tentando disperatamente di trovare una risposta, cercai di accennare qualche parola, ma lui continuò:
 
- Sei ingiusta con me, se non mi vuoi più devi dirmelo! Ho diritto di dimenticarti, ho diritto di ricostruire la mia vita! -
 
- Ryo... io... non lo so, non lo so cosa provo per te, ti prego scusami! -
 
Iniziai a piangere e mi sentivo ridicola con quel comportamento, ma non potevo dirgli che lo amavo, non lo sapevo più nemmeno io.
Lui chiuse gli occhi, come se non avesse mai voluto ascoltare quelle parole cercando di incassare quel colpo in maniera dignitosa; poi sospirò:
 
- Amy... vuoi venire a vivere con me? Dalla tua risposta capirò davvero quello che provi. Rispondimi, ti prego... almeno questo me lo devi... -
 
Era una richiesta lanciata lì, come un fulmine a ciel sereno, e in un baleno mi apparvero nella mente, i volti delle mie amiche, le loro risate, i momenti vissuti qualche ora prima. Non volevo separarmene.
Capii che veramente, non amavo più Ryo. Preferivo le mie amiche a lui, nonostante gli volessi un gran bene.
Stavo per rispondere alla sua domanda, quando squillò il mio cellulare: era l'ospedale.
Ryo saltò in piedi:
 
- Amy non rispondere al cellulare! -
 
Ero in uno stato di agitazione, mentre il suono del telefono continuava a trillare martellandomi il cervello:
 
- Ryo io sono un medico, non posso, è il mio lavoro! -
 
Lui battè un pugno sul tavolo e urlò:
 
- Io lo odio il tuo lavoro!!! Devi rispondermi! -
 
- Ryo ti prego calmati, ci stanno guardando tutti! -
 
Mi sentivo morire dall'imbarazzo, poi con il cuore il gola risposi al telefono, dovevo recarmi urgentemente in ospedale, serviva un medico chirurgo ed ero l'unica che potesse correre lì in quel momento. Ero indispensabile per salvare un bambino che era stato investito da un'auto. Con le lacrime agli occhi corsi alla cassa a pagare la colazione e chiesi a Ryo di uscire fuori:
 
- Ryo lo so che non è il momento giusto, ma devo correre in ospedale! Non è che... -
 
Mi interruppe:
 
- Sì, ti accompagno, ho la macchina qui vicino. -
 
In quei dieci interminabili momenti vissuti in macchina, mentre lui guidava come un pazzo, dissi con un nodo in gola:
 
- Mi dispiace Ryo, non volevo prenderti in giro, sono stata un'egoista lo so, ma credimi, ti ho sempre voluto bene. Ora però non posso ricambiare il tuo amore. Perdonami se puoi, ma la mia risposta è no. Non posso venire a vivere con te. -
 
Dopo quelle mie parole, non disse più nulla, rimase in silenzio finchè non arrivammo davanti all'entrata secondaria dell'ospedale. Dopo aver tolto le sicure per farmi scendere, mi guardò con gli occhi umidi:
 
- Addio amore mio. -
 
Avrei voluto stringerlo forte, avrei voluto fermarmi lì con lui, parlarci nel tentativo di trovare  qualche soluzione, magari ricominciare da capo, insieme, e scoprire che in fondo forse, quel sentimento c'era ancora, ma non potevo, un bambino rischiava di morire e io dovevo correre da lui, dovevo salvarlo.

Piangendo risposi:

- Addio Ryo. -
 
Corsi dentro l'ospedale, e non feci in tempo a vedere Ryo per l'ultima volta, perché quando mi voltai verso la strada, se n'era già andato.






17 - 04 - 2011: Capitolo revisionato.

   
 
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