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Autore: luna 777    30/01/2011    2 recensioni
Una ragazza normale,un giorno normale.Ma farà un incontro che le sconvolgerà la vita.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un clacson ruppe il silenzio di una tiepida mattina di estate. Scesi le scale raccogliendo la mia folta chioma color del fuoco con un elastico e mi precipitai alla porta per prendere il giornale che ogni mattina veniva potato da un ragazzo in bicicletta. In prima pagina in grandi, scuri caratteri cubitali era scritto Veggente uccide ragazzo. La notizia mi attirò subito e mi soffermai sulla porta per leggere l’ articolo. Lessi che una ragazza che da poco era venuta a conoscenza dei suoi poteri premonitori aveva ucciso un ragazzo con cui aveva litigato. Sul luogo del delitto era stato trovato un sassofono. Richiusi la porta mentre in lontananza sentivo il suono di una sirena avvicinarsi. Mi preparai e uscii per fare compere in centro. Girai negozi, boutique, centri commerciali e mercatini e all’ ora di pranzo avevo le mani piene di borse di ogni misura. Esausta entrai in un bar per riposarmi e mangiare qualcosa. Appoggiai tutte le buste su una sedia accanto a me,orgogliosa dei miei acquisti, ma mentre mi sedevo feci cadere tutto. Seccata mi chinai e le mie mani ne incontrarono delle altre. Alzai lo sguardo e mi sorprese il sorriso di un bellissimo ragazzo. Folti capelli biondi gli incorniciavano il volto e mettevano in risalto gli occhi verde smeraldo. Per un attimo rimasi abbagliata ma subito mi affrettai a farfugliare un grazie. “Ehm, posso offrirti qualcosa? Sei stato così gentile…Vorrei…vorrei sdebitarmi…”. Sperai profondamente che la mia voce non suonasse ridicola ma lui mi tranquillizzò subito con il suo sorriso. “Non devi sdebitarti. Però mi siederei comunque volentieri. Ah, dimenticavo, mi chiamo Alex. Tu?” “Lilly”. Risposi con sguardo sognante. Quell’ incontro mi scombussolò la giornata e il giorno successivo e quello dopo ancora. Rimanemmo a parlare in quel bar fino a tardi poi andammo a cena insieme. Non riuscivamo più a smettere di parlare e ridere. Così tornai a casa all’ alba e mi addormentai con il sorriso sul volto mentre i primi raggi di sole mi accarezzavano le guance. Ci incontravamo tutti i giorni, passavamo pomeriggi indimenticabili e ogni notte, prima di addormentarmi, mi chiedevo come tutto questo fosse possibile. Insieme alla gioia, però, avevo una tremenda sensazione, spesso mi assalivano i dubbi e le paure; come se quello che stavo facendo non potesse che avere una brutta fine. Un giorno, era passato un mese dal nostro primo incontro, passeggiavo per le affollate e rumorose strade del centro in cerca di un regalo per Alex. Passai davanti ad un negozio di musica e vidi nella vetrina un sassofono. Luccicava al sole, sembrava urlare “comprami! ”. Pensai subito alla grande passione per gli strumenti di Alex e il sassofono era proprio uno di quelli che mancavano nella sua collezione. Eppure non ero convinta, non avrei dovuto comprarlo; ancora cupi pensieri mi assalirono. La scritta rossa offerta mi convinse. Entrai, agitata, e lo comprai. Prima di andare da Alex impacchettai il sassofono con una carta dipinta a rose rosse ed emozionatissima arrivai da lui. Suonai il campanello; quando Alex aprì mi buttai tra le sue braccia, poi ci sedemmo e aspettai che avesse aperto il mio regalo. Quando lo vide il suo sorriso mi abbagliò e dopo un rapido bacio mi ringraziò. La serata era perfetta; eppure tutto il tempo sentivo di dover andare via. Cercavo di convincermi che fosse tardi, che fossi stanca, ma niente riusciva a staccarmi da quegli occhi verdi. Quando disse che andava in cantina a prendere il vino ne approfittai per dare un’ occhiata in giro. Aprii la porta di una stanzina, accesi la luce e vidi la sua collezione di strumenti. Sorrisi fra me; poi mi rabbuiai. Un sassofono identico al mio stava al centro di una delle pareti. Incredula, delusa e arrabbiata corsi incontro ad Alex per chiedere spiegazioni. Cercò di giustificarsi , balbettava frasi incomprensibili mentre io piangevo e gli urlavo contro. Alla fine confessò che era il regalo di un’ altra donna. Ero accecata dal dolore, le mie paure avevano preso forma. Gli gettai contro il sassofono. Lui cadde violentemente contro uno spigolo e il sangue, rosso e lento, macchiò la moquette. Avrei dovuto ascoltare il mio sesto senso, i miei dubbi, quel senso di sbagliato. E tutto questo non sarebbe accaduto. Un clacson ruppe il silenzio della mattina seguente. Scesi le scale raccogliendo la mia folta chioma color del fuoco con un elastico e mi precipitai alla porta per prendere il giornale che ogni mattina veniva potato da un ragazzo in bicicletta. In prima pagina in grandi, scuri, caratteri cubitali era scritto Veggente uccide ragazzo. La notizia mi attirò subito e soffermai sulla porta per leggere l’ articolo. Lessi che una veggente che da poco era venuta a conoscenza dei suoi poteri aveva ucciso un ragazzo con cui aveva litigato. Sul luogo del delitto era stato trovato un sassofono. Richiusi la porta mentre in lontananza sentivo il suono di una sirena avvicinarsi.
  
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