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Autore: VeNoBa    30/01/2011    2 recensioni
Fanfiction a più capitoli su uno dei miei manga preferiti^^ Prevalentemente vissuta con gli occhi di Yuuki e Zero,ma ci sarà anche "parecchio Kaname" dentro :) Scritta partendo dal presupposto che tutto il passato di Kaname sia già venuto a galla...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Riunione straordinaria (capitolo 13)

“Trovo sempre più difficile dire le cose che intendo, piuttosto che quelle che non intendo” (William Mangham)

I due hunters e Yuuki entrarono nel salone dell’Associazione, diretti all’ufficio del Presidente; in giro non c’era nessuno, erano tutti al cospetto di Cross, probabilmente, per discutere degli ultimi avvenimenti.

All’improvviso, da dietro una colonna, spuntò Yagari, in tutta la sua altezza, il cipiglio più serio del solito, il fucile stretto in mano, pronto all’attacco.

“Hey, vecchio!” esclamarono Kaito e Zero, all’unisono, presi alla sprovvista.

L’uomo lanciò loro un’occhiataccia, mordicchiando la cicca della sua sigaretta.

“Vi siete fatti attendere, come delle signorine, vedo” li canzonò, adattandosi al passo e indirizzandoli alla stanza dove avvenivano i meeting e le riunioni.

“Zero ci ha messo un po’ di tempo, per farsi bello” borbottò Kaito, maligno.

Il ragazzo in questione alzò gli occhi al cielo, rassegnato.

“Avevi finito la cipria, eh? Cross ne ha una bella scorta, potresti chiederla in prestito a lui, la prossima volta” ridacchiò Yagari.

Yuuki, praticamente rannicchiata dietro la schiena di Zero, faticava a stare dietro a quei tre spilungoni. Yagari, il suo vecchio insegnante, non l’aveva degnata di uno sguardo e la ragazza si stava mestamente domandando se non l’avesse vista o se fosse un atteggiamento calcolato. Lei, d’altra parte, era intimorita dall’aria assolutamente anti-vampiresca che regnava in quel posto e non osava dire una parola.

“Dove sono tutti, piuttosto? Sembra un cimitero, non c’è un’anima” fece Kaito, rivolto a Yagari.

“Sono alla riunione, dove, se no?” replicò l’uomo.

“E perché tu sei in giro, invece?” intervenne Zero.

“Io non sono “in giro”, sono di pattuglia, dato che gli hunters di sorveglianza alla porta sono stati convocati anche loro” ribatté l’hunter.

“Non era più utile che ci andassi tu, alla riunione, piuttosto che loro?” esordì Zero.

“Quello che dovevo vedere, l’ho visto, io e Cross abbiamo già discusso della questione a sufficienza. E poi, cara la mia comare, pensa al tuo, di lavoro, non a quello altrui” lo riprese Yagari.

“Oho, siamo di cattivo umore, oggi, Maestro?” ridacchiò Kaito.

“E come si fa a non esserlo, dopo quello che è successo?” sbiascicò lui, aprendo la porta della Sala delle Riunioni, con un calcio.

Tutti, all’interno della stanza, si zittirono e si voltarono.

Cross si alzò dalla sedia, pallido, evidentemente irritato.

“Ti sembra il caso, di entrare così ?! Mi hai fatto prendere un colpo!” strillò, rivolto a Yagari.

“Se avessi usato le mani, avrei dovuto mettere giù il fucile…cosa poco prudente, ora come ora” replicò lui, prendendo posto accanto al Direttore.

Zero, Kaito e Yuuki, che si sporgeva timidamente da dietro Zero, restarono sulla porta, in silenzio.

Cross, com’ebbe visto la testolina bruna della figlia fare capolino, le corse incontro.

“Yuuki!” esclamò, prendendola per le spalle, evidentemente sollevato.

Zero si scostò, liberando la visuale di lei, e tutti gli occhi della Sala si puntarono sulla ragazza.

“Direttore…” sbiascicò lei, poggiando le mani sulle braccia dell’uomo, scossa.

“Stavo per mandare qualcuno a casa tua, a prenderti! Stai bene, sì?” le domandò, ansioso.

Lei annuì.

“Come fai ad essere già qui, con loro?” chiese, guardando a turno Yuuki, Zero e Kaito.

“La storia è lunghetta, ne parleremo più tardi. Ora: la situazione qual’è, dunque?” intervenne Kaito.

Cross lasciò Yuuki, facendosi serio e teso.

“Zero, accompagna Yuuki nella stanza qui accanto, poi sta con lei, mentre noi finiamo di discutere, Kaito ti farà un resoconto” disse.

Yuuki cambiò espressione, afferrandolo per le braccia, gli occhi sbarrati.

“La prego, Direttore, devo sapere che cos’è successo!” esclamò, disperata.

“Credo sia meglio se ne discutiamo in separata sede, solo tu ed io” le disse Cross.

“Non posso aspettare, la prego! Lui…a parte tutto, resta mio fratello, e io…se gli è successo qualcosa o se sta per succedergli qualcosa, voglio saperlo. Subito” replicò.

I due si guardarono, in silenzio, per un attimo, poi la ragazza domandò:

“Kaname…è vero che…ha ucciso il signor Aidoh?”

Cross annuì, lentamente.

Yuuki abbassò lo sguardo.

“Ha detto niente, prima…di andarsene?” chiese, quasi sussurrando.

“Bhè…non molto: “Porterò a termine i miei piani originali”. Significa niente, per te?”

La ragazza fece segno di diniego, senza parole.

Se n’era andato davvero, l’aveva abbandonata…proprio ora che lei aveva scoperto la verità su di lui e che avrebbero potuto, forse, basare il loro rapporto su qualcosa di più certo e concreto di quanto avessero mai fatto prima.
Era rimasta sola…sola…

Zero, in silenzio, stava pensando alla famosa visita che Kuran gli aveva fatto, nel suo appartamento, e a quanto le sue parole, ora, sembrassero acquistare finalmente un senso. Era tutto già programmato, dunque? Aveva pianificato tutto quello che era successo? Era allibito…per quanto potesse trovare i modi di fare, di pensare e di agire di quel vampiro assolutamente riprovevoli, sotto ogni punto di vista, era sempre stato convinto che la sua più grande fonte di conforto fosse Yuuki; l’aveva lasciata indietro, perché non l’aveva portata con sé?

“Presidente!” esclamò un uomo, entrando nella stanza.

Cross lo guardò.

“Abbiamo prelevato il vampiro e l’abbiamo portato nel suo ufficio, come lei ci aveva chiesto. Gli altri due che erano con me gli stanno facendo la guardia” aggiunse.

Il Direttore si aggiustò gli occhiali, poi guardò nuovamente la figlia.

“Vorrei chiederti un favore, Yuuki” le disse.

“E anche a te, Zero” disse, guardando l’hunter.

I due lo guardarono, con aria stupita.

“Ho fatto portare qui Hanabusa Aidoh. Gli hunters che sono andati a prenderlo lo avranno certamente già informato della morte del padre…dovremo sottoporlo ad un interrogatorio, è necessario. Però, prima di farlo, vorrei che voi due andaste da lui e gli parlaste un po’…credo che vedere due facce amiche lo tranquillizzerà”

“E io, che c’entro? Non sono una “faccia amica”, decisamente” intervenne Zero, per niente incline a dover assistere a scene melodrammatiche, nonostante provasse dispiacere per il ragazzo.

“Eri un suo compagno di scuola” fece presente Cross.

“Questo non fa di me un “amico”, Direttore” rispose Zero.

“Gli è appena morto il padre e dovrà passare le prossime tre o quattro ore sotto interrogatorio, da parte di persone sospettose e sconosciute, non potresti fare lo sforzo di essere non dico “confortante”, ma, per lo meno, “gentile”?” lo riprese Cross, una nota severa nella voce.

L’hunter non rispose, si limitò a guardare il Direttore, serio.

Yagari si alzò e si avvicinò a loro.

“Dove posso trovarlo?” intervenne Yuuki, rivolta a Cross.

Lui le sorrise.
“Sempre dritto, alla fine del corridoio, l’ultima porta a sinistra” le disse.

Yuuki guardò Zero, di sbieco, poi uscì, a passo spedito.

Lui non si mosse, le braccia conserte, l’espressione infastidita.

“Bhè?” fece Cross, guardandolo.

“Ma io…” borbottò il ragazzo.

Yagari, a quel punto, gli tirò un poderoso calcio negli stinchi, abbaiando:
“Datti una mossa, animale”

Zero sbuffò.

“Non fare la bestia, ragazzo!” inveì, spintonandolo fuori dalla Sala e chiudendogli la porta dietro.

“Le buone maniere non servono a niente con lui, Cross, dovresti saperlo, l’hai tirato su tu” lo sentì dire, in tono ovattato.

Si mise le mani in tasca, rassegnato, poi guardò Yuuki, ormai vicina all’ufficio del Direttore.
Come la ragazza sentì che muoveva un passo, si fermò e volse indietro lo sguardo.

“Non cambi mai, eh?” gli disse.

“Oh, ma sta zitta” borbottò lui, a testa bassa, affrettando il passo, per raggiungerla.

  
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