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Autore: Alys93    30/01/2011    3 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Ed eccomi qua, pronta cn un nuovo capitolo appena concluso! ragazze, grazie mille x le bellissime recensioni e sn felice d'informare RikaRed e Visbs88 ke il loro intuito nn ha sbagliato! nello scorso cappy nn c'è stata molta azione, ma adesso i nostri amici dovranno affrontare dei seri problemi! cn questa frase sibillina, vi lascio al cappy cn un bacione e 1000 ringraziamenti


Capitolo 22: Scontri nel presente e nel passato

Kaori fissò il paesaggio che aveva davanti, tracciando linee e schizzi vari nel tentativo di rappresentare al meglio ciò che la circondava.
Aveva deciso di fare un disegno a carboncino, ma aveva trovato solo una matita scura nel proprio astuccio.
Poco male, era abituata ad usare di tutto quando prendeva l’album da disegno, anche il gesso colorato.
Cambiò la posizione della matita e cominciò a creare dei chiaroscuro, rendendo più realistiche le colline davanti a sé.
Le sfuggì un sospiro quando sentì le voci delle compagne arrivare dal campo di pallavolo, dove si stavano allenando in vista del torneo.
Prima di scoprire di essere un demone, aveva partecipato a quasi tutti i club sportivi, ma l’unico che non aveva lasciato era quello di karate.
Solo quella disciplina riusciva ad aiutarla veramente a calmare il suo spirito irrequieto, molto più della boxe.
A tirare cazzotti, sfogava solo la tensione, ma con il karate ritrovava sempre una specie di equilibrio interiore.
Il che le faceva molto comodo, soprattutto in quei giorni; da quando era uscita dalla Grotta degli Spiriti non riusciva a smettere di pensare alle parole di quello spirito.
Dovrai attingere a tutta la tua forza di volontà ed al tuo coraggio per curare le ferite del suo animo le aveva detto Sei l’unica che può farlo.
Quelle frasi le rimbombavano nella mente come un’eco ossessivo.
Ma chi diavolo doveva aiutare? Proprio non lo capiva…
Sua nonna sapeva chi le aveva parlato, ma non aveva voluto rivelargli la sua identità; perché?
Con uno sbuffo, chiuse l’album da disegno e poggiò il mento sulle mani, fissando l’orizzonte.
Le colline che aveva disegnato erano l’unico sprazzo di verde in quel mondo dominato dai grattacieli, che si stagliavano grigi e cupi contro il cielo turchese.
Le mancava l’epoca Sengoku, con i suoi spazi aperti e la sua aria pura, priva del fetore di benzina e smog.
Non vedeva l’ora di tornarci, aveva una voglia matta di rivedere gli amici e ripartire alla ricerca di Naraku.
L’unica nota stonata in quel pensiero era che epoca Sengoku voleva dire anche Reito e le bastava pensare a quella specie di iceberg ambulante per farle ribollire il sangue nelle vene.
Lo detestava con tutte le sue forze!
Ma perché doveva sempre trattarla male, guardandola come se fosse qualcosa di disgustoso?
La cosa che la faceva infuriare più di tutto era il fatto che, non appena incrociava quello sguardo color ghiaccio, si sentiva le gambe molli come ricotta.
Lei non era mai stata una ragazza debole e schiava dei sentimenti, ma quel dannato demone le faceva un effetto stranissimo.
Digrignò i denti per la rabbia, ripensando al modo in cui l’aveva trattata pochi giorni prima.
Che razza di essere freddo e scontroso aveva incontrato!
Certe volte si pentiva di essersi prodigata tanto per salvargli la pelle!
Eppure… la incuriosiva non poco la sua reazione quando aveva scoperto del sogno premonitore che aveva avuto su di lui.
Era rimasto a dir poco sconvolto.
Bah, chi lo capisce è bravo borbottò tra sé la giovane Quello è un enigma vivente… Peggio della Sfinge!.
Mentre era assorta nei propri pensieri, sentì un lievissimo fruscio, seguito da una mano piuttosto invasiva sul suo fondoschiena.
Kaori prese un lungo respiro, pensando che, non appena si fosse girata, Miroku avrebbe ritirato la mano, come suo solito.
Lo sguardo che gli rivolgeva in quelle poche occasioni gareggiava in ferocia e freddezza con quello di Sesshomaru.
La prima volta che l’aveva vista con quell’espressione, Inuyasha si era addirittura spaventato; il che era tutto dire.
In un battito di ciglia, si rese conto di essere nell’epoca moderna e che, di conseguenza, quello non poteva essere Miroku.
Con un movimento repentino, si voltò e colpì il ragazzo al volto con un potente schiaffo.
Quello si allontanò di un passo e, massaggiandosi la guancia, sorrise malizioso “Complimenti, Shibuja. Oggi sei più irritabile del solito”.
“Stammi lontano!” sibilò l’altra “Ti avverto, Nagai. Non sono proprio in vena per i tuoi viscidi giochetti!”.
Per tutta risposta, il compagno l’afferrò per un polso, sempre con quel suo dannato viscido sorriso sulle labbra.
“Avanti, Shibuja” mormorò allegro “Possibile che tu debba sempre trattarmi così male? Io vorrei solo farti divertire un po’!”.
“Conosco i tuoi modi per divertirsi” replicò la yasha “E ti consiglio di starmi lontana, se ci tieni alla pelle”.
Vedendo che non pendeva sul serio i suoi avvertimenti, sibilò “Takeru, lasciami. Adesso! O giuro che te ne pentirai amaramente!”.
Takeru Nagai era il suo incubo peggiore in quell’epoca, un dannato maniaco che la tormentava ogni singolo giorno.
Uno dei tanti lati positivi della scoperta delle sue origini erano i giorni di scuola saltati.
Niente scuola era uguale a niente palpeggiamenti indesiderati da parte di Takeru.
Certo, nell’epoca Sengoku era il monaco a mettere le mani dove non doveva, ma almeno non era una cosa quotidiana e, soprattutto, lo faceva con una sorta di… garbo.
Quell’infame, invece, aveva dei tentacoli al posto delle mani, che infilava ovunque ci fosse una curva femminile degna di attenzione.
E non era mai molto delicato.
Purtroppo per lei, Kaori era diventata la preda preferita di quel maniaco, che non le dava mai tregua.
Ogni volta che doveva svolgere un esame, viveva con l’ansia di trovarlo nei corridoi, lui e le sue luride manacce!
Un ghigno divertito curvò le labbra del giovane, mentre spingeva la compagna contro il muro.
“È troppo tempo che cerchi di sfuggirmi, Shibuja” sussurrò minaccioso “Ma stavolta, non ti lascerò scappare!”.
Lei iniziò a divincolarsi con tutte le sue forze, sicura di riuscire a liberarsi in pochi istanti.
Diamine, era pur sempre una yasha!
Quanto avrebbe potuto metterci a liberarsi di quella piovra umana?
Invece, un odore stranamente dolciastro le invase le narici, creandole una sorta di capogiro.
Non riusciva quasi a respirare con quell’idiota che la schiacciava contro la parete e quell’odore non faceva che peggiorare le cose.
Quando vide il suo volto avvicinarsi pericolosamente, ebbe appena il riflesso di voltarsi, prima che la bocca di Takeru si posasse sul suo collo.
Le tracciò una scia umida lungo tutta la gola, prima di provare a baciarla di nuovo e la sentì fremere nauseata.
“Levati di dosso, dannato!” esclamò la giovane, disgustata da quella presenza, mentre cercava di divincolarsi, “Lasciami subito!”.
Lui sorrise appena, mentre la sua mano insidiosa cercava di penetrare sotto la divisa della giovane.
“Sei sempre così riottosa” commentò sarcastico, lasciando che la mano scorresse sul suo fianco morbido, “Tranquilla, ti farò divertire io. Magari, dopo, sarai un po’ più dolce”.
Capendo che doveva reagire, la ragazza si morse la lingua per riprendere il controllo di sé e, con uno scatto improvviso, la situazione si ribaltò.
Takeru le rivolse uno sguardo incredulo, mentre lo costringeva spalle al muro con una mano stretta attorno alla gola.
Un brivido di paura gli percorse la schiena nel vedere quegli occhi verdi tingersi per un attimo di un intenso rosso cremisi.
Ma che le era preso?
E da quando le sue unghie erano così simili ad artigli?
“Tu!” ringhiò l’altra, facendogli sbattere la testa contro il muro, “Tu non hai idea con chi hai a che fare!”.
“Mi credi una ragazzina goffa e debole, non è vero?” sussurrò inferocita “Credi di potermi fare tutto quello che ti passa in quella mente perversa, eh?”.
Digrignò i denti per la rabbia, mentre aggiungeva “Beh, ti sbagli! Posso diventare molto, molto cattiva, se voglio!”.
Il giovane sogghignò, per nulla spaventato, “Sai? Mi sono sempre piaciute le ragazze cattive. È più divertente piegarle!”.
Un pugno lo colpì in pieno stomaco, costringendolo a piegarsi su se stesso, contro di lei…
Prima che potesse approfittarne in qualche modo, Kaori lo afferrò per i capelli e sibilò “Non mi sfidare! Non hai idea di quello che potrei farti!”.
Poi lo lasciò andare di colpo, allontanandosi a grandi passi nel grande corridoio, “La prossima volta, ti andrà peggio! Quindi, attento a te, Takeru Nagai”.

 
“Di nuovo!? Kaori, ma che diamine! Ti sei fatta sbattere di nuovo in presidenza!” esclamò Kagome “Ma perché?”.
L’amica le rivolse uno sguardo furioso “E c’è da chiederlo? Quel dannato… maniaco! Ci ha provato di nuovo!”.
Si passò nervosamente una mano tra i capelli “Ogni volta, è sempre peggio! Non si arrende mai!”.
“Ma perché non lo dici al preside?” le domandò la miko “Potrebbe aiutarti! E gli insegnanti dovrebbero prestare più attenzione a quello che fanno gli studenti nei corridoi!”.
La yasha sbuffò “Credi che non ci abbia provato? Kagome, apri gli occhi! Qui nessuno se ne frega niente di me!”.
Con un gesto di stizza, si passò nuovamente una mano sul collo, cercando di cancellare la fastidiosa sensazione di quella bocca viscida su di lei.
Niente da fare, non se ne andava in nessuna maniera!
Rabbrividendo per il disgusto, si caricò lo zaino sulle spalle e corse direttamente nel pozzo, tirando un sospiro di sollievo quando vide nuovamente il cielo azzurro.
Shippo fu il primo a scorgerla e le corse incontro, sorridendo “Kaori! Siete tornate, finalmente!”.
“Ciao, Shippo” sorrise lei “Anch’io non vedevo l’ora di tornare qui. Ne ho abbastanza della scuola!”.
“E allora che ci vai a fare?” chiese Inuyasha, alzandogli gli occhi ambrati dalla lama di Tessaiga.
“Perché sono obbligata” borbottò la yasha, lasciandosi cadere sull’erba “Non posso mollare gli studi di punto in bianco, purtroppo”.
“Mi sembri parecchio nervosa” commentò Sango, scrutandola intensamente, “Ti è successo qualcosa, per caso?”.
Improvvisamente, aggrottò la fronte mentre la mano di Miroku le carezzava le morbide curve e gli rifilò un ceffone.
Il monaco cadde lungo disteso, ma sorrideva allegro; ormai ci aveva fatto il callo a quegli schiaffi.
Era una prassi quotidiana. Kaori li fissò per un attimo, poi sbuffò “Quello che è appena successo a te, ma in peggio”.
“Takeru le ha di nuovo messo le mani addosso” spiegò Kagome, uscendo dal pozzo, “E Kaori è finita in presidenza”.
“Davvero c’è un umano come Miroku, dall’altra parte?” chiese Reito “Mi chiedo cos’abbia al posto del cervello… Gli va così tanto di rischiare la vita, a provarci con te?”.
L’altra gli rivolse un’occhiataccia “Che vorresti dire? Che solo un pazzo mi troverebbe minimamente interessante?”.
“Più o meno” replicò il lupo, sghignazzando divertito; adorava stuzzicarla, anche se sapeva a cosa andava incontro.
Da quando era uscita da quella benedetta Grotta, quella ragazzina era più agguerrita che mai.
La vide stringere i pugni, visibilmente alterata, e sorrise più ampiamente “Cos’è quella faccia? Vuoi provare a spaventarmi con una smorfia?”.
“Ti do’ un consiglio, idiota” sibilò lei stizzita “Sta’ zitto, o ti ammazzo! Capito il concetto?”.
Lo vide ridere ed artigliò furiosamente il terreno per non affondare le unghie nella sua faccia, decisa com’era a cancellare quel maledetto sorriso da ipocrita.
Capendo che le cose potevano degenerare, Kagome salì rapidamente sulla sua bici e disse “Dai, andiamo. Vogliamo trovare Naraku, sì o no?”.
Il gruppo si mise rapidamente in marcia, nuovamente alla ricerca di un qualunque indizio su dove potesse trovarsi quel dannato demone.
Sembrava svanito nel nulla ed erano due settimane che continuavano a cercare anche la più flebile traccia.
Come al solito, Inuyasha era in testa alla colonna, subito seguito da Kaori e Reito, anche se quest’ultimo si teneva a debita distanza.
Kagome veniva poco dopo, sforzandosi di tenere il loro passo con la bicicletta, ma non era facile come sembrava.
Miroku e Sango, seduti sulla schiena di Kirara assieme al piccolo Shippo, chiudevano la fila.
Ormai era la loro formazione, in modo da essere protetti da ogni lato.
Non sapendo cos’avesse in mente il nemico, era sempre meglio stare all’erta; i pericoli potevano aggirarsi ovunque.
Era ormai pomeriggio quando qualcosa smosse la tranquillità del paesaggio montano.
Una forte energia demoniaca si stava avvicinando rapidamente da ovest ed Inuyasha non esitò un attimo ad estrarre Tessaiga.
“Oni” sibilò nervoso “E anche bello grosso, a giudicare da tutto rumore che fa”.
“Cosa c’è, mezzo-demone?” chiese Reito, ridendo sarcastico “Un Oni basta a spaventarti, per caso?”.
L’hanyou gli mostro le zanne, irritato “Io ho un nome, lupastro. E comunque, no. Sono abituato a cose ben peggiori di uno stupido Oni!”.
“Oh, va bene! Ti credo” ridacchiò l’altro, alzando le mani come in segno di resa, “Andiamo ad accogliere il nostro ospite” sibilò Kaori, precedendo gli amici.
Ma possibile che quel demone lupo dovesse essere sempre così dannatamente antipatico?
Le dava proprio sui nervi; quello scontro era perfetto per sbollire la rabbia che sentiva dentro.
Almeno si sarebbe sfogata!
Non appena entrò in una radura, un grosso albero cadde davanti a lei, costringendola a rifugiarsi sulle fronde della pianta più vicina.
Sorpresa, osservò l’enorme Oni afferrare il tronco di un altro albero e scagliarlo contro gli altri, che erano appena arrivati.
Sango spaccò il tronco con un unico movimento dell’hiraikotsu, lasciando che i due pezzi cadessero poco distante.
Miroku fece una smorfia nel vedere un nugolo di insetti velenosi circondare l’Oni; in caso di bisogno, non avrebbe potuto usare il Vortice del Vento.
Naraku sapeva bene come neutralizzare quella dannata maledizione!
“Tranquillo, Miroku” disse Inuyasha “Questo coso è tanto grosso quanto stupido. Non ci metteremo molto a farlo fuori”.
“Questo è quello che pensi tu, Inuyasha” esclamò una voce proveniente dall’alto.
Il gruppo alzò gli occhi e Kagome si preparò ad incoccare una freccia contro Naraku, che li sovrastava da un grosso ramo.
“Naraku!” sibilò il mezzo-demone “Finalmente sei uscito allo scoperto, dannato bastardo!”.
Naraku sorrise tranquillo da sotto la sua maschera di babbuino e lasciò vagare gli occhi sui suoi avversari.
“Noto che vi manca qualche componente. O mi sbaglio?” chiese con noncuranza “Dov’è quella mocciosa impertinente?”.
Improvvisamente finse di ricordarsi qualcosa “Oh, giusto. È morta un po’ di tempo fa. Si è sacrificata per il suo paparino…”.
La sua risata si spense di colpo, quando un pugnale gli portò via la maschera, inchiodandola contro un albero.
“Sbagliato, vecchio idiota” replicò Kaori, sbucando dalle fronde “Come puoi ben vedere, sono qui”.
Una scintilla di ferocia le illuminò lo sguardo “E sono pronta a ripagarti con la stessa moneta!”.
Il demone le rivolse uno sguardo sorpreso, poi, incredibilmente, sorrise “Chi non muore si rivede”.
“Non potevi trovare frase più azzeccata, dannato” replicò lei “Ma, presto, tu sparirai dalla faccia della Terra!”.
“Ma bene!” esclamò Naraku, ridendo incredulo “Allora i tuoi amici sono riusciti a salvarti. Hai avuto una fortuna a dir poco sfacciata, mocciosa!”.
La vide sorridere in modo poco amichevole e le lanciò contro alcune delle proprie appendici, in modo da parare il suo attacco.
La ragazza sguainò la propria spada, falciando quelle spine appuntite che si protendevano contro di lei.
“Se credi di tenermi a distanza con questi trucchetti, ti sbagli di grosso!” esclamò con foga, cercando di raggiungerlo.
Intanto, l’Oni stava dando qualche difficoltà agli altri, dato che, nonostante la sua incredibile mole, si muoveva piuttosto agilmente.
Kagome dovette allontanarsi di colpo quando il gigantesco demone cercò di schiacciarla sotto un piede.
Innervosita da quella sua debolezza, creò una sfera di energia e la scagliò contro il nemico, provocandogli diverse bruciature all’addome.
L’Oni ruggì di dolore e si avventò verso la ragazza, ma fu bloccato da un tremendo fendete di Inuyasha.
“Se provi ad avvicinarti, te ne pentirai amaramente!” ruggì il giovane, lanciandosi nuovamente all’attacco.
Improvvisamente, dalla foresta sbucò un grande ammasso di demoni vari, venuti a dar man forte al loro padrone.
Shippo si guardò intorno, spaventato da tutta quella parapiglia, ma non si lasciò prendere dal panico.
Memore degli insegnamenti del padre, creò diversi globi di fuoco e li scagliò contro i nemici, incendiandone alcuni.
Sango ne falciò una decina con l’hiraikotsu, mentre altri venivano bruciati dai fuda sacri di Miroku.
Naraku osservò la scena, sogghignando compiaciuto; il suo piano stava funzionando.
Impegnati com’erano con gli altri demoni, non avrebbero potuto affrontare insieme l’Oni e questo avrebbe causato la loro fine.
Non avevano idea di quello che aveva preparato per loro.
Si scansò appena in tempo per evitare un fendente di Sendeiga e sorrise “Sei davvero decisa a farmi fuori, mocciosa”.
Kaori gli rivolse lo stesso sorriso, mentre stringeva la spada, “Sì. Ti pentirai di aver provato ad uccidere mio padre, bastardo. Non hai idea di chi ti sei messo contro!”.
Fece per slanciarsi nuovamente contro il nemico, ma un lampo bianco la precedette, “Non ti avvicinare! Lui è mio!”.
Reito comparve dal nulla, con la spada sguainata ed una scintilla di vendetta che gli illuminava lo sguardo color ghiaccio.
La sua lama tracciò un arco letale a pochissimi centimetri dal viso di Naraku, che si allontanò di scatto.
Il giovane lo incalzò senza sosta, inseguendolo attraverso gli alberi frondosi, tranciando diversi rami nel tentativo di ottenere la sua vendetta.
La sua furia sembrava non avere limiti ed il demone ebbe non poche difficoltà ad evitare i suoi attacchi.
Ma chi diavolo era quel ragazzino che lo attaccava con una tale furia omicida?
Quando lo riconobbe, un sorriso sardonico gli incurvò le labbra “Questa sì che è una sorpresa! Ma bene, adesso anche tu mi dai la caccia, giovane lupo!”.
Lo vide socchiudere pericolosamente gli occhi e rise con più forza “Vuoi forse vendicare i tuoi genitori, lupo? Quelle stesse persone che non sei stato in grado di difendere?”.
Lo youkai lanciò un grido di rabbia e dolore, calando un tremendo fendente contro il suo nemico, che riuscì ad evitarlo per un soffio.
La candida pelliccia di babbuino finì in pezzi, ma il suo proprietario era miracolosamente illeso e sorrideva spietato.
“L’unica cosa che mi chiedo è come sia possibile che tu sia ancora vivo” commentò sorpreso “Ero sicuro che quel demone vampiro ti avrebbe fatto fuori facilmente”.
Rimase sovrappensiero per un istante, prima di dire “In effetti, eri conciato piuttosto male quando me ne sono andato. Hai fatto di tutto per proteggere i tuoi cari”.
Un ghigno divertito gli apparve in volto “Peccato che non sia servito a niente… Come credi di potermi sconfiggere, se non sei stato neanche in grado di difendere coloro che ti erano più cari?”.
Reito emise un ringhio intriso di profonda sofferenza e calò la spada, sibilando “Ti farò pagare amaramente quello che hai fatto, dannato!”.
Ancora una volta, mancò il bersaglio di pochissimi centimetri e Kaori rimase attonita nel vedere quello sguardo, solitamente così freddo, acceso dal dolore della perdita.
Cercò di intervenire in suo aiuto, quando lo vide alle prese con alcune appendici munite di artigli, ma lui la respinse con rabbia. “Non intrometterti!” esclamò furioso, lanciandosi nuovamente all’attacco, “Non ho bisogno del tuo patetico aiuto!”.
La ragazza mostrò le zanne in un’espressione innervosita e, ignorandolo deliberatamente, attaccò a sua volta il comune nemico.
Tranciò di netto alcuni bracci pieni di spine velenose, decisa a non lasciarli fermare.
E fu allora che successe qualcosa di incredibile.
Durante lo scontro, i due ragazzi non si erano accorti di essersi avvicinati e, quando alzarono le proprie spade per lanciare un ulteriore attacco, le due lame si toccarono.
Un’improvvisa scarica di energia demoniaca le pervase, creando due aloni di luce accecante.
Kaori si fermò di colpo quando avvertì quella forza e rimase basita nel vedere che la lama di Sendeiga era diventata di un verde intenso, mentre la spada di Reito aveva assunto una tonalità azzurra.
Nel punto in cui si toccavano, le due lame avevano formato una sorta di sfera di energia, che brillava come un secondo sole.
I due demoni si guardarono per un istante, poi calarono simultaneamente le proprie armi e la sfera venne scagliata come un proiettile contro Naraku, che evocò prontamente una barriera per difendersi.
Lo scudo s’infranse a contatto con il globo, che però fu deviato ed andò a colpire il gruppo di demoni venuti in aiuto del loro oscuro signore.
L’intero agglomerato di vermi e serpenti vari venne polverizzato in meno di un istante, sotto lo sguardo attonito dei presenti.
“Ma come ci siamo riusciti?” chiese la giovane demone, fissando incredula ciò che rimaneva dei demoni.
“Non è il momento di pensarci!” ribatté l’altro, lanciandosi nuovamente contro Naraku.
Il demone rise, schivando il nuovo assalto, “Sei molto determinato, ragazzo. Peccato che il tuo coraggio non ti servirà a nulla!”.
Lo youkai non fece in tempo a realizzare cosa stesse succedendo, che si ritrovò inchiodato all’albero alle sue spalle, con un’appendice aguzza conficcata nella spalla.
Strinse i denti per trattenere un gemito di dolore e, sfruttando tutte le proprie energie, riuscì a liberarsi da quella specie di lancia demoniaca.
Si portò una mano alla ferita e digrignò i denti nel sentire il sangue scorrergli tra le dita, “Me la pagherai, maledetto bastardo!”.
Naraku scoppiò a ridere e si preparò a dargli il colpo di grazia, ma si ritrovò improvvisamente bloccato da Kaori, che prese ad incalzarlo furiosamente con la propria spada.
La ragazza lanciò un rapido sguardo ai suoi amici e gridò “Inuyasha! Non ho trascorso tre giorni in quel posto per tornarne a mani vuote!”.
L’hanyou le rivolse un’occhiata sorpresa, poi capì e, preso qualcosa dal kariginu, glielo lanciò dicendo “Attenta a non sbagliare bersaglio!”. La yasha sorrise maligna ed afferrò la Pietra della Notte, sibilando “Preparati, Naraku! La tua ora sta per scoccare, ormai!”.
Prima che il demone potesse capire quali fossero le sue intenzioni, gli lanciò contro l’amuleto, imprimendogli maggior forza spirituale.
Naraku fissò incredulo quel sasso blu intenso che gli stava arrivando contro e cercò di evitarlo, senza esito.
La Pietra della Notte tracciò un arco sulla sua testa, per poi fermarsi di colpo e sprigionare un’intensa forza spirituale.
Il demone fu avvolto da una cascata di raggi blu, che lo imprigionarono senza dargli alcuna via di scampo.
Nel sentire quell’energia purificatrice sulla pelle, iniziò ad urlare ed a dimenarsi, come in preda ad una terribile agonia.
Con un immenso sforzo, riuscì a creare una barriera protettiva e richiamò a sé i propri insetti, che furono inceneriti dalla luce dell’amuleto.
Furioso per essere stato giocato in quel modo, Naraku sfruttò ogni stilla della sua energia demoniaca e riuscì a sfuggire a quella cappa letale.
La Pietra della Notte cadde nel vuoto, prontamente afferrata da Shippo, e perse la sua luce intensa, ritornando al suo precedente aspetto.
Inuyasha digrignò i denti, frustato; perché quell’amuleto non era riuscito ad eliminare Naraku una volta pere tutte?
Come aveva fatto quel dannato a sfuggire al suo potere?
Però, quella forza spirituale scaturita dall’amuleto sembrava aver parecchio indebolito il loro avversario, che ansimava pesantemente.
Miroku abbatté un colpo del suo bastone sacro su uno degli insetti sopravvissuti e sbottò “Questa non ci voleva! La Pietra non ha funzionato!”.
Naraku si rialzò faticosamente in piedi e rise “Speravate di esservi sbarazzati di me? Non avete ancora compreso la mia immensa potenza!”.
“Fai tanto lo sbruffone, ma non mi sembri poi così in forma!” commentò Kagome, scoccandogli contro una delle sue frecce.
La nuova ondata di energia spirituale lo scosse nel profondo, togliendogli anche le ultime energie.
Il demone rivolse alla miko uno sguardo feroce e, mentre cercava scampo in una delle sue nuvole violacee, ringhiò “Me la pagherete! Tutti voi! la mia vendetta sarà terribile!”.
Reito cercò di inseguirlo, ma l’Oni lo scaraventò contro una roccia, prima di attaccare il resto del gruppo.
Furioso per la mancata riuscita del piano, Inuyasha si scagliò contro il gigantesco demone, pronto ad eliminarlo con una Cicatrice del Vento.
Sorprendentemente, l’Oni si mosse ad una velocità assurda per la sua mole e lo afferrò per il collo, scrollandolo con forza.
Il mezzo-demone perse la presa su Tessaiga, che cadde all’altro capo della radura, ed emise un gemito strozzato.
Sforzandosi di liberarsi, prese ad artigliare la gigantesca mano che lo soffocava, ma senza alcun risultato.
“Inuyasha!” gridò Kagome spaventata, mentre cercava d’incoccare un’altra freccia, ma le mani le tremavano troppo e l’arco le cadde di mano.
“No!” urlò con rabbia, creando una sfera grande quanto la propria testa “Lascialo andare, dannato! Lascialo!”.
L’Oni strinse la presa sulla gola dell’hanyou, che cercò in tutti i modi di allentare quella stretta mortale, e la sfera d’energia volò sibilando verso di loro.
Il demone ruggì dal dolore, mentre piaghe purulente si formavano sul suo ventre, ma non allentò la sua presa. S
ango lanciò il suo hiraikotsu nel tentativo di tranciargli il braccio, ma il boomerang d’osso venne rispedito al mittente senza aver causato alcun danno.
Il gruppo si sentiva dannatamente impotente; nessuna delle loro tecniche sembrava funzionare contro quell’Oni, ma non potevano lasciare il loro amico nei guai!
Ormai Inuyasha sembrava sul punto di perdere i sensi e penzolava inerte nel pugno del mostro.
Ringhiando per la rabbia, Kaori si slanciò contro il nemico, ma si bloccò di colpo quando, dal corpo dell’hanyou si sprigionò una potente ondata di energia demoniaca.
Alla prima, ne seguirono rapidamente delle altre, sempre più frequenti ed intense, che fecero tremare l’aria circostante.
Kagome si portò le mani alla bocca e gemete terrorizzata “No! No, Inuyasha! Non farlo! Non farlo!”.


Allora, ke ne dite? la situazione si fa piuttosto pericolosa x i nostri amici! Naraku ha resistito alla Pietra della Notte, nn xò senza danni. capirete in seguito cosa voglio farne di lui! Vi-chan, tu un'idea dovresti averla; ho intenzione di accontentarti. Spero solo di esserne in grado. un bacione a tutte coloro ke seguono la FF e ke la recensiscono, ma anke a ki la legge solamente. cerkerò di aggiornare presto, promesso!!! 

   
 
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