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Autore: Mari24    01/02/2011    14 recensioni
. Non riesco ad analizzare la situazione con razionalità quando penso a te, quando penso a noi e a quel magnifico bacio che mi ha tolto il respiro.
È così difficile amare qualcuno che sai che ti spezzerà il cuore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sentito quel suono fastidioso della sveglia.

Segnava le 6.30 e come ogni mattina la facevo suonare ancora per qualche istante, troppo infreddolita al pensiero di uscire da quelle calde coperte, dal letto ancora caldo.

Quando c’era Josh, rimanevo fra le sue braccia, cullandomi nel suo amore e sentendomi amata.

Ma Josh è andato via, e sono stata io stessa a non volerlo più qui.

Questa mattina oltretutto non è una bella giornata.

Ho preso il cellulare e istintivamente ho controllato la data: oggi è il 14 febbraio.

Decisamente non è giornata!

Ero ancora a letto, ripensando a tutte le coppie felici che in questo giorno avrebbero festeggiato il loro amore.

“Che stupidità!”- dissi ad alta voce.

Non c’è bisogno di un giorno per festeggiare l’amore. Se due persone sono davvero innamorate, dovrebbero festeggiare ogni giorno e ogni singolo istante che passano insieme.

San valentino è una festa consumistica inventata giusto per alzare l’economia.

Sorrisi fra me. Se Castle avesse udito quelle parole, mi avrebbe subito dato della cinica insensibile.

Già. Castle.

Chissà come avrebbe festeggiato lui quel giorno così ridicolo. Ora che lui e Gina si erano lasciati da settimane, sicuramente avrà trovato un’altra delle sue bambole gonfiabili.

Perché ci penso? In fondo io e lui non stiamo insieme e non staremo mai insieme.

Non è questo che voglio.

“Ne sei sicura?”- rispose una vocina dentro di me.

-“No!”- risposi a me stessa.

Lui e Gina non erano più una coppia, e neppure io e Josh lo eravamo.

Quando è ritornato dall’Africa, aveva subito capito che era successo qualcosa.

Qualcosa fra me e lui.

Gli raccontai del caso di mia madre, ma non gli feci vedere la mia ricerca personale. Non lo so perché, non volevo renderlo partecipe del mio dolore.

L’avevo voluto mostrare solo a Castle, ed era una cosa fra me e lui.

Mi ha chiesto se fosse successo qualcosa durante l’appostamento. Non gli ho raccontato del bacio di copertura fra me è Castle. In fondo non c’era stato nulla, perché farlo preoccupare?

“Ne sei sicura?”- mi chiese nuovamente la vocina dentro di me, e anche stavolta risposi con un basso “No”.

Cacciai quei pensieri dalla mente e mi preparai per andare a lavorare.

 

 

“Ehi! Buon giorno detective!”-

Castle apparve con due caffè in mano e un enorme sorriso stampato in faccia.

-“Ciao Castle!”- gli risposi prendendo il caffè che mi aveva portato.

Si avvicinò al mio orecchio e mi ha sussurrato:

-“Buon San Valentino!”-

Devo essere arrossita perché d’un tratto ho sentito le mie guance surriscaldarsi.

-“Ah, grazie Castle! Ma non è una festa che amo.”-

-“Perché? È il giorno in cui si festeggia l’amore, tutti sono felici e innamorati!”-

-“E’ proprio questo il punto, Castle! Non dovrebbe esserci un giorno in cui festeggiare l’amore. Se è davvero amore, si festeggia ogni giorno!”-

Non mi hai risposto subito, come se stessi elaborando quella sconvolgente notizia che ti avevo dato.

 

-“Stasera fai qualcosa di particolare con Josh?- mi hai chiesto di getto, ma il tuo tono non è lo stesso di un amico disinteressato. È come se dalla mia risposta dipendesse la tua vita, come quando sei sott’acqua e ti manca l’ossigeno e hai quella sensazione di chiusura e la superficie non arriva mai. Come se a quella domanda ti mancasse il respiro.

Io ti ho guardato, ma istintivamente ho abbassato lo sguardo e dirigendomi verso Ryan gli ho chiesto se ci fossero sviluppi sul caso.

-“Allora, abbiamo scoperto che Wolf andava al “Cafè Rex” sulla 72ma, a cinque isolati dal Q3 nelle ultime due settimane, ma non abbiamo ancora capito perché!”- mi ha risposto Ryan un po’ abbattuto, come se ci avesse ragionato tutta la notte.

-“Sappiamo che cosa faceva?”-

-“Si beveva un te, mangiava una brioche e restava lì per due ore!”-

-“Bene.”- dissi facendo un po’ il riassunto degli elementi che avevamo in mano. -“Sappiamo che Wolf stava cercando di cambiare. Aveva chiuso con la reputazione da cattivo ragazzo e di playboy, ha ripagato tutti i debiti e comprato un anello. Sì, ma per chi? A chi voleva fare quella proposta?”- chiesi più a me stessa che a loro.

-“Forse dovremmo andare a vedere questo Cafè. Se c’è andato per due settimane, ci sarà sicuramente un motivo!”- mi ha risposto Castle.

 

Eravamo in macchina in completo silenzio.

Ho pensato che fosse strano, solitamente mi riempi la testa con le tue inutili chiacchere o le tue teorie strampalate. E ogni volta, riesci sempre a strapparmi un sorriso.

Ma stavolta non parlavi, immerso nei tuoi pensieri. Forse stai pensando a questa sera, a come festeggerai.

-“E’ tutto apposto?”-

-“Non mi hai risposto prima!”-

-“Cosa?”- ti ho chiesto fingendo un’espressione confusa, ma sapevo bene dove volevi andare a parare.

-“Prima quando ti ho chiesto se avresti fatto qualcosa di particolare con Josh.”-

Avevi di nuovo quell’espressione negli occhi, quasi stessi affogando e la tua unica salvezza fosse la mia risposta.

-“Beh, non sono affari tuoi!!”- ti ho risposto seccata.

Sei di nuovo piombato nel tuo silenzio, turbato dalla mia risposta.

-“Scusami Castle, non volevo essere sgarbata. È questo caso che non porta da nessuna parte… m’innervosisce.”-

-“No, scusami tu. Hai ragione. Non sono affari che mi riguardano.”- mi hai risposto gelido, come non avevi mai fatto prima.

-“Comunque…” - ho ripreso io –“non devo fare niente con Josh questa sera. Noi… ci siamo lasciati qualche settimana fa.”-

-“Mi dispiace.”- mi hai detto poco convinto. –“Sai, anche Gina ed io non stiamo più insieme!”-

-“Oh… mi spiace, Castle.”- ma io già sapevo che tu e Gina vi siete lasciati. Involontariamente ho ascoltato la vostra conversazione. Mi dispiace Castle, non avrei dovuto ascoltare, non avrei dovuto invadere la tua privacy.

-“Beh immagino che per stasera ti sarai già organizzato?”- ti ho domandato con un sorriso triste.

-“Sì, in effetti, ho un mezzo impegno. Aspetto solo una conferma!”- mi hai guardato tutto felice come non mai, ed io mi sono sentita morire. Perché poi?

-“Guarda, siamo arrivati. Quello è il Cafè!”- ho esclamato soprattutto per cambiare argomento, e non volevo che leggessi nei miei occhi la mia profonda delusione.

 

Siamo scesi dalla macchina e camminando in direzione del Cafè ho continuato:

-“Allora Esposito e Ryan hanno detto che lo frequentava da qualche settimana, ma non ha mai incontrato nessuno. Quindi perché veniva in questo posto?”-

-“Forse osservava qualcuno!”- hai come al solito avuto una delle tue brillanti idee.

Ci siamo voltati contemporaneamente e abbiamo visto un negozio di abbigliamento femminile ed entrando abbiamo notato il padrone.

-“Beh, a meno che a Wolf non piacessero i vestiti…”- ma non hai finito la frase perché la commessa ha attirato la nostra attenzione: era la ragazza del migliore amico di Wolf, Cecily.

 

 

-“Si io e Wolf abbiamo avuto una storia di una notte. David non c’era. Era andato al funerale di suo padre al suo paese natale ed io sono rimasta a casa. Sul tardi è venuto Wolf e quando mi ha stretto fra le sue braccia, ho ricordato perché lo amassi tanto. Lui era uno dei classici errori, sai che è sbagliato, ma lo fai lo stesso. Qualche settimana dopo mi sono accorta di essere incinta e quando David gliel’ha detto, lui non so come ma ha capito che è il suo bambino. Così ha iniziato a seguirmi, a telefonarmi, diceva che voleva cambiare. Oh vi prego, non dite nulla a David!”- ci chiese implorante Cecily.

-“A meno che lui non lo sappia già!”- hai esclamato tu guardandomi.

-“Cecily dove eravate tu e David la notte dell’omicidio?”- le ho chiesto io.

-“A casa. David è rimasto con me tutta la notte. A letto. “-

-“Ne è sicura?”-

-“Sì, certo! Oh no…”-

-“Oh no che cosa?”- abbiamo risposto contemporaneamente. Ormai siamo abituati a intervenire insieme o a finire le frasi a vicenda. Ho sorriso.

-“Da quando ho scoperto di essere incita, ho problemi a dormire. Il medico mi ha dato delle pillole da prendere all’occorrenza e quella notte David me ne ha data una. È stata l’unica volta che me l’ha data. “-

Ci siamo guardati. Era lui l’assassino di Wolf.

Nel suo appartamento abbiamo trovato la borsa con i contanti che aveva prelevato Wolf per cambiare vita.

David ha confessato di aver intercettato un sms e aver scoperto il tradimento. Erano come fratelli e lui l’ha ucciso.

 

Ormai era sera e dopo l’arresto avevo da compilare una marea di carte. Tu eri sempre seduto al mio fianco. Mi chiedo perché lo fai. Perché resti a farmi compagnia in una serata così quando, hai ammesso di avere un impegno.

Perché resti Rick?

-“Sai, stavo pensando… è buffo che abbiamo risolto un delitto passionale il giorno di San Valentino!”- mi hai detto tu con il tuo cipiglio pensieroso.

-“Già è strano. Come vedi Castle, San Valentino non esiste!”-

Ero ancora ferita per il fatto che tu avessi un appuntamento oggi, ma non sapevo perché mi dava così fastidio. Forse per il fatto di averti detto che Josh ed io c’eravamo lasciati o forse perché mi aspettavo qualcosa da te. Ma che cosa poi? Avevamo concordato che quel bacio non aveva significato nulla, per nessuno di noi due, era stata giusto una copertura.

Ma nel ripensare a quel bacio e al ribadire che era solo una copertura, mi ha preso un forte crampo allo stomaco.

 

-“Beh, io ho un impegno che mi aspetta! A domani detective!”-

-“Notte. Castle.”-

 

Ti ho visto andare via, e quella sensazione, quella gelosia che sentivo, mi bruciava dentro. Ma non avevo il coraggio di dirti ciò che piano piano la mia mente capiva. Ciò che il mio cuore desiderava ormai da tanto tempo.

Avevo le lacrime agli occhi, ma le ho ricacciate dentro con forza. Non avrei pianto una sola lacrima per te e mi sarebbe passata quella forte attrazione che provavo.

Ho sbattuto i fascicoli sulla scrivania e me ne sono andata a casa furente.

 

Arrivata a casa mi sono fiondata sul frigo. Avevo ancora qualche scatola di cibo cinese, il mio tempio di polistirolo, come l’avevi soprannominato tu.

Mi sono seduta nel divano e quelle lacrime che avevo respinto si affacciarono di nuovo dai miei occhi, ma questa volta non riuscì a trattenerle.

Ho pianto come una ragazzina alla prima cotta che sa di non essere corrisposta.

Che stupida!

Ed io che ho allontanato Josh, che l’ho mandato via perché in fondo speravo che qualcosa fra noi potesse cambiare.

Non era vero quello che ti ho detto sul nostro bacio. Forse è iniziato come una copertura ma poi è diventato qualcos’altro e… io ho un’enorme confusione in testa. Non riesco a ragionare quando si tratta di te. Non riesco ad analizzare la situazione con razionalità quando penso a te, quando penso a noi e a quel magnifico bacio che mi ha tolto il respiro.

È così difficile amare qualcuno che sai che ti spezzerà il cuore.

 

E io c’ero cascata di nuovo. Quest’estate quando sei andato via con Gina, e anche adesso.

Non so a cosa stessi pensando. Forse mi aggrappavo al fatto che tu potessi cambiare, che potessi essere un adulto ogni tanto, perché io, non voglio stare con un bambino. Voglio un uomo accanto a me, e sono stata una completa idiota a lasciare Josh per te, quando tu a me non ci pensi neanche.

Josh era sempre stato dolce con me, era perfetto. Ma non era perfetto per me, e questo l’ho capito nel momento in cui ci siamo baciati, nel momento in cui le nostre bocche si sono unite in quel bacio che entrambi abbiamo desiderato a lungo.

 

Ero immersa nei miei pensieri più neri, quando qualcuno ha suonato il campanello.

“Fantastico”- proprio adesso che non ho voglia di vedere nessuno.

Ho aperto e c’eri tu davanti a me, con una rosa rossa in mano.

-“Castle!”- ero ancora furiosa con me stessa per averti fatto entrare ancora una volta nel mio cuore, per averti permesso di penetrare la mia corazza, e vederti lì con la rosa in mano, sorridente per giunta, ho pensato che mi stessi prendendo in giro.

Avevo una gran voglia di spaccarti il naso.

-“Una rosa alla più bella!”- mi hai sussurrato porgendomi la rosa.

-“Mi prendi in giro?! Non dovresti essere al tuo appuntamento?”- ti ho risposto scettica e più arrabbiata del previsto.

-“Infatti ci sono. Il mio appuntamento è con te!”- hai continuato felice, ignorando il mio sguardo di rimprovero.

-“Scusa e quand’è che l’avremmo deciso? Almeno potevi chiedermelo! E invece ogni volta fai di testa tua, Castle!”-.

-“Perché sei così arrabbiata? Eh dai. Non puoi dirmi di no. E so di per certo che la rosa ti è piaciuta!”- mi hai guardata con quella faccia da bambino offeso, e io non sapevo cosa dire.

In effetti, adoro le rose rosse.

Ho sorriso, portandomi la rosa al naso per sentire il suo profumo.

-“E sentiamo dov’è che dovremmo andare? Ipoteticamente parlando…”-

-“Ah questa è una sorpresa. Ma vestiti pesante. Ci sarà freddo! Non devi essere elegante. E devi indossare questa…”-

 

Mi hai fatto vedere una benda. Scherzi? Non metterò mai una benda sugli occhi.

-“Che cos’è quella?!”-

-“Una benda!”-

-“Scordatelo! Non metterò una benda per soddisfare le tue pene sessuali represse!”- ho inarcato un sopracciglio e dovevo avere un ghigno malizioso in faccia perché mi hai risposto avvicinandoti al mio orecchio:

-“Adoro quando fai così la difficile!”-

Io ti ho guardato scioccata e sbalordita, incapace ti assimilare quelle parole che mi avevi detto.

O forse era stato il tuo profumo che ho avvertito quando ti sei avvicinato. O il tuo respiro sul mio collo.

-“I need to go… over there!”- e sono andata a cambiarmi.

Ho cercato quanto di più pesante avessi nell’armadio, e ho infilato uno dei miei maglioni preferiti.

Un momento.

Avevo appena accettato di uscire con lui, per di più il giorno di San Valentino.

Questo non era da me.

Andare di fronte allo specchio e truccarmi un po’, farmi bella per lui, sicuramente non era da me.

 

Sono scesa e tu mi hai fissato scendendo le scale, come se mi stessi facendo una radiografia ai raggi-x, e sei rimasto imbambolato per qualche secondo, fin quando ho urlato il tuo nome riportandoti alla realtà.

-“Oh…si… scusa… io stavo…stavo solo…”- ma non ti ho lasciato finire quel mezzo balbettamento e ti ho guardato nel modo più feroce che potevo, anche perché vederti balbettare in quel modo, stava rischiando di farmi tradire e scoppiare in una sonora risata.

-“Ok. Mettiti questa e andiamo. “- mi hai detto porgendomi la benda blu.

-“Castle, ne abbiamo già discusso!”-

-“E dai, non farti pregare. Voglio che sia una sorpresa e per una volta voglio che le cose vadano per il verso giusto!”-.

Ero colpita da quelle parole. Wow non ti avevo mai visto così determinato.

-“Quali cose? Va bene, ho capito che è una battaglia persa. “- ti ho risposto, rassegnata.

 

Ti sei avvinato a me, e mi hai legato la benda intorno agli occhi.

Ho sentito le tue mani calde sul mio viso e un brivido mi ha percorso la schiena.

Istintivamente ho poggiato le mie mani sulle tue, volevo sentirle sul mio corpo, non solo sul viso. Ma mi sono accorta che ti sei fermato, come se stessi leggendo la mia mente.

Presa alla sprovvista e in imbarazzo per quei miei stessi pensieri, ti ho chiesto di non stringere troppo la benda.

Siamo usciti da casa e mi hai aiutato a salire in macchina, stando attendo che non sbattessi da qualche parte o che mi facessi male.

 

Dopo quella che mi parve un’eternità ti ho chiesto:

-“Mi dici, dove stiamo andando?”-

-“No. È una sorpresa te l’ho detto. Comunque siamo arrivati. “-

-“Posso toglierla allora?”-

-“Assolutamente no!”-

Mi hai aiutato a scendere e tenendomi fra le tue braccia, mano nella mano.

Mi piaceva stare lì con te, sentirmi per una volta protetta, e sentivo la tua voglia di farmi felice.

C’è stato un rumore metallico e ho capito che hai aperto una porta.

Un gelo polare ha invaso il mio viso.

Delicatamente mi hai sfilato la benda dagli occhi e di nuovo ho sentito quel brivido percorrere la mia schiena, al tocco delle tue mani sul mio viso.

 

E di colpo è apparsa la mia sorpresa: eravamo in una pista da ghiaccio.

C’era un’atmosfera fantastica, le luci si alternavano dal viola al blu, dal verde al giallo.

Qua e là dei buffi palloncini rossi con la scritta “Buon S. Valentino”, e nelle scale c’erano dei petali di rose rosse.

Ti ho guardato un misto fra felice e spaesata. Avevi fatto tutto questo per me?

Non sapevo cosa dire, non trovavo le parole adatte per poterti ringraziare. Ma tu devi aver capito.

Mi hai accarezzato la guancia e mi hai detto:

-“Pronta a pattinare?”-

Ho messo i pattini. “Peccato avrei potuto usare i miei favolosi pattini da ghiaccio luminosi”, pensai con un po’ di rammarico.

Ho aperto la porticina che separa la pista dagli spalti, e mi sono buttata.

Ho iniziato a pattinare sentendomi libera come non mai, come quando pattinavo e dagli spalti mia madre mi salutava sorridente.

D’istinto mi sono voltata, cercandola con gli occhi.

Ma lei ovviamente non c’era.

Ho abbassato lo sguardo vergognandomi di quel pensiero, smettendo di pattinare. La tristezza di quel ricordo si stava impadronendo di me.

Ma sei arrivato tu. Mi hai raggiunto in pista e mi hai riportato alla luce.

-“Ehi... c’è qualche problema? Non…non ti piace questa luce? La faccio cambiare se vuoi…”- mi hai chiesto dolcemente.

-“E’ tutto apposto, Castle!”-

Ti ho sorriso.

Eravamo di nuovo a una vicinanza pericolosa. La stessa di quando ci siamo baciati.

C’era quella stessa tensione fra noi, quegli sguardi che precedono un bacio, e che lo fanno desiderare ancora di più.

Lo so, ormai l’ho capito.

Ci desideriamo a vicenda. Le nostre labbra sono desiderose l’uno dell’altra, entrambi vogliamo solo una cosa.

Scusami Castle, se mi sono tirata indietro, ma non posso permetterti di baciarmi di nuovo, questa volta non riuscirei a resisterti, non riuscirei a guardarti negli occhi e mentire nuovamente.

-“Come mai non ci sono altre persone?”- ho chiesto riprendendo a pattinare.

-“Ho prenotato la sala solo per noi. “-

-“Ed è legale? Insomma si può fare? Ci saranno altre persone che vorranno pattinare qui stasera. “-

-“Beh, io ho pagato e a lui”- hai indicato il padrone della pista con la testa- “interessa che l’incasso della serata non scenda. Quindi è tutto apposto!”-

 

Sorridevi. E più sorridi più non posso stare lontana da te.

Ho continuato a pattinare ma poi tu mi hai bloccato per un braccio:

-“Kate, ho bisogno di sapere perché tu e Josh vi siete lasciati!”-

-“E tu e Gina?”- ho risposto io in rimando.

-“Non si risponde a una domanda con un’altra domanda!”- mi hai risposto un po’ scocciato dal fatto che anch’io, come te, stessi glissando la domanda.

-“Why do you keep coming back, Rick?”-

Mi hai fissato, i tuoi occhi erano di un azzurro stupendo, ma non potevo perdermici un’altra volta, non potevo cascarci di nuovo.

Volevo una risposta questa volta. Non voglio aggrapparmi a false speranze, e tu non puoi fare come la scorsa estate. Non credo che lo sopporterei di nuovo.

-“It’s not about the books anymore!”-

Sono rimasta a bocca aperta. Era la prima volta che prendevi una posizione.

Non ho potuto risponderti perché improvvisamente quell’enorme palla da discoteca sopra di noi ha iniziato a girare e a illuminarci con i suoi giochi di luci.

 

È partita una canzone, e mi hai chiesto di ballare. Non so come faremo visti i pattini, ma non posso dirti di no, non dopo questa magnifica serata che hai organizzato.

Mi prendi per mano e in pochi secondi avvicini il mio corpo al tuo, mettendo la tua mano destra sulla mia schiena, avvicinandomi ancora di più.

Questa canzone è una canzone che conosco, ma non afferro subito il titolo. È un ritornello orecchiabile.

E dal nulla la voce del proprietario esclama: -“Questa canzone è dedicata a Kate, da Rick!”-

Sono sempre più stordita. Hai organizzato tutta la serata e in più mi hai dedicato una canzone.

 

Tu stai cantando piano le parole. La canzone è “Just the way you are” di Bruno Mars.

Sei buffo cantando, non sai tutte le parole.

E poi ti avvicini al mio orecchio e continui a sussurrare:

-“ Oh her eyes her eyes
make the stars look like they're not shining.

She's so beautiful and I tell her every day.

Her nails , her nails
I could kiss them all day if she'd let me .
Her laugh, her laugh
she hates but I think it's so sexy .
She's so beautiful and I tell her every day.

When I see your face
there's not a thing that I would change ,
cause you're amazing
Just the way you are
and when you smile
the wole world stops and stares for a while
cause girl you' re amazing
Just the way you are”…

 

E sotto quelle note hai continuato a parlarmi dolcemente:

-“Buon San Valentino, Kate!”-

-“Buon San Valentino anche a te, Rick!”-

Il tuo viso si è avvicinato al mio.

Con la mano mi hai sfiorato la guancia, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchia.

Ma io non ce l’ho fatta.

Ho abbassato lo sguardo. Anche se non volevo ammetterlo, ero scottata.

-“Hai paura vero?”-

-“…sì.”-

-“Ti amo, Kate. Ti amo più di me stesso. Non ho mai amato né Meredith né Gina in questo modo.

Prima mi hai chiesto perché ho lasciato Gina.

Andava tutto bene e per una volta non litigavamo ogni tre minuti, ma… it was ordinary. I don’t want ordinary. I want magic. I just want extraordinary. You are extraordinary.

You are the extraordinary K.B.!”

-“Castle… io…”-

-“Ti prego, non dirmi di no. Lo so che anche tu provi la stessa cosa. E quel bacio al magazzino, non era solo una copertura.

Ok so di essere un bambino e a volte molto immaturo e superficiale, ma di una cosa sono sicuro, oltre ad Alexis sei tu la donna della mia vita!”-.

-“Tu mi spezzerai di nuovo il cuore. Mi abbandonerai per andare con qualche tua amichetta bambola di gomma! Come l’altra estate…”-

-“Kate…guardami.”-

Mi hai preso il viso fra le mani, costringendomi a guardarti.

-“Perché dovrei lasciarti andare via? Io ho te, non ho bisogno di nessun’altra. Io voglio te!”-

-“…e poi mi segui in tutti i miei casi e rischi la vita. Io non posso rischiare di perderti!”-

-“Non mi perderai, perché ci sarai tu a proteggermi!”-

 

E in pochi attimi si è ripetuta la scena come in quel magazzino.

Ma questa volta non ci sono scuse. Non è un bacio di copertura, e anch’io mi abbandono alle tue labbra calde.

È inutile negarlo. Ho bisogno di te come tu hai bisogno di me.

Forse avevo bisogno di questo, che tu dimostrassi di tenerci davvero a me.

Forse avevo bisogno di affetto, del tuo affetto, del tuo amore.

Forse da oggi guarderò San Valentino con occhi diversi.

Guarderò questo giorno come il giorno in cui sei rimasto.

Guarderò San Valentino come il giorno in cui mi hai voluto e non mi hai fatto scappare via.

ANGOLO DELL'AUTRICE:   Ciao a tutti... eccomi qui, di nuovo con una one-shot che è nata con un'idea completamente diversa... XD

che dire? scrivere dal punto di vista di Beckett è stato più complesso di quanto pensassi, quindi scusate se sono uscita fuori dal personaggio e se il caso non è granchè... non avevo idee e l'ho scopiazzato direttamente dalla puntata che hanno trasmesso domenica su rai2..
e poi volevo un caso che si chiudesse velocemente perchè appunto volevo concentrarmi di più su loro due a San Valentino ovviamente.

La canzione che ho usato è di Bruno Mars "Just the Way You Are"..non l'ho usata tutta, ma solo alcune frasi che mi sembravano più adatte..
 in caso non la conosceste vi lascio il link di youtube così se vi và la potete ascoltare:  http://www.youtube.com/watch?v=1AwPds6U-fU&feature=related

oltre la canzone ci sono alcune frasi scritte in corsivo e sono quelle che ho preso dal telefilm.. alcune le ho lasciate in inglese perchè secondo me rendono di più... :)
bon, mi pare di aver detto tutto...
ovviamente come sempre ringrazio anticipatamente chi leggerà e chi lascerà un commentino per farmi sapere cosa ne pensate... ;)  

a presto..
sbaciotti a tutti
kate24   ;>
   
 
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