Ho
sentito quel suono fastidioso della sveglia.
Segnava
le 6.30 e come ogni mattina la facevo suonare ancora per qualche
istante,
troppo infreddolita al pensiero di uscire da quelle calde coperte, dal
letto
ancora caldo.
Quando
c’era Josh, rimanevo fra le sue braccia, cullandomi nel suo
amore e sentendomi
amata.
Ma
Josh è andato via, e sono stata io stessa a non volerlo
più qui.
Questa
mattina oltretutto non è una bella giornata.
Ho
preso il cellulare e istintivamente ho controllato la data: oggi
è il 14
febbraio.
Decisamente
non è giornata!
Ero
ancora a letto, ripensando a tutte le coppie felici che in questo
giorno
avrebbero festeggiato il loro amore.
“Che
stupidità!”- dissi ad alta voce.
Non
c’è bisogno di un giorno per festeggiare
l’amore. Se due persone sono davvero innamorate,
dovrebbero festeggiare ogni giorno e ogni singolo istante che passano
insieme.
San
valentino è una festa consumistica inventata giusto per
alzare l’economia.
Sorrisi
fra me. Se Castle avesse udito quelle parole, mi avrebbe subito dato
della
cinica insensibile.
Già.
Castle.
Chissà
come avrebbe festeggiato lui quel giorno così ridicolo. Ora
che lui e Gina si
erano lasciati da settimane, sicuramente avrà trovato
un’altra delle sue
bambole gonfiabili.
Perché
ci penso? In fondo io e lui non stiamo insieme e non staremo mai
insieme.
Non
è questo che voglio.
“Ne
sei sicura?”- rispose una vocina dentro di me.
-“No!”-
risposi a me stessa.
Lui
e Gina non erano più una coppia, e neppure io e Josh lo
eravamo.
Quando
è ritornato dall’Africa, aveva subito capito che
era successo qualcosa.
Qualcosa
fra me e lui.
Gli
raccontai del caso di mia madre, ma non gli feci vedere la mia ricerca
personale. Non lo so perché, non volevo renderlo partecipe
del mio dolore.
L’avevo
voluto mostrare solo a Castle, ed era una cosa fra me e lui.
Mi
ha chiesto se fosse successo qualcosa durante l’appostamento.
Non gli ho
raccontato del bacio di copertura fra me è Castle. In fondo
non c’era stato
nulla, perché farlo preoccupare?
“Ne
sei sicura?”- mi chiese nuovamente la vocina dentro di me, e
anche stavolta
risposi con un basso “No”.
Cacciai
quei pensieri dalla mente e mi preparai per andare a lavorare.
“Ehi!
Buon giorno detective!”-
Castle
apparve con due caffè in mano e un enorme sorriso stampato
in faccia.
-“Ciao
Castle!”- gli risposi prendendo il caffè che mi
aveva portato.
Si
avvicinò al mio orecchio e mi ha sussurrato:
-“Buon
San Valentino!”-
Devo
essere arrossita perché d’un tratto ho sentito le
mie guance surriscaldarsi.
-“Ah,
grazie Castle! Ma non è una festa che amo.”-
-“Perché?
È il giorno in cui si festeggia l’amore, tutti
sono felici e innamorati!”-
-“E’
proprio questo il punto, Castle! Non dovrebbe esserci un giorno in cui
festeggiare l’amore. Se è davvero amore, si
festeggia ogni giorno!”-
Non
mi hai risposto subito, come se stessi elaborando quella sconvolgente
notizia
che ti avevo dato.
-“Stasera
fai qualcosa di particolare con Josh?- mi hai chiesto di getto, ma il
tuo tono
non è lo stesso di un amico disinteressato. È
come se dalla mia risposta
dipendesse la tua vita, come quando sei sott’acqua e ti manca
l’ossigeno e hai
quella sensazione di chiusura e la superficie non arriva mai. Come se a
quella
domanda ti mancasse il respiro.
Io
ti ho guardato, ma istintivamente ho abbassato lo sguardo e dirigendomi
verso
Ryan gli ho chiesto se ci fossero sviluppi sul caso.
-“Allora,
abbiamo scoperto che Wolf andava al “Cafè
Rex” sulla 72ma, a cinque isolati dal
Q3 nelle ultime due settimane, ma non abbiamo ancora capito
perché!”- mi ha
risposto Ryan un po’ abbattuto, come se ci avesse ragionato
tutta la notte.
-“Sappiamo
che cosa faceva?”-
-“Si
beveva un te, mangiava una brioche e restava lì per due
ore!”-
-“Bene.”-
dissi facendo un po’ il riassunto degli elementi che avevamo
in mano. -“Sappiamo
che Wolf stava cercando di cambiare. Aveva chiuso con la reputazione da
cattivo
ragazzo e di playboy, ha ripagato tutti i debiti e comprato un anello.
Sì, ma
per chi? A chi voleva fare quella proposta?”- chiesi
più a me stessa che a
loro.
-“Forse
dovremmo andare a vedere questo Cafè. Se
c’è andato per due settimane, ci sarà
sicuramente un motivo!”- mi ha risposto Castle.
Eravamo
in macchina in completo silenzio.
Ho
pensato che fosse strano, solitamente mi riempi la testa con le tue
inutili
chiacchere o le tue teorie strampalate. E ogni volta, riesci sempre a
strapparmi un sorriso.
Ma
stavolta non parlavi, immerso nei tuoi pensieri. Forse stai pensando a
questa
sera, a come festeggerai.
-“E’
tutto apposto?”-
-“Non
mi hai risposto prima!”-
-“Cosa?”-
ti ho chiesto fingendo un’espressione confusa, ma sapevo bene
dove volevi
andare a parare.
-“Prima
quando ti ho chiesto se avresti fatto qualcosa di particolare con
Josh.”-
Avevi
di nuovo quell’espressione negli occhi, quasi stessi
affogando e la tua unica
salvezza fosse la mia risposta.
-“Beh,
non sono affari tuoi!!”- ti ho risposto seccata.
Sei
di nuovo piombato nel tuo silenzio, turbato dalla mia risposta.
-“Scusami
Castle, non volevo essere sgarbata. È questo caso che non
porta da nessuna
parte… m’innervosisce.”-
-“No,
scusami tu. Hai ragione. Non sono affari che mi riguardano.”-
mi hai risposto
gelido, come non avevi mai fatto prima.
-“Comunque…”
- ho ripreso io –“non devo fare niente con Josh
questa sera. Noi… ci siamo lasciati
qualche settimana fa.”-
-“Mi
dispiace.”- mi hai detto poco convinto.
–“Sai, anche Gina ed io non stiamo più
insieme!”-
-“Oh…
mi spiace, Castle.”- ma io già sapevo che tu e
Gina vi siete lasciati.
Involontariamente ho ascoltato la vostra conversazione. Mi dispiace
Castle, non
avrei dovuto ascoltare, non avrei dovuto invadere la tua privacy.
-“Beh
immagino che per stasera ti sarai già
organizzato?”- ti ho domandato con un
sorriso triste.
-“Sì,
in effetti, ho un mezzo impegno. Aspetto solo una conferma!”-
mi hai guardato
tutto felice come non mai, ed io mi sono sentita morire.
Perché poi?
-“Guarda,
siamo arrivati. Quello è il Cafè!”- ho
esclamato soprattutto per cambiare
argomento, e non volevo che leggessi nei miei occhi la mia profonda
delusione.
Siamo
scesi dalla macchina e camminando in direzione del Cafè ho
continuato:
-“Allora
Esposito e Ryan hanno detto che lo frequentava da qualche settimana, ma
non ha
mai incontrato nessuno. Quindi perché veniva in questo
posto?”-
-“Forse
osservava qualcuno!”- hai come al solito avuto una delle tue
brillanti idee.
Ci
siamo voltati contemporaneamente e abbiamo visto un negozio di
abbigliamento
femminile ed entrando abbiamo notato il padrone.
-“Beh,
a meno che a Wolf non piacessero i vestiti…”- ma
non hai finito la frase perché
la commessa ha attirato la nostra attenzione: era la ragazza del
migliore amico
di Wolf, Cecily.
-“Si
io e Wolf abbiamo avuto una storia di una notte. David non
c’era. Era andato al
funerale di suo padre al suo paese natale ed io sono rimasta a casa.
Sul tardi
è venuto Wolf e quando mi ha stretto fra le sue braccia, ho
ricordato perché lo
amassi tanto. Lui era uno dei classici errori, sai che è
sbagliato, ma lo fai
lo stesso. Qualche settimana dopo mi sono accorta di essere incinta e
quando David
gliel’ha detto, lui non so come ma ha capito che è
il suo bambino. Così ha
iniziato a seguirmi, a telefonarmi, diceva che voleva cambiare. Oh vi
prego,
non dite nulla a David!”- ci chiese implorante Cecily.
-“A
meno che lui non lo sappia già!”- hai esclamato tu
guardandomi.
-“Cecily
dove eravate tu e David la notte dell’omicidio?”-
le ho chiesto io.
-“A
casa. David è rimasto con me tutta la notte. A letto.
“-
-“Ne
è sicura?”-
-“Sì,
certo! Oh no…”-
-“Oh
no che cosa?”- abbiamo risposto contemporaneamente. Ormai
siamo abituati a
intervenire insieme o a finire le frasi a vicenda. Ho sorriso.
-“Da
quando ho scoperto di essere incita, ho problemi a dormire. Il medico
mi ha
dato delle pillole da prendere all’occorrenza e quella notte
David me ne ha data
una. È stata l’unica volta che me l’ha
data. “-
Ci
siamo guardati. Era lui l’assassino di Wolf.
Nel
suo appartamento abbiamo trovato la borsa con i contanti che aveva
prelevato Wolf
per cambiare vita.
David
ha confessato di aver intercettato un sms e aver scoperto il
tradimento. Erano
come fratelli e lui l’ha ucciso.
Ormai
era sera e dopo l’arresto avevo da compilare una marea di
carte. Tu eri sempre
seduto al mio fianco. Mi chiedo perché lo fai.
Perché resti a farmi compagnia
in una serata così quando, hai ammesso di avere un impegno.
Perché
resti Rick?
-“Sai,
stavo pensando… è buffo che abbiamo risolto un
delitto passionale il giorno di
San Valentino!”- mi hai detto tu con il tuo cipiglio
pensieroso.
-“Già
è strano. Come vedi Castle, San Valentino non
esiste!”-
Ero
ancora ferita per il fatto che tu avessi un appuntamento oggi, ma non
sapevo
perché mi dava così fastidio. Forse per il fatto
di averti detto che Josh ed io
c’eravamo lasciati o forse perché mi aspettavo
qualcosa da te. Ma che cosa poi?
Avevamo concordato che quel bacio non aveva significato nulla, per
nessuno di
noi due, era stata giusto una copertura.
Ma
nel ripensare a quel bacio e al ribadire che era solo una copertura, mi
ha
preso un forte crampo allo stomaco.
-“Beh,
io ho un impegno che mi aspetta! A domani detective!”-
-“Notte.
Castle.”-
Ti
ho visto andare via, e quella sensazione, quella gelosia che sentivo,
mi
bruciava dentro. Ma non avevo il coraggio di dirti ciò che
piano piano la mia
mente capiva. Ciò che il mio cuore desiderava ormai da tanto
tempo.
Avevo
le lacrime agli occhi, ma le ho ricacciate dentro con forza. Non avrei
pianto
una sola lacrima per te e mi sarebbe passata quella forte attrazione
che
provavo.
Ho
sbattuto i fascicoli sulla scrivania e me ne sono andata a casa furente.
Arrivata
a casa mi sono fiondata sul frigo. Avevo ancora qualche scatola di cibo
cinese,
il mio tempio di polistirolo, come l’avevi soprannominato tu.
Mi
sono seduta nel divano e quelle lacrime che avevo respinto si
affacciarono di
nuovo dai miei occhi, ma questa volta non riuscì a
trattenerle.
Ho
pianto come una ragazzina alla prima cotta che sa di non essere
corrisposta.
Che
stupida!
Ed
io che ho allontanato Josh, che l’ho mandato via
perché in fondo speravo che
qualcosa fra noi potesse cambiare.
Non
era vero quello che ti ho detto sul nostro bacio. Forse è
iniziato come una
copertura ma poi è diventato qualcos’altro
e… io ho un’enorme confusione in
testa. Non riesco a ragionare quando si tratta di te. Non riesco ad
analizzare
la situazione con razionalità quando penso a te, quando
penso a noi e a quel
magnifico bacio che mi ha tolto il respiro.
È
così difficile amare qualcuno che
sai che ti spezzerà il cuore.
E
io c’ero cascata di nuovo. Quest’estate quando sei
andato via con Gina, e anche
adesso.
Non
so a cosa stessi pensando. Forse mi aggrappavo al fatto che tu potessi
cambiare, che potessi essere un adulto ogni tanto, perché
io, non voglio stare
con un bambino. Voglio un uomo accanto a me, e sono stata una completa
idiota a
lasciare Josh per te, quando tu a me non ci pensi neanche.
Josh
era sempre stato dolce con me, era perfetto. Ma non era perfetto per
me, e
questo l’ho capito nel momento in cui ci siamo baciati, nel
momento in cui le
nostre bocche si sono unite in quel bacio che entrambi abbiamo
desiderato a
lungo.
Ero
immersa nei miei pensieri più neri, quando qualcuno ha
suonato il campanello.
“Fantastico”-
proprio adesso che non ho voglia di vedere nessuno.
Ho
aperto e c’eri tu davanti a me, con una rosa rossa in mano.
-“Castle!”-
ero ancora furiosa con me stessa per averti fatto entrare ancora una
volta nel
mio cuore, per averti permesso di penetrare la mia corazza, e vederti
lì con la
rosa in mano, sorridente per giunta, ho pensato che mi stessi prendendo
in
giro.
Avevo
una gran voglia di spaccarti il naso.
-“Una
rosa alla più bella!”- mi hai sussurrato
porgendomi la rosa.
-“Mi
prendi in giro?! Non dovresti essere al tuo appuntamento?”-
ti ho risposto
scettica e più arrabbiata del previsto.
-“Infatti
ci sono. Il mio appuntamento è con te!”- hai
continuato felice, ignorando il
mio sguardo di rimprovero.
-“Scusa
e quand’è che l’avremmo deciso? Almeno
potevi chiedermelo! E invece ogni volta
fai di testa tua, Castle!”-.
-“Perché
sei così arrabbiata? Eh dai. Non puoi dirmi di no. E so di
per certo che la
rosa ti è piaciuta!”- mi hai guardata con quella
faccia da bambino offeso, e io
non sapevo cosa dire.
In
effetti, adoro le rose rosse.
Ho
sorriso, portandomi la rosa al naso per sentire il suo profumo.
-“E
sentiamo dov’è che dovremmo andare? Ipoteticamente
parlando…”-
-“Ah
questa è una sorpresa. Ma vestiti pesante. Ci
sarà freddo! Non devi essere
elegante. E devi indossare questa…”-
Mi
hai fatto vedere una benda. Scherzi? Non metterò mai una
benda sugli occhi.
-“Che
cos’è quella?!”-
-“Una
benda!”-
-“Scordatelo!
Non metterò una benda per soddisfare le tue pene sessuali
represse!”- ho
inarcato un sopracciglio e dovevo avere un ghigno malizioso in faccia
perché mi
hai risposto avvicinandoti al mio orecchio:
-“Adoro
quando fai così la difficile!”-
Io
ti ho guardato scioccata e sbalordita, incapace ti assimilare quelle
parole che
mi avevi detto.
O
forse era stato il tuo profumo che ho avvertito quando ti sei
avvicinato. O il
tuo respiro sul mio collo.
-“I need to
go… over there!”- e sono
andata a cambiarmi.
Ho
cercato quanto di più pesante avessi nell’armadio,
e ho infilato uno dei miei
maglioni preferiti.
Un
momento.
Avevo
appena accettato di uscire con lui, per di più il giorno di
San Valentino.
Questo
non era da me.
Andare
di fronte allo specchio e truccarmi un po’, farmi bella per
lui, sicuramente
non era da me.
Sono
scesa e tu mi hai fissato scendendo le scale, come se mi stessi facendo
una radiografia
ai raggi-x, e sei rimasto imbambolato per qualche secondo, fin quando
ho urlato
il tuo nome riportandoti alla realtà.
-“Oh…si…
scusa… io stavo…stavo
solo…”- ma non ti ho lasciato finire quel mezzo
balbettamento e ti ho guardato nel modo più feroce che
potevo, anche perché
vederti balbettare in quel modo, stava rischiando di farmi tradire e
scoppiare
in una sonora risata.
-“Ok.
Mettiti questa e andiamo. “- mi hai detto porgendomi la benda
blu.
-“Castle,
ne abbiamo già discusso!”-
-“E
dai, non farti pregare. Voglio che sia una sorpresa e per una volta
voglio che
le cose vadano per il verso giusto!”-.
Ero
colpita da quelle parole. Wow non ti avevo mai visto così
determinato.
-“Quali
cose? Va bene, ho capito che è una battaglia persa.
“- ti ho risposto, rassegnata.
Ti
sei avvinato a me, e mi hai legato la benda intorno agli occhi.
Ho
sentito le tue mani calde sul mio viso e un brivido mi ha percorso la
schiena.
Istintivamente
ho poggiato le mie mani sulle tue, volevo sentirle sul mio corpo, non
solo sul
viso. Ma mi sono accorta che ti sei fermato, come se stessi leggendo la
mia
mente.
Presa
alla sprovvista e in imbarazzo per quei miei stessi pensieri, ti ho
chiesto di
non stringere troppo la benda.
Siamo
usciti da casa e mi hai aiutato a salire in macchina, stando attendo
che non
sbattessi da qualche parte o che mi facessi male.
Dopo
quella che mi parve un’eternità ti ho chiesto:
-“Mi
dici, dove stiamo andando?”-
-“No.
È una sorpresa te l’ho detto. Comunque siamo
arrivati. “-
-“Posso
toglierla allora?”-
-“Assolutamente
no!”-
Mi
hai aiutato a scendere e tenendomi fra le tue braccia, mano nella mano.
Mi
piaceva stare lì con te, sentirmi per una volta protetta, e
sentivo la tua voglia
di farmi felice.
C’è
stato un rumore metallico e ho capito che hai aperto una porta.
Un
gelo polare ha invaso il mio viso.
Delicatamente
mi hai sfilato la benda dagli occhi e di nuovo ho sentito quel brivido
percorrere la mia schiena, al tocco delle tue mani sul mio viso.
E
di colpo è apparsa la mia sorpresa: eravamo in una pista da
ghiaccio.
C’era
un’atmosfera fantastica, le luci si alternavano dal viola al
blu, dal verde al
giallo.
Qua
e là dei buffi palloncini rossi con la scritta
“Buon S. Valentino”, e nelle
scale c’erano dei petali di rose rosse.
Ti
ho guardato un misto fra felice e spaesata. Avevi fatto tutto questo
per me?
Non
sapevo cosa dire, non trovavo le parole adatte per poterti ringraziare.
Ma tu
devi aver capito.
Mi
hai accarezzato la guancia e mi hai detto:
-“Pronta
a pattinare?”-
Ho
messo i pattini. “Peccato avrei potuto usare i miei favolosi
pattini da
ghiaccio luminosi”, pensai con un po’ di rammarico.
Ho
aperto la porticina che separa la pista dagli spalti, e mi sono
buttata.
Ho
iniziato a pattinare sentendomi libera come non mai, come quando
pattinavo e
dagli spalti mia madre mi salutava sorridente.
D’istinto
mi sono voltata, cercandola con gli occhi.
Ma
lei ovviamente non c’era.
Ho
abbassato lo sguardo vergognandomi di quel pensiero, smettendo di
pattinare. La
tristezza di quel ricordo si stava impadronendo di me.
Ma
sei arrivato tu. Mi hai raggiunto in pista e mi hai riportato alla
luce.
-“Ehi...
c’è qualche problema? Non…non ti piace
questa luce? La faccio cambiare se
vuoi…”- mi hai chiesto dolcemente.
-“E’
tutto apposto, Castle!”-
Ti
ho sorriso.
Eravamo
di nuovo a una vicinanza pericolosa. La stessa di quando ci siamo
baciati.
C’era
quella stessa tensione fra noi, quegli sguardi che precedono un bacio,
e che lo
fanno desiderare ancora di più.
Lo
so, ormai l’ho capito.
Ci
desideriamo a vicenda. Le nostre labbra sono desiderose l’uno
dell’altra,
entrambi vogliamo solo una cosa.
Scusami
Castle, se mi sono tirata indietro, ma non posso permetterti di
baciarmi di
nuovo, questa volta non riuscirei a resisterti, non riuscirei a
guardarti negli
occhi e mentire nuovamente.
-“Come
mai non ci sono altre persone?”- ho chiesto riprendendo a
pattinare.
-“Ho
prenotato la sala solo per noi. “-
-“Ed
è legale? Insomma si può fare? Ci saranno altre
persone che vorranno pattinare
qui stasera. “-
-“Beh,
io ho pagato e a lui”- hai indicato il padrone della pista
con la testa-
“interessa che l’incasso della serata non scenda.
Quindi è tutto apposto!”-
Sorridevi.
E più sorridi più non posso stare lontana da te.
Ho
continuato a pattinare ma poi tu mi hai bloccato per un braccio:
-“Kate,
ho bisogno di sapere perché tu e Josh vi siete
lasciati!”-
-“E
tu e Gina?”- ho risposto io in rimando.
-“Non
si risponde a una domanda con un’altra domanda!”-
mi hai risposto un po’
scocciato dal fatto che anch’io, come te, stessi glissando la
domanda.
-“Why
do you keep coming back, Rick?”-
Mi
hai fissato, i tuoi occhi erano di un azzurro stupendo, ma non potevo
perdermici
un’altra volta, non potevo cascarci di nuovo.
Volevo
una risposta questa volta. Non voglio aggrapparmi a false speranze, e
tu non
puoi fare come la scorsa estate. Non credo che lo sopporterei di nuovo.
-“It’s
not about the books anymore!”-
Sono
rimasta a bocca aperta. Era la prima volta che prendevi una posizione.
Non
ho potuto risponderti perché improvvisamente
quell’enorme palla da discoteca
sopra di noi ha iniziato a girare e a illuminarci con i suoi giochi di
luci.
È
partita una canzone, e mi hai chiesto di ballare. Non so come faremo
visti i
pattini, ma non posso dirti di no, non dopo questa magnifica serata che
hai
organizzato.
Mi
prendi per mano e in pochi secondi avvicini il mio corpo al tuo,
mettendo la
tua mano destra sulla mia schiena, avvicinandomi ancora di
più.
Questa
canzone è una canzone che conosco, ma non afferro subito il
titolo. È un
ritornello orecchiabile.
E
dal nulla la voce del proprietario esclama: -“Questa canzone
è dedicata a Kate,
da Rick!”-
Sono
sempre più stordita. Hai organizzato tutta la serata e in
più mi hai dedicato
una canzone.
Tu
stai cantando piano le parole. La canzone è “Just
the way you are” di Bruno
Mars.
Sei
buffo cantando, non sai tutte le parole.
E
poi ti avvicini al mio orecchio e continui a sussurrare:
-“ Oh
her
eyes her eyes
make the stars look like they're not shining.
She's
so beautiful and I tell her every day.
Her
nails , her nails
I could kiss them all day if she'd let me .
Her laugh, her laugh
she hates but I think it's so sexy .
She's so beautiful and I tell her every day.
When
I see your face
there's not a thing that I would change ,
cause you're amazing
Just the way you are
and when you smile
the wole world stops and stares for a while
cause girl you' re amazing
Just the way you are”…
E
sotto quelle note hai continuato a parlarmi dolcemente:
-“Buon
San Valentino, Kate!”-
-“Buon
San Valentino anche a te, Rick!”-
Il
tuo viso si è avvicinato al mio.
Con
la mano mi hai sfiorato la guancia, sistemandomi una ciocca di capelli
dietro
l’orecchia.
Ma
io non ce l’ho fatta.
Ho
abbassato lo sguardo. Anche se non volevo ammetterlo, ero scottata.
-“Hai
paura vero?”-
-“…sì.”-
-“Ti
amo, Kate. Ti amo più di me stesso. Non ho mai amato
né Meredith né Gina in
questo modo.
Prima
mi hai chiesto perché ho lasciato Gina.
Andava
tutto bene e per una volta non litigavamo ogni tre minuti,
ma… it was ordinary. I
don’t want
ordinary. I want magic. I just want extraordinary. You are
extraordinary.
You
are the extraordinary K.B.!”
-“Castle…
io…”-
-“Ti
prego, non dirmi di no. Lo so che anche tu provi la stessa cosa. E quel
bacio
al magazzino, non era solo una copertura.
Ok
so di essere un bambino e a volte molto immaturo e superficiale, ma di
una cosa
sono sicuro, oltre ad Alexis sei tu la donna della mia
vita!”-.
-“Tu
mi spezzerai di nuovo il cuore. Mi abbandonerai per andare con qualche
tua
amichetta bambola di gomma! Come l’altra
estate…”-
-“Kate…guardami.”-
Mi
hai preso il viso fra le mani, costringendomi a guardarti.
-“Perché
dovrei lasciarti andare via? Io ho te, non ho bisogno di
nessun’altra. Io
voglio te!”-
-“…e
poi mi segui in tutti i miei casi e rischi la vita. Io non posso
rischiare di
perderti!”-
-“Non
mi perderai, perché ci sarai tu a proteggermi!”-
E
in pochi attimi si è ripetuta la scena come in quel
magazzino.
Ma
questa volta non ci sono scuse. Non è un bacio di copertura,
e anch’io mi
abbandono alle tue labbra calde.
È
inutile negarlo. Ho bisogno di te come tu hai bisogno di me.
Forse
avevo bisogno di questo, che tu dimostrassi di tenerci davvero a me.
Forse
avevo bisogno di affetto, del tuo affetto, del tuo amore.
Forse
da oggi guarderò San Valentino con occhi diversi.
Guarderò
questo giorno come il giorno in cui sei rimasto.
Guarderò San Valentino come il giorno in cui mi hai voluto e non mi hai fatto scappare via.
ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti... eccomi qui, di nuovo con una one-shot che è nata con un'idea completamente diversa... XD
che dire? scrivere dal punto di vista di Beckett è stato più complesso di quanto pensassi, quindi scusate se sono uscita fuori dal personaggio e se il caso non è granchè... non avevo idee e l'ho scopiazzato direttamente dalla puntata che hanno trasmesso domenica su rai2..e poi volevo un caso che si chiudesse velocemente perchè appunto volevo concentrarmi di più su loro due a San Valentino ovviamente.
La canzione che ho usato è di Bruno Mars "Just the Way You Are"..non l'ho usata tutta, ma solo alcune frasi che mi sembravano più adatte..
in caso non la conosceste vi lascio il link di youtube così se vi và la potete ascoltare: http://www.youtube.com/watch?v=1AwPds6U-fU&feature=related
oltre la canzone ci sono alcune frasi scritte in corsivo e sono quelle che ho preso dal telefilm.. alcune le ho lasciate in inglese perchè secondo me rendono di più... :)
bon, mi pare di aver detto tutto...
ovviamente come sempre ringrazio anticipatamente chi leggerà e chi lascerà un commentino per farmi sapere cosa ne pensate... ;)
a presto..
sbaciotti a tutti
kate24 ;>