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Autore: sweetpast    01/02/2011    8 recensioni
"Dalla tasca tirò fuori un coltellino sottile, lo fece scintillare alla luce lunare, poi si inginocchiò accanto al corpo e carezzò con la lama, delicatamente, le lunghe ciglia dell'occhio sinistro.
Sorrise."

Quattro omicidi. Un detective inglese che si ritiene serio e professionale. E tre matti che decidono di indagare per conto proprio.
[Pairing vari]
[Possibile OOC per l'assassino]
Genere: Comico, Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cap. 1- Inizio

 

 

 

 

 

 

 

Provò ad agitare le gambe, per tentare di liberarsi, ma quelle avevano già ceduto da un bel po'. La cordicella ruvida che le stringeva il collo le stava segando la carne, sentiva bruciare terribilmente la gola; ansimò, spalancando le labbra in cerca d'aria.

Venne presa dal panico quando anche le braccia sciolsero la stretta sui polsi del ragazzo, piombando a terra. Non riusciva nemmeno a battere le palpebre e la vista le si era appannata drasticamente. Cercò di inspirare, ma i polmoni si contrassero dolorosamente per la mancanza di ossigeno.

Boccheggiò, gli occhi ancora spalancati dal terrore, e smise di combattere.

Il giovane seduto sopra di lei sfilò con lentezza la corda dal suo collo, poi schioccò la lingua. Osservò il volto esanime della ragazza: era pallido e vagamente violaceo. Ma, anche da morta, conservava dei lineamenti dolci. Il visino era delicato e grazioso. Le labbra socchiuse, le sopracciglia rilassate, gli occhi verdi vacui e brillanti.

Dalla tasca tirò fuori un coltellino sottile, lo fece scintillare alla luce lunare, poi si inginocchiò accanto al corpo e carezzò con la lama, delicatamente, le lunghe ciglia dell'occhio sinistro.

Sorrise.

 

 

 

~

 

 

 

Arthur Kirkland, ventitré anni, detective inglese. Nonostante la giovane età vantava una discreta fama e molti successi professionali.

Occhi verde foglia, sopracciglia spesse ed espressione seria. Aveva dei capelli corti e biondi, un po' spettinati.

Si rigirò tra le mani, pensieroso, il biglietto sul quale era riportato l'indirizzo dove la notte prima era stato ritrovato un cadavere, quello di cui si sarebbe occupato. Guardò fuori dal finestrino del taxi.

«Ci siamo, Mister.» affermò l'autista, rallentando. Arthur notò le automobili della polizia ammassate all'ingresso di una villetta bianca.

«Grazie mille.» si affrettò a rispondere, composto. Scese dall'auto e consegnò i soldi all'uomo. Poi, imbracciati la pesante giacca marrone e l'ombrello, si diresse a passo deciso verso la scena del crimine.

C'erano poliziotti sparsi per tutto il giardino, parlottavano fra loro. Uno di questi strinse la mano ad Arthur e indicò la porta della casa con un cenno della testa.

«Buongiorno, detective Kirkland?»

«Sì, sono io.»

«Il capo l'aspetta all'interno.»

Sorrise distaccato ed entrò nella casa. Anche lì era pieno di gente. Si guardò intorno, per cercare questo famoso “capo”.

Al centro della stanza, di fronte alle scale, era segnalata da un recinto di nastro giallo la presenza del cadavere. Lì vicino, in piedi, stava un giovane alto, con le spalle larghe. Si voltò. Aveva i capelli color miele con un bizzarro ciuffo rivolto verso l'alto, gli occhi azzurri scintillavano dietro gli occhiali rettangolari. Sfoggiò un sorriso fin troppo entusiasta. «Ah, il detective!»

Mentre Arthur sollevava un sopracciglio, colto di sorpresa, il ragazzo gli corse incontro e gli strinse vigorosamente la mano.

«Sono l'agente Alfred F. Jones, sono a capo della polizia della zona, ti stavo aspettando!»

L'inglese rimase un pochino assordato dalla voce squillante dell'agente, che tra l'altro gli stava dando del tu con una incredibile sfacciataggine. E con un fin troppo udibile accento americano. «Ehm, Arthur Kirkland, piacere...» mormorò lui. Poi lo osservò meglio.

Storse impercettibilmente un angolo della bocca.

Arthur aveva scelto uno dei suoi completi migliori per fare una degna figura, ignorando il caldo e rischiando di perdere il treno, e si trovava davanti un ragazzetto che indossava con estrema disinvoltura delle converse rosse sotto dei pantaloni formali e una maglietta di Capitan America.

Inaccettabile.

Si schiarì la voce.

«Sì, dicevo, agente Jones, piacere di conoscerla. Uhm, mi illustri il caso.»

Alfred rise, indignando profondamente il povero detective che lo guardò come fosse un alieno.

«Chiamami Alfred, eh! Comunque vieni, il cadavere è qui.»

Gli mostrò il corpo di una ragazzina, adagiato sul pavimento in parquet. I lunghi capelli scuri le ricadevano sulle spalle e sul viso. Sotto il seno destro era visibile una profonda ferita di arma da taglio. Le labbra erano sporche di sangue.

«Causa della morte: accoltellamento.»

«Vedo. Da quanto è morta?»

«Circa due giorni.» Alfred indossò un paio di guanti di lattice e posò l'indice sul viso della ragazza, tirando leggermente la pelle dello zigomo destro per sottolineare il dettaglio. «Guarda qui!»

«...!»

Le orbite erano vuote. Le palpebre erano state recise e i bulbi oculari asportati.

«È questo che mi preoccupa!» disse l'americano, sistemandosi gli occhiali.

«Ci sono altri omicidi simili a questo?»

«No, però è sparita un'altra ragazza.»

Era presto per pensare ad una serie. Ma non dovevano escludere nessuna ipotesi.

 

 

 

~

 

 

 

«Avete sentito?»

Seduti al tavolino di un bar, al riparo dal caldo estivo, stavano tre ragazzi.

Uno, quello con il giornale in mano e un paio di occhiali scuri sugli occhi, aveva i capelli chiarissimi, quasi bianchi, e la pelle pallida. Accanto a lui c'era un giovane dai capelli lunghi e biondi raccolti in una coda dietro la nuca, gli occhi azzurri e un accenno di barba sul mento. Infine, il ragazzo seduto sul tavolo: pelle abbronzata, capelli scuri, corti e mossi, e occhi di un verde brillante. Quest'ultimo si voltò verso il compagno.

«Cosa, Gil?»

Gilbert sorrise e mostrò il giornale. «Pare che ci sia un assassino nel quartiere!»

Il biondo, Francis, si sporse verso la figura indicata dall'amico. E spalancò gli occhi. «Parbleau!» esclamò «Ma è Sesel!1»

«Sesel?» ripeté Antonio, calcando le S con una cadenza spagnola «Non è la ragazza a cui davi ripetizioni di francese?»

«La mia piccola Sesel!»

«Oddio, lo abbiamo sconvolto.» Gilbert sollevò gli occhiali, mostrando due occhi color cremisi.

«Francis? Riprenditi!»

«Hanno ucciso Sesel? Chi è stato? Perch-»

Antonio gli tappò la bocca con un bicchiere di vino. «Sta' buono, su.»

Il francese emise un mugolio di disappunto, ma buttò giù volentieri il suo vino.

Gilbert continuò a leggere. «Hanno addirittura affidato il caso ad un detective!» fischiò. «Di solito se ne occupa la polizia, vuol dire che è qualcosa che scotta!»

«Forse c'entra con la ragazza scomparsa ieri sera?»

«Ah, ma allora è ancora più interessante!»

Francis fulminò l'albino con lo sguardo. «Cher, bisogna avere delicatezza su queste cose!»

«Perché non indaghiamo?» gli fece lui in tutta risposta. Ammutolendo gli altri due.

«Cosa? Sei impazzito?»

«Sììì! Facciamolo, che mi sto annoiando!»

«Antonio

Gilbert sorrise sornione e accavallò le gambe con aria importante. «Non vuoi conoscere l'assassino della tua amichetta? Sai quanta gloria avremmo se scoprissimo il colpevole prima di quel tizio inglese?»

Francis sospirò, ignorando le manie di protagonismo del suo amico. «E va bene. In effetti potrebbe essere interessante... e devo vendicare la mia piccola Sesel!» disse poi con rinnovato entusiasmo.

«Allora da dove cominciamo?» domandò Antonio con un ingenuo sorrisone.

«...»

«...»

«Eh?»

«Da un altro giro di bevute. Paga Gil.»

«Ehi!»

«Sentiamo, hai altre idee?»

L'interpellato fece una faccia offesa e non rispose.

«Beh» disse invece il moro «perché non andiamo a dare un'occhiata?»

«Intendi dire sul luogo dell'omicidio?»

Annuì.

«In effetti è qui vicino...» Francis roteò gli occhi teatralmente. «E poi dovrebbero comunque chiedermi qualcosa come suo caro amico, no?»

«Allora andiamo, no? Il trio entra in azione!» sghignazzò Gilbert. Gli altri due si unirono alla risata, prima di lasciare una banconota sul tavolo e incamminarsi verso la villetta di Sesel.

 

~

 

 

 

Ebbe la premura di nasconderla sotto le foglie, anche se sapeva che era inutile. Ma aveva tutto il tempo, no? Quindi poteva permettersi di dilungarsi. Prima di coprirle il viso, carezzò con la punta delle dita il segno rosso sulla trachea e i tagli irregolari attorno alle orbite. Si tolse i guanti e li infilò in tasca, poi vi ripose anche la cordicella e il coltellino. Si alzò. Diede un ultimo sguardo alla sua opera, si guardò intorno e se ne andò a passi lenti.

 

La decomposizione di un cadavere è un processo davvero disgustoso, sapete?

Invece, la frantumazione della psiche umana può avere risvolti davvero interessanti. Nonché cause varie e talvolta così assurde, o stupide, da chiedersi se davvero si possa uccidere per motivi simili. Ma si può uccidere per tutto, purtroppo. Perché la mente dell'assassino è fragile. E le persone “per bene”, quelle che non uccidono la gente pugnalandola o strangolandola con una corda, spesso non capiscono. E quel “non capiscono” molte volte è la causa principale di quella lenta degenerazione che porta al sangue.

E il sangue, troppe volte, finisce nel sangue.

 

 

 

 

To be continued...

 

 

 

ndA

 

1 Non sapevo come chiamare Seychelles, ma da molte parti l'ho vista chiamata così, e Sesel è un nome carino °3°

Ah, perdonatemi per la gente che ucciderò.

MI ODIO. IO MI ODIO. Possibile che con quattro storie in corso mi metta a scrivere un giallo? Sì, mi odio.

Oh, beh, questo è solo il primo capitolo, ma spero che vi abbia incuriositi ^^ Avevo l'immagine ricorrente del Bad Trio che si mette in testa di risolvere un caso di assassinio, così... ecco qua xD

Alcune precisazioni:

-Non so di preciso cosa succederà. Chi mi conosce sa che il caso è mio amico. Aspettatevi di tutto ù.ù

-Ci sarà molto yaoi, dehehehe.

-Mi piace descrivere i cadaveri, sì.

-Mi sono dimenticata cosa dovevo scrivere qui, porco Francis! *se ne ricorda un quarto d'ora dopo* Ah già! Il titolo non ha senso. Però mi piaceva.

-Sorvoliamo. Distruggetemi di critiche, ragazzi miei! Fatemi sapere cosa ne pensate ^^

 

Vi saluto, la Zia Lole fugge ù.ù

Au Revoir~ <3

   
 
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