L’eterna punizione
Esiste un luogo ove il tempo non scorre.
Si narra di un Dio irato con un uomo, un uomo all’apparenza giusto, ma che un tempo una vita ha spezzato.
Si narra che esso uccise una dama, una donna stupenda e che il signore, padrone e marito in realtà fosse un Dio.
Egli decise di punire un simile crimine, ma la sua grandezza consistette nel richiudere l’assassino non in cella, ma un magnifico castello.
La nuova dimora era immersa in un verdeggiante bosco, era enorme e le voci in essa risuonavano con eco, perché sì l’uomo fu rinchiuso in quel luogo con tutta la sua famiglia. Il Dio così lo punì, donò loro una casa ed il cibo, ma il malvagio ricevette in dono un bene ancor più prezioso, l’immortalità.
Il regalo non piacque, l’assassino col tempo vide morire l’intera famiglia, perse gli affetti e nulla più gli restò.
Spezzò una vita per il denaro, spinto dalla fame e la sete, non avrebbe mai voluto farlo, fu un tragico errore ed il rimorso per l’eternità lo attanagliò ed ancor lo attanaglia.
Il povero contadino, questo era il suo mestiere, vive ancora nel magico castello, solo con se stesso ed il rimorso, vive in nome di un bene più prezioso, ovvero la vita, pensò più volte di uccidersi, ma capì che essa ha un valore che non deve essere violato, per sbaglio commise un errore che mai avrebbe ripetuto.
La punizione del Dio fu crudele e meschina, lui avrebbe sofferto per l’eternità dell’assenza della sua dama e l’uomo con lui, nel suo castello ove il tempo non scorre, avrebbe subito la sua stessa sorte; vivere nella solitudine. Forse un giorno la misericordia sconfiggerà la vendetta e il contadino tornerà alla sua terra.
Fine
Note autrice…
Piccolissima favola tristissima da non leggere ad un bambino.
Spero che a voi lettori adulti possa piacere.
Ringrazio chi legge e chi commenta, sperando lo farete.