Serie TV > NCIS L.A.
Ricorda la storia  |       
Autore: Alchimista    02/02/2011    5 recensioni
Quando entrò nell’enorme stanza, che - più specificatamente - era il suo posto di lavoro, uno strano odore invase le sue narici. Si fermò, poggiando un leggero bagaglio a terra e ad occhi socchiusi si perse nel respirare quel profumo che non riusciva ad identificare, né aveva mai sentito.
Sapeva… sapeva di… casa.

Nate torna dall'Afghanistan, dopo una dura missione affidatagli da Hetty e rimasta segreta a tutti. Come l'avrà cambiato quel luogo di guerra? E che effetti avrà tale cambiamento sulla pericolosa missione che il team di Los Angeles si appresta ad affrontare?
Ambientata nella seconda serie, ma non è presente alcuno Spoiler e non occorre averla vista per capire ciò di cui si parla (dato che neanche chi segue la serie sa cosa è successo al povero Nate xD) Buona Lettura!
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lasciami cadere giù…

 

 

Dedicata a Tinta87 che mi ha fatto innamorare di questo telefilm

e mi ha sostenuto durante la scrittura

e a Bellis che mi ha sostenuta e ha letto pur non conoscendo…

 

 

 

#001 ~  Come back.

 

Quando entrò nell’enorme stanza, che - più specificatamente - era il suo posto di lavoro, uno strano odore invase le sue narici. Si fermò, poggiando un leggero bagaglio a terra e ad occhi socchiusi si perse nel respirare quel profumo che non riusciva ad identificare, né aveva mai sentito.

Sapeva… sapeva di… casa.

Nate si soffermò a pensare a quanto fossero sconclusionati ed illogici i suoi pensieri: fino a pochi istanti prima era pronto a giurare di non aver mai sentito quel profumo ed ora, al contrario, riusciva a classificarlo come familiare.

Sorrise, quasi impercettibile: era felice di essere tornato e per quanto chiunque avesse affermato senza dubbio che l’aria di quel posto non avesse alcun odore, per lui in quel momento ogni cosa fosse legata al suo ritorno sapeva di casa.

Riprese il bagaglio e fece qualche altro passo, accorgendosi quasi immediatamente di più voci che battibeccavano poco più avanti.

«Tu non hai motivo di lamentarti Kensi: non credo che Deeks ti dia più problemi di quanto me ne causi questo qui!» si stava lamentando Sam, indicando il collega che ora gli scoccava uno sguardo allucinato.

«Ah! Non direi proprio, Sam: tu non passi tutto il giorno con lui!» si difendeva la ragazza, spostando con gesto rapido la mano verso Marty, che smise di dondolarsi sulla serie per ripetere pressoché lo stesso sguardo di G.

Senza che i due imputati potessero notarlo,  i loro giudici si erano lanciati uno rapito e malandrino sguardo d’intesa, suggellato da un sorrisetto che non prometteva nulla di buono e che non era – ovviamente – sfuggito a Nate, che ancora li guardava senza essere visto.

«Deeks ha abitudini pessime ed è un vero e proprio ficcanaso!» continuò a lamentarsi Kensi.

«Ah, perché vogliamo dimenticare la mancanza di puntualità di G…»

«Mai fatto!» si difese l’interessato superando la voce del collega.

«…o il fatto che molto spesso le nostre conversazioni si riducono a monologhi?!» concluse Sam senza curasi delle proteste di Callen.

Deeks sbuffò: quella discussione rischiava di degenerare e già al momento non era di certo ad un buon punto.

«Non è che voi due siate partner perfetti, eh!» si difese, accompagnato dal forte gesto d’assenso che muoveva la testa di G.

«Ma sentili! Che cosa avremmo noi che non va?!» chiese con tono orgoglioso Kensi, guardando dritto negli occhi Mary che non sembrava trovare argomenti da contrapporre alla nuova sfida, ma apriva e chiudeva la bocca senza pronunciare parola.

Solo allora Nate si fece notare, muovendosi in avanti e schiarendosi la voce.

«Su, bambini: basta litigare. Se farete i buoni, darò a tutti una caramella!» pronunciò con accento paterno, autorevole ma divertito.

Tutti si voltarono di scatto e averlo di fronte fu una vera e propria sorpresa.

«Nate!» esclamarono quasi in coro, mentre Kensi corse ad abbracciarlo facendolo sbilanciare e poco mancò che caddero entrambi.

«È bello rivederti» gli sussurrò con gioia nella voce.

«È bello essere tornato…» fece lo psicologo con un malcelato tremore nella voce.

Quando l’agente lo lasciò andare, anche gli altri lo salutarono allegri con pacche sulle spalle e strette di mani e lo stesso Marty, che pur aveva lavorato con lui molto poco, fu ben felice di riaverlo con loro.

«Come stai?» chiese Callen, osservandolo con un intensità che Nate aveva quasi scordato e che parve trafiggerlo come un proiettile.

«Bene, G» rispose con un sospiro ed un mezzo sorriso, nonostante il peso sul cuore sembrasse farsi più pesante e il nodo alla gola minacciasse di farlo crollare.

L’agente rimase a guardarlo per alcuni istanti e anche quando i suoi occhi azzurri lasciarono il volto dell’amico non fu affatto convinto delle sue parole. Fugace, cercò lo sguardo di Sam che comprese il tutto senza aver bisogno di parole o più tempo di quei brevi istanti.

«L’incarico che ti ha affidato Hetty deve esser stato davvero difficoltoso ed importante se è durato così tanto» tentò all’indirizzo dello psicologo.

Questi sorrise mestamente ancora una volta, cogliendo al volo in tentativo di Sam e incrociò i suoi occhi tentando di tenere i suoi quanto più ermetici possibile, per non farsi scappare neanche un briciolo delle emozioni che, tuttavia, provava.

«Oh, lungo. Solo molto lungo, Sam. Ora scusate: devo andarle a fare rapporto» rispose, con voce che, comportandosi in modo impeccabile, non tradì neanche per un istante la sua voglia di defilarsi da quella situazione.

Camminò verso l’ufficio di Hetty con finta nonchalance e dopo averla abbracciata, le si sedette di fronte, mentre sentiva da lontano lo sguardo di tutti trafiggergli la schiena.

«Non ha detto loro ancora nulla, dottor Gezt?» chiese la donna, pur conoscendo la risposta.

«Non ancora» sottolineò lui.

Hetty sorrise, in un misto tra rispetto e dolcezza.

«Era una scelta che nessuno avrebbe dovuto prendere con leggerezza» sottolineò senza staccare gli occhi dallo psicologo.

Nate si lasciò scappare uno scoppio stanco di risata.

«Non mi sto pentendo della mia scelta, se è questo che vuoi intendere. Ma questa cosa non aiuta a… superare tutto quello che è successo: mi sento così diverso dall’ultima volta che ci siamo parlati, da non riconoscermi più»

«Sono sicura che il Nate che tutti siamo abituati a vedere è stato solo completato da nuove esperienze, non schiacciato. Sei più forte di quel che credi» disse allora lei, seria e sicura.

Uno sguardo di pura tristezza, però, le giunse in risposta.

«Ho imparato a non illudermi più, Hetty. Sono cambiato – e non in meglio»

Sottolineò quelle ultime parole quasi fossero una minaccia e proprio mentre il capo stava per ribadire, il fischio di Eric interruppe la conversazione annunciando l’inizio di un nuovo caso.      

 

«Ronald Edison. Quarant’anni. Sergente della Marina. Non è sposato, ma qui risulta avere una sorella, Margaret Edison – sposata e con una figlia…» stava spiegando Eric, con l’aiuto di Nell, quando anche Nate ed Hetty entrarono nella sala operativa. Il ragazzo bloccò immediatamente il resoconto, restando per qualche istante interdetto, gli occhi fissi sulla figura inaspettata dello psicologo.

«Sembra che lei abbia visto un fantasma, signor Beal» fece notare pungente la donna, mentre Nate si lasciava scappare un sorriso; quando i loro occhi si incrociarono, con un occhiolino imbarazzato, Eric rimandò i saluti continuando a spiegare, senza tuttavia abbandonare il sorriso che gli allargava le labbra.

«È stato trovato stamattina, in spiaggia, ucciso da tre proiettili – due al petto ed uno alla testa» concluse diretto.

«Nessun testimone?» chiese Kensi scettica.

«No» le diede ragione Nell «Con molta probabilità l’assassino ha usato un silenziatore e secondo il medico legale la morte è avvenuta tra le 4 e le 6 di questa mattina»

«Non proprio l’orario ideale per fare un bagno» convenne G.

«Signor Callen, interroghi con il signor Hanna i colleghi del Sergente. Kensi, tu con Deeks fa visita alla vedova» ordinò seria Hetty.

In un attimo la sala operativa si era svuotata, lasciando solo Nate, Eric e Nell.

«Era ora che ti rifacessi vivo!» lo salutò con gioia l’informatico abbracciandolo «Lei è Nell» disse poi presentando la ragazza che sorrise all’indirizzo dello psicologo.

«Ehi, Nate. È bello rivederti» fece, per poi voltarsi verso Eric la cui espressione sembrava chiedere se si fosse perso qualcosa.

«Vi conoscete?» chiese stupito, passando lo sguardo dall’uno all’altro.

«Da un po’» lo informò Nate, sorridendo anch’egli «Hetty me l’ha presentata qualche anno fa, prima che entrasse in squadra»

Eric parve quasi incantarsi per alcuni istanti, poi si riscosse, distogliendo lo sguardo.

«Com’è andata laggiù?» chiese incerto.

«Oh, bene. Almeno sono tornato tutto intero» commentò con distaccata leggerezza – non da lui – lo psicologo, soffermandosi a guardare la foto dell’ufficiale ucciso, il sangue che macchiava la pelle e i vestiti…

Eric indugiò a lungo su quella figura di spalle, sperando – e forse anche temendo – che continuasse il discorso; tuttavia il silenzio rimase come unico ospite della stanza. Nell coglieva a pieno la tensione che aleggiava nell’aria: Nate era diverso dall’ultima volta che lo aveva visto e pur non essendo stata tanto a lungo a contatto con lui, non le era certamente sfuggito il dolore che si portava silenziosamente dietro e che non riusciva ad esprimere, nonostante quelli a cui avrebbe dovuto dirlo fossero i suoi colleghi, i suoi amici.

 

«Prima hai detto che le mie accuse erano infondate» disse ad un tratto Sam, fermando la macchina e guardando G «Ma ora siamo in macchina da dieci minuti e per quanti tentativi abbia fatto per aprire una conversazione, mi sono puntualmente scontrato con il tuo muro di silenzio. Che hai?»

Come se si fosse svegliato da un sogno ad occhi aperti, le iridi cielo di G tornarono vivide in quelle scure del collega.

«Pensavo a Nate. Hai visto come stava…? Mi chiedo cosa gli sia successo in Afganistan…»

«La guerra, G. Non è una cosa sufficiente?»

«Certo! Ma i suoi occhi… I suoi occhi avevano una disperazione in fondo, così densa e forte… Deve essere successo qualcosa di preciso, Sam; qualcosa che l’ha cambiato fino a questo punto»

Le parole di G trasudavano quasi irritazione, ma agli occhi esperti dell’agente Hanna non poterono nascondere la sensazione di impotenza che le alimentava.

«A volte vorrei essere bravo quanto lui…» concluse Callen.

«Quando vorrà dirci cosa gli è successo in questi mesi e cosa lo ha tanto sconvolto, sarà lui a venire da noi – sa dove trovarci» fece saggio Sam «Se c’è una cosa che ho imparato da Nate è l’importanza del tempo in situazioni simili»

G sorrise brevemente, mentre il collega rimetteva in modo, percorrendo il breve tragitto che li separava dalla rimessa.

Quando arrivarono, ricevettero senza perdere tempo due colleghi del defunto – il Sergente Mike Terril e il Capitano Paola Luisani.

«Conoscevate da molto il Sergente Edison?» esordì con una domanda di convenzione Sam.

«Io da soli sei mesi, il Capitano da più di un anno» rispose il Sergente e l’altra annuì lievemente.

«La sua morte è una cosa assurda… Non ha alcun senso: Ron era una persona molto altruista sul lavoro – avrebbe fatto di tutto per un collega in difficoltà. Forse si lanciava nelle missioni con troppa enfasi, ma non era uno sprovveduto, anzi! Aveva alle spalle molti anni di esperienza e se mai qualcuno avesse voluto ucciderlo, non si sarebbe fatto prendere alla sprovvista …»

«Lei crede che la sua morte non sia stata premeditata?» chiese Callen, cogliendo l’allusione della donna.

«Dico solo che mi sembra davvero strato che qualcuno possa avercela con lui» chiarì il militare. «Potrebbe essere stato coinvolto in qualche progetto o missione segreta, senza che voi l’abbiate saputo?»

«No» fu la semplice risposta del ragazzo «Ron era una delle persone più trasparenti che io abbia conosciuto: nel bene o nel male non era capace di dire una bugia o di tenerla in piedi a lungo. Gli si poteva chiaramente leggere in viso qualunque emozione provasse, forse perché aveva una sensibilità unica».

Sam sospirò: quel sergente doveva essere stato davvero una brava persona, ma tutto questo non li aiutava a dargli giustizia.

«Per ora è tutto, grazie. Vi chiediamo solo di mantenervi a disposizione nel caso avessimo bisogno di maggiori informazioni» spiegò convenzionalmente G, accompagnandoli alla porta.

«Trovateli» fu l’ultima richiesta dei due militari prima di lasciare la rimessa.

 

«È il quinto!»

Deeks si voltò verso la collega con aria interrogativa.

«Come?»

«E’ il quinto caffè che bevi, in poco più di un’ora! Odio dovermi fermare ogni cinque minuti per farti fare i tuoi bisognini: sei peggio di un cane!»

Marty la guardò fintamente offeso e mise il broncio, voltandosi dall’altro lato e guardandola di sbieco; Kensi abbassò lo sguardo lasciandosi scappare un sorrisetto; poi, controllando l’indirizzo che Eric aveva mandato loro, si accorse di essere a poche abitazioni di distanza.

«Siamo arrivati» informò subito il collega con tono serio e in un attimo l’atmosfera cambiò completamente: i due agenti si ricomposero e dopo aver parcheggiato scesero, avviandosi verso la casa dal civico 1041.

«La donna già sa del fratello?» chiese Deeks.

«Sì, deve averla avvisata la polizia stamattina» disse l’altra «Problemi?»

«No, ma sai che non è mai piacevole dare certe notizie» si difese l’altro con un tono di voce basso, quasi si vergognasse.

Lei gli sorrise mesta.

«Di solito non siamo noi a dare queste notizie, ma ti capisco»

Marty annuì bussando alla porta che fu aperta quasi immediatamente da una donna. Tutto quello che accadde negli istanti successivi fu talmente rapido che gli stessi agenti faticarono a comprendere il tutto. Dal fondo della strada si sentì un’improvvisa sgommata e in pochi istanti davanti alla casa sfrecciò – quasi si fosse materializzata – una vettura nera con i finestrini scuri, dalla quale sporgeva una mitraglietta automatica. Deeks fu il primo a rendersene conto, ma ebbe appena il tempo di spingere a terra Kensi e la donna che una scarica di proiettili invase l’aria.

Il dolore fu improvviso e assurdo, lo bloccò senza lasciargli neanche la possibilità di gridare. Da lontano avvertì, come fosse miglia e miglia distante, la macchina fuggire via e con essa il pericolo. Accanto a lui sentì la collega muoversi stordita e pregò di essere stato in grado di proteggerla.

Kensi si alzò frastornata, guardando la strada come se la vettura fosse ancora lì. Un istante dopo si rese conto che accanto a lei Deeks era a terra.

«Marty! Marty!» gridò allarmata, rendendosi conto che il collega perdeva sangue dal ventre; provò a fare pressione sulla ferita per limitarne la fuoriuscita di sangue, mentre con una mano chiamava freneticamente Eric.

«Dimmi, Kensi»

«Eric, un ambulanza! Deeks è stato sparato, presto!» fu la supplica della donna che lasciò cadere il cellulare quasi fosse incapace di tenerlo in mano, mentre l’agente continuava a perdere sangue e la donna che i due avrebbero dovuto interrogare guardava la scena senza dire parola.

Poi gli occhi chiari di Marty si aprirono tremanti, fino a mettere a fuoco la figura nevrotica di Kensi.

«Ehi.. Principessa..» la chiamò, un blando sorriso che tentava di nascere sulle labbra.

«Ssh.. l’ambulanza sta arrivando. Tieni duro, Deeks, tieni duro!» sussurrò lei con voce incrinata, smorzata dal dolore e dalla paura che le avevano afferrato la gola.

«Va tutto bene… sta tranquilla… » lo rassicurò lui, mentre le forze scappavano via.

Poi lo abbandonarono del tutto, lasciandolo sulla porta di casa, incosciente. Kensi era sola.        

 

 

 

 

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Ok, prima che qualcuno di voi corra a vomitare.. A mia discolpa ho da dire.. che.. ehm.. *si guarda intorno* No ok, non ho alcuna scusa per questo orrore se non che il telefilm di cui parliamo è troppo coinvolgente perché mi trattenessi dallo scriverci su…

E quindi ecco come vedo io il ritorno di Nate dalla misteriosa missione in Afganistan di Hetty.. Cosa mai sarà successo? E chi sono quelli che hanno sparato a Deeks?

Beh, per ogni spiegazione, non resta che aspettare il prossimo capitolo!

Ringrazio in anticipo chiunque leggerà o lascerà un commento (positivo o meno, sarebbe gradito – anche solo per dirmi di non continuare a pubblicare xD)

A presto. Un bacio..

 

Alchimista  ~         

  

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS L.A. / Vai alla pagina dell'autore: Alchimista