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Autore: Adrian Melancholia    02/02/2011    5 recensioni
Il filo della fredda lama scorreva sulla pelle, incidendola e facendo uscire copioso il meraviglioso liquido scarlatto.
Mai dolore fu più bello.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo della fredda lama scorreva sulla pelle, incidendola e facendo uscire copioso il meraviglioso liquido scarlatto.

Mai dolore fu più bello.

Il sangue scorreva lungo tutto il braccio, caldo. Lei non reagiva, lei desiderava quel dolore. Volse lo sguardo a lui, alto dinnanzi a lei, capelli neri, occhi grigi screziati di rosso, un'espressione indifferente sul volto, una lunga spada con la lama imbrattata di sangue nella mano. Lei gli rivolse un dolce sorriso, studiando e imprimendo nella mente ogni minimo particolare del suo corpo, corpo che mai le apparterrà; si sofferma sulle sue labbra, che mai la sfioreranno, passando poi agli occhi, che mai la guarderanno con dolcezza, con amore. In quel momento erano impassibili, illeggibili. Lei avrebbe preferito vedervi crudeltà, freddezza, piuttosto che quel nulla. Almeno avrebbe avuto la certezza che la odiasse, che la volesse morta.

Si morse il labbro, reprimendo le lacrime che premevano per scorrere. Cos'avrebbe dato per stringerlo, almeno una volta. Aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma lui la interruppe. «Va' via, è impossibile. Non posso risparmiarti se resti, non questa volta.» Quindi quella sarebbe stata l'ultima volta, pensava la ragazza, che non aveva alcuna intenzione di andarsene. Si limitò a guardarlo negli occhi, ammaliata da quella Demoniaca bellezza. Lui sospirò, e la tristezza invase i suoi occhi. «Tu non puoi amarmi.» Continua «Moriresti, è un suicidio. L'amore per me non può esistere.» Scandiva lentamente ogni parola. Lei abbassò lo sguardo. «Tu...sbagli...Se si vuole, si può fare ciò che si desidera...Non ne so molto di te, ma dato che così è per tutti, per te non dovrebbe essere diverso...» Lui scosse la testa. «Un Demone come me conosce solo odio e distruzione. Anche se volessi...»

«Tu vuoi?» Ecco, la fatidica domanda che le opprimeva il cuore da tempo. Lui mantenne lo sguardo impassibile. «Questo non è importante.»

«Per me, lo è.» Lo fissò negli occhi, quasi implorante. Per lei era vitale saperlo. Lui restò in silenzio, sembrava valutare la situazione. Infine, sospirò. «Sì, io voglio.» A lei mancò il respiro. Dischiuse la bocca, di poco, tentando di dire qualcosa di sensato. Non ci riuscì. Balbettò alcune parole a caso, interrompendosi nel momento in cui lui lasciò cadere la spada a terra e, velocemente, le cinse i fianchi con entrambe le braccia. Lei lo guardò, sorpresa, senza capire; in tutta risposta, lui avvolse il suo esile corpo fra le forti braccia. La ragazza non resistette, lo strinse forte, con disperazione. Il Demone cercò le sue labbra, poggiandovi le proprie. Lentamente, le leccò, mentre la ragazza dischiudeva le proprie per lasciare che la lingua di lui trovasse la sua.

Il disperato bacio durò a lungo, dando inizio ad un amore proibito ed impossibile, ad un orrendo sogno, o forse ad un meraviglioso incubo, suggellando la loro Eterna Dannazione.

Rami spinosi spuntarono dalle spaccature che si aprivano a vista d'occhio sulla terra intorno a loro. Si innalzano al cielo, legano insieme i loro polsi, avvolgono i busti, le gambe, immobilizzando entrambi in un doloroso abbraccio. Si guardarono, gli occhi chiari di lui incrociarono quelli scuri di lei, e un sorriso affiorò sulle loro labbra, mentre le spine penetravano più a fondo nella carne, lasciando uscire e cadere in terra il sangue, di un colore molto simile a quello delle rose.

Lei poggiò la testa sul petto del Demone, lui portò una mano sul suo capo, ignorando le spine che tentavano di tenerlo fermo. Le accarezzò dolcemente il capo, macchiandole i capelli scuri di sangue. «Va tutto bene.» le sussurrò, continuando ad accarezzarle dolcemente i capelli. Lei si strinse a lui, che continuava a ripeterle quelle parole. Sorrise. «Sono felice.» sussurrò, mentre le spine si avvolgevano ancor più attorno a loro. «Non ha senso, tutto questo.» si limitò a dire lui. La ragazza annuì debolmente. «Ma sono ugualmente felice...Ti amo.» Alzò a fatica una mano, ormai grondante di sangue, e la poggiò sul suo viso, sfoggiando un dolce, sincero sorriso. Lui lo ricambiò, avvicinando il viso al suo. «Ti amo anche io. Lo farò per sempre.» sussurrò sulle sue labbra. Sorridendo, unirono nuovamente le labbra, in un ultimo bacio fatto di dolcezza mista a lacrime e sangue.

E le rose, sotto i loro piedi, divennero fiamme.

Mai morte fu più bella.

   
 
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